Ricreatorio San Gerardo 1903

San Gerardo, 16 Ottobre

San Gerardo, 16 Ottobre
di Zingone Giuseppe

Ricreatorio San Gerardo 1903

Ricreatorio San Gerardo 1903

In giorni come questi dove a volte fa caldo e a volte freddo in largo Pace, nella Parrocchia, si aprivano i festeggiamenti per il santo patrono, San Gerardo Maiella, la cui devozione ultracentenaria portava in chiesa numerosi fedeli, da tutta la città ed anche dal circondario. Già nel lontano 1903 l’allora diacono e poi parroco don Luigi Castellano, fondò il Ricreatorio San Gerardo, lo scopo era accogliere ed educare i giovani troppo spesso abbandonati delle strade del centro antico. Fino agli anni novanta del secolo scorso l’oratorio con la presenza dei giovani gerardini continuava ad essere segno e baluardo della Parrocchia di Santa Maria della Pace, nella processione del Santo Patrono di Castellammare.

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Castellammare di Stabia (pitture nostrane)

La pagina raccoglie le pitture che ritraggono Castellammare di Stabia. Opere senza tempo di vari autori che hanno celebrato una bellezza paesaggistica unica al mondo.

a cura di:
Maurizio Cuomo & Giuseppe Zingone

Ultima opera inserita:


Scoglio di Rovigliano, Elvira Del Giudice

Autrice: Elvira Del Giudice,

Titolo: Castello sul mare, (Scoglio di Rovigliano)

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 25 x 50 cm

Periodo: Primo Novecento

Opera apparsa su: Arsvalue.com

NAPOLI: “Elvira del Giudice di Guglielmo, pittrice, ha inaugurato, la fine di ottobre, alla Permanente del Circolo Artistico in Villa, una personale comprendente una settantina di opere tra figure, paesaggi e nature morte“.(In: L’artista moderno, rivista d’arte pura e applicata, Anno XXXVII, numero 19-20, ottobre 1938-XVI, pag. 243) “A partire dal 1929 ebbe inizio la serie delle dodici mostre del Sindacato Interprovinciale fascista campano di Belle Arti, che si sarebbe conclusa nel 1942, un’occasione espositiva importante per la divulgazione dei linguaggi e delle opere, per le dinamiche di mercato e collezionismo e per i contatti con le mostre nazionali e internazionali. La presenza delle donne diviene un fenomeno di rilievo, superando il carattere episodico fino ad allora registrato. Vi presero parte pittrici i cui nomi sono completamente persi nelle pieghe della memoria: Jole Zambonini Guidi, Aita Zina, Margherita Frey, Anna Dinella, Tilde Aprea, Maria Papale, Maria Pizzolorusso, Elena Brod, Elena Cappiello, Armida Della Valle, Renata Bocchetti, Clara Zagari, Licia Sarracini, Laura di Sirignano, Adriana Notte, Diana Luise, Licia Cilibrizzi, Elvira Del Giudice“. (In: Autori Vari, Las Mujeres en el sistema artistico, 1804-1939, Universidad de Zaragoza, 2022, pag. 277.)

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Nello Lascialfari, l’affabulatore

Aniello ritratto dal M° Umberto Cesino

Aniello ritratto dal M° Umberto Cesino

Nello Lascialfari, l’affabulatore

di Corrado Di Martino

Vi proponiamo l’affascinante incontro con Nello Lascialfari, un inarrestabile narratore di immagini, visioni, quadri onirici, esperienze vissute e subite sulla propria pelle. Grande atleta, giunto alle gare di super-fondo quasi per caso, poi pugile dilettante, infine chansonnier garbato e delicato, ma sopratutto personaggio inimitabile.

Aniello Lascialfari si racconta

Aniello Lascialfari si racconta

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Funiculì Funiculà e ‘o Telefono

Funiculì Funiculà e ‘o Telefono

di Giuseppe Zingone

La ricerca in rete non sempre è produttiva e qualche volta può generare confusione e così  alcuni siti cadono in errore e le vicissitudini di una storia o di una notizia si reiterano come un  tam tam accrescendo a dismisura.

Capita ancora, che la storia di brani famosi, s’intrecci con altri brani che pure hanno fatto la storia della canzone napoletana. Cercando notizie sul Denza e sulla sua Funiculì Funiculà, mi è capitato di leggere un discreto volume, che apporta un po’ di chiarezza proprio a quelle informazioni che girano in rete, che mescolano, Turco e Denza, con le vicissitudini di Di Giacomo-Costa e Roberto Bracco.

Napoli che se ne va

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Croce al Monte Pendolo

Monte Pendolo e le sue Croci

articolo a cura di Maurizio Cuomo

Il Sovrintendete Michele Palumbo, nella sua antologia storica “Stabiae e Castellammare di Stabia”, edita nel 1972, in un suo articolo descrive in maniera encomiabile il monte Pendolo e le vicende inerenti alle sue due Croci, eccone i particolari:

Croce al Monte Pendolo

Croce al Monte Pendolo

Dalla catena dei Monti Lattari, al cui cui centro si erge il Faito con le sue cime del Canino e del Molare, si distacca, come sentinella avanzata a protezione della pianura stabiese, il monte Pendolo, alto 618 metri e ricco di lussureggiante vegetazione, con viti speciali che producono un vino poderoso. Superato il territorio del comune di Pimonte, che forse prese tal nome proprio per essere al piè del monte, e a cui oggi si accede comodamente a mezzo di strada asfaltata, comincia l’erta vera e propria, che va affrontata per vie mulattiere per giungere sulla spianata dove sorge la Croce. Continua a leggere