Castellammare di Stabia, 29 agosto 1981: la Fgci e la VI Flotta americana
articolo del dott. Raffaele Scala
Faceva caldo quell’estate, come sempre ad agosto. Sul lato industriale nella Città delle Acque la cantieristica continuava nella sua crisi, con centinaia d’operai in cassa integrazione fin dal 1979, l’Elettromeccanica Stabia era fallita, mentre nella ex Cartiera Cascone proseguiva, ormai da mesi, la disperata lotta dei suoi 53 dipendenti per difendere il posto di lavoro. Sul versante sociale si registravano 7.500 disoccupati iscritti nelle liste del Collocamento. In Italia il referendum del 17 maggio sull’abrogazione dell’aborto, in vigore dal 1978, era stato nettamente vinto dalle forze progressiste con il 88% mettendo in crisi l’ala oltranzista del variegato mondo cattolico; il terrorismo rosso continuava a falcidiare le sue vittime, provando a colpire simboli dello Stato oppressore, contrapponendosi al più micidiale terrorismo nero, fautore dello stragismo indiscriminato e teso a destabilizzare lo Stato democratico per favorire la svolta autoritaria di destra. Uno stragismo troppo spesso favorito da forze deviate dello Stato, sempre pronto a depistare le indagini per coprire i veri colpevoli, spesso rimasti impuniti. L’ultimo, terrificante attentato fascista, verificatosi il 2 agosto 1980, era costata la vita di 85 persone e il ferimento di altre duecento, facendo esplodere una micidiale bomba nella stazione di Bologna. In campo internazionale faceva paura la fabbricazione della Bomba N, micidiale ordigno nucleare capace di uccidere ogni forma di vita, senza devastare gli edifici e le cose, perché per gli strateghi della guerra e per la ristretta casta del Potere, la vita vale meno delle cose; nel cielo libico si scontravano aerei Usa e libici durante le manovre della VI flotta, mentre il governo italiano acconsentiva ad installare la base dei missili Cruise a Comiso, in Sicilia.
Su questi ultimi fatti vi era una forte mobilitazione da parte del Pci e della stessa Cgil. A Castellammare di Stabia la Camera comprensoriale del Lavoro da poco formatosi, superando le antiche Zone sindacali e guidata dal napoletano Ettore Combattente (1935 – 2013) invitava le
Strutture di base a farsi promotrici di varie iniziative unitarie nei luoghi di lavoro, per la pace e la sicurezza nel Mediterraneo e nel mondo, richiamandosi alla linea più volte espressa dal sindacato unitario a favore del dialogo tra tutti i paesi e dagli accordi per il disarmo.
Le proteste in quei caldi giorni d’agosto si erano comunque limitate a volantinaggi fatti per le strade e fuori dalle fabbriche, sia da parte dei militanti comunisti, sia di quelli sindacali, quando all’Amministrazione comunale, una Giunta tripartitica (DC, Psi, Psdi) guidata dal socialista, Emilio Della Mura, l’ennesima di quella sciagurata consiliatura, venne in mente di patrocinare un concerto della banda musicale della VI flotta americana, di cui faceva parte la portaerei Nimitz e in quei giorni, di ritorno dal Golfo di Sirte, ancorata nella rada di Napoli[1].
Organizzata dall’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, la serata si tenne il 29 agosto, un sabato afoso come pochi.
Sui temi della pace e del disarmo i giovani della Federazione giovanile comunista, cogliendo l’occasione della presenza americana a Castellammare, sia pure dei semplici orchestrali, ma pur sempre militari della famigerata Nimitz, organizzarono allora una manifestazione cui subito aderirono la Lega Obiettori di Coscienze del Centro salesiano, l’Arci, l’Uisp, i Consigli di fabbrica, le organizzazioni sindacali e alcuni collettivi studenteschi. Il corteo, composto da poche centinaia di giovani, partì intorno alle 19, dalla sede del Circolo dei giovani comunisti, Che Guevara, al Corso Vittorio Emanuele, sfilando per il lungomare, gridando slogan e distribuendo volantini. Si fermarono all’altezza della Banchina di Zi’ Catiello, intonando canti, ballando e facendo partecipi i passanti delle motivazioni politiche di quello strano spettacolo improvvisato.
