Rarissima foto di Piero Girace, Monsignor Francesco Di Capua e Teodoro Brenson a Castellammare

Brenson Teodoro

Brenson Teodoro di Piero Girace

a cura di Giuseppe Zingone

Rarissima foto di Piero Girace, Monsignor Francesco Di Capua e Teodoro Brenson a Castellammare

Rarissima foto di Piero Girace, Monsignor Francesco Di Capua e Teodoro Brenson a Castellammare

Brenson Teodoro nasce a Riga il 27/11/1892, e muore il 21/9/1959 a Peterborough, New Hampshire, USA. Fu incisore, pittore, illustratore. La foto costituisce un’assoluta rarità, per la presenza dei due stabiesi ed il pittore russo (dell’allora URSS); l’anno è molto presumibilmente l’estate del 1934, dalla più nota storia di Piero Girace: L’estate dei pittori.1

“Camminiamo per una stradetta alpestre dell’Arcangelo Raffaele ove l’acqua ha roso la terra e levigato i sassi.
Teodoro Brenson si mette al lavoro: il suo occhio palpita tra il passaggio del golfo ed il cartoncino che ha davanti.
Vedo la mole del vecchio maniero degli Angiò, macchiata qua e là da grosse chiazze d’ombra. La viuzza che costeggia il muraglione del castello precipita giù fino alle case di Castellammare, di cui si ode il respiro spazioso.
Nel cielo uno stormo di nuvole. I colpi sordi della zappa del contadino che lavora in una piazzuola più alta. Il mare grigio, calmo. Siamo in pieno clima gigantiano.
– Oh, don Giacinto, che direste voi vedendo dipingere questo pittore finlandese che per la prima volta si trova di fronte ad un passaggio mitologico qual è quello del golfo di Napoli? Forse non gli sareste di qualche parola di lode.
Il ragazzo che accompagna Brenson per il trasporto del cavalletto e della borsa pilucca tranquillamente l’uva. I capelli incolti, bruno come un moretto, gli occhi vivi, una maglietta gialla con le maniche corte, i pantaloni anch’essi corti e scuri, le gambe snelle e nervose, questo ragazzo, filosofo senza filosofia che si diverte a piluccare l’uva e a guardare di tratto in tratto ora il passaggio del golfo ed ora i segni che Brenson traccia sul cartoncino, esprime in pieno il carattere della razza meridionale pigra e meditativa. Chissà s’egli non posò un giorno, tanti secoli fa, per il Bacco giovinetto del Caravaggio? Viene a curiosare anche il contadino, che ha un aspetto biblico, la maglietta bianca sporca, i calzoni di flanella grigia rimboccati sul ginocchio, i capelli neri e ricciuti, la barba incolta nera, le gambe dai polpacci gonfi.
Ora io mi ricordo di Velasquez, ed anche, per certe strane associazioni di idee, di Benozzo Gozzoli.
Il cielo sbiadisce: l’aria imbruna. Nuvole rosa vanno verso il Vesuvio che è di ventato violaceo.
– Dove siamo? – mi chiede Brenson, ed ha sul volto i segni di un grande stupore.
– Mi sembra di vivere in un quadro di altri tempi o in un capitolo di romanzo”.2

Articolo terminato il 15 aprile 2024

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  1. Brenson Teodoro nasce a Riga il 27/11/1892, e muore 21/9/1959 a Peterborough, pc. New Hampshire, USA, incisore, pittore, illustratore. Dopo aver studiato in una scuola di architettura a Riga e Mosca, ha vissuto a Berlino e ha viaggiato molto in giro per l’Europa. Nel 1924 venne in Italia e si stabilì a Roma, dove si unì al Gruppo Romano di Artisti e Incisori.
    Ben presto Brenson si fece conoscere a Milano, dove nel 1927 tenne la sua prima mostra personale alla Galleria Pesaro, la prefazione al catalogo fu scritta da P.P. Muratov. In Italia dipinse numerosi paesaggi di Roma, Firenze, Napoli e Venezia; nel 1929 i suoi paesaggi calabresi furono illustrati in un album pubblicato dalla casa editrice fiorentina “Vallecchi”. Nel 1931 si trasferì a Parigi, ma mantenne stretti rapporti con gli italiani. Nel 1931 partecipa alla mostra milanese “Incisori moderni” (Peintres graveurs contemporaines), dedicata ai francesi. Nel 1933 ha luogo la sua mostra personale nella galleria milanese “Tre Arti”. Il critico Vincenzo Bucci (Vissi; 1878-1958) parlò con entusiasmo della sua opera sulle pagine del Corriere della Sera (25.4.1933), creando l’immagine di un artista talentuoso e innamorato dell’Italia. Negli anni ’30 Brenson si è occupato anche di grafica di libri, in particolare ha illustrato le opere di Gorky e ha creato ritratti grafici dei francesi, soprattutto personaggi della cultura (tra cui André Gide, André Maurois, Jean Cocteau, ecc.). Nel 1941 si trasferì negli Stati Uniti con la moglie e il figlio e fu attivamente coinvolto in attività espositive e didattiche. In: La Presenza russa in Italia nella prima metà del XX secolo: Enciclopedia, Rosspen Mosca 2019, pag. 128, Voce Brenson Teodoro.
  2. Piero Girace, Artisti Contemporanei, E.D.A.R.T. editrice, 1970, pag. 233.

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