Stralcio del diario del Cantiere di Castellammare

Stralcio del diario del Cantiere di Castellammare di Stabia dal 8 al 30 settembre 1943

a cura di Gaetano Fontana

Questo raro documento ci descrive in modo dettagliato e cronologico ciò che è accaduto dal 8 settembre 1943  (giorno dell’Armistizio) al 30 settembre 1943 nel Cantiere di Castellammare.

Sono giorni drammatici per l’Italia intera.

E’ uno dei rari casi in cui possiamo studiare  un avvenimento  storico direttamente dalla fonte originale . Non capita spesso.

Per questo non ho voluto porre  il watermark sulle foto del documento, in linea con il principio fondamentale a cui si ispira  il  sito LIBERORICERCATORErendere la cultura accessibile a tutti e senza limitazioni di alcun genere.

Ho trovato queste paginette su una bancarella pertanto risultano   sbiadite dal tempo (80 anni) e quindi per una lettura più agevole ho ricopiato integralmente  il testo.

Chiedo una sola cosa. Chi lo utilzzerà per i propri studi,  ricerche , pubblicazioni od quanto altro deve citare  la fonte Liberoricercatore.it .  E’ una questione di correttezza e di dovere morale.

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Stralcio del diario del Cantiere di Castellammare di Stabia dal 8 al 30 settembre 1943

MERCOLEDI’  8-9-1943

Verso le ore 19 si sparge la notizia dell’armistizio. In un primo momento non si da fede alla voce ritenendola una delle solite informazioni fatte circolare appositamente, ma per le 20 viene confermata e udito il bollettino radio che trasmette il proclama di Badoglio.

In cantiere tra i pochi operai regna viva agitazione anche perchè dal breve e succinto proclama tutti deducono che la resa deve essere stata senza condizioni. Nel frattempo comincia in tutto il porto di Castellammare una sparatoria infernale. Si ritiene un allarme e tutti corrono nei rifugi. La sparatoria continua per diverso tempo dalle navi, dalle batterie antiaeree, dalle postazioni di mitragliatrici sulle calate e dai moschetti isolati. Chiunque ha un arma spara freneticamente verso il cielo. Da Castellammare non si è mai sparato tanto nemmeno quando vi sono stati dei potenti attacchi aerei.

Non si capisce il perchè di tanta frenesia perchè nessun ufficiale si vede. Sembra che il fuoco sia fatto per dimostrare la gioia per la notizia ricevuta. Finalmente giunge fremente di sdegno con la pistola alla mano il direttore di Marinnalles -Cap. di Corv. Baffigo – valoroso Ufficiale più volte decorato, che chiama gli sperduti Carabinieri del Corpo di Guardia per scagliarsi sulle navi e far cessare questa vergognosa sparatoria. I Carabinieri non lo seguono. Il Comandante Baffigo va da solo con un unico milite disposto a seguirlo, comincia dal Germanico e dalle navi alla banchina che via via in sua presenza cessano il fuoco che continua ancora per qualche minuto.

GIOVEDI’  9.9.1943

La maestranza è entrata in Cantiere con i consueti ritardi e per i 2/3 circa della sua totalità. Regna in essa un certo nervosismo. Per poter ottenere che producano gli ingegneri e i capi tecnici si devono prodigare.

Il desiderio dell’ Ing. Viettone è quello di cercare di cacciare in acqua le Corvette sullo scalo n. 1 e 2 e le zattere sullo scalo 4 in modo che se dovessero succedere delle distruzioni anche parziali possano avvenire solo ai mezzi d’opera. Riesce infatti a varare le due zattere che erano state alate per la riparazione sullo scalo n.4 – 745 e 792 e si accinge alle ultime operazioni di approntamento delle invasature delle Corvette sullo scalo n.1 –

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SABATO 11.09.1943

Verso le ore 13,45 un gruppo di sei soldati tedeschi completamente armati entra in Cantiere con la forza dalla Porta Ferrovia. Disarma completamente il picchetto di uomini che era all’ingresso principale del Cantiere e prosegue quindi verso lo scalo n.4 dove sotto uno delle arcate era accasermato il resto della truppa.

