Notte al Faito
di Enrico Discolo
Una notte d’estate sul Monte Faito svela il mondo straordinario della natura montana della catena appenninica dei Monti Lattari che si distendono sul mare fino alla penisola sorrentina.
Mi incammino per i sentieri con la torcia elettrica che fora l’oscurità dei cespugli. Le sciabolate di luce mettono in fuga volpi e conigli con gli occhi brillanti e dilatati.
I canti notturni degli uccelli sono brevi e armoniosi come una ninna nanna.
I fiori dei giardini debordanti dalle ville attirano le farfalle notturne.
Sul margine di uno stradone i lombrichi, permeati di una particolare fosforescenza, strisciano a fisarmonica tra i fili d’erba.
Nel momento in cui il braccio di luce fruga tra le corolle dei fiori, mi viene incontro, sulla traccia luminosa, un frenetico sciame d’insetti danzatori.
Arrivo al piazzale dei Capi per soffermarmi ad osservare il golfo di notte, quando arriva improvviso da levante il bagliore dei lampi e il brontolio dei tuoni. Una cabina telefonica mi ripara dalla pioggia battente e dalle raffiche del vento.21
Dopo pochi minuti, il temporale s’allontana verso Napoli e l’ampio seno di mare svela una fantastica rifrazione di folgori guizzanti tra il cielo e la baia di Castellammare.
Gli alberi e la terra bagnata emanano fragranze che rinvigoriscono il corpo di fresche energie. Il respiro assapora, come una primizia voluttuosa, l’aria umida e fresca tipica del clima autunnale.
Da un villino vicino, un cane, timoroso dei tuoni, finalmente ha smesso di abbaiare.
Arriva finalmente il silenzio, interrotto dal rumore delle gocce d’acqua che, a tratti, cadono dai rami frondosi degli alberi.
Un brivido di freddo mi fa ritornare in fretta all’albergo per godermi un certo tepore e dimenticare i capricci del tempo che ha infierito, nella magica notte estiva, sulla montagna stabiese.
Domani al mare racconterò ai miei amici come ho vissuto l’incanto di una notte d’estate sul Monte Faito.