Brucia, Faito, brucia, ovvero votta a chiovere
(di Corrado Di Martino)
In occasione della proiezione del documentario di Libero Ricercatore al Faito Doc Festival; il tre di agosto, siamo saliti a Faito, giunti al Belvedere, Giacomo Vanacore, gestore del punto di ristoro, era agitatissimo. Durante la notte, una “sfiammatura” sui tralicci ENEL che passano proprio sotto il Belvedere, aveva provocato un incendio.
Giacomo, alcuni volontari della Protezione Civile ed i pochi turisti (data l’ora mattutina), telefonavano a più riprese per denunciare l’incendio sul monte. Giacomo, scoraggiato e agitato, ad alta voce, riassunse tutti gli incroci burocratici da superare, per avere un elicottero per lo spegnimento non prima delle 11,00. Quel giorno il primo mezzo antincendio, noi lo abbiamo visto librarsi sul fuoco alle 17,45; alle 19,00 fine del servizio. Da quel giorno, ora più a Est, ora più a Sud, il fuoco non ha più lasciato monte Faito, e siamo arrivati al 31 di agosto.
In alcune fasi il fuoco ha lambito pericolosamente i centri abitati, ed ancora in questo momento lo sta facendo, iniziano così ad affollarsi mille pensieri, mille e più domande. Già, il nostro paese, è il paese delle domande senza risposta. Come mai dal 2 agosto ad oggi non c’è stato modo di fermare le fiamme? Sottovalutazione del fenomeno? Interessi particolari? Speculazioni, politiche ed economiche? Disinteresse? Incapacità? I personaggi delle Istituzioni hanno giocato a rimpiattino con le responsabilità, grosse parole generosamente dette ai media, proclami, accuse, denunce; ma intanto il fuoco avanza, distruggendo una pregiatissima flora e una ancor più rara fauna… Votta a chiovere, votta a chiovere, sperando che non vi siano altre malesorti, altre catastrofi.