La cabina Climatometrica in Villa Comunale

a cura di Maurizio Cuomo

La cabina climatometrica e meteorometrica nella villa comunale

( dedicata al caro amico Antonio Sessa, artista stabiese, profondo e sensibile )

Fra le attività promosse dall’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo c’è da segnalare l’impianto, nella villa comunale, della cabina climatometrica e meteorometrica.

La Cabina climatometrica

La cabina climatometrica e meteorometrica nella villa comunale

Dopo la pubblicazione del Decreto 27 agosto 1960 n. 1042 del Presidente della Repubblica sul nuovo ordinamento delle Aziende, il locale Consiglio, che già veniva carezzando l’idea della necessità di dare a Castellammare “incremento all’Industria del sole e del clima, per la quale possediamo materiale incomparabile insieme alle numerose sorgenti di acque minerali ed ai nuovi Scavi di Stabiae”1, nella tornata del 12 dicembre 1960 procedette a deliberare gli impegni per l’impianto della cabina. Tale impianto ebbe la sua ragion d’essere anche per sostituire l’attrezzato Osservatorio meteorologico in piazza Municipio, funzionante dal 1929 e andato distrutto nell’immediato dopoguerra.

L'Osservatorio Metereologico

L’Osservatorio Metereologico (da notare la scritta posta in alto sulla facciata del palazzo)

L’apparecchio installato – anno 1961 – è di costruzione della ditta Giorgio Rostirolla (via Roma, 217 Napoli): esso consta di una colonnina meteorica con relativo schermo-cella automatica (Autoset Screen) ed opere accessorie, perfettamente rispondente alle più moderne esigenze tecniche e scientifiche per fornire i rilievi sul clima e suoi fattori: temperatura, umidità, luce solare e vento per il controllo dei fenomeni meteorici.

Castellammare così, anche per le ripetute sollecitazioni espresse in sede di Congressi di Idrologia, Climatologia e Terapia fisica, si è posta nelle condizioni di fornire esatte informazioni climatiche ai numerosi turisti e curandi, italiani e stranieri, che ne fanno richiesta.


Note: 

l’articolo è tratto da: Stabiae e Castellammare di Stabia, di Michele Palumbo, Aldo Fiory editore – anno 1972. Pag. 438, par. n. 326.

  1. Così è testualmente detto nella deliberazione del Consiglio dell’Azienda in data 12 dicembre 1960

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