11 marzo la prima pietra di San Marco
di Corrado Di Martino
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il piano di aiuti americano, detto Piano Marshall ([n.d.a] in ottobre del ’47, il Dipartimento USA, si dichiarò disponibile ad erogare aiuti in merci), prevedeva anche la costruzione di case. Nacquero le prime abitazioni nell’alta periferia Nord-Est della cittadina, vessata dall’evento bellico. Il 4 dicembre del 1953, il Vescovo di allora, Monsignor Agostino D’Arco, conferì ad un giovane parroco, l’incarico di provvedere all’esercizio della fede in quel rione in via di crescita. Quel giovane parroco era don Ciro Donnarumma, nato a Pimonte il 1 novembre del 1928 (m. Castellammare di Stabia 4 dicembre 2003), ordinato sacerdote il 12 luglio 1953. Numerose e indubitabili, furono le difficoltà socio-economiche di quell’area periferica, si viveva in baracche di fortuna, mancavano i più elementari sotto-servizi, non vi erano scuole, non c’era una chiesa. Iniziava a sorgere fra gli stenti, un quartiere di case popolari per senza tetto.
Don Ciro, pensate, celebrò Messa per più di un lustro, in magazzini, nei cortili delle case coloniche, e dopo aver avuto il permesso dall’Istituto delle Case Popolari, in un sottoscala di via G. Cosenza 248.
I fedeli per sedersi nella chiesa improvvisata, portavano le proprie sedie da casa, lasciandole poi al giovane parroco; la prima comunità cattolica del San Marco, prendeva corpo, l’anima c’era già era quella di don Ciro. Il Parroco, con orgoglio, sempre affermò di essere stato al fianco dei primi abitanti del rione, nelle lotte per ottenere: l’acqua, la luce, gli asili, le strade, la scuola, la farmacia, l’ufficio postale, il servizio autolinee urbane, etc… Anni di impegno assiduo e generoso, che condussero l’11 marzo del 1956; alla posa della prima pietra, del tempio dedicato a San Marco Evangelista. La chiesa, fu completata in soli tre anni e il 5 luglio 1959 fu aperta al culto. Da quel 11 marzo, con le energie di don Ciro, ebbe vita quella che è divenuta poi, una delle più sostanziose quotidianità parrocchiali della Diocesi.
Piace sempre tutto quello che scrivete, però dimenticate spesso le persone vicine al parroco,tra tanti cito il sig.Calogero Raffaele,autore dei primi presepi al San Marco, con tutti i pastori saluti costruiti e vestiti dalla moglie,il presepe veniva costruito in un negozio sulla strada dove attualmente è presente un parrucchiere.Inoltre creò la bancarella e scolpì la prima statua della Madonna del rione che è ancora presente all’interno delle palazzine ex popolari fronte villa Gabola.
anche io per un piccolo periodo ho asportato terreno da sotto la chiesa insieme a mio cugino Enrico.
Don Ciro.. una GRANDE PERSONA E IMMENSO SACERDOTE.
Gentile Giuseppe, credo che da lì dove si trova don Ciro pregherà per tutti quelli che l’aiutarono a svolgere questa pia opera per il nascente quartiere.