di Antonio Cimmino
Rafiluccio ‘e Scanzano era un bambino orfano di padre, e la mamma per toglierlo dalla strada, lo mandò a garzone nella Latteria Romana di don Catello Greco a Castellammare. Si era alla fine degli anni ’20 del secolo scorso. Rafiluccio, piccolino di statura e di appena 11-12 anni, si fece subito ben volere e, spesso, alla chiusura dell’esercizio, il padrone gli dava qualche mozzarella rimasta o una bottiglia di latte da portare a casa. Una vera manna per l’epoca. I clienti, spesso forestieri, erano soddisfatti della correttezza ed educazione del piccolo garzone e, non di rado, lasciavano una lauta mancia. Un giorno a Rafiluccio fu dato l’incarico di spazzare per terra, in quell’occasione, sotto al bancone trovò una mezza lira. Il bambino subito la consegnò a don Catello e questi, dispiaciuto, gli disse che non l’aveva messa intenzionalmente per appurare la sua onestà, di cui non aveva dubbio alcuno (pratica ricorrente di allora per testare se i garzoni avessero il vizietto di rubacchiare nelle botteghe). Fattosi grande Rafiluccio mantenne sempre un buon rapporto con don Catello e, negli anni ’50 portava alla Latteria Romana i suoi figli per comprar loro la squisitissima coppetta di panna fresca.
Antonio Cimmino
Il ricordo degli affezionati lettori di LR:
Enzo Veropalumbo: Fu anche un punto di riferimento d’incontro e di appuntamenti: “ce verimm’a’ latteria Romana”: Quando la compagnia era al completo facevamo la conta degli spiccioli per ordinare “pizzelle cu pummarole e muzzarelle o che cozzeche o che sciurilli” e poi “panzarotti” o panini “che muligname sott’uoglio”. Furono tempi, anni 60, di un vivere semplice dove coltivavamo sogni e speranze nel fascine di una Castellammare stupenda.
Ferdinando Morgoglione: Mia madre spesso ci portava me e mia sorella. Calzone fritto al pomodoro e mozzarella o panino con würstel e salsa, poi rigorosamente bicchiere di latte perché ancora piccoli. Che nostalgia di quei tempi!!!
Catello Sorrentino: Rileggo sempre con piacere le storie riguardo questo posto dell’anima di tutti gli stabiesi, soprattutto perchè il mio cammino si è intrecciato da anni con questa Famiglia, la famiglia Greco, composta da uomini e donne intelligenti e pieni di iniziativa.
Antonio Di Capua: Quasi tutti i pomeriggi ci si andava con gli amici e poi con la ragazza tutto buonissimo panini calzoni etc bellissimi ricordi anche di una splendida Castellammare.
Catello Sorrentino: Ho conosciuto una persona di Boscoreale che da studente frequentava Castellammare e mi dice di avere ancora viva la memoria del sapore dei calzoni fritti della Latteria Romana ripieni di latticini di prima qualità.
Enzo Guida: e al ritorno dal bagno era d’obbligo fermarsi e mangiare il…..panino wurstel e salsa!! Che bontà!!
Pao Pao: Io mi ricordo che con 50 lire ci mangiavamo il calzone con mozzarella e pomodoro.
Pasquale Sollo: Bei ricordi, calzone mozzarella e pomodoro rigorosamente fritto, panino würstel e salsa,
Antonio Bevilacqua: Wurstel e salsa era un cult…. all’uscita di scuola con una fame… poi a casa puntualmente non avevo più appetito e mi beccavo le cazziate da mammà.
Massimo Schiavo: La prima rosticceria a Castellammare e preparava un ottimo calzone ripieno di mozzarella e pomodoro.
Rosalba Spagnuolo: Wow!!!! Mangiavamo dei panini fantastici!!!!! Francesco ed io la sera ci consolavamo!!!!!
Nicola Rega: Solo i miei coetanei ricorderanno il mitico panino wurstel e salsa.
Antonio Verdoliva: I primi panini con Wriustel. Che belli.
Francesca Vitale: Il calzone fritto una bomba 😍😍😍😍
Ester Ferraiuolo: Si…che bei tempi.
Ciro Pocobello: Panino con broccoli è salsiccia, bei ricordi.
Peppe De Rosa: C’era gente fino a for!
Ida Aiello: Ci sono andata tante tantissime volte❤
Pino Mosca: Facevo colazione lì!
Enzo Costantino: Salcicia e friarielli.
Stefano Somma: Un ricordo fantastico dei famosi panini.
Benedetto Graziani: Latteria romana, poi rosticceria calabrese… tanti sfizi ma io sbavavo per quel panino col wurstel cotto nel sugo….🍺😎
Giulia De Riso: Ci andavo spesso a magiare il calzone fritto, era buonissimo😋