a cura di Maurizio Cuomo
L’antica muraglia difensiva di Castellammare di Stabia, con ogni probabilità (si veda la stampa a corredo della pagina), partiva dal castello, attraversava l’attuale via Bonito, proseguiva per l’odierna via Mazzini, fino ad arrivare alla torre costruita in epoca angioina (1346) che si levava ove oggi sorge il Gran Caffè Napoli.
Dal barone Giovanni Celoro Parascandolo1. Nell’anno 1313 si ha certezza di queste mura perché “si riparano e si muniscono”2. Con un altro documento risalente all’anno 14513, ci giunge notizia che vi furono spese per le mura di Castellammare. Circa 100 anni più tardi (siamo nell’anno 1562), per convenzione presa dal sindaco Giacomo de Rosania con il maestro Agostino di Napoli, furono eseguite, per timore dei Turchi, delle nuove fabbriche nel fossato fuori la porta del Quartuccio4. Con un altro documento d’epoca si rinviene un’altra interessante notizia, ovvero che nell’anno 1691 il sindaco Domenico d’Apozzo consegna a Domenico Cioffi artiglieria per il torrione del Quartuccio e della Fontana. Queste mura furono poi abbattute nell’anno 1798, allorquando si costruirono le attuali via Mazzini e via Bonito5. Dal materiale di risulta dell’abbattimento della muraglia (ormai inutile), si diede vita ad un primo tratto della Villa Comunale6.
Note:
- Castellammare di Stabia, Napoli 1956. Pagg. 78 e 79, apprendiamo che “Castellammare di Stabia aveva una cinta muraria difensiva che si estendeva dall’attuale porta di San Catello (precedentemente detta del Quartuccio), alla Fontana Grande. Queste mura, verosimilmente, dovettero essere costruite circa nel 1284 allorquando re Carlo I d’Angiò accordò agli abitanti dei casali delle Fratte e del Castello (ancora “divisi”) di abitare Castellammare onde meglio resistere uniti agli assalti dei nemici”[2. Ughelli: Italia Sacra vescovi di Stabia ↩
- Filangieri di Candida: Codice diplomatico amalfitano ↩
- Camera: Storia di Amalfi ↩
- Pansa: Storia di Amalfi ↩
- Notaio Salvatore Catello, anno 1798 ↩
- Personale scambio di idee intrattenuto con il compianto prof. Giuseppe D’Angelo ↩