Lettere alla Redazione (anno 2021)

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione


Lunedì, 18 dicembre (Francesco Cosenza)

(In riferimento al Presepe Stabile Stabiano): Ogni anno in occasione del presepe la cattedrale affidava a diversi parrocchiani la vestizione di un pastore e la fu Signora Anna Castellano, zia di mia moglie, ne aveva uno. Era un bambino a grandezza naturale e, mi racconta mia moglie, vederlo in casa immobile fermo in un angolo faceva una certa impressione.


Sabato, 18 dicembre (dott. Raffaele Scala)

Redazione di Libero Ricercatore buongiorno, vi invio una mia nuova lettera aperta sulla scomparsa dell’Archivio Storico Comunale, sperando, come sempre, che trovi favorevole accoglienza.

L’arroganza del Potere
Un mese fa, esattamente il 13 novembre scorso indirizzavo alla Vostra attenzione una lettera aperta alla città, nella quale denunciavo la scomparsa dell’Archivio Storico Comunale, ormai priva di sede e di personale, dopo essere stata per anni sballottata nei più disparati e disagevoli luoghi a riprova dell’importanza che l’amministrazione comunale dava a questo fondamentale luogo di cultura e di conoscenza storica della nostra amata città. Il sindaco e l’assessore alla Cultura, dimostrando tutta la loro insensibilità al problema non si sono mai pronunciati, chiudendosi in un colpevole silenzio.
E cosi il 7 dicembre scorso ho ripreso a denunciare, scrivendo al Mattino, giornale che ha regolarmente pubblicato la nuova denuncia, lo stesso quotidiano locale, Metropolis era intervenuto sulla vicenda con un suo articolo, ma niente da fare: non vi è peggior sordo di chi non vuole sentire, forte dell’arroganza di un Potere che non accetta critiche e rifiuta ogni confronto. Del resto come potrebbe giustificare la sua ignoranza, l’incapacità di dare risposte, di proporre soluzioni?
Lo sfascio della Città è sotto gli occhi di tutti. La sua incompetenza, incapacità e colpevole negligenza è dimostrata dalla stessa presenza della Commissione prefettizia.
Purtroppo bisogna anche sottolineare il silenzio dell’opposizione, non una voce si è levata in Consiglio Comunale per chiedere conto al sindaco di quanto veniva denunciato, né purtroppo si sono sentite le voci autorevoli del mondo intellettuale e culturale cittadino. Nessuno che abbia avvertito la sensibilità di dire la sua sull’argomento, come a dire, non solo che la Cultura non abita più a Castellammare, ma scomparsa è anche ogni voce critica al Potere costituito, non so se complice o semplicemente vile, ma forse, più banalmente, è semplicemente morta.

Raffaele Scala.


Giovedì, 9 dicembre (Alfonso Filosa)

Vivo al nord da oltre 40 anni ma le tradizioni di Castellammare restano sempre radicate nel cuore anche se con un po’ di nostalgia. Sono manifestazioni popolari, magari antiche e superate, ma sono comunque le nostre. Grazie a voi tutti e a quelli che sui social ci trasmettono tante belle cose. Grazie di cuore e un affettuosissimo Buon Natale.


Domenica, 6 dicembre (Ciro)

COLORO CHE CI HANNO PRECEDUTO AVEVANO LE IDEE CHIARE E LUNGIMIRANTI, PER NOSTRA FORTUNA, NOI SIAMO CAPACI SOLO A DISTRUGGERE,E QUINDI QUESTE STORIE SONO IL NOSTRO RIFUGIO MORALE, GRAZIE DI CUORE A TUTTI COLORO CHE QUOTIDIANAMENTE CE LE RACCONTANO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Domenica, 5 dicembre (Salvatore Esposito)

COME SEMPRE, CON I VS. PREZIOSI MONILI STABIANI, FATE VIBRAR I NS. CUORI CON LA SPERANZA CHE MAMMA STABIAE(NA)POSSA RITORNARE, AL PIU’ PRESTO, AI FASTI DI UN TEMPO… GRAZIE DI ESISTERE GUAGLIU’… MAMMA STABIAE(NA)ED I SUOI FIGLI PIU’ AMOREVOLI VE NE SARANNO SEMPRE GRATI!!!


