Fratielle e surelle, oggi è ‘a primma stella d”a Maronna
a cura di Maurizio Cuomo
Volendo dare, ai numerosissimi stabiesi emigrati dalla nostra Castellammare, la possibilità di riascoltare “fratielle e surelle”, anni fa, chiedemmo al carissimo Aniello Lascialfari di prestare la sua voce per la nobile causa…
A distanza di anni, il modulare limpido e sonoro di Aniello omaggia e rappresenta (in punta di piedi) l’operato dei numerosi cantori stabiesi.
Fratielle e surelle: le Voci Votive dell’Immacolata, tra Fede e Devozione
Nella suggestiva cornice della tradizione stabiese, il periodo della “dodicina” – dal 26 novembre all’8 dicembre – si illumina di un rito antico e carico di spiritualità: le voci votive dell’Immacolata.
All’alba, quando la città è ancora avvolta dal silenzio della notte, i cantori stabiesi, con sacrificio e assoluta devozione, percorrono le strade intonando la voce votiva.
La melodia riecheggia nell’aria con l’invito solenne ai fedeli, chiamati a raccogliersi in preghiera per la recita del Rosario in onore della Vergine Immacolata.
Questa tradizione, tramandata di generazione in generazione, è un simbolo profondo dell’identità religiosa e culturale della comunità stabiese.
Il canto dei devoti cantori, crea un’atmosfera intensa, capace di risvegliare nei cuori un senso di appartenenza e di fede autentica.
Le voci votive non sono solo tradizione o un richiamo alla preghiera, ma anche un ponte tra passato e presente, tra vecchie e nuove generazioni.
Le voci di Fratielle e surelle sono un segno tangibile della devozione che unisce il popolo stabiese all’Immacolata.
Ascolta la voce votiva di Aniello Lascialfari (il “fratielle e surelle” del web)
Audio PlayerFratielle e surelle, ‘o Rusario ‘a Maronna, oggi è ‘a primma stella d”a Maronna…
Note: per ulteriori approfondimenti si consiglia di leggere “Fratièlle e surélle (voto alla Madonna)“, articolo a cura di Maurizio Cuomo.
Salve,
io sono nato a Napoli ma sono domiciliato a C. Mare; non conoscevo questa usanza locale.
Purtroppo ne sono venuto a conoscenza, mio malgrado, nel momento in cui verso le 3.30 del mattino alcune persone “credenti” hanno cominciato a far esplodere fuochi d’artificio per le strade della città. Questa attività ludica (per loro) si è ripetuta per 12 giorni tutti gli anni per diversi anni.
Mi domando: alle 6.30 quando suona la mia sveglia per andare i fabbrica, i “credenti” cosa fanno?
Evidentemente sono gli stessi “credenti” che trovo avanti al bar alle 19.00 quando rientro a casa.
Credo che questa tradizione (troclodita e tribale secondo me) andrebbe rivisitata. Saluti.
Una volta fino agli anni ’80) era solo voce e, ti assicuro, era bello ascoltarla. Si sentiva lo stesso e, chi voleva, l’aspettava o si svegliava. Era davvero suggestiva ed emozionante. Da anni, purtroppo, è stata trasformata, in linea con questi tempi abbrutiti e pieni di tamarri arroganti.
Chissà se il Sig. Lopes abita ancora tra i “trogloditi”.
Spero che l’anno trascorso gli abbia insegnato, quantomeno un po’ educazione e rispetto verso le tradizioni della città che, purtroppo, lo ospita. 
Va bene il rispetto per le tradizioni ma voi lo
mostrate?Un conto è la voce, ma se sparate botti fino alle 7 del mattino partendo dalle 4:30/5 non credo ci sia rispetto del dovuto vicinato.
Gentilissimo, noi condividiamo il suo pensiero. Ormai la festa ha preso una direzione che niente ha a che vedere con la motivazione originaria e il ringraziamento religioso a Maria Immacolata… Saluti
Mi chiamo Gaetano e abito A Brindisi da circa 60 anni ma sono uno stabiese sono nato in via de Turris 140 mi vorrei sentire con i miei amici di gioventù, io ero soprannominato ‘o nonno e avevamo una bella comitiva detta la comitiva del nonno, mi ricordo il nome di alcuni amici Eugenio ‘o stuccaiuolo con negozio a Santa Maria dell’Orto, Carletto ecc… Saluto calorosamente a tutti i stabiesi. Gaetano