Call me Back (coll. Giuseppe Zingone)

Lettere alla Redazione (anno 2020)

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione


Venerdì, 20 novembre (Carla Caccioppoli dall’Argentina)

Testo tradotto: Cercando su Google il mio nome per scoprire cosa appariva, è uscita una vecchia foto di una bella donna con una dedica amorevole al suo amore Francesco. Mi ha fatto venire i brividi visto che il nostro cognome è raro, almeno in questa zona.
Mi chiamo Carla Caccioppoli e mio nonno si chiamava Francisco Eduardo Caccioppoli, coincidenze di vita… potrebbe essere. Ma che bella donna e che lunga carriera, un grosso bacio da Jujuy Argentina.

Ritratto Carla Caccioppoli

Ritratto Carla Caccioppoli

Testo originale: Buscando mi nombre en Google para saber que aparecía, salio una foto antigua de una hermosa mujer con una dedicatoria amorosa a su amor Francesco. Me dio escalofríos ya que nuestro apellido es raro, por lo menos en esta zona.
Me llamo Carla Caccioppoli y mi abuelo se llamaba Francisco Eduardo Caccioppoli, casualidades de la vida… puede ser. Pero que hermosa mujer y que larga trayectoria, beso grande desde Jujuy Argentina.


Domenica, 25 ottobre (Franca Martorelli)

A PROPOSITO DELL’EX COLLEGIO ORFAN FERROVIERI DI POZZANO: Sono una delle bimbe emtrate a Pozzano nel ’56. La mia maestra è stata la Manfredini e ricordo la direttrice Guglielmina Fanara della cui morte ebbi notizie quando ero nel collegio di Bellaria. Ricordo il trattamento amorevole e quasi di famiglia che ci era riservato dal personale e dai superiori… RICORDO in particolare il dottor Mario Testa. Ricordo che io mi sentivo trattata e accudita con attenzione e amorevolezza.


Domenica, 18 ottobre (Nunziata Grasso)

Buongiorno Sig. Zingone, sono una laureanda in architettura e mi è stato assegnato per la tesi in Restauro lo studio delle antiche riggiole napoletane.
Cercando notizie su internet mi sono imbattuta nel suo articolo “L’arte calpestata, le riggiole a Castellammare” che mi è stato di grande aiuto.
Nell’abaco delle riggiole riportato a fine articolo c’è una riggiola che potrebbe interessarmi perchè molto simile ad una oggetto del mio studio. La riggiola in questione è la “36”;
è possibile ricevere qualche informazione in più su questa riggiola, potrebbe indicarmi la sua locazione in modo da poterla vedere da vicino?
La ringrazio per il tempo dedicatomi, attendo Sue notizie. Distinti Saluti, Nunziata Grasso.

RISPOSTA:

Gentile Nunzia, buongiorno, piacere di esserLe stato utile.
Allora iniziamo col dire che queste immagini soprattutto le prime ed anche quella che interessa a Lei sono state da me fotografate tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90.
Di molte conosco la provenienza le ultime inserite invece ci giungono da appassionati o quando ne trovo di nuove quando mi reco a Castellammare durante le due festività maggiori e le vacanze estive. Non vorrei sbagliarmi ma forse potrebbe trovarsi nel campetto di calcetto della Chiesa di San Giacomo, a Castellammare, le ripeto però che non ne sono certo. Non le dovrebbe essere difficile accedere può fare anche il mio nome la Priora signora Napolitano le sarà di certo d’aiuto. I confratelli della congrega eretta in tale istituzione mi raccontarono, che un loro confratello oramai non più in vita, salvava queste riggiole da perdita certa e ne pavimentò un piccolo spazio con quelle recuperate. Ne troverà diverse se sono ancora lì, la modernità non apprezza la storia e l’arte seppur minore…. però se dovessi dire che è lì che l’ho scovata le direi una bugia… Saluti Giuseppe Zingone.


Giovedì, 8 ottobre (Varone Nicola)

Commento su “L’Istituto Tecnico Industriale Leonardo Fea di Castellammare di Stabia“: Sono anche io un ex studente dell’ istituto Leonardo Fea diplomato nell’ anno 59 / 60 e frequenza corso di specializzazione 60/61. Dopo il corso sono partito per la leva, durante la quale ho fatto un concorso per perito tecnico disegnatore presso il Ministero della difesa marina militare. A fine leva marzo 64 mi sono trasferito a La spezia dove vivo tuttora. Non ho potuto quindi seguire le vicissitudini dell’ istituto né ho avuto più occasione di vedere i miei compagni di classe. Complimenti per le cose espresse sul preside Luigi Greco. Credo che voi non abbiate conosciuto il sig. Bello a cui il preside aveva affidato il compito di controllare i nostri comportamenti soprattutto durante le ore passate in cantiere.