Sabato, 13 novembre (dott. Raffaele Scala)

La cultura non abita a Castellammare, non sta nei pensieri della nostra amministrazione, come non stava, a onor del vero, in quelle precedenti, basti pensare, una per tutte, allo stato pietoso del nostro Archivio Storico Comunale, uno dei più importanti della nostra Regione, ormai completamente abbandonato a sé stesso. Pochi sanno, perché a nessuno sembra interessare, che ormai l’Archivio non ha più una sede, una direzione, del personale, nessuno che si preoccupi di aggiornare e conservare i documenti. Insomma la fine della storia della nostra città, definitivamente preclusa agli studiosi, agli studenti, ai curiosi che hanno voglia di indagare, di sapere, di conoscere il passato di Castellammare di Stabia. La sede è stata sballottata a destra e a manca, da Palazzo Farnese alla ex Banca d’Italia, da via Raiola al Viale Europa, separando sala studio dai depositi dove venivano conservati i faldoni, con grande perdita di tempo e di dispendio di energie e di denaro ogni qualvolta bisognava chiedere di visionare un documento. Ora neanche più questo è possibile.

A cosa serve dunque nominare un assessore alla Cultura che ignora, o finge di ignorare, quanto accade? Cosa si aspetta a trovare una sede idonea, dignitosa, definitiva all’Archivio Storico Comunale, una sede dove sia possibile conservare la ricchissima documentazione e dove sia possibile allestire una sala studio degna di questo nome?

Mi appello alla parte sana di questa città, agli intellettuali, ai giovani, ai partiti politici, alle associazioni, a quanti hanno a cuore la storia, il sapere della nostra Castellammare, facciamo qualcosa, sproniamo questo sindaco, la sua Giunta, l’intero consiglio comunale a prendere coscienza di ciò che si sta perdendo. La nostra classe politica sembra essere interessata soltanto a inaugurare le prime pietre, a fare proclami e dichiarazioni roboanti, poi il Nulla assoluto. Basti pensare allo sfascio e al degrado in cui versa ormai la nostra bella villa comunale. Un fiore all’occhiello ormai appassito.

Raffaele Scala, un cittadino indignato


Martedì, 2 novembre (Vincenzo Savarese)

E’ inutile, rivedere la nostra Castellammare degli anni ’60, ’70 ovvero di quando eravamo giovani è sempre un piacere. Era la nostra Stabia, bella, semplice, piena di vita e turisti. In particolare mi hanno colpito le foto delle gare dei Go Kart, mi ricordo ancora le balle di fieno utilizzate come protezione.


Martedì, 2 novembre (Giovanbattista)

Sempre interessanti i suoi articoli che, per me emigrato molto tempo fa ma sempre con la mia città nel cuore, rappresentano un rafforzamento di un legame che mai potrà venir meno!


Sabato, 18 settembre (dott. Raffaele Scala)

Spett. Libero Ricercatore, tramite il vostro autorevole sito vorrei che arrivasse al dottor Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia la seguente lettera aperta:

Egregio Signor Sindaco, da oltre un mese la fontanella pubblica situata in villa comunale di fronte alle giostrine private, proprio sotto l’insegna marmorea del Piazzale Pandolfi Francesco (ma normalmente non si scrive prima il nome?) è priva del suo prezioso, godibilissimo, freschissimo getto d’acqua, chiuso da qualche mano anonima e da nessuna riaperto. Lei potrebbe dire che ci sono altre dieci fontanelle, ma chiunque sia pratico della villa comunale sa che l’acqua di quella fontanella è in assoluto la più buona, non chiedetemi il perché. E credetemi se vi dico che ci manca, manca a tanti stabiesi, non poterci dissetare a quella preziosa fontanella nel corso delle nostre passeggiate.

Egregio Sindaco è così difficile riaprire quella fontanella? E se non è stata una mano anonima, ma frutto di una precisa volontà dell’amministrazione comunale c’è forse una motivazione che ha portato alla sua chiusura? No, non è una questione di lana caprina, sono queste piccole attenzioni che servono a tenere in vita la nostra villa comunale, dove i segni dell’abbandono sono sempre più visibili. Lasciare in balia degli incivili, una infima ma prepotente e agguerrita minoranza di teppisti è il segno più evidente della sconfitta di tutti, in primis della sua, Signor Sindaco.

