Tratto da: Domenica del Corriere n. 19 – 11 maggio 1930
5 pensieri su “1930 – Giovanni dalle Bande Nere (nave)”
vincenzo
Salve, Mio zio Marinaio Mazzocchio Alfio addetto alla sala macchina , affondato con la nave giovanni dalle bande nere, non abbiamo mai più avute notizie. Esiste un elenco dei marinai che erano sulla nave e che sono periti?
Gentile Vincenzo, Antonio Cimmino, nostro esperto di storia della Marina, con una esaustiva nota, segnala che suo zio era sulla torpediniera F.lli Cairoli e non Giovanni della Bande Nere. A seguire giro le notizie sull’unità in questione e sul suo affondamento. Un abbraccio. Maurizio Cuomo.
Sottocapo meccanico MAZZOCCHIO Alfio, nato il 6 gennaio 1917 a Casteltermini
Imbarcato sulla torpediniera FRATELLI CAIROLI (ex Cacciatorpediniere Francesco Nullo della I Guerra Mondiale). (disperso in mare)
La torpediniera affondò il 23 dicembre 1940 sulla rotta Bengasi-Tripoli al largo di Misurata su mine forse messe dal sommergibile inglese HMS Rorqual (Comandante Ronald Hugh Dewhurst). Morino 71 componenti dell’equipaggio e se ne salvarono 43
Morirono nell’affondamento:
Ugo Albarella D’Afflitto, sottotenente di vascello, disperso
Giovanni Albergo, marinaio segnalatore, disperso
Antonino Amante, marinaio fuochista, disperso
Vincenzo Barrera, marinaio, disperso
Vincenzo Bellino, marinaio radiotelegrafista, disperso
Paolo Billeci, marinaio, disperso
Potenzo Brescia, marinaio fuochista, disperso
Giovanni Bufi, marinaio fuochista, disperso
Biagio Busicchia, sottocapo cannoniere, disperso
Liberato Buzzo, sergente meccanico, disperso
Giovanni Calò, marinaio, disperso
Cosimo Cardellicchio, secondo capo segnalatore, disperso
Vittorio Casini, marinaio cannoniere, disperso
Francesco Cicirello, marinaio, disperso
Giuseppe Corridori, marinaio fuochista, disperso
Antonino Cotugno, sottocapo cannoniere, disperso
Antonio D’Amato, marinaio, disperso
Gaetano D’Angelo, marinaio, disperso
Leonardo De Fraia, marinaio, disperso
Giuseppe De Francesco, marinaio fuochista, disperso
Tonino Farinelli, marinaio nocchiere, disperso
Antonio Ferrari, marinaio radiotelegrafista, disperso
Vittorio Gabrielli, marinaio fuochista, disperso
Lucio Gallipoli, marinaio cannoniere, disperso
Gioacchino Ganci, marinaio, disperso
Emanuele Gozzo, marinaio fuochista, disperso
Donato Graziosi, marinaio fuochista, disperso
Salvatore Ingletto, marinaio, disperso
Salvatore La Rosa, marinaio, disperso
Sebastiano Lo Giudice, marinaio fuochista, disperso
Nunzio Lo Verde, sottocapo elettricista, deceduto
Mario Mandò, sottocapo torpediniere, disperso
Giuseppe Marcucci, marinaio fuochista, disperso
Athos Marmocchi, secondo capo meccanico, disperso
Natale Marnika, sottocapo furiere, disperso
Pietro Maritano, capo meccanico di prima classe, disperso
Renato Massei, secondo capo silurista, disperso Alfio Mazzocchio, sottocapo meccanico, disperso
Vincenzo Megali, marinaio fuochista, disperso
Emanuele Menconi, capo cannoniere di seconda classe, disperso
Ferdinando Menconi, tenente di vascello (comandante), deceduto
Gennaro Meola, marinaio fuochista, disperso
Giuseppe Nappo, sottocapo silurista, disperso
Pietro Novelli, secondo capo nocchiere, disperso
Gennaro Pagliuca, marinaio fuochista, disperso
Guerrino Pardini, marinaio, disperso
Antonio Paternoster, marinaio fuochista, disperso
Mario Pecollo, marinaio fuochista, disperso
Emilio Peis, marinaio cannoniere, disperso
Francesco Petrolino, sottocapo S. D. T., disperso
Igino Pignoli, marinaio, disperso
Giuseppe Pipitone, sottocapo nocchiere, disperso
Luigi Pisano, secondo capo meccanico, disperso
Rosario Raccampo, sottocapo cannoniere, disperso
Amedeo Rinesi, sottocapo meccanico, disperso
Italo Rizzi, marinaio fuochista, disperso
Rosario Roccaforte, secondo capo meccanico, disperso
