Un signore d’altri tempi
( con tutto l’affetto del mondo a Marta e Giovanna )
Durante la presentazione di un libro, appena terminate le ritualità: proiezione di un breve filmato, recensioni, motivazioni degli autori ed altro; giunse il momento di cedere la parola al pubblico intervenuto. Il grosso numero degli intervenuti faceva presagire una serata ricca di interesse e curiosità; ma come spesso capita in questi casi, il timore di parlare per primi assale anche gli spettatori più smaliziati, e accadde così che un silenzio imbarazzante si impadronì della folta platea. Con lo sguardo cercavo: amici, conoscenti miei e degli autori come ad interpretare il desiderio di parlare per primi, niente, mancava il coraggio un po’ a tutti. In quei pochi secondi, sembrava si stesse vanificando il lavoro di mesi, quand’ecco che un signore dall’aria molto distinta chiede alle assistenti di sala di porgergli il microfono; si presentò con garbo: “Mi chiamo Salvatore, sono nativo di questa splendida città e vorrei ringraziarvi per ciò che avete fatto; mi capita di vivere lontano da essa, ma quando posso torno ai miei luoghi preferiti, alla mia terra, che oggi più che mai ho rivissuto nelle vostre narrazioni.
Pensate che ho abitato a pochi metri dai posti mostrati nel filmato, e che ho conosciuto personalmente il fratello dell’autore del libro, grazie, davvero grazie”. Mentre si esprimeva, la sua emozione gli rendeva ancora più vivo lo sguardo da scugnizzo; un sorriso, come quelli di quando si parla di una cosa molto cara, lo illuminava, sembrò come se tutti ad ascoltarlo appassionato, si fossero ripresi da un torpore e trascinati dalla sua enfasi si resero conto di vivere in quel momento attimi di grande commozione, la commozione di chi non dimentica le sue origini, qualunque esse siano, la commozione di vivere ancora una volta un momento piacevole a casa propria. Concluse il suo intervento dicendo che mai avrebbe lasciato la sua Stabia e che era suo desiderio tornarci alla fine dei suoi giorni… Oggi, Salvatore riabbraccia Castellammare di Stabia, e noi tutti un caro amico.
Corrado di Martino.