L‘Ing. Viettone che viene subito avvertito di quanto sopra, scende in Cantiere con gli altri ingegneri per recarsi a confabulare con i Tedeschi. Nel mentre i Tedeschi stanno disarmando la compagnia di soldati, una pattuglia formata  di tre soldati Tedeschi si reca verso il Giulio Germanico per prendere possesso della nave. Da bordo, ove si trovava il Comandante Baffigo con il Comandante Flaman, con gli equipaggi del Germanico e delle Corvette, viene fatto fuoco.

Comincia quindi una sparatoria tra i soldati Tedeschi ed il bordo, sparatoria alla quale si uniscono anche i soldati Tedeschi che avevano disarmato i soldati Italiani e la batteria di Pozzano. Il fuoco diventa intenso e dura per una mezz’ora circa.

I marinai Italiani a bordo del Germanico hanno il sopravvento  ed i Tedeschi sono costretti a ritirarsi e lasciare libero il Cantiere. Il Comandate Baffigo scende da bordo tutto contento per il brillante comportamento della sua gente ed ha un breve incontro con un Ufficiale Tedesco: gli spiega che ha risposto al fuoco Tedesco ma he se i tedeschi non avessero sparato non vi sarebbe stato nessun scambio di fucilate

Nel frattempo, però, i marinai tedeschi che erano a bordo del Madaluni scendono a terra perchè al Distaccamento della Marina si continua a sparare ed a gettare bombe a mano.  Il fuoco viene diretto da S.T. di Vascello Ettore Percival che prende parte attiva con un fucile mitragliatore e gettando bombe a mano. Con la voce e con il fischietto incita i suoi marinai  -è sempre alle finestre della Caserma.

Un plotoncino di soldati tedeschi che usciva dal nostro Cantiere è stato preso dal fuoco del Distaccamento ed uno viene ferito. Due soldati del Madaluni  vengono uccisi; la sparatoria continua intensa.

I Tedeschi visto quanto sopra, mandano a cercare il Comandante Baffigo che , nel frattempo visto che la plebaglia di Castellammare sta saccheggiando il Madaluni, esce sulla banchina dell’Acqua della Madonna accompagnato da alcuni suoi armati per arrestare i ladri.

Informato di quanto sta facendo il Comandante Baffigo, l’Ing. Viettone ed il Dott. Tosana si recano anche loro sulla banchina. Danno man forte al Comandante Baffigo, avendo riconosciuto in mezzo ai ladri alcuni dei nostri operai.

Presi tutti i ladri il Comandante Baffigo li fa accompagnare nella Caserma della R.Marina e con alcuni suoi marinai ed Ufficiali dispone per il disormeggio del Piroscafo che viene ormeggiato alla boa, onde impedire che altri ladri possano tentare di salire a bordo.

Sono circa le 18,00 quando un gruppettino  composto di due soldati Tedeschi e di un parlamentare in borghese con bandiera bianca passa davanti

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al Cantiere . Domandano del Comandante Baffigo. Nel frattempo vengono portati nella nostra infermeria un ferito tedesco che viene prontamente medicato, una donna ferita con un proiettile nella schiena conficcatosi nell’addome ed un uomo con la mano destra letteralmente mozzata.

I feriti provenivano dalla motobarca che faceva il viaggio Napoli -Sorrento e che era stata presa a cannonate dai Tedeschi e centrata in pieno.

Vi sono stati oltre dieci morti e moltissimi feriti. I feriti ricoverati presso di noi vengono trasportati all’ospedale.

L’ondata di sdegno verso i tedeschi dalla popolazione è enorme.

Nel frattempo in Cantiere il Comandante Baffigo in accordo con il Comandante della Compagnia avevano stabilito altre postazioni di difesa sia all’ingresso principale che alla portineria operai. Tutto viene predisposto per una  resistenza ad oltranza qualora i tedeschi dovessero presentarsi di nuovo dalle porte. La pattuglia che era passata davanti alla porta del Cantiere ha finalmente rintracciato il Com. Baffigo che era a bordo del Madaluni. Veniamo a sapere che è stato catturato il Col. Oliviero del Castillo e il S.T. di Vascello Caso, che sono stati tenuti come ostaggio.