Giovedì, 1 ottobre (Francesco Pondrano Altavilla)

Commento su “La funivia del Faito in quel tragico 15 agosto 1960“: All’inizio degli anni ’50 poteva accadere un disastro molto maggiore. Sul Faito venne celebrata una manifestazione molto importante a cui parteciparono molti uomini deputati e senatori. All’epoca non era stata costruita la nuova strada che sale sul Faito da Vico Equense e mio nonno all’epoca Presidente della Provincia di Napoli, con il quale ci eravamo accompagnati io e mia nonna, per non farci scendere per la vecchia tortuosa strada, ci fece prendere la funivia. Il problema fu che per sfollare velocemente gli intervenuti alla manifestazione, imbarcarono invece dei 25 previsti, circa 40 persone ed il cavo di trazione si spezzò rischiando lo scarrucolo sullo strapiombo. Riuscirono a tirarla su, a mano, solo al terzo tentativo, tra persone che volevano lanciarsi nel vuoto ed un terrore diffuso di morire precipitando. Lo ricordo ancora come un sogno anche se avevo 4 o 5 anni, ma anche io ero lassu’. Ci e’ andata proprio bene.


Domenica, 20 settembre (Erika Elefante)

Gentile Sig. Cuomo, sono Erika Elefante, cittadina stabiese e laureanda in Ingegneria Edile-Architettura all’Università Federico II di Napoli.
Per il mio lavoro di tesi, ho scelto di approfondire lo studio della mia città, concentrandomi in particolare sulla Chiesa di Santa Maria della Pace, con annesso il monastero.
Le scrivo, dopo aver consultato il suo sito, poichè è fondamentale per il progetto di recupero e modellazione che andrò a sviluppare, la conoscenza del manufatto, della sua storia e del contesto in cui è collocato.
Le chiedo dunque se sia così gentile da suggerirmi fonti dalle quali reperire informazioni storiche (e, perchè no, anche tecniche ed urbanistiche) riguardo l’evoluzione del centro antico e della chiesa in particolare.
Approfitto per farle i complimenti per il sito, che permette ai giovani di rivivere l’epoca più florida della nostra città e lascia trasparire la speranza che la conoscenza del passato possa riportare Castellammare agli antichi splendori.
In attesa di un riscontro, la ringrazio anticipatamente e le porgo i miei saluti. Erika Elefante.


Giovedì, 17 settembre (Alfonso Esposito)

Mi chiamo Alfonso Esposito, sono nato a Castellammare di Stabia, ma vivo a Livorno da molti anni. Ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione del I’ volume del libro di Antonio Cimmino (ho fatto anche un intervento con note autobiografiche mie e di mio padre che nei Cantieri partecipò alla costruzione della Vespucci e ho incontrato Cimmino. Ecco il punto. Non riesco a comprare 4 o 5 copie del 2′ volume della storia dei cantieri di Cimmino. Potete aiutarmi Grazie. Cordiali saluti.


Giovedì, 28 maggio (Alessio Quaresima Escobar)

Mi chiamo Alessio Quaresima Escobar, sono un baritono, facendo una ricerca su internet, ho letto che Lei è in possesso dello spartito di Denza “Call me back” (Torna) per voce media, volevo sapere se potrebbe gentilmente mandarmi per mail una copia, mi piacerebbe inserirlo in futuri concerti, purtroppo di questo grande compositore si conosce ben poco.
Spero non sia troppo disturbo per Lei. La ringrazio anticipatamente per quello che potrà fare.
Cordiali saluti, Alessio Quaresima Escobar.

Call me Back (coll. Giuseppe Zingone)

Call me Back (coll. Giuseppe Zingone)

LR risponde (Giuseppe Zingone):

Gentile Alessio pur essendo stabiese vivo a Ladispoli, ma non è stato un problema recuperare lo spartito. Le allego le pagine con la musica, ho solo una cortesia da chiederle; Mi farebbe immenso piacere se poi potesse inviarmi un audio della registrazione da inserire nella pagina dedicata a Denza…. Le allego le immagini ho controllato i file ingrandendoli credo non ci saranno problemi per una stampa ingrandita… In attesa di sue notizie sicuro di ricevere anche la gradita esecuzione le porgo distinti saluti…. Cordialmente Giuseppe Zingone.