Vincenzo Rubera, marinaio fuochista, disperso
Calogero Sansone, marinaio cannoniere, disperso
Orlando Sartori, capo meccanico di prima classe, disperso
Giovanni Scala, marinaio, disperso
Umberto Schiavo, marinaio, disperso
Mario Scorza, marinaio fuochista, disperso
Vincenzo Sforza, marinaio fuochista, disperso
Salvatore Sturiale, marinaio fuochista, disperso
Antonio Tomaselli, sergente cannoniere, disperso
Giovanni Troise, marinaio, disperso
Calogero Vercio, marinaio fuochista, disperso
Stanislao Zajec, marinaio torpediniere, disperso
Risorto Zingaropoli, marinaio fuochista, disperso
Guido Zucchini, marinaio furiere, disperso
L’affondamento:
Alle 14.00 del 21 dicembre 1940 la Fratelli Cairoli, al comando del toscano tenente di vascello Ferdinando Menconi, lasciò Bengasi per scortare a Tripoli il piroscafo Caffaro. Il convoglio sarebbe dovuto arrivare a Tripoli alle 14.00 del 23 dicembre. Le condizioni del cielo, all’alba del 23 dicembre, impedirono di osservare le stelle per determinare la posizione, dunque le due navi procedevano con navigazione stimata, beccheggiando notevolmente a causa del vento e del mare da ovest, in peggioramento.
Alle 8.55 del 23 dicembre, in posizione 32°42’ N e 14°55’ E, il sommergibile britannico Regentattaccò il convoglio lanciando due siluri contro il Caffaro da una distanza di 2900 metri, ma il piroscafo venne mancato: le navi italiane non notarono nemmeno l’attacco, e proseguirono sulla loro rotta.
Alle 10.25, in posizione 32°40’ N e 14°50’ E (al largo di Misurata, ed a nordest di Tripoli), la Cairoliurtò una mina e, scossa da due enormi esplosioni a distanza di pochi secondi l’una dall’altra, impennò la prua ed affondò di poppa in pochi attimi, portando con sé il comandante Menconi ed altri 70 dei 114 uomini dell’equipaggio. Il Caffaro (al comando del tenente di vascello Guidi, che aveva assistito al disastro dalla scaletta della plancia della sua nave, che stava scendendo quando era avvenuta la prima esplosione), nonostante il mare mosso, dopo aver lanciato i segnali previsti per casi del genere provvide con immediatezza ed abilità al salvataggio dei 43 sopravvissuti, alcuni dei quali contusi dalla seconda esplosione (che non si seppe mai se fosse stata causata da una seconda mina o dallo scoppio di una caldaia). La torpediniera Clio venne mandata da Tripoli a rimpiazzare l’unità perduta nella scorta al Caffaro, ed il piroscafo, con i naufraghi della Cairoli a bordo, raggiunse Tripoli scortato dalla Clio.
Venne in seguito appurato che nella zona dove la Cairoli era affondata nessuno, né la Regia Marina né la Royal Navy, aveva mai posato delle mine, quindi si concluse che la Cairoli era saltata su una mina alla deriva. Talvolta la perdita della Cairoli viene imputata al campo minato posato dal sommergibile britannico Rorqual il 9 novembre 1940 sei miglia e mezzo a nordovest di Misurata (che costituiva il punto di atterraggio per le navi che, partite da Bengasi, attraversavano il golfo della Sirte), uno sbarramento di 50 mine su cui già il 5 dicembre era affondata la torpediniera Calipso.
Salve, mi rendo conto che il post è un po’ vecchio, ma volevo avere la certezza che il mio prozio Gabriele Cera fu realmente superstite della Nave Giovanni dalle bande nere. Purtroppo sua sorella (mia nonna) sapeva solo che era riuscito a salvarsi da un affondamento di una nave durante la guerra ma non mi ha saputo mai dire quale fosse la nave. Ho dedotto che fosse il Giovanni dalle bande nere perché ho visto una foto di questo mio prozio con il berretto sulla cui fascetta era riportato appunto il nome di quella nave. Vi chiedo, se gentilmente poteste darmi delucidazioni in merito, almeno da sapere con esattezza la nave su cui questo mio prozio era imbarcato.
vi ringrazio anticipatamente.