Ringraziandola per l’attenzione e sperando che il mio appello non resti inascoltato.

Raffaele Scala


Sabato, 3 luglio (Luigi Ricci da Milano)

In riferimento all’articolo ” ‘A Caperrina anni ’50 “: Grandioso! una grande narrazione perfetta nelle persone, i rioni, gli artigiani. Mi reputo un privilegiato per essere nato, cresciuto ed aver trascorso la mia infanzia e poi l’adolescenza in questa citta bellissima a cui devo quella formazione che nella vita fa sentire una ”persona giusta” e fiero di essere uno Stabiese. Grazie per i ricordi della Caperrina, che con orgoglio, come “un monello tra tanti monelli” oggi da Milanese acquisito, accolgo con grande commozione. Grazie Castellammare!!


Lunedì, 26 aprile (ing. Paolo Del Gaudio)

In riferimento alla pagina “Bollino Farmacia Del Gaudio“: Cari Amici, ho visto con piacere che, tra gli altri documenti da voi conservatI, come testimonianza del passato della nostra città, vi è anche la foto del bollino di mio padre Francesco Del Gaudio, ultimo titolare della Farmacia Del Gaudio. E di questo mi compiaccio molto.

Bollino - Farmacia Del Gaudio

Bollino – Farmacia Del Gaudio (collezione Maurizio Cuomo)

Mi permetto di inviarvi in allegato alcune notizie storiche riguardanti la Farmacia della mia famiglia. Si tratta della foto (fronte retro) di una cartolina di auguri predisposta da mio nonno Antonino nel 1941, in occasione del centenario della fondazione della Farmacia. Nella parte bassa del retro della cartolina, a lettere maiuscole, è ripotato quanto presente sulla lapide murata su di una parete della Farmacia, che aveva la sua sede in Via Santa Caterina, 111. Il bollino si riferisce a mio padre, invece, che ereditò la Farmacia nel 1944 alla morte di mio nonno Antonino. Serviva per essere apposto sulle boccettine dei farmaci da lui preparati (Eh già perchè una volta erano i Farmacisti a preparare i farmaci dietro prescrizione medica!). Francesco mio padre non è quello della lapide che era il suo zio. Ricordo come antiche Farmacie della mia infanzia: la Farmacia Pontecorvo a Piazza Orologio, la Farmacia Manfredi in Via Nocera, la Farmacia Pisacane in Via Gesù, la Farmacia Imparato in Via Santa Maria dell’orto, la Farmacia Cutillo al Corso Vittorio Emanuele. “Tiempe belle ‘e ’na vota”, come dite voi.

Se lo credete potete pubblicare il materiale inviatovi. Cordiali saluti. Ing. Paolo Del Gaudio.


Venerdì, 16 aprile (Francesco Cosenza)

Sono scanzanese doc e seguo da anni L.R. e oggi più che un commento vorrei chiedere se esiste una vostra rubrica come vocabolario delle antiche parole napoletane non più in uso. Io ho due vocabolari molto buoni e quando sono in difficoltà li consulto. Penso però che molte persone siano in difficoltà quando leggono poesie napoletane antiche in cui si trovano vocaboli non più in uso corrente e perciò credo possa essere utile un aiuto da parte di L.R.
Aut. Antonio Salzano – Nap-Ita e Ita-Nap con nozioni di metrica e rimario – Ediz. Del Giglio – 1979.
Aut. Raffaele Andreoli – Nap.-Ita. – Ediz. Aturo Berisio – 1966.
Grazie per la cortese attenzione e ancora grazie per la passione con cui lavorate a Libero Ricercatore.

Risposta di LR: Gentilissimo Francesco, questa sua richiesta ci dà l’opportunità di segnalare, a beneficio di quanti non la conoscono, la rubrica: “Vocabolario dialettale“, in cui sono contemplati numerosi vocaboli dialettali di uso comune e non più in uso, utilizzati qui a Castellammare.

