Giacomo Palombo stabiese 1769
Il racconto sul marinaio Giacomo Palombo detto anche Occhio di Bufalo, fa parte de I Lazzari, di Francesco Mastriani romanzo a carattere patriottico, incentrato sul ruolo del ceto basso del popolo napoletano, appunto i lazzari, le cui aspirazioni di libertà in realtà verranno sempre soffocate e deluse dai poteri forti, da re Ferdinando (il lazzarone), dai francesi Giuseppe Bonaparte e Murat, dagli inglesi, dal cardinal Ruffo. Nulla cambia, anche i valori transalpini di liberté, fraternité ed egalité, tanto osannati ancor oggi dai cugini francesi, produssero solo un nuovo tipo di oppressione e tanta miseria e morte. Potremmo dire attualizzando al nostro oggi, che l’uomo pur godendo di tanta tecnologia è ancora allo stato primitivo e se un tempo uccideva solo i suoi simili, oggi ha deciso di togliere di mezzo anche il pianeta terra, la casa dove egli stesso vive.
Tornando a noi, Mastriani è tra i grandi scrittori napoletani, il cui dono più grande, è stato quel mutare nel tempo il suo modo di scrivere a seconda dei gusti, della sensibilità e dei cambiamenti della società napoletana del tempo. I suoi scritti naturalmente sono volti alla classe medio borghese fatta anche di tanti impiegati, e di tutti coloro che almeno ogni tanto potevano acquistare un giornale, anche perché queste storie prima di essere raccolte in poderosi volumi, assurgevano alla ribalta, proprio attraverso i quotidiani.
Francesco Mastriani, nasce a Napoli il 23 novembre 1819 e a Napoli muore, la notte tra il 5 e il 6 gennaio 1891.
La storia di Giacomo, marinaio stabiese e dei suoi famigli sparsi nel romanzo, è una storia patriottica, un’esaltazione del popolo spesso sospinto in direzioni opposte dalla tirannia e dalla ignoranza oltre che dai propri piccoli interessi. Quel Popolo di lazzaroni, chiamato in principio a partecipare ai grandi cambiamenti sociali della storia ma che poi veniva ridotto al silenzio con la forza e la violenza. La storia di Giacomo, s’interseca con quella breve parentesi della storia, nota come la Repubblica napoletana del 1799, pochi mesi di pseudo democrazia, il cui unico denominatore, prima e dopo sarà la sofferenza di migliaia di uomini, donne e bambini del popolo, oltre ai cosiddetti traditori di tutti i ceti.
Un argomento di cui ho già trattato su Liberoricercatore, in particolare quando ho scritto di James Fenimore Cooper e del suo romanzo The Wing and the Wing. Ed anche nel Il ministro Acton e la sua politica, fino ad una notizia su Pietro Cossa e I NAPOLETANI DEL 1799, Poema drammatico in sei atti, ritrovata recentemente sul Fanfulla e non ancora pubblicata.
La storia di Giacomo, di Francesco Mastriani, per chi nell’afa estiva avesse voglia di leggere, magari all’ombra di un condizionatore, è rintracciabile su Google libri e rispettivamente al volume secondo e terzo del 1865 (ma tutto il volume racconta le vicissitudini di quest’uomo). Sono poi stato colpito da un’altra edizione de I Lazzari, quella del 1873, precisamente la seconda edizione illustrata, dell’Editore tipografo Gennaro De Angelis. Insomma sono proprio le illustrazioni a rendere più godibile il romanzo, con una particolarità.
Come potete notare dall’incisione nel libro, si tratta proprio di Castellammare, presa dalla croce di Pozzano. Ma come a volte accadeva nelle stampe, l’illustrazione è stata impressa a specchio, capovolgendo in tal modo l’intera descrizione grafica. Nulla di grave, che oggi anche il più obsoleto smartphone non possa in un attimo riallineare, anche se il testo ne rimarrà ahimè, irrimediabilmente segnato e leggibile (mi permettano l’ironia) solo a Leonardo da Vinci.
Saluti Giuseppe Zingone
Articolo terminato il 29 luglio 2024