I Tedeschi , appena il Com. Baffigo si è presentato lo hanno circondato in numero di 6-8 con i fucili mitragliatori puntati su di lui.. ( Non ci sarà più dato di rivedere questo valoroso Ufficiale che ha saputo anche in questa occasione tenere alto il nome della Marina Italiana.

Egli non era nemmeno nella colonna avviata nelle vicinanze di Castellammare.

Nei giorni successivi veniamo a sapere ,col cuore gonfio di lacrime , che è sato fucilato, ma per quante indagini si siano fatte, non riusciremo a sapere nulla di preciso. Pensiamo con affetto alla consorte ed alla piccola da poco nata , e di cui  egli ci aveva parlato con tanto amorosamente).

Sappiamo poi che i tedeschi hanno ordinato al Com. Baffigo di sospendere il fuoco, di disarmare le truppe della Marina e dell’Esercito che sono in Cantiere ed in Castellammare, depositare le armi all’ingresso del Cantiere in mucchio e far radunare tutti i marinai ,soldati ed ufficiali di fronte al distaccamento entro le ore 20,30. Se per detta ora quanto sospra non sarà stato eseguito ,verrà iniziato il fuoco contro il Cantiere da alcuni carri armati che si sono piazzati nella piazza di Castellammare.

Si viene a sapere che in città la popolazione ha espresso sentimento ostile ai tedeschi e che dalle autoblinde è stato aperto il fuoco sulla popolazione. La battaglia è avvenuta nella piazza di Castellammare anche perchè soldati del Comando di Presidio hanno risposto al fuoco tedesco, i quali hanno fatto fuoco anche su alcuni curiosi che si erano affacciati alle finestre delle loro case. Veniamo a sapere che sarebbe stato ucciso  il nostro capo operaio Lupacchini.

Sono le 19,30. A quest’ora in Cantiere sono rimasti l’Ing. Vittone  e

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il Dott. Tosana ed i guardiani ed i pompieri di turno. Comincia lo spettacolo pietoso dei soldati che portano le armi e le buttano ln mucchio alla portineria della Direzione.e comincia l’uscita dei marinai, sottoufficiali e ufficiali che si recano al distaccamento.

Il dott. Tosana esce per andare a fare da interprete agli ufficiali tedeschi.

Vengono fatti uscire anche i soldati ex militi che tenevano le batterie antiaeree lungo la nostra banchina. Verso le 20,15 l’uscita è quasi completa.

I Tedeschi vanno e vengono dalla portineria spadroneggiando.

Alle 20,30 entra in Cantiere un sottoufficiale tedesco che parla correntemente l’italiano. Si fa accompagnare dall’ Ing. Viettone al microfono e con voce perentoria dice che entro 5 ‘ l’uscita deve essere completamente ultimata pena l’inzio del fuoco.

Sceso in portineria da ordine all’Ing. Viettone di provvedere con i guardiani a caricare su carretto tutte le armi per buttarle a mare. Lo stesso assiste ed aiuta perchè tale operazione sia completa per le ore 21. Sin dalla loro presa in possesso del Cantiere provvedono alla distruzione immediata dei telefoni che sono in portineria e che ci davano la possibilità di comunicare con l’esterno. Ner frattempo rientra il Dott. Tosana. Viene chiesto al detto sottufficiale se possiamo restare in Cantiere per tutta la notte o se dobbiamo allontanarci. Ci viene detto che possiamo restare tranquillamente.

L’Ing. Viettone viene ritenuto responsabile se dal Cantiere verrà sparato qualche colpo di fucile al loro indirizzo. Egli ha presente che la sua gente è disarmata ; che le armi in Cantiere sono state portate dalla Marina e dall’Esercito; che egli non sa se ve ne sono rimaste ancora in Cantiere; che comunque dalla sua gente non sarà fatto fuoco. Non può però rispondere del fuoco che fosse eventualmente fatto da qualche marinaio rimasto ancora in Cantiere.

