Il 21 marzo 2019, è stata presentata in anteprima mondiale, la riproduzione tridimensionale, eseguita dallo scultore Umberto Cesino, ispirata al dipinto della Flora di Stabiae. Hanno partecipato: Catello Radice, Vicesindaco di Castellammare di Stabia; Francesco Muscolino, Direttore Scavi di Stabiae; Osvaldo Conte, Coordinatore Azienda Cura Soggiorno e Turismo; Gino Coppola, Presidente della Pro Loco di Castellammare di Stabia; Maurizio Santoro, Direttore Banca Stabiese; Maurizio Zurolo, Imprenditore Turistico; Umberto Cesino, scultore dell’opera. Moderatore dell’incontro è stato il giornalista Pierluigi Fiorenza.
Qui un breve reportage:
Qualche nota storica:
La Dea Flora
Flora conosciuto anche con il nome di Primavera, è un affresco proveniente in origine, dall’area archeologica di Villa Arianna. Si tratta di un affresco risalente agli anni 50 del I secolo a.C., ovvero in piena epoca imperiale, quando era praticato il cosiddetto terzo stile pompeiano, con lontani sapori ellenistici. Dipinto in un cubicolo di Villa Arianna, era in compagnia di tre figure femminili, Leda, Medea e Diana, interamente dedicato alle figure femminili. Forse il soggetto, Flora, Proserpina o una ninfa che sia, venne scelto dall’artista, per soddisfare il desiderio dei proprietari della villa, in quanto Sabini, devoti alla divinità Flora, o per mutuare una protezione della dea sulle messi, attese abbondanti; oppure, per una semplice scelta stilistica dell’autore.
L’affresco, seppellito durante l’eruzione del ’79 d.C., fu rinvenuto nel 1759 durante le esplorazioni archeologiche Karl Jakob Weber (archeologo, architetto, e matematico svizzero), colto specialista al servizio di Carlo di Borbone. Portata a Napoli, la raffigurazione mitologica, entrò a far pare della collezione reale borbonica, mentre il cubicolo fu ricolmato di terra. Solo nel secolo scorso, la cubiculla e l’intera area furono riportati alla luce da specifici lavori di scavo.
Soggetto ispiratore
Flora di Stabia, ha ispirato artisti, pubblicitari e numismatici: nel 1947 ad esempio fu protagonista di una campagna pubblicitaria francese, ideata per un profumo femminile. Nel 1986, ispirò Milo Manara, che diede forme sensuali e volto alla Dea, mentre, per immagini narrava la vita della donna in Pompei. Nel 1998 invece venne riprodotta su francobolli francesi, bolli recanti due grossolani errori, la scritta UNESCO, e Pompei. Stabia purtroppo, non è ancora considerato un sito patrimonio UNESCO, come Ercolano, Oplonti e Pompei; tanto meno la Flora, è un affresco stabiano e non pompeiano.
La Scultura di Cesino
Fra gli artisti ispirati dalla Dea stabiana, possiamo annoverare con orgoglio, lo scultore Umberto Cesino, che stimolato da Maurizio Zurolo (di Sesto Continente Tour Organizer), ha dato forme ed essenza solida all’affresco di Villa Arianna. L’autore, come a simboleggiare, la stagione della rinascita che potrebbe vivere la nostra città, ha modellato la Flora partendo dal dipinto di Varano. Flora diviene così Primavera di “Stabiae”; tesa a rappresentare simbolicamente il risveglio di sentimenti e interessi nuovi. Ci auguriamo che questa scultura possa essere interpretata come l’identità stabiese nel mondo, e che la concretizzazione dell’affresco in una scultura tridimensionale, riscuota lo stesso successo dell’opera madre.