Una storia di donne sulla strada ferrata
di Giuseppe Zingone
La disparità, la sudditanza e la violenza, che le donne da sempre hanno dovuto subire per millenni, quasi come una condanna legata allo stereotipo “il sesso debole”, è oggi più che mai, oggetto di discussione. Le cose stanno radicalmente cambiando, ma secoli di soprusi e di cattive abitudini, non si cancellano con una bacchetta magica né tantomeno con leggi che come spesso accade sono emanate da una larga maggioranza di sesso maschile.
Da una rivista di fine Ottocento sulla moda Parigina emerge un interessante racconto di donne in viaggio in Italia e per dare risposta alla premessa di cui sopra sull’uguaglianza inserirò in nota, una breve parentesi che lascia ben capire come l’emancipazione femminile passa effettivamente anche attraverso la moda, il ben vestire, quel prendere cura di sé stessi, alla conquista dei troppi luoghi che da sempre sono stati una prerogativa maschile.
La redattrice di questa rivista La mode De Style diretta da Henry Petit, è la Contessa di Verissey1
L’articolo (in questa libera traduzione) sin dall’inizio si occupa di mondanità, ma anche delle novità da cui è estasiata la borghesia del momento, balli, giochi ed i viaggi per procedere con un raffronto tra le ferrovie, molto diffuse a fine Ottocento ed i pericoli e gli incidenti che ne derivano in contrapposizione alla sempre più ampia diffusione delle automobili.2
Ho raccontato per posta, qui, i successi ottenuti da Gordon-Bennett e la berlina Lebaudy?3
Il signor de Madre ne ha altrettante grandi ed eleganti. La serie degli incidenti ferroviari hanno dato una nuova prospettiva di vita alle escursioni in auto, berline e diligenze e l’arrivo della posta delle quattro è una delle attrazioni della città.
È stato annunciato che in primavera il veicolo che ha infervorato la socialità di Fontainebleau, farà escursioni a Chartres. Visiteremo la cattedrale e mangeremo paté.
Che le sette società delle ferrovie tremino! – Potremmo avere sette lettere postali in questo mese di aprile e quindi niente più deragliamenti, manomissioni e omicidi, andremo piano, sano e lontano, senza terribili incidenti.
Stavo per continuare. Ma poi mi sono ricordata di un’escursione, quella che una volta ha fatto una delle mie prozie, che andavano, con la diligenza, da Napoli a Castellamare.
La carrozza si muoveva lentamente, al chiaro di luna, insieme al meraviglioso golfo, quando i briganti li fermarono, senza troppa fatica. I viaggiatori, mezzi morti di paura, hanno dato le loro borse i loro gioielli.
Il capo dei briganti, restituì molto galantemente le fedi nuziali alle signore. Questa attenzione aveva commosso delicatamente la mia prozia. che non ha mai dimenticato l’incidente, né il bel viso del ladro dagli occhi neri. Sono passati vent’anni, io rifaccio con mia zia il viaggio da Napoli a Castellamare non più in diligenza, ma in un comodo vagone con dispositivo di allarme. La mia prozia mi stava raccontando dei suoi terrori passati quando il treno si fermava in una stazione: Torre del Greco, si non sbaglio.
C’era una sosta di cinque minuti e la limonata del buffet, quando un bel vecchio con la barba bianca è venuto a offrirci un rinfresco.
Vedendolo, mia zia lanciò un grido. Il capo dei banditi che ci ha ridato le nostre fedi, mi ha detto in francese, credendo di non poter essere compresa dall’italiano. Ma questo con molta calma: La signora avrà viaggiato in questo modo in difficoltà? disse sorridendo.
Cosa volete! Non abbiamo più guadagnato nulla sulle autostrade, e finiamo per avere un compenso con la strada ferrata. È necessario tutti devono vivere!