Essendo presente all’incontro il S.T.di Vascello Ettore Percival, lo sottoufficiale tedesco dice che egli sarà tenuto responsabile se qualche militare dovesse aprire il fuoco. Quindi il sottoufficiale tedesco ordina al’Ing. Viettone di fare perlustrare il Cantiere per tutta la sua estensione dai suoi guardiani e far raccogliere quelle armi che si trovassero ancora.

Il Dr.  Tosana che aveva avuto occasione di parlare con alcuni ufficiali tedeschi al di fuori del distaccamento della Marina mentre funzionava da interprete, aveva avuto il sospetto che i tedeschi intendessero procedere alladecimazione di tutti questi marinai. In seguito alle discussione avute il sospetto è risultato infondato.

Egli spiega che l’atteggiamento tenuto dalla Marina è da ritenersi onorevole e tale da meritare il rispetto da parte di un nemico che ha il senso dell’onore. L’ufficiale tedesco dichiara apertamente che egli è dispiaciuto di esigere qeste condizioni , ma che egli ha dovuto fare ciò per precauzione tenuto conto del contegno ostile della popolazione e della vicinanza degli americani.

E’ intenzione dei tedeschi rendere innocui questi soldati per non

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avere ulteriore offesa.

La conversazione viene interrotta da un ordine tagliente scandito in italiano che invita la colonna ad iniziare la marcia e che tutti camminino in colonna chiusa nella direzione indicata e se uno tenta di fuggire verrà fatto fuoco sulla massa.

 

DOMENICA 12.9.1943

All’alba comincia il saccheggio, da parte della popolazione di Castellammare, del distaccamento  della R.Marina e della Caserma di Pozzano.

Il distaccamento era rimasto senza alcun guardiano perchè una buona parte di marinai si era incolonnata ed in parte era fuggita.

Alla Caserma di Pozzano, appena giunta notizia di quanto era successo in Cantiere e dell’ordine dato di incolonnarsi, tutti erano fuggiti, ufficiali, sottoufficiali,marinai.

Siccome per la maggior parte erano della penisola,essi hanno raggiunto la loro famiglia.

Donne, scugnizzi ,uomini, entrano e portano via ,tutto ciò che si può portare.

Non un Carabiniere, non un vigile, non un soldato si oppone a questo vandalismo.

Usciamo sul piazzale antistante alle Terme e tratteniamo tutti quelli che vediamo passare e li costringiamo a depositare la refurtiva nel nostro Cantiere.

Fatica che andrà purtroppo annullata, con la distruzione che farà l’incendio che verrà dato purtroppo nei giorni seguenti.

VENERDI’ 17.09.1943

Il Dott. Tosana che ha dormito nel rifugio insieme con la guardia di scorta tedesca ,all’alba vede entrare in cantiere automezzi mimetizzati e un trecento uomini. Si accorge subito che sono dei guastatori; è evidente che il loro compito di demolizione del Cantiere avrà inizio da oggi.

Con la scusa di recarsi a vedere l’officina falegnami si accinge a percorrere il Cantiere. Quando è giunto al magazzino generale si accorge con stupore che il lucchetto gigante che chiude la porta di ferro di ingresso è stato fatto saltare.

Entra in magazzino e rileva che tutto è a posto fuorché le pitture che sono state manipolate.

Allorché esce dalla porta del magazzino un formidabile tuono scuote l’aria; è vicinissimo ed è il fragore di una mina.

Sempre con il lucchetto in mano esce sul piazzale con l’intenzione di protestare  con il Comandante per la violazione della nostra proprietà.

Vede una gran nuvola che si alza dalla banchina. Purtroppo è la prima della infinita serie di boati tremendi che per tutta la giornata e per le successive fenderanno l’aria.

