a cura di Paolo Rastrelli
Ammainando per sempre la grande vela che portava nel cuore ha chiuso la sua vita terrena Catello Russo, classe 1913, il più grande timoniere nella storia stabiese dello sport del vento.
Figlio di Pasquale Russo, titolare di un piccolo cantiere navale di Castellammare di Stabia, è cresciuto tra scafi in costruzione, vari di barche e ardimentose veleggiate nel Golfo di Napoli.
Passione e talento naturale lo hanno portato ad emergere sin da piccolo. Con imbarcazioni auto costruite e vele confezionate da se è arrivato ai vertici della Vela nazionale ed internazionale vincendo titoli italiani ed europei. Ha gareggiato su tutti i principali campi di regata d’Italia, in Grecia, in Canada e in Finlandia dove ha conquistato il titolo di Campione d’Europa.
Grande invalido di guerra e prigioniero in Africa Orientale durante il secondo conflitto mondiale non si è arreso neanche quando gli fu stata amputata una gamba per le gravi ferite riportate.
Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti sportivi, resta un esempio puro e raro di atleta, un maestro per intere generazioni.
Tra i tanti amici che si sono raccolti per dargli ultimo addio in rappresentanza della Federazione Italiana della Vela è intervenuto da Napoli il Presidente Onorario Carlo Rolandi.
Alla famiglia vanno le condoglianze di tutta la redazione di liberoricercatore.it.
Un esempio sia da atleta, sia da maestro d’ascia. È un mestiere ormai scomparso e i giovani d’oggi non vogliono più fare.