Presepi da Guinness – L’opera di don Antonio Esposito

articolo di Massimiliano Greco

Castellammare di Stabia vanta un’antica e radicata tradizione del presepe napoletano, per la collezione di pastori del ‘700 conservati nel Duomo, per la presenza di famiglie che hanno o hanno posseduto collezioni di pastori napoletani di grande pregio e per una folta schiera di artisti ed artigiani, alcuni di grande fama, che si sono dedicati e si dedicano tuttora  all’arte del presepe.

Presepe in Guscio d’uovo

Presepe in Guscio d’uovo

Tra i presepisti Stabiesi, un ruolo di spicco occupa di diritto don Antonio Esposito, un sacerdote schivo e riservato, il mago della micro miniatura, come lo ha definito il Prof. Angelo Stefanucci, presidente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio.

Nato nel 1917, attratto dalla vocazione religiosa entra nell’ordine dei Barnabiti per poi passare al clero diocesano. Si cimenta nella realizzazione dei presepi per puro caso; è il Natale del 1941 e per sfogare in qualche modo il dolore per la perdita della mamma, decide di realizzare un presepe in una piccola scatola.

Non è  certamente il primo a cimentarsi nella miniatura presepiale, basta pensare a quanto è conservato nel Museo di San Martino in Napoli, ma la sua collezione rappresenta senza ombra di dubbio un unicum nel suo genere.

Partecipa a diverse mostre in Italia, all’Angelicum di Milano, all’Arena di Verona ed anche all’estero, suscitando immancabilmente stupore, ammirazione e meraviglia per le sue creazioni.

Nel corso degli anni si dedica alla realizzazione delle scene più importanti della Divina Commedia in gusci di noce. L’opera però resta incompiuta per la morte avvenuta il 13 gennaio del 2007.

Nel 2013 gli eredi organizzano a Napoli,  in prossimità di San Gregorio Armeno, la strada dei presepi famosa in tutto il mondo, una esposizione personale che riscuote un grandissimo successo ed è ammirata da 15 mila  visitatori.

L’intera collezione, realizzata in 60 anni di attività, è composta da circa 50 presepi che vanno da 2,5 millimetri a pochi centimetri.

I pastori, perfettamente proporzionati, sono alti pochi millimetri, il  tutto è realizzato rigorosamente a mano, con pazienza certosina ed impareggiabile maestria, facendo ricorso a piccolissimi utensili quali spatole, pinzette, aghi e spilli di varie dimensioni.

I materiali che utilizza sono stucco da vetraio e colori mentre per la vegetazione si serve della pianta di cicuta e di altre essenze.

I contenitori delle sue creazioni vanno dalla conchiglia al guscio di nocciola, dal geode al petalo di magnolia, dal guscio di  noce a quello di cozza, dal fanale di bicicletta al bicchiere, dal guscio d’uovo a quello di pistacchio, fino al seme di lino.

Li firma SAME (sac. Antonio Maria Esposito).

Guardando le varie opere, per mezzo di una lente d’ingrandimento indispensabile viste le dimensioni delle stesse, si ha l’impressione di entrare nel mondo fantastico di Lilliput, davanti agli occhi si spalanca un universo fatto di sfondi suggestivi e di minuscoli paesetti, di personaggi, case, ruderi, strade, grotte, anfratti, cascate, laghetti, vallate, minuscoli animali e vegetazioni che vanno dal pino mediterraneo, al cipresso, alla palma.

Il tutto è incredibilmente curato nei minimi particolari.

L’opera di don Antonio Esposito nasce da una profonda meditazione; è una preghiera, un atto d’amore verso Nostro Signore che ha servito ed onorato per tutta la vita. Con la sua arte, don Antonio Esposito è riuscito a riprodurre l’infinitamente grande nell’infinitamente piccolo, esaltando in tal modo, l’evento più importante della storia dell’umanità, la nascita di Gesù.


Selezione delle opere:

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