Intorno alle 21 i ragazzi entrarono pacificamente nel teatro Montil, dove si teneva il concerto, muniti di regolare biglietto e tenuti d’occhio dalla polizia, giunta numerosa a presidiare il cinema, con rinforzi da Napoli. Verso le 21,30, contemporaneamente all’inizio dello spettacolo, fu lasciata vibrare nell’aria, in segno di pace, una colomba accuratamente tenuta nascosta fino a quel momento agli stessi agenti di pubblica sicurezza, che pure non li avevano persi di vista un momento.
Il volo della colomba fu accompagnato da grida di giubilo e dagli slogan dei manifestanti, in delirio per la riuscita delle loro intenzioni. Per la polizia tutto questo sembrava rappresentare un segnale. Come nel film di fantascienza americano girato nel 1996, Mars Attacks, con Denny De Vito dove, paradossalmente, il volo di una colomba fatta librare da un pacifista in segno di pace tra i due popoli scatena la reazione violenta dei marziani, provocando un’inutile, spaventoso massacro. Allo stesso modo, senza nessuna logica apparente fu ordinata la carica, brutale, violenta, gratuita dal Vice questore, ed ex commissario di pubblica sicurezza di stanza a Castellammare, Lucio De Gregorio, un esperto poliziotto con una lunga carriera alle spalle da Orgosolo a Roma, ed ora dislocato presso la Questura di Napoli.
Già allontanato da Castellammare per il suo comportamento provocatorio e inviato da Napoli, in modo irresponsabile dal questore. Botte, schiaffi, pugni, calci manganellate: un pestaggio di cui oggi il governo deve rendere conto.[2]
Al giovane consigliere comunale del Pci, Carmine Longobardi e alla parlamentare comunista, Ersilia Salvato non servì a niente chiedere la fine dell’aggressione, di quel sistematico pestaggio contro giovani disarmati, anzi la stessa deputata fu scaraventata per le scale, ricevendo colpi in varie parti del corpo, senza tanti complimenti. Ricordando la peggiore celere degli anni di Scelba e Tambroni, la polizia non guardava in faccia a nessuno, facendo subire ai due politici la stessa violenta sorte. La Cgil uscì il giorno dopo, domenica 30, con un volantino di condanna e altrettanto fecero le organizzazioni di sinistra, inscenando una manifestazione in villa comunale con Andrea Geremicca. Due giorni dopo un Consiglio comunale straordinario vide i rappresentanti democristiani minimizzare l’accaduto, chiedendo anzi, scusa alle forze dell’ordine per quanto era accaduto tra le vivaci proteste dell’opposizione.[3]
Ma un fatto simile non poteva chiudersi dentro l’aula di un consiglio comunale, e infatti pochi giorni dopo varcò le aule del Parlamento tramite un interpellanza al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Interno, a firma di ben dieci deputati.[4] Il Governo era, per la prima volta nella storia della Repubblica, guidato da un repubblicano, lo storico e accademico fiorentino Giovanni Spadolini, il primo non guidato da un esponente dello scudo crociato, mentre il ministero dell’Interno era saldamente nelle mani della Democrazia cristiana con Virginio Rognoni. Per la prima volta si sperimentava una nuova coalizione, il Pentapartito, segno inequivocabile del progressivo indebolimento elettorale dell’elefante bianco, come veniva definito il partito della Democrazia Cristiana, in quella fase guidata da Flaminio Piccoli.
(…) Quale sia la loro valutazione sui gravissimi fatti ed in particolare se l’inqualificabile operato, nella circostanza, del responsabile, dottor De Gregorio delle forze ai suoi ordini corrispondesse o meno alle direttive del Governo in materia di ordine pubblico; in ogni caso, se non ritengano di dover rettificare, in modo inequivoco, l’orientamento delle forze di polizia nei confronti di dimostrazioni pacifiche in modo che l’attuale Governo non si renda responsabile del riaccendersi di un clima di tensione e di scontro frontale, da anni ’50, nei confronti di masse di giovani e di cittadini, il cui diritto irrinunciabile all’espressione pacifica delle opinioni, specie in materia di pace e disarmo, è tutelato dalla Costituzione della Repubblica (…).[5]
La risposta fu fornita il 21 settembre dal Sottosegretario del Ministro dell’Interno, il democristiano Angelo Maria Sanza. Dopo aver brevemente ricostruito l’antefatto e rammaricandosi, a nome del Governo, per quanto accaduto alla deputata Ersilia Salvato rimasta coinvolta nell’azione svolta dalla polizia, il Sottosegretario entrò subito nel vivo della polemica, schierandosi apertamente con le posizioni assunte dalle forze dell’ordine.
