( di Maurizio Cuomo )
La breve esperienza che mi accingo a descrivere, di certo dividerà, e non di poco, i pareri dei lettori (credenti, non credenti, scettici, scienziati e così via…), ma nell’ottica di comunicare sempre a 360° ciò che accade giornalmente sul territorio stabiano, trovo che sia giusto rendere tutti voi partecipi anche di quel, che alla luce dei fatti, potrebbe risultare solo un episodio isolato, magari gonfiato da tanta suggestione o quantomeno un semplice effetto ottico (certamente) non voluto o se vi piace di più assolutamente non cercato dal sottoscritto!!!
Per non tediarvi con inutili premesse, vengo subito nel vivo della questione, nella speranza che il mio raccontare possa essere compreso, così come vorrei che fosse recepito: io espongo i fatti e ad ognuno di voi, lascio il compito di trarne le soggettive considerazioni, siete liberi di pensarla come vi pare, io nel personale se volete saperlo sono diviso tra scetticismo e suggestione. Ecco il dunque: poco più di una settimana fa (il 29 gennaio 2012), il nostro gruppo “Escursionisti stabiesi”, ha svolto la prima escursione didattica sul territorio; nell’occasione il naturalista Ferdinando Fontanella, ha organizzato un tour alle antiche calcare stabiesi. Il programma proponeva, con partenza dai lidi di Pozzano (altezza colonia ferrovieri), un itinerario storico naturalistico, iniziata l’escursione ci siamo quindi diretti per la Statale ed abbiamo raggiunto l’antico borgo di Pozzano, dove il gruppo, formato da Nando Fontanella, Corrado di Martino, Aniello De Falco, Aniello Lascialfari, il piccolo Domenico Cuomo e dal sottoscritto, in attesa che venisse raggiunto anche dal carissimo Alberto Gargiulo da Pimonte (leggermente in ritardo, perché lui da gran camminatore che è, solitamente ci raggiunge a piedi, percorrendo i vecchi sentieri montani), ha ben pensato di entrare nella basilica per ammirarne il suo interno. La sacra casa con l’esposizione delle sue notevoli opere pittoriche non ha deluso le nostre aspettative, poi il gruppo percorrendo lo stretto sottopassaggio, è sceso nell’ipogeo costruito intorno al pozzo “miracoloso”, dove Nando mi ha invitato a ricordare a brevi cenni la leggenda e la storia della basilica. Raccolto l’invito, tra una foto e l’altra, ho così ricordato ciò che era di mia conoscenza (per eventuali approfondimenti, e per meglio comprendere ciò che in sintesi ho riportato agli astanti, consiglio di leggere “La Basilica di Pozzano”). Da semplice appassionato di storia e di tradizioni locali, ho quindi ricordato la leggenda del ritrovamento della tela nel pozzo, altri piccoli aneddoti, e risposto agli estemporanei quesiti che mi venivano posti, poi, raggiunti da Alberto e per non attardarci ulteriormente, siamo usciti in silenzio per proseguire in buon ordine la nostra escursione (che vi assicuro è stata interessantissima!). Questi i fatti, una giornata trascorsa tra buoni amici, all’insegna della natura della cultura e di un po’ di sano camminare. Era questo che pensavo fin quanto non ho preso visione delle foto fatte. Oggi infatti, passando in rassegna gli scatti fotografici immortalati, qualcosa è cambiato, quando mi è passata sotto agli occhi la seguente immagine:
La su riportata foto, mi ha letteralmente sorpreso, perché certamente esce dai miei standard fotografici (faccio presente che tutte le altre immagini riprese a breve lasso di tempo dalla presente, quelle che in ordine cronologico vengono prima e dopo, sono normalissime), solitamente per apportare delle aggiustature utilizzo il foto ritocco, ma in questo caso non ho messo mano a nessun programma, se non ora per rimpicciolirla, per farla appunto entrare nella presente impaginazione. Volendo approfondire, ho quindi analizzato le impostazioni date allo scatto e mi sono accorto che le scie luminose riprodotte, possono essere state causate per una lunga esposizione data all’immagine (l’otturatore è rimasto aperto ben 2 secondi), dico lunga esposizione data all’immagine perché son certo di non aver impostato un tale tempo di scatto (so bene che al di sotto di un 1/30 di secondo, se non hai un polso ben fermo o un cavalletto, le immagini vengono mosse, per cui non mi spingo mai su tempi così lunghi). Sta di fatto che una posa così lunga avrebbe dovuto sfigurare anche i volti dei soggetti: Aniello, Nando e Domenico, perché trovo inverosimile che tutti e tre siano stati fermi (fissi) per un tempo di ben 2 secondi (chi ha pratica di macchine fotografiche, capirà bene a ciò che mi riferisco). Tutto qua, valutate voi, io penso di non avere altro da aggiungere, se non di manifestare scetticismo per una immagine alquanto bizzarra (davvero non me la so spiegare e magari mi rimetto al parere di chi ne ha la competenza per una più oculata valutazione). Da suggestionato invece (vi ricordo che il pozzo della Basilica, è contornato dal piccolo ipogeo sepolcrale con i numerosi loculi della “terra santa”), trovo che i bagliori provenienti dal pozzo sembrano quasi ectoplasma svolazzante (non trovo altri termini per rendere l’idea e me ne scuso). Di certo questa mia/nostra Stabia, con le sue mille sfaccettature non finisce mai di sorprendermi!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate, attendo un vostro parere!!!
