Castellammare di Stabia (pitture nostrane)

La pagina raccoglie le pitture che ritraggono Castellammare di Stabia. Opere senza tempo di vari autori che hanno celebrato una bellezza paesaggistica unica al mondo.

a cura di:
Maurizio Cuomo & Giuseppe Zingone

Ultima opera inserita:


Scoglio di Rovigliano, Elvira Del Giudice

Autrice: Elvira Del Giudice,

Titolo: Castello sul mare, (Scoglio di Rovigliano)

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 25 x 50 cm

Periodo: Primo Novecento

Opera apparsa su: Arsvalue.com

NAPOLI: “Elvira del Giudice di Guglielmo, pittrice, ha inaugurato, la fine di ottobre, alla Permanente del Circolo Artistico in Villa, una personale comprendente una settantina di opere tra figure, paesaggi e nature morte“.(In: L’artista moderno, rivista d’arte pura e applicata, Anno XXXVII, numero 19-20, ottobre 1938-XVI, pag. 243) “A partire dal 1929 ebbe inizio la serie delle dodici mostre del Sindacato Interprovinciale fascista campano di Belle Arti, che si sarebbe conclusa nel 1942, un’occasione espositiva importante per la divulgazione dei linguaggi e delle opere, per le dinamiche di mercato e collezionismo e per i contatti con le mostre nazionali e internazionali. La presenza delle donne diviene un fenomeno di rilievo, superando il carattere episodico fino ad allora registrato. Vi presero parte pittrici i cui nomi sono completamente persi nelle pieghe della memoria: Jole Zambonini Guidi, Aita Zina, Margherita Frey, Anna Dinella, Tilde Aprea, Maria Papale, Maria Pizzolorusso, Elena Brod, Elena Cappiello, Armida Della Valle, Renata Bocchetti, Clara Zagari, Licia Sarracini, Laura di Sirignano, Adriana Notte, Diana Luise, Licia Cilibrizzi, Elvira Del Giudice“. (In: Autori Vari, Las Mujeres en el sistema artistico, 1804-1939, Universidad de Zaragoza, 2022, pag. 277.)

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Nello Lascialfari, l’affabulatore

Aniello ritratto dal M° Umberto Cesino

Aniello ritratto dal M° Umberto Cesino

Nello Lascialfari, l’affabulatore

di Corrado Di Martino

Vi proponiamo l’affascinante incontro con Nello Lascialfari, un inarrestabile narratore di immagini, visioni, quadri onirici, esperienze vissute e subite sulla propria pelle. Grande atleta, giunto alle gare di super-fondo quasi per caso, poi pugile dilettante, infine chansonnier garbato e delicato, ma sopratutto personaggio inimitabile.

Aniello Lascialfari si racconta

Aniello Lascialfari si racconta

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Funiculì Funiculà e ‘o Telefono

Funiculì Funiculà e ‘o Telefono

di Giuseppe Zingone

La ricerca in rete non sempre è produttiva e qualche volta può generare confusione e così  alcuni siti cadono in errore e le vicissitudini di una storia o di una notizia si reiterano come un  tam tam accrescendo a dismisura.

Capita ancora, che la storia di brani famosi, s’intrecci con altri brani che pure hanno fatto la storia della canzone napoletana. Cercando notizie sul Denza e sulla sua Funiculì Funiculà, mi è capitato di leggere un discreto volume, che apporta un po’ di chiarezza proprio a quelle informazioni che girano in rete, che mescolano, Turco e Denza, con le vicissitudini di Di Giacomo-Costa e Roberto Bracco.

Napoli che se ne va

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Croce al Monte Pendolo

Monte Pendolo e le sue Croci

articolo a cura di Maurizio Cuomo

Il Sovrintendete Michele Palumbo, nella sua antologia storica “Stabiae e Castellammare di Stabia”, edita nel 1972, in un suo articolo descrive in maniera encomiabile il monte Pendolo e le vicende inerenti alle sue due Croci, eccone i particolari:

Croce al Monte Pendolo

Croce al Monte Pendolo

Dalla catena dei Monti Lattari, al cui cui centro si erge il Faito con le sue cime del Canino e del Molare, si distacca, come sentinella avanzata a protezione della pianura stabiese, il monte Pendolo, alto 618 metri e ricco di lussureggiante vegetazione, con viti speciali che producono un vino poderoso. Superato il territorio del comune di Pimonte, che forse prese tal nome proprio per essere al piè del monte, e a cui oggi si accede comodamente a mezzo di strada asfaltata, comincia l’erta vera e propria, che va affrontata per vie mulattiere per giungere sulla spianata dove sorge la Croce. Continua a leggere

Luisella Viviani

Luisella Viviani

( breve biografia a cura di Enzo e Martina Cesarano )

Luisella Viviani

Luisella Viviani (Immagine tratta dal web)

Luisella Viviani nasce a Castellammare di Stabia, il 5 ottobre 1885, da Teresa Sansone, casalinga e Raffaele Viviano (il cognome per motivi artistici fu poi cambiato in “Viviani” dal fratello Raffaele) impresario teatrale presso “l’Arena Margherita” di Castellammare di Stabia.

Luisella Viviani - atto di nascita (archivio LiberoRicercatore.it)

Luisella Viviani – atto di nascita (archivio LiberoRicercatore.it)

La famiglia Viviano, in quel periodo non ebbe vita facile, infatti, pochi mesi dopo la nascita di Raffaele (tre anni più piccolo di Luisella), dovette fare i conti con una forte crisi economica. Questo episodio determinò la carriera artistica tanto di Luisella quanto del fratello: il padre decise di trasferirsi con tutta la famiglia a Napoli dove fondò il teatro “Masaniello”, celebre palcoscenico in cui debuttarono, nello stupore degli astanti, i due fratellini (Raffaele, aveva appena 4 anni).

Luisella, con quella sua aria zingaresca”, conquista, ben presto, l’attenzione e l’ammirazione degli intellettuali napoletani, come Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo, i quali vedevano in lei l’interprete ideale delle canzoni popolari napoletane. Compiuti 16 anni entrò a far parte della compagnia di Salvatore De Muto, l’ultimo grande Pulcinella.
Fu così che Luisella si affermò, ottenendo un successo straordinario, cantando le canzoni composte dal giovane fratello Raffaele, come “Prezzetella”, “Bammenella ‘e copp”e quartiere” e “Fore ‘o vascio”, divenute famosissime grazie alle sue interpretazioni: “’E stroppole ‘e Luisella”. La collaborazione tra Raffaele e Luisella si interruppe, però, ben presto: la cantante, infatti, si ritirò dalle scene dopo il matrimonio con Arturo Vietri.
Vi ritornerà nel 1919, nella Compagnia del fratello, in qualità di prima donna, dove i grandi personaggi femminili, creati dal fratello, trovano in lei un’interprete impareggiabile, per la sua straordinaria forza espressiva e per la sua gestualità. Continua a leggere