Pozzano
di Giuseppe Zingone
Godetevi voi il vostro divino Pozzano che sognai anche mio – e compatite chi va a fare la vita disperata e rabbiosa del reporter.1Queste le parole di una Matilde Serao, in procinto di partire per Venezia in qualità di giornalista.2
Ma quanto è bella ancora oggi la località di Pozzano? In una scala valoriale da uno a dieci, (ci si sta davvero stretti), per cui bisogna dire undici. Sicuramente lo era un tempo! Nelle mie passeggiate degli ultimi giorni, due cose balzano agli occhi: 1) L’avanzare naturale della selvaggia vegetazione, che tenta di riprendersi i propri spazi e che rende questo luogo ancora più affascinante; 2) Le crescenti opere umane di abusivismo incontrollato, che minano la bellezza del luogo e che rendono insicura la collina, da sempre nota come un territorio fragile, soggetto a pericolose frane e smottamenti (soprattutto se si guarda ai fatti nazionali degli ultimi tempi).
Ma Pozzano è terribilmente bella con la sua Basilica, la piccola terrazza antistante il mare, di fronte al Vesuvio, con il colore verde che la incornicia, le stradine ed i sentieri.
Matilde Serao: “Pozzano ha fatto su Arnaldo3la stessa impressione che fa sugli altri: estasi, mutismo stupefatto – e credo anche, una segreta malinconia di aver lasciato troppo presto codesto luogo delizioso. Quanto è bello, quanto è intensamente bello, Pozzano! Io forse non potrò venirci che per un giorno solo. Non resterò né a Castellammare, né a Napoli“.4
Olga Ossani, A Pozzano, La Cronaca Rosa, 4 maggio 1884: “Sapete voi – domandò che cosa è Pozzano? Topograficamente, è un piccolo promontorio che s’avanza nel golfo azzurro, fra il porto ridente di Castellammare, e la piccola baja di Portocarello, tutto verdeggiante dal pié alla cima, coronato da una selvetta di castane, nella quale è incastonato, come un gioiello antico, il vecchio edificio, nero e solenne dal lato orientale, e dalla parte che guarda Castellammare, tutto nascosto, come una vecchia quercia coperta di vegetazione parassita, da logge, torricelle, porticali, terrazze, casette rosse, bianche e gialle… Una pazza risata architettonica, che dovrebbe deturpare il paesaggio, ed invece lo allieta d’una nota tutta meridionale.
Un sentieruzzo tra i fiori scende fino al mare, dove l’acqua limpidissima e d’un bel colore d’oltremare, lascia vedere le pietruzze e l’arena del fondo. La sabbia asciutta della riva scintilla al sole, come fosse di gemme polverizzate, e gli scogli hanno ombre azzurre e lucentezze rosee da Porcellana di Sevres“.5
Lettera di Gabriele D’Annunzio ad Olga Ossani: Mia cara amica, la vostra lettera mi da un grande piacere. Io seppi, alcuni giorni fa, che voi eravate a Pozzano; e sarei certo venuto a vedervi anche senza essere invitato. Io spero di poter venire sabato. Vi cercherò al bagno, o salirò al santuario. Non vi date alcuna pena, tanto più che la mia gita di sabato è ancora incerta. Io non conosco Pozzano. Mi pareva un tempo favolosa nelle vostre parole. A rivederci cara Olga. E grazie! Salutate per me vostro marito – tutti i vostri cari. Vi bacio le mani Gabriele D’Annunzio.6
Leggi anche: La Basilica di Pozzano e la patrona di Castellammare e Il Crocifisso di Pozzano e l’eruzione del 1631 ; Olga Ossani, Febea .
Articolo terminato il 26 giugno 2023
- Matilde Serao, Lettera ad Olga Ossani, Napoli, 12 settembre 1881. ↩
- A Pozzano, rinomato “paese” di villeggiatura campano, posto sopra Castellammare, la Serao dedicò un lungo articolo. Chiquita, La leggenda di Pozzano, Capitan Fracassa, 23 luglio 1882. ↩
- Luigi Arnaldo Vassallo, noto anche come Gandolin, nacque a Genova il 31 ottobre 1852 e quivi morì il 10 agosto del 1906, è stato un giornalista e scrittore italiano, fu coofondatore del Capitan Fracassa, redattore de Il Messaggero e direttore del Secolo XIX. ↩
- Matilde Serao, Lettera ad Olga Ossani, Roma 29 giugno 1883. ↩
- Ferdinando Cordova, Caro Olgogigi, Lettere ad Olga e Lugi Lodi, FrancoAngeli 1999, pag. 94. ↩
- Leggi l’articolo su: Olga Ossani. La lettera è custodita presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma. ↩