Buongiorno, mio nonno è morto in seguito all’affondamento del Giovanni dalle bande nere. Da quel che mi raccontava mia nonna rimase gravemente ferito e dovettero amputare un braccio e morì per mancanza di penicillina. C’è un elenco ufficiale dei morti e dei superstiti? Mio nonno si chiamava Antonino Marraffini. Grazie della risposta, saluti
Salve, Mio zio Marinaio Mazzocchio Alfio addetto alla sala macchina , affondato con la nave giovanni dalle bande nere, non abbiamo mai più avute notizie. Esiste un elenco dei marinai che erano sulla nave e che sono periti?
Gentile Vincenzo, Antonio Cimmino, nostro esperto di storia della Marina, con una esaustiva nota, segnala che suo zio era sulla torpediniera F.lli Cairoli e non Giovanni della Bande Nere. A seguire giro le notizie sull’unità in questione e sul suo affondamento. Un abbraccio. Maurizio Cuomo.
Sottocapo meccanico MAZZOCCHIO Alfio, nato il 6 gennaio 1917 a Casteltermini
Imbarcato sulla torpediniera FRATELLI CAIROLI (ex Cacciatorpediniere Francesco Nullo della I Guerra Mondiale). (disperso in mare)
La torpediniera affondò il 23 dicembre 1940 sulla rotta Bengasi-Tripoli al largo di Misurata su mine forse messe dal sommergibile inglese HMS Rorqual (Comandante Ronald Hugh Dewhurst). Morino 71 componenti dell’equipaggio e se ne salvarono 43
Morirono nell’affondamento:
Ugo Albarella D’Afflitto, sottotenente di vascello, disperso
Giovanni Albergo, marinaio segnalatore, disperso
Antonino Amante, marinaio fuochista, disperso
Vincenzo Barrera, marinaio, disperso
Vincenzo Bellino, marinaio radiotelegrafista, disperso
Paolo Billeci, marinaio, disperso
Potenzo Brescia, marinaio fuochista, disperso
Giovanni Bufi, marinaio fuochista, disperso
Biagio Busicchia, sottocapo cannoniere, disperso
Liberato Buzzo, sergente meccanico, disperso
Giovanni Calò, marinaio, disperso
Cosimo Cardellicchio, secondo capo segnalatore, disperso
Vittorio Casini, marinaio cannoniere, disperso
Francesco Cicirello, marinaio, disperso
Giuseppe Corridori, marinaio fuochista, disperso
Antonino Cotugno, sottocapo cannoniere, disperso
Antonio D’Amato, marinaio, disperso
Gaetano D’Angelo, marinaio, disperso
Leonardo De Fraia, marinaio, disperso
Giuseppe De Francesco, marinaio fuochista, disperso
Tonino Farinelli, marinaio nocchiere, disperso
Antonio Ferrari, marinaio radiotelegrafista, disperso
Vittorio Gabrielli, marinaio fuochista, disperso
Lucio Gallipoli, marinaio cannoniere, disperso
Gioacchino Ganci, marinaio, disperso
Emanuele Gozzo, marinaio fuochista, disperso
Donato Graziosi, marinaio fuochista, disperso
Salvatore Ingletto, marinaio, disperso
Salvatore La Rosa, marinaio, disperso
Sebastiano Lo Giudice, marinaio fuochista, disperso
Nunzio Lo Verde, sottocapo elettricista, deceduto
Mario Mandò, sottocapo torpediniere, disperso
Giuseppe Marcucci, marinaio fuochista, disperso
Athos Marmocchi, secondo capo meccanico, disperso
Natale Marnika, sottocapo furiere, disperso
Pietro Maritano, capo meccanico di prima classe, disperso
Renato Massei, secondo capo silurista, disperso
Alfio Mazzocchio, sottocapo meccanico, disperso
Vincenzo Megali, marinaio fuochista, disperso
Emanuele Menconi, capo cannoniere di seconda classe, disperso
Ferdinando Menconi, tenente di vascello (comandante), deceduto
Gennaro Meola, marinaio fuochista, disperso
Giuseppe Nappo, sottocapo silurista, disperso
Pietro Novelli, secondo capo nocchiere, disperso
Gennaro Pagliuca, marinaio fuochista, disperso
Guerrino Pardini, marinaio, disperso
Antonio Paternoster, marinaio fuochista, disperso
Mario Pecollo, marinaio fuochista, disperso
Emilio Peis, marinaio cannoniere, disperso
Francesco Petrolino, sottocapo S. D. T., disperso
Igino Pignoli, marinaio, disperso
Giuseppe Pipitone, sottocapo nocchiere, disperso
Luigi Pisano, secondo capo meccanico, disperso
Rosario Raccampo, sottocapo cannoniere, disperso
Amedeo Rinesi, sottocapo meccanico, disperso
Italo Rizzi, marinaio fuochista, disperso
Rosario Roccaforte, secondo capo meccanico, disperso
Vincenzo Rubera, marinaio fuochista, disperso
Calogero Sansone, marinaio cannoniere, disperso