Nella speranza le sia utile e gradita. Porgo i più cordiali saluti. Maurizio Cuomo (Direttore Responsabile di LR).


Martedì, 13 aprile (Stefano Arioni)

In riferimento alla rubrica “Catalogo carrozzelle ditta Scala“: Io sono Arioni Stefano un discendente di questa famiglia, zio Peppe, zio Catello, zio Nicodemo Gentile e zio Franco Gentile mi sono appena stati ricordati da mia mamma (figlia di Anna Gentile) e sorella degli Zii. Grazie per questa pubblicazione e i complimenti riferiti alla famiglia.


Domenica, 11 aprile (Stefania Landi)

Buongiorno, sono una ricercatrice dell’Università di Pisa. Vi scrivo per chiedervi informazioni riguardo il contributo “I magazzini generali“: a cura di Gennaro Ferrara. Sto attualmente terminando la stesura di una monografia sulla storia e le caratteristiche dei silos granari costruiti in Italia durante gli anni ’30 e, nel capitolo dedicato alla storia della tipologia, cito chiaramente anche i silos di Castellammare di Stabia, di cui vorrei inserire qualche immagine storica.
A tal fine, vorrei contattare l’autore Gennaro Ferrara per chiedergli in qualche archivio sono conservate le immagini (foto storiche e tavole di progetto) da lui utilizzate nel contributo pubblicato su “Libero ricercatore”. Vorrei quindi chiedervi gentilmente se vi fosse possibile fornirmi un suo contatto email o telefonico. Vi ringrazio sin d’ora per la disponibilità,
I miei più cordiali saluti, Stefania Landi.

Il nuovo impianto ampliato con la costruzione del silos n. 2

Il nuovo impianto ampliato con la costruzione del silos n. 2

Risposta di LR: Gent.ssima Stefania Landi, innanzitutto grazie per l’interesse mostrato per liberoricercatore.it… purtroppo, non conservo alcun recapito dell’autore, l’articolo/ricerca fu gentilmente concesso in esclusiva per LR molti anni fa… Nella speranza che il suo appello possa essere raccolto direttamente da Gennaro Ferrara (magari segue liberoricercatore.it giornalmente), o da qualche suo conoscente frequentatore del nostro portale, rimetto questa sua missiva in “Lettere alla Redazione”, rubrica visibile a tutti i nostri lettori. Se ho novità in merito, stia pur certa che avrò cura di ricontattarla.
Cordialità. Maurizio Cuomo (Direttore Responsabile di LR).


Martedì, 6 aprile (Elvira Giordano)

In riferimento alla rubrica “‘O struscio a Castellammare“: Bellissimo ricordo di quando ero bambina, io abitavo nel primo palazzo di via Gesù che era il centro della movida stabiese non solo per le meravigliose Chiese ma anche per i migliori negozi di abbigliamento, le cui vetrine sfoggiavano capi e stoffe di prima qualità. Peccato che è tutto cambiato.


Venerdì, 2 aprile (Lucia Amendola)

I Costuttori di Botti, in dialetto napoletano i Vuttari

I Costuttori di Botti, in dialetto napoletano i Vuttari

In riferimento all’articolo “‘O Vuttaro“: Nel ricostruire il mio albero genealogico ho trovato che diversi miei antenati diretti erano bottai, a partire dalla metà del 1700 ai primi dell’ottocento, perciò sono stata molto interessata all’articolo.
I miei antenati “vuttari” erano appunto di Castellammare di Stabia e si chiamavano di cognome Di Capua.
Precisamente: Berardino Di Capua nato nel 1750, di cui non si conosce l’anno di morte, Angiolo di Capua, 1779-1832 e Francesco Di Capua 1809-1853.
La figlia di Francesco, Teresa Di Capua 1831-11908, mia trisavola, era filatrice.
Non so se i maschi Di Capua hanno conservato la tradizione di famiglia e non so se prima di Berardino altri fossero bottai.
Purtroppo non conosco aneddoti su di loro, ma posseggo solo gli atti di nascita e/o morte, con la loro attività. Mi è piaciuto menzionarli perché sono affascinata da alcuni mestieri che si sono perduti, almeno a livello artigianale.


