si ringrazia il sig. Paolo Vollono e l’avv. Enzo Cannavale per la gentile ospitalità
Il sito ove sorge il fabbricato noto col nome di villa Cannavale in origine si chiamava salita Sciuscella, cambiato poi in via Cognulo (la villa era al n. 69), e infine via Cannavale n. 2. Del comprensorio, dopo diversi passaggi di proprietà, fra divisioni e suddivisioni, rimasero padroni i germani sig. Francesco e canonico Giuseppe Cannavale, che con atto del notaio Longobardi in data 3 ottobre 1849 se lo divisero secondo il piano di ripartizioni preparato dall’ing. Antonio Vitelli. Nella parte di sua proprietà il canonico volle erigere una cappella.
L’oratorio nella villa Cannavale nacque così contemporaneamente alla costruzione della villa, in proporzioni molto ridotte per ampiezza ed attrezzature.
Si deve al sig. Pasquale Cannavale, con l’assistenza dello zio canonico, la trasformazione con cui oggi si presenta, delle dimensioni di una vera e propria chiesetta, decorata in stile rinascimentale, col soffitto a botte, l’abside leggermente concava e le colonne a lesene.
Il pavimento e l’altare sono di marmo e quest’ ultimo, col titolo di privilegiatum, ha per pale un pregevole dipinto su lavagna, riproduzione della Mater Divini Amoris di Raffaello: lavoro di un pittore russo, ateo, che veniva a villeggiare nella villa negli anni 1885 al 1890.
Al centro delle due pareti laterali sono due nicchie che accolgono a sinistra la statua di San Filippo Neri e a destra di San Raffaele Arcangelo entrambe a mezzo busto.
L’ingresso oltre ad un cancello di ferro battuto, ad altezza d’uomo, è chiuso da una massiccia porta di noce lavorata che s’inquadra nel frontespizio a tempietto, in muratura, su cui è riportata la frase del salmista “Domine Dilexi Decorem Domus Tuae”.
Il rito della benedizione fu ufficialmente ufficiato da Mons. Vincenzo Maria Sarnelli l’8 ottobre 1887 ed a ricordare l’avvenimento fu murata, sulla parete interna una lapide con epigrafe dettata dallo stesso canonico Cannavale. Ne fu fissata l’annuale festa alla seconda domenica di ottobre ricorrendo la solennità liturgica della Divina Maternità della Madonna.
Nella traduzione della lapide al Canonico Cannavale, viene in nostro aiuto il prof. Luigi Casale che così scrive: “Non so che cosa potesse essere scritto sulla parte abrasa della lapide, e penso pure che negli atti d’archivio ci debba essere, oltre al testo, anche una traduzione; comunque se dovesse servirti ti ho fatto una probabile traduzione di quel che si legge, eccola“:
In memoria di
Giuseppe Cannavale
Il quale, nato per ogni tipo di dottrina
E chiamato a seguire il Signore
Fece [questo] tempio
Il 4 di ottobre dell’anno 1835
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Con la lode di quasi tutta intera la letteratura
Vinceva di gran lunga gli anni
Formava i seminaristi
I primi gradi dell’ordine sacro
Espletò con zelo
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Dei vescovi
Che a capo di questa [diocesi]
Furono scelti …..
Del clero e dell’ordine …..
Attirò a sé la riconoscenza …
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Tra i canonici (maggiori)
Dall’anno 1858
Designato
Con la più grande devozione
Diede lode a Dio
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Del senato dei vescovi
Si interessò alle cose
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Vide la luce
Il 21 marzo del 18…
Morì
Il …….
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