(Alessio Quaresima Escobar)

Grazie infinite per la Sua gentilezza. Spero di potergliela mandare al più presto, purtroppo come Lei sa in questo momento il mondo del Teatro è tutto fermo… ma appena potrò farlo, Le manderò la registrazione con immenso piacere. La saluto cordialmente, e spero, a presto!

Alessio Quaresima Escobar


Domenica, 24 maggio (Vanni Somma)

Carissimo Giuseppe Zingone, grazie per avermi fatto rivivere parte della mia infanzia felice e spensierata nel Palazzo. Ho conosciuto da vicino “Onna Sciurella” e ho con me l’immagine sacra d”o Zelluso al quale mia madre era devota. Sono il nipote di Lina, Stanino, Armando e Lucia Verdoliva (mia madre) era la sorella dei primi due. Adesso e da sempre direi (70 anni) vivo al La Spezia e ho e avrò per sempre il ricordo della mia vita fino ai 10 anni. Ogni tanto ritorno a C/mmare per incontrare mio cugino Nino Giandomenico (padre di Cetty) con il quale abbiamo vissuto questa esperienza meravigliosa. CIAO.

'O palazzo 'e Sant'Antonio, foto Giuseppe Zingone

‘O palazzo ‘e Sant’Antonio, foto Giuseppe Zingone

LR risponde (Giuseppe Zingone):

Gentilissimo Signor Somma, ricordo i suoi zii, come persone serene e distinte, Lei ha avuto il piacere di conoscere di persona ”Onna Sciurella”, ci invii i suoi ricordi, perché purtroppo se non messi su carta (anche virtuale) ahimé andranno smarriti…. Liberoricercatore accoglierà volentieri un suo scritto magari potrebbe redigerlo a quattro mani con suo cugino, sarebbe FANTASTICO…!!!

Saluti Giuseppe Zingone


Mercoledì, 20 maggio  (Umberto Castellano)

Mi apre il cuore leggere questi ricordi, sapere come si viveva negli anni trenta. Come avrebbe vissuto mio Padre Stabiese, che io non ho potuto interrogare. Mi porto i ricordi dei pochi giorni trascorsi insieme e le memorie dei Suoi Fratelli e Sorelle, quando tornavo nella Sua Città nativa.
Grazie. Umberto Castellano.


Venerdì, 13 maggio  (Giuseppe Cocurullo)

Egregio Dottore, un caro saluto e complimenti per l’appassionato sito dedicato alla nostra città. Si, pur non essendoci mai vissuto, anch’io sono nato a Castellammare, precisamente nel palazzo che si vede in fondo a sinistra nella cartolina 15 e che ricordo nella mia lontana infanzia. Volevo domandarLe se può dirmi qualcosa in merito a quella specie di obelisco che si vede nella stessa cartolina in fondo a destra.
AugurandoLe ogni bene, La ringrazio comunque stringendoLe calorosamente la mano. Giuseppe Cocurullo.

Piazza Ferrovia (coll. Catello Coppola)

Piazza Ferrovia (coll. Catello Coppola)

LR risponde (Maurizio Cuomo):

Carissimo Giuseppe, innanzitutto grazie per il commento e per la partecipazione… quello che lei ha definito “obelisco”, con ogni plausibile probabilità, è una ciminiera dismessa di un’antica fabbrica che un tempo insisteva nell’edificio attiguo, poi adibito a civili abitazioni. A seguire per opportuno approfondimento e soprattutto per soddisfare la sua curiosità, trascrivo ciò che in merito scriveva il nostro amico ricercatore Giuseppe D’Angelo alla pag. 124 del suo libro: “Castellammare di Stabia luogo d’arte cultura e tradizioni”.

“Il suolo di fronte alla ferrovia di proprietà comunale, nel 1809, fu dato in enfiteusi a Francesco Bonnet, che diede origine ad una fabbrica di concia di cuoi all’uso di Francia celebre in tutta Europa. Nel 1879, però, la fabbrica, nel frattempo ereditata dai fratelli Jammy, fu costretta alla chiusura, in seguito alla crisi industriale abbattutasi sull’ex Regno delle due Sicilie dopo l’Unità d’Italia, ed il fabbricato, acquistato nel frattempo, nel 1880, da Francesco Saverio Garofalo di Gragnano fu trasformato in palazzo per civili abitazioni; ed è oggi quello conosciuto come palazzo Arienzo”.