Mercoledì, 24 marzo (Elvira Scelzo)

In riferimento alla rubrica “Archivio fotografico Nino Cuccurullo“: Foto bellissime e nostalgiche hanno suscitato in me tanti ricordi. Le ho mostrate pure a mio marito. Bei tempi. Grazie Gaetano.


Mercoledì, 24 marzo (Gaetano Lione)

In riferimento alla rubrica “Cartoline pubblicitarie (e non solo)“: Complimenti a Gaetano Fontana, che con i suoi articoli e pubblicazioni sempre interessanti, ci fanno dare uno scorcio su quella che era la vita in quell’epoca. Grazie.


Martedì, 23 marzo (Francesco Paolo Castellano)

In riferimento all’articolo “Il Cimitero vecchio di Castellammare“: Nel vecchio cimitero di Castellammare di Stabia vi è una cappella fatta costruire su progetto dell’architetto francese Du Fresnay dalla famiglia Jammy, titolari di uno stabilimento conciario a piazza Ferrovia, è un edificio di piccole dimensioni ma se ne intuisce il gusto raffinato del suo progettista. Attualmente tale cappella appare abbandonata ma non fatiscente.

Cappella funeraria famiglia Jammy


Martedì, 2 marzo (Elisabeth Walz)

In riferimento all’articolo “Bagno penale e le prigioni galleggianti a Castellammare di Stabia)“: Onorevole Signore Valanzano, Sono francese e momentaneo decifro atti di morte di persone nate a Forio d’Ischia per un’associazione genealogica specializzata nel Golfo di Napoli. Parallelamente, faccio un po’ di ricerca quando un atto mi interessa. In un caso particolare, ho appena letto il Suo commento nell’articolo molto interessante del signore Cimmino. Grazie per la Sua testimonianza sul processo di graduale integrazione, che sembra essere confermata dall’atto di morte nel 1825 di un uomo di Forio sposato di 26 anni “domiciliato nel bagno di Servi di Pena” di Castellammare. Nell’elenco telefonico della città si può vedere che il suo cognome esiste ancora lì . Grazie anche al signore Cimmino per questo eccellente viaggio nel tempo. Saluti cordiali. Elisabeth Walz.


Giovedì, 25 febbraio (Virginia Minini)

In riferimento all’articolo “1967 – Vittorio Veneto (Incrociatore Lanciamissili)“: Emozionante! La sigla AM che compare sul frontespizio del libretto del varo dell’incrociatore Vittorio Veneto é quella di mio padre ing. Aldo Minini che ha avuto l’orgoglio e il piacere di lavorare per il cantiere per tanti gloriosi anni. Ho partecipato, bambina, a quell’evento che vide la partecipazione del Presidente della Repubblica e che rese Castellammare ancora più celebre nel mondo. Vi ringrazio per questa preziosissima pagina che contribuisce a ricordare a noi e ai nostri figli quanto di grande possa fare la nostra intelligenza campana! Virginia Minini.


Mercoledì, 24 febbraio (Giovanni De Gennaro)

In riferimento all’articolo “Il paluorcio“: Questo articolo è meraviglioso grazie. Chissà se si può realmente fare qualcosa per rivalorizzare i Palorci. Sapete se c’è mai stato qualcosa in cantiere?


Martedì, 23 febbraio (Dario Del Fabbro)

In riferimento all’articolo “Romeo Menti, il cannoniere silenzioso“: Buona sera, sono Dario della provincia di Vicenza. Mi sono letteralmente perso nel vostro nell’articolo che non so di quando sia, di che occasione ma pieno di affetto, rispetto e passione.
Bravi e grazie per i bellissimi minuti in cui sono stato assorto. Romeo Menti e un calcio che da tanto non c’è più. Buona sera. Dario.