Appena iniziato il concerto, i giovani che erano saliti in galleria cominciavano a manifestare il loro dissenso con vivo clamore, fischi e grida. Le esortazioni rivolte dalle forze di polizia a desistere da tale atteggiamento conseguivano nessun effetto, di modo che il complesso musicale era costretto a sospendere il concerto. Non si può non sottolineare come con il loro comportamento i giovani, andando ben oltre l’espressione del dissenso, impedivano il tranquillo svolgersi di una manifestazione ledendo le legittime aspettative degli altri cittadini presenti in teatro. Ciò esasperava gli animi e creava una situazione di tensione e di turbolenza di fronte alla quale la polizia era purtroppo costretta ad intervenire (…).[6]
La ricostruzione di quanto accaduto da parte del sottosegretario – di fatto, la versione fornita dal commissariato di Castellammare, forse dallo stesso vice questore, De Gregorio – senza nessuna analisi e approfondimento, fece infuriare il comunista Abdon Alinovi e tagliente fu la sua lunga e articolata risposta. Tra l’altro Alinovi non esitò a ricordare che forse l’atteggiamento del vice questore era dovuto all’astio nei confronti della deputata stabiese per avere quest’ultima interrogato il Ministro dell’Interno il precedente 26 marzo chiedendo interventi disciplinari contro De Gregorio, allora commissario di polizia a Castellammare, reo di tenere atteggiamenti tipici di anni in cui la polizia veniva utilizzata contro le lotte popolari.[7] Da quell’interrogazione era seguito, da lì a breve, il trasferimento a Napoli del poliziotto.
(…) Poiché la mia memoria non è corta come quella del sottosegretario Sanza, ricordo che in altri momenti, ad esempio negli anni ’50, era raro, rarissimo, quando vi erano scontri fra il movimento pacifista e le forze di polizia, che si raggiungesse un livello di violenza e di violazione delle regole che devono esistere in uno stato di diritto, in uno stato quale è governato dalla nostra Costituzione, di tale gravità (…). E poi che volevano fare questi giovani? E la banda americana è forse un tabù? È talmente eversivo far volare una colomba davanti ai marinai americani? Ho l’impressione che siano scattati i riflessi di uno stato d’animo, di un orientamento troppo servile nei confronti di coloro che vestono la divisa e che appartengono alla marina degli Stati Uniti d’America. Se vi fosse stata la banda del nostro esercito, dei nostri carabinieri, i giovani di Castellammare avrebbero promosso, credo,lo stesso tipo di manifestazione. Non so invece, se in tal caso, le forze dell’ordine sarebbero state impiegate come lo sono state, quasi a dimostrare ai marinai ed ai musicanti della flotta americana che quando si tratta di loro si adopera il pugno di ferro, si picchiano i giovani, li si porta per le strade e li si prende a pugni, si adoperano i mezzi estremi persino con una rappresentante del parlamento italiano. Tutto questo è assolutamente intollerabile ed inaccettabile. Non può, dunque, in nessun modo essere accolta, da parte nostra, la dichiarazione resa dal sottosegretario.[8]
Non meno micidiale fu la risposta del deputato radicale, Roberto Cicciomessere:
(…) la risposta del sottosegretario Sanza periodicamente si presta a questo ruolo squalificante e poco dignitoso di passacarte passivo dei verbali di polizia ( e non li chiamo mattinali per non offenderlo (…).[9]
Dello stesso tenore la risposta del giovane deputato milanese del Pdup (Partito di Unità Proletaria per il comunismo), Alfonso Gianni:
Anche se lo hanno fatto altri colleghi, vorrei ugualmente ricordare le falsità evidenti, palesi e stridenti che emergono dalle dichiarazioni del Governo. Il succo della risposta del sottosegretario Sanza è che non è accaduto niente, che non vi è stata violenza da parte delle forze dell’ordine e tutto è filato perfettamente liscio. Ma ciò è palesemente in contrasto con quanto è effettivamente accaduto, con quanto ha ricordato la stampa, direi di ogni colore, ed è contraddittorio anche dai segni tangibili riportati dalle persone che sono state oggetto della violenza delle forze dell’ordine.[10]
Il sottosegretario, Angelo Maria Sanza, democristianamente, non ritenne di dover controbattere e la discussione si chiuse, passando ad altri argomenti.
