editoriale di Maurizio Cuomo
Che un giorno o l’altro arriverà la biblica apocalisse è cosa saputa, ciò che non sapevo è che la fine del mondo dovesse iniziare proprio qui dalla nostra Castellammare.
Cito alcuni fatti occorsi negli ultimi giorni per un brevissimo quadro della situazione: incendio a via Gesù, smottamento a via Tuoro, ennesima esondazione del Sarno con allagamento degli adiacenti abitati, ed esplosione di un ordigno nella centralissima via Carrese. Oltre agli eventi accidentali e o naturali che colgono Castellammare sempre e comunque impreparata, per chi non se ne fosse accorto, qui da noi, con la frase/giustifica: “Non è a norma…” è anche tutto in via di chiusura: attività commerciali, servizi pubblici, posti di lavoro, speranze per il futuro e tutti gli annessi del caso.
Ne sono la prova tangibile gli stabilimenti termali chiusi che dovrebbero dare lavoro e promuovere il turismo cittadino (e pensare che in tempi a noi non lontani, Castellammare era “La regina delle acque”), un importante ufficio postale soppresso (eclatante che l’intera comunità collinare, per la chiusura degli uffici di Scanzano, ad oggi è costretta a migrare in uffici del centro cittadino, e qui il mio pensiero va a centinaia di anziani obbligati a spostarsi per riscuotere una piccola pensione per il sostentamento), le serrande abbassate di numerosi negozi (inutile commentare, basta una camminata a piedi per strade e stradine cittadine ed avete una visione d’insieme), e come se non bastasse la “temporanea” chiusura per lavori di manutenzione straordinaria (dicono per tre mesi) del Distaccamento dei Vigili del Fuoco (e qui mi domando, ma invito tutti a riflettere: “Un comprensorio, importante e popoloso come il nostro (Castellammare e città limitrofe, sia inteso), può privarsi, seppur temporaneamente di una istituzione territoriale così importante?”).
Questi, ma potrei citarne ancora degli altri, sono solo alcuni dei tantissimi scompensi che Castellammare (succube da anni di una politica sterile, priva di ossatura), oggi avverte per la mancanza di una costruttiva programmazione di mantenimento e di degno rilancio.
E poi ci lamentiamo della perenne migrazione di giovani stabiesi (solo un danno di riflesso, qualcuno potrebbe pensare, ma badate bene, con loro va via anche la speranza di costruire un buon futuro per i nostri figli).
Spero che questa mia lettera sfogo aiuti a riflettere. Giudicate voi, io non ho altre parole, son stufo di ascoltare le effimere giustificazioni artefatte, di chi dovrebbe tutelare una Castellammare che non merita, questi soprusi!!!
Per una città abbandonata come la nostra lo straordinario sta nel fatto che Castellammare esiste ancora. Nonostante gli stabiesi…ma soprattutto nonostante la nostra classe dirigente.
Caro Maurizio, il tuo sfogo è anche il mio. E’ un urlo di rabbia e di dolore di chi ama Castellammare e vuole vederla rinascere, restituendole l’onore e il rispetto che merita.
Sono tanti gli stabiesi “per bene”, ma ormai sono una minoranza e vengono continuamente sopraffatti da ingiustizie e violenze ad opera della malavita autorizzata e non, o da parte di amministrazioni colluse e burocrazie discutibili. E’ come avere davanti una matassa ingarbugliata e non riuscire a trovare il filo giusto per dipanarla.
Mi duole dirlo, ma mi sento impotente, sfiduciata; è dura da combattere questa battaglia ma io, finchè posso, resisto.
Tuttavia, non riesco a biasimare i giovani stabiesi che – come mia figlia d’altronde – vogliono scappare via da qui, in cerca di un futuro migliore che ormai in questa città sembra un’utopia.