I vostri commenti:
Caro Maurizio, personalmente sono assolutamente convinto che lo scatto non rivela nessun fenomeno paranormale. Si tratta, a mio avviso, di un funzionamento anomalo, della macchina fotografica. I sensori dell’apparecchio sono stati ingannati dalla luce della stanza che, come ricorderai, si accendeva e spegneva a tempo, senza considerare il riverbero del pavimento e delle pareti in marmo. Questo ha prodotto l’effetto ottico suggestivo che si vede nelle immagini. Tu sei certo “di non aver impostato un tempo di scatto di 2 secondi”, perché questo avrebbe “sfigurato” i soggetti, e io ti credo. Ma resto fermamente convinto che la macchinetta digitale si sia sfasata e abbia registrato parametri di scatto “fasulli”. E’ bene ricordare che i sensi dell’uomo sono fallaci e i sensori delle sue macchine lo sono ancora di più.
Un caro saluto a tutti i LiberiRicercatori, Nando Fontanella.
I due termini che usi scetticismo e suggestione (come anche quelli della foto del pozzo della tua galleria) mi sembrano entrambi pessimisti e se anche conosco la tua posizione in merito che del resto è vicina anche alla mia (cioè di fede), io al posto tuo sarei stato più audace (anche se rivolgendosi a tante persone è un po’ difficile). Con questo intendo dire principalmente che non abbiamo la possibilità di sondare tutto quello che accade intorno a noi, ma come spesso dico anche ai miei bambini a scuola ci sono fenomeni che non possiamo spiegare semplicemente perché la nostra natura finita di esseri sensibili non ce lo permette. D’altro canto l’uomo ha infinite possibilità di giungere lo “spirituale” basta che lo si voglia, e secondo me, Voi tutti parlo dei partecipanti alla escursione con la vostra sensibilità del tutto personale siete stati circondati da ciò che è inesprimibile a ragione del Vostro spirito in connessione con gli altri invisibili del resto ciò che fisicamente non avete avuto la possibilità di cogliere, è stato registrato invece da una macchina. Uno scatto solo uno, per dare una ragione almeno a ciò che che colui scruta con la sola RAGIONE non ammetterebbe mai. Tu sai che in passato abbiamo fatto esperienza dello spirituale, la foto di Padre Pio e soprattutto la tua singolare esperienza alla Parrocchia dello Spirito Santo.
In conclusione ti voglio bene perché hai il coraggio di portare “in piazza” l’etereo, non negando la possibilità agli utenti del sito di conoscere o aprire una strada al “fenomeno” che io chiamerei Spirito in maniera più concreta possibile.
Non voglio lasciarti nel dubbio con le parole di chi in un modo o nell’altro vive di questo e parla spesso di questo perciò ti offro questo pensiero che forse potrebbe essere condivisibile anche dal caro Nando, visto che si tratta di uno scienziato, anche se credente, ma ciò indica che è possibile unire scienza e fede, l’unica differenza è che esse parlano un proprio personale linguaggio e colloquiano poco. Questo aforisma è raccontato da Gustavo Adolfo Rol:
Einstein credeva in Dio, non ne negava l’esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, lui alzò una mano, la frappose fra la lampada e il tavolo e mi disse: “Vedi? Quando la materia si manifesta, proietta un’ombra scura, perché è materia. Dio è puro spirito e dunque quando si materializza non può manifestarsi se non attraverso la luce. La luce non è altro se non l’ombra di Dio”.
Saluti, Giuseppe Zingone.
Da fotografo concordo in pieno la tua spiegazione tecnica sul tempo lungo di esposizione ed anche sul fatto molto strano delle immagini fisse ed a fuoco dei soggetti… addirittura osservandola in ogni sua parte in maniera attenta dietro allo zainetto del ragazzino (parte alta a sx) io ci vedo due distinti visi di uomini !!!!!……. non è vero ma ci credo !!!!!!!”.
Antonio Di Capua