la retata

La retata

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Zio Catello e zì Vicenza non erano mai andati d’accordo, in circa ottant’anni di convivenza mai una parola affettuosa, mai un gesto amorevole. Il destino, come al solito dispettoso e bizzarro, li aveva legati l’una all’altro per la vita. Zio Catello, il più anziano dei fratelli di mia madre, pativa un vistoso abbassamento dell’udito, di converso zia Vincenza non vedeva quasi più; solo ombre colorate accompagnavano le sue giornate in casa.
Dopo la morte del nonno, si erano trasferiti in un palazzotto a via Santa Caterina angolo via Cognulo; una casa antica, come tutto il quartiere, un’enorme stanza faceva da camera soggiorno-letto, in fondo a sinistra un piccolissimo locale era la zona cucina; dal finestrino del bagno era possibile passare sui tetti vicini e trovarsi con poca agilità in via Cognulo. Chi si avventurasse oggi in quelle viuzze, potrebbe scorgere ancora un vecchio scaldabagno arrugginito attaccato ad una parete piastrellata.


Zio Catello era un fanatico dei telefilm polizieschi americani, dato il deficit acustico ne seguiva le vicende con gli altoparlanti a palla; la sorella nonostante il sonno pesante, urlando lo redarguiva alla sua maniera (lapalissiana): – Catie’ ma sì surdo? – E lui: – ué ma nun jetta mai ‘o vveleno e se sta zitta? –. Continuando: – sto vedendo “le strade di San Francisco”; e lei laconica come sempre: ‘a vascio a’’o Cugnulo?
Tutte le sere la medesima scena, come un video in loop. Una di quelle sere, la spallata di un energumeno spalancò la porta malandata che chiudevano raramente, un uomo sui trentacinque piombò nell’appartamentino di via Santa Caterina; urlò: – addo’ sta ‘o cesso? – Zio Catello senza nemmeno tanto stupirsi, pensando ad un bisogno improvviso indicò la porticina della toilette, l’uomo vi si dileguò. Qualche momento, ancora, poi un calcio sfondò del tutto la porta in legno quasi marcio, una mezza dozzina di uomini affannati fecero irruzione: – Polizia nessuno si muova..! – Gridò il primo che era entrato, – fermi tutti Polizia­! – Gridò un altro, di nuovo. Zio Catello pur restando steso nel letto, alzò le mani al cielo, come aveva visto fare decine di volte. Zia Vincenza che non aveva visto nulla, abbagliata dalla cecità incipiente, gridò: – Catie’ abbassa ‘sta televisione…! – E lui rispose: – Duorme Vice’, duorme!

Corrado di Martino.

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