Cucchiere (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Cucchiere
( a cura di Maurizio Cuomo )

Nella rubrica antichi mestieri di liberoricercatore.it non poteva mancare ‘o cucchiere, il mestierante che molto più romanticamente veniva identificato come guidatore di carrozzelle.

Castellammare: "cucchiere" con carrozzella in sosta a Piazza "Ferrovia".

Castellammare: “cucchiere” con carrozzella in sosta a Piazza “Ferrovia”.

Nella fattispecie il vetturino di piazza era detto cucchiere d’affitto; quello che invece svolgeva servizio privato veniva identificato come cucchiere appatrunato, differenza che il più delle volte si rifletteva sull’abbigliamento: informale il primo, con l’inseparabile coppola in testa, elegante e più pretenzioso l’altro. A Castellammare di Stabia (città in cui fu ideata e inventata la carrozzella), per lunghi anni, in tutte le maggiori piazze erano presenti numerose carrozzelle in sosta, tutte pronte per essere noleggiate e per allietare, nel dolce dondolio, il tragitto di una dama, di una coppia di sposi, o anche dell’immancabile forestiero appena giunto in città.
Questa magia è perdurata per numerosissimi anni, ecco come lo scrittore Piero Girace, nella sua celebre opera “Le acque e il maestrale” (scritta negli anni ‘30 del Novecento), racconta ai suoi lettori uno spaccato di vita stabiese: Le carrozzelle tutte le mattine fanno la spola dalla ferrovia alle Terme. Lunghe file di carrozzelle vanno e vengono. E’ una gara di schiocchi di fruste e di voci. A vederle filare, l’una appresso l’altra in lunghe file, con gli ombrelloni bianchi, sotto il sole, sembra di sprofondare, tutto di un tratto, in pieno ottocento”.

Il cocchiere in carrozzella, all’occorrenza, masticava anche qualche parola straniera, che per la sua approssimazione, sortiva nel turista divertimento e per lo più poca comprensione. L’abilità dei cucchieri nel districarsi nelle viuzze e nei vicoli cittadini, forse era pari solo al carattere scontroso e nervoso del suo ambiente lavorativo, ne è testimonianza il modo di dire: “mò te tratto a cucchiere ‘affitto!”, con il quale veniva ad indicarsi la sgarbatezza nel comportarsi.

Carrozzella nei pressi di Piazza Orologio (cartolina ed. Biagio Molinari)

Carrozzella nei pressi di Piazza Orologio (cartolina ed. Biagio Molinari)

Ma come tutte le cose belle, purtroppo, anche questo romantico mestiere è andato a finire… sparito del tutto dalla nostra Castellammare, resiste ancora in qualche città turistica della costiera, ai cui mestieranti (agli inizi degli anni ’80) furono vendute le ultime carrozzelle stabiesi, ormai dismesse e inutilizzate.

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