Sarà lunga la carriera politica di Sanza, anche oltre la Dc, passando per le sue variopinte, successive versioni post tangentopoli, senza tralasciare Forza Italia, poi Udc, Centro Democratico di Bruno Tabacci, concludendo, forse, la sua carriera politica nelle fila del movimento di Emma Bonino, Più Europa (+EU).
Il giorno dopo l’Unità pubblicò il resoconto di questo scontro parlamentare intitolandolo: Deputata del Pci picchiata, normale operazione di polizia.[11]
E la cronaca divenne storia della Città.
Nota bene. Chiunque voglia o possa fornire ulteriori informazioni, documenti e foto su questa vicenda, può contattare l’autore tramite la sua email: raffaele_scala@libero.it oppure il sito web, www.liberoricercatore.it
Note:
[1] Appena pochi giorni prima, il 19 agosto, nel Golfo di Sirte, ai limiti delle acque territoriali libiche, due caccia F14 americani levatisi in volo dalla portaerei Nimitz abbatterono due caccia libici. L’incidente avvenne nel quadro delle manovre navali che la VI flotta americana stava svolgendo al largo della Libia, in una aperta sfida a Ghedaffi, l’odiato nemico del Presidente americano, Reagan. In Italia, e in varie parti del mondo, il fatto provocò l’immediata reazione della sinistra comunista con la proclamazione di manifestazioni di proteste in tutte le più importanti città, in nome della pace e del disarmo. Cfr. il quotidiano del Pci, l’Unità del 20 agosto 1981:Ansia per lo scontro nel Mediterraneo. Abbattuti da caccia Usa due aerei libici. Scambi di accuse
[2] l’Unità del 5 settembre 1981: Chi volle i pestaggi al sit in per la pace? Sull’intera vicenda cfr. anche l’Unità del 30 agosto: Cariche PS contro giovani manifestanti per la pace, del 22 settembre: Deputata del PCI picchiata, normale operazione di polizia
[3] Cronache, n. 4, settembre 1981: Al Montil ingiustificato intervento delle forze dell’ordine
[4] Cfr. Camera dei Deputati, seduta del 7 settembre 1981: Interpellanze.
Interpellanza al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Interno a firma di Alinovi, Spagnoli, Pochetti, Cecchi, Fracchia, Chiovini, Francese, Geremicca, Sandomenico, Vignola. Tutti del Pci.
Altre interpellanze e interrogazioni sui fatti furono avanzate, l’8 settembre, dai deputati radicali, Cicciomessere, Melega, Aglietta, Crivellini e Crippa. Sui provvedimenti adottati nei confronti degli appartenenti alle forze dell’ordine che il 29 agosto 1981 a Castellammare di Stabia hanno aggredito il deputato Ersilia Salvato e alcuni giovani della Fgci durante un concerto della banda della VI Flotta americana.
E ancora il 21 settembre da Gianni, Milani, Magri, Cafiero, Catalano e Crucianelli, del Pdup. Sul duro intervento della polizia nei confronti dei partecipanti ad una manifestazione per la pace e il disarmo svoltasi a Castellammare di Stabia il 29 agosto 1981, con particolare riferimento all’aggressione subita dal deputato Ersilia Salvato.
[5] Ibidem
[6] Camera dei Deputati, Atti parlamentari del 21 settembre 1981: Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
[7] Camera dei Deputati, Atti parlamentari del 26 marzo 1981, Interrogazioni a risposte orali a firma Salvato, Geremicca, Sandomenico: Sul comportamento del commissario di pubblica sicurezza, De Gregorio, durante la manifestazione indetta dai sindacati unitari il 25 marzo 1981 a Castellammare di Stabia.
[8] Ibidem
[9] Ibidem
[10] Ibidem
[11] Cfr. Unità del 22 settembre 1981: Il Governo alla Camera sui fatti di Castellammare. Deputata del Pci picchiata, normale operazione di polizia. Offerta una versione di comodo. L’intervento di Alinovi.