Spero vivamente di aver soddisfatto la sua curiosità. Cordialmente. Maurizio Cuomo.


Sabato, 25 aprile (Federico Moccia)

Un sincero plauso a Gaetano Fontana, il quale generosamente arricchisce il nostro sapere sui tesori Stabiesi, oggi gravemente”mortificati dall’ignoranza e dall’inciviltà”


Venerdì, 17 aprile (scimmietta giapponese)

Ciao io sono una ex alunna del maestro Bonuccio, che ho avuto fino in 3ª elementare, ora sono in 1ª media e mi manca sempre di più. Mi ricordo quando si assentava per un solo giorno, quando tornava il giorno successivo era una gara a chi lo abbracciava prima… Non solo per me ma per tutta la mia classe e stato bruttissimo perderlo, la sua perdita è stata la rovina della nostra classe: eravamo passati dalla mitica sezione “G” alla più odiata da tutti, da lì in poi abbiamo avuto solo supplenti: mandavano via tutti perché nessuno andava bene, nessuno era come il nostro (unico) maestro Bonuccio Gatti. Dalla tua scimmietta giapponese.


Sabato, 14 marzo  (Lance Schachterle)

Thank you for this excellent disquisition on Cooper’s use of Neapolitan settings in THE WING AND WING. For American readers and scholars, Professor Scannavini’s detailed Explanatory Notes provide strong evidence of how thoroughly Cooper immersed himself in the history and geography of a region he loved so well. I hope Italian readers get the benefit of a translation soon; it’s an exciting tale which those who know and love the region will greatly enjoy.

LR risponde (Giuseppe Zingone):

Thank you, kindly professor. We await with interest and hope a translation in Italian of the novel …. Good evening Giuseppe Zingone


Venerdì, 28 febbraio  (Prof. Herman Van den Bergh)

Cerco invano di contattare la sede della Funivia del Monte Faito dal Belgio: il numero verde 800 211 388 (preceduto dal codice 0039 dell’Italia) risulta sempre occupato (dalla mattina alla sera) e l’indirizzo email trovato sul sito ufficiale della Funivia non esiste (più). Vorrei sapere se la funivia funzionerà la domenica 5 aprile 2020 a partire dalla mattina (al più presto possibile). Vorrei prenotare un’andata per un gruppo scolastico belga di 30 persone (26 allievi e 4 professori). Qualcuno potrebbe aiutarmi? Grazie in anticipo. Prof. Herman Van den Bergh.

La funivia del Faito (foto Corrado Di Martino)

La funivia del Faito (foto Corrado Di Martino)

LR risponde (Corrado Di Martino):

Carissimo professor Van Der Bergh, ci siamo premurati di contattare per Lei l’EAV… a seguire  alleghiamo la risposta ufficiale del capo servizio della Funivia per il Faito:

“… siamo nella fase delle solite prove di riapertura e non dovrebbero esserci problemi per l’apertura del 01 Aprile. Gli orari di partenza dalla data indicata sono sempre i soliti e cioè dalle 10:00 alle 17:00 con frequenza di 20 minuti per quasi tutta la fascia oraria.
I numeri telefonici validi sono:+39 800 248 952 oppure +39 081 772 2444.
Non è prevista la prenotazione. Si fa il biglietto prima della partenza.
Ricordo che il trasporto funiviario è soggetto alle condizioni meteorologiche ed eventuali disservizi vengono sempre portati a conoscenza dal numero telefonico citato”.


Giovedì, 16 gennaio (Francesco Cosenza)

Scanzanese DOC anno 1937 – ex oratoriano e studente esterno istituto salesiano. Vorrei ricordare alcuni nomi di preti dei vecchi tempi: Don Lopa (direttore istituto), Don Tittarelli (autore grammatica latino in uso), Don Granozio e Don Piccolo, ricordato per aver portato la croce su monte croce (Pendolo). Spero di aver sollecitato la memoria dei ricordi a qualche vecchio come me. Mi è difficile trovare fotografie del vecchio istituto con il campo piccolo e grande e del teatro di cui mi è rimasta impressa la scritta sul muro del sipario: “ridendo castigat mores”. Grazie.


Un pensiero su “Lettere alla Redazione (anno 2020)

  1. Francesco Cosenza

    ho parlato dell’istituto Salesiano dei vecchi tempi, ma non sono riuscito a trovare foto dell’interno dell’istituto. Sarei felicissimo se potreste trovarne e pubblicare qualcuna su Face Book.

    Rispondi

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