Incontra il Vice Comandante che vedendolo con il lucchetto in mano si

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affretta ad informarlo che il magazzino è stato aperto d’ordine del Comandante, che si stesse facendo saltare il Cantiere pezzo a pezzo ,è una cosa che non valeva certo  la pena di essere comunicata. Il Dott. Tosana non ha più animo di continuare il suo giro e ritorna in portineria dove un caporale tedesco lo informa che il Comandante è sul Germanico e lo cerca affannosamente.

Lo segue a bordo, si incontra con il Comandante dei guastatori. Durante il tragitto si accorge che la cabina di trasformazione  D è andata completamente distrutta; poco oltre vede la “Cicala” che sta per affondare.

Giunge a bordo del Germanico mentre aerei inglesi sorvolano il Cantiere ed appena ha messo i piedi a bordo sente il boato di una esplosione. E’ la prora della nave che salta in area lanciando al cielo lamiere contorte, polvere e fumo. Si ripara alla meglio e nel frattempo giunge il Comandante il quale per nulla preoccupato del pericolo che eventualmente poteva correre il Dr. Tosana, gli ordina di preparare una valutazione il più possibile precisa della distruzione da eseguire nel Cantiere, distintamente per le navi e per le singole officine. Dà come termine per l’approntamento della nota,le ore 16,00.

Il Dr. Tosana chiede se anche il magazzino verrà fatto saltare e il Comandante risponde che ciò dipende dal tempo che egli avrà a disposizione, comunque egli racchiuda nella nota tutto quanto è in Cantiere e quindi anche il magazzino.Allorché scende il Dr. Tosana dal Germanico vede i pontoni da 50 T che stanno affondando,la G.A.7 da noi noleggiata dalla R.M. che e’ già poggiata sul fondo del mare, il suo percorso dalla banchina alla portineria è accompagnato da laceranti esplosioni ed ulteriori rovine. Come se quanto sopra non bastasse per lacerare il cuore di chi ha costruito e vissuto in questo Cantiere, un altro spettacolo si offre alla vista,e cioè quello del saccheggio del magazzino generale,quello dell’offesa vituperevole a tutti gli uffici, quello della distruzione di ogni nostra cosa anche se non di carattere bellico. Una moltitudine di tedeschi ha invaso ogni angolo del magazzino e ogni angolo di ufficio.

Tutto si offre alle loro brame: scarpe, tele, tendaggi, strumenti ottici, cancelleria, macchine da scrivere, poltrone,sedie,cuoio, benzina, lampadine,pentole ,caffettiere, tutto.

Negli uffici gli armadi sono aperti, i cassetti rovistati, i telefoni infranti,le porte sfondate a calci, i vetri frantumati, le macchine calcolatrici   scaraventate a terra, una cosa veramente orrenda.

VENERDÌ 30.09.1943

I danni arrecati al Cantiere sono:

Tutte le navi sono affondate: Germanico; Lucciola; Grillo; Cicala; Calabrone; 3 Pontoni da 50 T.; Pontone G.A.7; Pontone I8I; Motocisterna per olio; Cucina galleggiante; Sella smagnetizzante; Zattere 745, 792,; Pontone della ditta Cidonio, Vedetta 243; barche varie; Piroscafo Maddaluni .

Si vedono gli squarci tremendi e si ha modo di giudicare subito che il sollevamento delle navi è un problema difficile.

 

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Navi sugli scali – La 7a e l’ 8a Corvetta sullo scalo n.1 sono sventrate da esplosioni e bruciate. Esse erano pronte al varo e tutto il piano strisciante e tutta la invasatura erano a posto dato che si doveva varare entro due o tre giorni.

I tedeschi hanno incendiato i puntelli – il piano di varo e le Corvette sono state raggiunte dalle fiamme, si sono adagiate in modo macabro sui cavalletti di cemento che in parte hanno ceduto ed in parte hanno resistito.

