Vado a Venezia di Ciro Madonna

Vado a Venezia di Ciro Madonna

di Giuseppe Zingone

Ciro Madonna, Immagine tratta da All’Ombra del Castello di Lilino Diogene

Un breve articolo di giornale, riporta in “vita” quei personaggi che nella nostra città si dedicarono alla cultura, in maniera particolare all’arte teatrale, l’assente per eccellenza della  vita sociale di Castellammare insieme alla musica tradizionale. Ma Ciro Madonna, Italo Celoro, Lilino Diogene, il grande Ruccello e tanti altri giovani e meno giovani, dimostrano che le risorse umane ci sono ancora. Sono rimasto affascinato dal film Mixed by Erry e dall’interpretazione del nostro Luigi D’Oriano. Avanti tutta allora! Investiamo di più nelle arti e nei nostri nascenti artisti.

Luigi D’Oriano, foto gentilmente concessa dalla famiglia

Una scena dello spettacolo -Vado a Venezia-
ROMA Si è concluso da poco, alla Biennale, il gemellaggio tra Venezia e Napoli e già è pronto, rapidissimo, uno spettacolo che da quell’occasione prende spunto: Vado a Venezia, scritto e diretto da Ciro Madonna, in scena al Teatro delle Muse, presentato dal Centro Attività Teatrali di Castellammare di Stabia, che promuove dal 1968 seminari e, ricerche sul teatro napoletano e che ha allestito testi di Petito, Scarpetta, Di Giacomo, Viviani, De Filippo, prima di arrivare a una produzione di testi elaborati dalla stessa cooperativa.
Vado a Venezia è la parola d’ordine di Totonno Testadura, teatrante emarginato che non si rassegna a restare escluso dalla Biennale; bussa alle porte del Potere, sindaci, assessori, vescovi, per avere i finanziamenti. Alla fine, Testadura la spunta, anche lui andrà a Venezia, con la sua compagnia improvvisata, portandosi dietro accuratamente imballati i luoghi comuni su Napoli, il teatro e la napoletanità, che in questi ultimi anni hanno sfilato sui nostri palcoscenici. I napoletani sono i negri d’Italia? E allora Oj Marì viene eseguita a tempo di jazz. Il pretesto dello spettacolo messo su dalla compagnia di Testadura serve alla cooperativa di Castellammare come maschera, come la maschera di Pulcinella sotto cui spunta lo sberleffo, e Vado a Venezia allude ironicamente al nuovo folklore napoletano del De Simone, del Mastelloni e del cantautori del rock partenopeo: anche questi sono ormai luoghi comuni, sembra voler dire Ciro Madonna, come il pino marittimo sullo sfondo del Vesuvio che fuma. Luoghi comuni da fissare ormai dentro una cartolina o da conservare in una palla di cristallo, con la neve che scende quando la si gira.

Non privo di ingenuità e di qualche enfasi retorica, Vado a Venezia si impone comunque per l’abile istrionismo di Italo Celoro, il protagonista, e per l’entusiasmo con cui Stefania Agnello, Giuseppe Balestrieri, Laura Buccarelli, Edo Calò, Generoso Coraggio, Gerardo D’Orsi, Antonio Gulda, Aldo Palladino, Anna Maria Paradiso, Salvatore Parmentola e Luigi Salvato eseguono le belle canzoni scritte da Ciro Madonna, musicate da Antonello Lauritano, coreografate da Manon Marinelli. Scene e costumi di Lilino Diogene.1
P. F.

Vado a Venezia di Ciro Madonna

Articolo terminato il 1 settembre 2023


 

  1. Corriere della Sera, Napoletani a Venezia, lunedì 26 aprile 1982.

Un pensiero su “Vado a Venezia di Ciro Madonna

  1. Generoso

    Ho partecipato a questo lavoro che era un capolavoro di idea sicuramente. Trattasi di un testo che Ciro scrisse per la mancata chiamata al carnevale di Venezia della cooperativa. Le prove le facevamo nel salone parrocchiale di s.maria dell’orto, eravamo un gruppo molto affiatato ma eterogeneo sia di età che di esperienza teatrale, ma tutti concentratissimi per la realizzazione di un progetto teatrale di largo spessore. Ricordo che la cooperativa non aveva grosse possibilità economiche allora chiedemmo un contributo al comune per poter sostenere la trasferta romana che durò due settimane, ebbene il sostegno ci fu dato non in denaro ma ci misero a disposizione un bus sia per l’andata che per il ritorno e trasportammo le scene. Alloggiammo ad un Hotel presso la stazione tiburtina che non ricordo il nome e ci spostavamo a piedi per il teatro delle Muse che era poco distante. Bellissima esperienza. Grande Ciro.

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