Domenica, 21 febbraio (Filomena Parlato)

In riferimento all’evento “90° Compleanno nave Vespucci“, scrive: Buongiorno sono Filomena e in primis voglio congratularmi per il progetto che da anni portate avanti, ricordandoci quanto sia bella e creativa, colorata e variegata Castellammare.
Vi contatto perché vorrei avere informazioni su qualche pubblicazione relativa al “compleanno” della “Amerigo Vespucci”. Ho visto e condiviso il video che avete edito e, poiché mia mamma è un’amante di tutto ciò che è Castellammare e in particolare della Vespucci (ha una sua foto come sfondo del cellulare), stavo cercando un volume (possibilmente illustrato) da regalarle.
Ho contattato la vostra redazione perché ho visto molti articoli e studi relativi all’argomento e perché, da profondi conoscitori di Castellammare, credo siate i più adatti nel consigliarmi.
Vi ringrazio anticipatamente. Filomena Parlato.


Giovedì, 18 febbraio (Cinzia Re)

In riferimento all’evento “90° Compleanno nave Vespucci“, scrive: Buongiorno, sarò felice di festeggiare questa data importante. Il Vespucci me lo porto nel cuore, è stata la nave scuola di mio padre Giovanni Re dal 1953 al 1957 dove prestò servizio come radiotelegrafista. Nel maggio 2016 sono riuscita a portarlo a Venezia per salutarla un’ultima volta nella sua vita. È stata una grande emozione che ricorderò sempre con grande affetto.
Buon Compleanno Vespucci !
Cinzia


Lunedì, 15 febbraio (dott. Vincenzo Ippolito)

Io sono stato il capo servizio sanitario dal gennaio 1986 al marzo 1987 e amo il Vespucci. La sua iniziativa (90° Compleanno nave Vespucci), mi rende felice. Buon lavoro. Dr. Vincenzo Ippolito.


Giovedì, 11 febbraio (Enza Sapienza)

In riferimento all’articolo “La fabbrica della robbia a Castellammare“, scrive: Moltissimo interessante per chi curioso come me vuole conoscere la storia, le tradizioni e i costumi del proprio territorio. Bisognerebbe però divulgare queste notizie più volte e su stampa quotidiana per incuriosire la gente e spronarla alla conoscenza della storia, tradizioni ed usi dei luoghi dove si vive per affrontare meglio la vita presente.


Mercoledì, 27 gennaio (Angela)

Sono Angela, sono cresciuta con la Signorina Filosa che mi ha fatto fare la prima Comunione… mia Mamma non aveva i soldi  per comprarmi il vestito e la signorina Filosa me lo ha fatto fare lei; sono ricordi bellissimi ho passato tutta l’infanzia alle Fratte dove ho frequentato la chiesa di santo Stefano. Grazie.


Domenica, 17 gennaio (Bruno Tomasich)

Mio padre Roberto Tomasich è stato direttore dello stabilimento Cirio di Castellammare di Stabia. Avevamo abitazione nella palazzina uffici, al primo piano. Poi mio padre andò a dirigere le lavorazioni a San Giovanni Teduccio. Mio nonno putativo era il Dr Oreste Carrasco, Direttore Generale del gruppo dirigeva il laboratorio Chimico. Io stesso ho lavorato nel laboratorio chimico dello zucchereficio Cirio di Santa Maria Capua Vetere prima di passare all’Italiana Zuccheri.


Giovedì, 14 gennaio (Ciro Mascolo)

Buongiorno a tutta la redazione del libero ricercatore grazie: ho letto solo oggi la lettera del Dottore Raffaele Scala (Erano solo vecchi?); quello che ha scritto ha fatto riempire i miei occhi di lacrime, GRAZIE. Lo abbraccio virtualmente e cordialmente lo Saluto Ciro Mascolo.
Sono nato il 17/01/1944 a Castellammare di Stabia in Via Mezzapietra e son cresciuto tra Privati e Scanzano fino all età di 18 anni, poi sono arruolato nell’Arma dei Carabinieri, attualmente abito il Lombardia, il mio pensiero e sempre rivolto a Castellammare… fino a qualche anno fa passavo sempre da Castellammare prima di recarmi in vacanza in Sicilia a Taormina dove ho trovato l’AMORE che poi e diventata mia moglie regalandomi due splenditi figli, oggi sono nonno di uno splendido nipotino e sono sereno e felice, vi abbraccio tutti abbracciando voi e come abbracciare Castellammare.


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