La morale di questo racconto: se ripristiniamo le diligenze, noi ristabiliremo il brigantaggio. – Le sette compagnie ferroviarie possono dormire sonni tranquilli.4
Articolo terminato il 25 Aprile 2021
- Della Contessa di Verrissey, si parla in un libro edito nel 2014, Women Femininity and Public Space in European Visual Culturee, sembrano semplici risposte a lettere sulla moda, alle quali la contessa risponde. Ma nel tempo questo ambito ai nostri occhi di moderni, frivolo, lascia sempre più spazio alla conquista di quei diritti negati per i quali le donne si batteranno valorosamente. Le donne hanno scritto innumerevoli lettere a riviste in cerca di consigli di esperti. La Contesse de Verissey ha risposto a una di queste lettere: “La domanda di … calze, alla quale rispondiamo in quasi tutte le nostre mail è molto semplice: le calze nere, che hanno sempre un cachet, possono essere indossate con qualsiasi vestito; altrimenti, è necessario abbinare calze o calzini al colore più scuro dell’ensemble. È indubbio che questo interesse per l’abbigliamento di moda per i piedi e le gambe sia stato semplicemente casuale con l’aumento del numero di donne sui viali di Parigi. È più probabile che man mano che le donne sono diventate una parte indiscussa della cultura del boulevard, hanno adattato il loro comportamento e il loro abbigliamento, per accogliere nuove opportunità di sfilare quali esperte di moda. Se, come sostiene Henri Lefebvre, nuovi spazi richiedono nuove relazioni sociali, la presenza stessa delle donne, la necessità di e il piacere del camminare, modificò gradualmente le tendenze sartoriali. Man mano che i piedi, le caviglie e persino i polpacci divennero visibili, diventarono simultaneamente ospitanti di accessori di moda essenziali“. Temma Balducci and Heather Belnap Jensen, Women, Femininity and Public Space in European Visual Culture, 1789-1914, Ashgate Publishing 2014, pag. 157. ↩
- La signorina Juliette de Rothschild guidò bene il grazioso ballo, insieme al conte di Contades. A Villa de la Source, di nuovo a Chantilly, il conte e la contessa d’Hédouviller raccolsero molti ospiti; per non perdere l’abitudine, e ci siamo lasciati molto tardi, dopo cena. La grande semplicità degli abiti delle ragazze al ballo è molto notevole; sembrano drappeggi leggeri, piuttosto che corpetti, e questo modo greco di acconciare e vestire mostra che a poco a poco l’arte si insinua anche nell’abbigliamento e nel gusto di tutto. Sai come Fontainebleau affascina le sue attività per il tempo libero? Nel resuscitare un vecchio gioco, un tempo molto popolare alla Corte Borbonica, – Palm Tennis.( Il gioco del Palmo è l’antenato del tennis. Era giocato con le mani anziché con le racchette (almeno in origine), per questo motivo la pallina in realtà non è sferica ma ha piuttosto la forma di un prisma, in modo che possa essere afferrata facilmente. La ragione per la quale venivano utilizzate le mani era semplicemente che le racchette erano troppo care e solo i signori potevano permettersele mentre i poveri (o villani) erano costretti ad usare le mani. Da cui il detto “Giochi di mani, giochi da villani”, che esiste uguale anche in francese. Io ho sempre pensato che volesse dire che chi alza le mani è un maleducato… N. d. r.).
Proprio accanto al palazzo, abbiamo stabilito uno di quei giochi, dove abili insegnanti danno lezioni e sono molto ascoltati dai giovani. Studenti delle scuola d’artiglieria non guadagnano gli allori. (Nel novembre 1871, i dipendenti del castello di Fontainebleau sono addetti alla Scuola dell’applicazione dell’artiglieria del genio, dopo che questa ha lasciato Metz. N. d. r.) Le signorine di Monbrisson e d’Haussonville ottengono le palme (racchette N. d. r.) e giocano con grande vivacità. Questo gioco del palmo, ottimo come l’igiene, almeno, ha il vantaggio d’essere di origine francese, e io credo che possa competere con il Pallone da calcio britannico e altri esercizi dello stesso tipo. ↩ - Nato a New York, ereditò dal padre James Gordon Bennett Senior, il giornale New York Herald introducendo innovazioni tecnologiche e collegamenti tra le varie sedi e redazioni nel mondo.
Appassionato di sport, promosse e finanziò numerose spedizioni, competizioni internazionali e trofei tra cui la Coppa Lysistrata. Leggi anche: La Coppa Lysistrata (un trofeo partenopeo che viene da lontano) ↩ - Chronique Mondaine, tratto da La Mode de Style, Rivista illustrata di eleganze parigine, Mercoledì 11 Novembre 1891, Anno 16, N. 46, pag. 362-363. ↩