Sullo scalo n.2 la 9a e la 10a Corvetta sono intatte, sullo scalo n. 4 le 4 zattere nuove tedesche non sono state toccate. La parte in muratura degli scali e degli avantiscali non è stata toccata. Tutte le gru, le quattro a torre e le quattro Wolff sono state abbattute sopra le navi sugli scali. esse si presentano contorte e lacerate da escludere qualsiasi possibilità di riparazione.

Gli avantiscali quelli al N.1 e quelli a N.4 sono intatti.

Officine e magazzino – Il magazzino dell’allestimento sotto la lanterna è stato completamente distrutto dalle fiamme. la officina fucinatori in massiccio e angolare è stata distrutta le macchine sono state guastate una per una con cartucce di dinamite.L’officina attrezzisti e meccanica sono distrutte, le macchine anche qui sono state danneggiate una per una nelle parti più vitali.

L’officina tubisti è parzialmente crollata; tutto quanto era nel suo interno è stato devastato. La parte nuova in costruzione è stata risparmiata. La sottosezione B elettrica è stata fatta completamente saltare. L’Officina navale è stata oggetto di colpi di cannone; tutto il tetto si presenta rotto. La campata verso monte dell’officina navale è crollata in corrispondenza del forno di piegamento delle ossature. Tutte le macchine dell’officina navale sono state più o meno gravemente. Non uno dei trapani “Pasquino” è stato risparmiato. La sala a tracciare è stata completamente incendiata. Di essa non esiste più altro che l’ossatura che si presenta in modo veramente macabro. L’Officina di allestimento ha subito meno danni delle altre per quanto anche essa sia stata danneggiata gravemente. L’officina falegnami è andata completamente distrutta dalle fiamme. Il magazzino di legno che avevamo all’esterno ha preso fuoco  dalle fiamme comunicate dalla Corderia. Il magazzino nuovo di allestimento costruito vicino alla Corderia è stato completamente distruttodalle fiamme con tutto ivi contenuto. L’officina elettricistoi è stata distrutta dalla caduta del camino che esisteva nelle vicinanza dei serbatoi di nafta. La centrale elettrica A è stata completamente fatta saltare , tutti i trasformatori sono sventrati. La centrale compressori invece forse perchè con la costruzione dell’ampliamento dello spogliatoio dava la impressione di essere già una cosa diroccata, è stata risparmiata .Il refettotio operai incendiato, si sono salvati pochi tavoli. Lo spogliatoio superiore è andato completamente distrutto; non resta più nulla di quanto era in esso contenuto.

Il magazzino generale è andato completamente distrutto dalle fiamme. Di tutto quanto era contenuto resta altro che uno spessore di cenere per un altezza di 20 cm. Gli uffici tecnici posti superiormente sono andati completamente distrutti. Dei tavoli e della attrezzatura

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di disegno non resta più nemmeno la cenere. L’ ufficio contabilità è stato distrutto parzialmente dalle fiamme che sono comunicate attraverso la sala d’arte. Gli uffici della direzione si presentano più o meno devastati ma per fortuna le carte sono quasi tutte salve. L’ufficio mano d’opera e l’ufficio lavori completamente distrutti dalle fiamme. non resta più nemmeno il segno di quello che erano questi uffici  così importanti nella vita del Cantiere. il refettorio impiegati e la cucina completamente distrutti dalle fiamme L’appartamento del capo guardiano completamente distrutto dalle fiamme,

IL CAPITANO DI CORVETTA

   (Agostino Giannotti)


Per approfondire vedi anche:

Quei terribili giorni del 1943 

Domenico Baffigo, l’eroico marinaio

1943: I “turisti” del Terzo Reich a Castellammare

Settembre 1943 – I Partigiani di Castellammare di Stabia

La Resistenza nasce a Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia (8-28 settembre 1943)

L’ 8 settembre a Castellammare: c’ero anch’io

 

 

2 pensieri su “Stralcio del diario del Cantiere di Castellammare

  1. amelia guarini

    Grazie. Documento interessantissimo che arricchisce il racconto dei nostri anziani : ci hanno lasciato le loro testimonianze facendoci immaginare il caos di quei giorni.Vi sono grata

    Rispondi

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