Orlando Sartori, capo meccanico di prima classe, disperso
Giovanni Scala, marinaio, disperso
Umberto Schiavo, marinaio, disperso
Mario Scorza, marinaio fuochista, disperso
Vincenzo Sforza, marinaio fuochista, disperso
Salvatore Sturiale, marinaio fuochista, disperso
Antonio Tomaselli, sergente cannoniere, disperso
Giovanni Troise, marinaio, disperso
Calogero Vercio, marinaio fuochista, disperso
Stanislao Zajec, marinaio torpediniere, disperso
Risorto Zingaropoli, marinaio fuochista, disperso
Guido Zucchini, marinaio furiere, disperso
L’affondamento:
Alle 14.00 del 21 dicembre 1940 la Fratelli Cairoli, al comando del toscano tenente di vascello Ferdinando Menconi, lasciò Bengasi per scortare a Tripoli il piroscafo Caffaro. Il convoglio sarebbe dovuto arrivare a Tripoli alle 14.00 del 23 dicembre. Le condizioni del cielo, all’alba del 23 dicembre, impedirono di osservare le stelle per determinare la posizione, dunque le due navi procedevano con navigazione stimata, beccheggiando notevolmente a causa del vento e del mare da ovest, in peggioramento.
Alle 8.55 del 23 dicembre, in posizione 32°42’ N e 14°55’ E, il sommergibile britannico Regentattaccò il convoglio lanciando due siluri contro il Caffaro da una distanza di 2900 metri, ma il piroscafo venne mancato: le navi italiane non notarono nemmeno l’attacco, e proseguirono sulla loro rotta.
Alle 10.25, in posizione 32°40’ N e 14°50’ E (al largo di Misurata, ed a nordest di Tripoli), la Cairoliurtò una mina e, scossa da due enormi esplosioni a distanza di pochi secondi l’una dall’altra, impennò la prua ed affondò di poppa in pochi attimi, portando con sé il comandante Menconi ed altri 70 dei 114 uomini dell’equipaggio. Il Caffaro (al comando del tenente di vascello Guidi, che aveva assistito al disastro dalla scaletta della plancia della sua nave, che stava scendendo quando era avvenuta la prima esplosione), nonostante il mare mosso, dopo aver lanciato i segnali previsti per casi del genere provvide con immediatezza ed abilità al salvataggio dei 43 sopravvissuti, alcuni dei quali contusi dalla seconda esplosione (che non si seppe mai se fosse stata causata da una seconda mina o dallo scoppio di una caldaia). La torpediniera Clio venne mandata da Tripoli a rimpiazzare l’unità perduta nella scorta al Caffaro, ed il piroscafo, con i naufraghi della Cairoli a bordo, raggiunse Tripoli scortato dalla Clio.
Venne in seguito appurato che nella zona dove la Cairoli era affondata nessuno, né la Regia Marina né la Royal Navy, aveva mai posato delle mine, quindi si concluse che la Cairoli era saltata su una mina alla deriva. Talvolta la perdita della Cairoli viene imputata al campo minato posato dal sommergibile britannico Rorqual il 9 novembre 1940 sei miglia e mezzo a nordovest di Misurata (che costituiva il punto di atterraggio per le navi che, partite da Bengasi, attraversavano il golfo della Sirte), uno sbarramento di 50 mine su cui già il 5 dicembre era affondata la torpediniera Calipso.
Salve, mi rendo conto che il post è un po’ vecchio, ma volevo avere la certezza che il mio prozio Gabriele Cera fu realmente superstite della Nave Giovanni dalle bande nere. Purtroppo sua sorella (mia nonna) sapeva solo che era riuscito a salvarsi da un affondamento di una nave durante la guerra ma non mi ha saputo mai dire quale fosse la nave. Ho dedotto che fosse il Giovanni dalle bande nere perché ho visto una foto di questo mio prozio con il berretto sulla cui fascetta era riportato appunto il nome di quella nave. Vi chiedo, se gentilmente poteste darmi delucidazioni in merito, almeno da sapere con esattezza la nave su cui questo mio prozio era imbarcato.
vi ringrazio anticipatamente.
Buongiorno, mio nonno è morto in seguito all’affondamento del Giovanni dalle bande nere. Da quel che mi raccontava mia nonna rimase gravemente ferito e dovettero amputare un braccio e morì per mancanza di penicillina. C’è un elenco ufficiale dei morti e dei superstiti? Mio nonno si chiamava Antonino Marraffini. Grazie della risposta, saluti
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