Amilcare Sciarretta e la croce luminosa
di Giuseppe Zingone
Amilcare Vincenzo Sciarretta nasce a Termoli (Campobasso) il 23 Settembre 1895 da Basso Sciarretta e Giulia Plantulli.1
Nel 1919 ritroviamo il suo nome in un volume dei sottufficiali in congedo datato primo Gennaio 1916, in qualità di sottotenente di fanteria.2Ragioniere poi commendatore, il suo nome compare nello statuto del nascente Circolo Nautico Vincenzo Migliori di Giulianova è il 3 Novembre del 1931, nell’organigramma è il Vice Presidente.3
L’attività lavorativa svolta da Sciarretta è quella del bancario, ruolo ricoperto presso la Banca d’Italia, come lui stesso racconta, in un opuscolo ritrovato da Gaetano Fontana,: “Nel 1932-39, durante la mia permanenza in Castellammare di Stabia, quale impiegato della Banca d’Italia, S. Catello Patrono di quella città, mi diede l’ispirazione di ricostruire l’antico Tempio“.4Il riferimento è all’antica chiesa di San Michele Arcangelo al Faito, di cui lo stesso Sciarretta si fece promotore per la ricostruzione che va dal 1937 (con un periodo di stasi durante la seconda guerra mondiale) fino al periodo post bellico anno 1948. In questo periodo lo ritroviamo a capo di diverse associazioni, costituite appositamente per raccogliere i fondi necessari e procurar mattoni, che gli stessi pellegrini in forma di devozione portavano sul monte Faito,: “Così, attraverso infinite difficoltà di natura le più impensate, che, nel 1937, mi valsero, tra l’altro, la qualifica di affetto da <mattonemania>, sono riuscito a portare a termine una grande opera che, nel magnifico orizzonte storico dei secoli passati, farà rivivere nello splendore il culto di San Michele. Il Tempio è ora ricostruito e attende la consacrazione“, che avvenne il 24 settembre 1950.5
Le seguenti informazioni, sono invece tratte dal Sito CAI (Club Alpino Italiano), sezione di Castellammare di Stabia, di cui l’attuale presidente è l’Ingegner Raffaele Luise:
Nel 1935 viene fondata a Castellammare di Stabia la sezione “Monte Faito” del Club Alpino Italiano. Il suo primo presidente è il Dott. Giovanni Pellizzari, dirigente dei Cantieri Metallurgici “Falck” di Castellammare. Vice Presidente è il Comm. Rag. Amilcare Sciarretta.
Amilcare Sciarretta fu anche presidente della sezione “Monte Faito” del CAI di Castellammare dall’Aprile del 1937 al Gennaio del 1942.
Nell’Aprile del 1937, Il Comm. Rag. Amilcare Sciarretta, Presidente dei Ludi Fascisti Stabiensi, viene nominato dal Fascio Stabiese, Presidente della sezione CAI “Monte Faito”, in ottemperanza alla circolare n. 13 della Federazione dei Fasci di combattimento di Napoli del 3 Febbraio 1937.
Nel Maggio 1937 La sezione organizza un raduno moto-alpinistico al Monte Faito, a cui nel 1938 seguiranno, due gare di corsa in montagna da Castellammare al Molare.6
Il nome di Sciarretta è associato a quello del vescovo stabiese dell’epoca, monsignor Federico Emanuel (1936-1952), ed è presente all’interno di un romanzo storico dato alle stampe per i liti di Sellerio, nel 2015. Si tratta de L‘Affare Vivaldi di Federico Maria Sardelli, così scrive l’autore: “La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare“.7
Anche se i nostri due protagonisti della ricostruzione del santuario di san Michele al Faito, hanno un ruolo marginale e poco edificante all’interno del romanzo della riscoperta dei manoscritti di Antonio Vivaldi, le poche parole di un dialogo tra i due, apportano una ulteriore informazione rispetto a Sciarretta, che risulta essere il Presidente dei Ludi Fascisti Stabiensi. Questa stessa informazione mi è stata confermata dal nostro Raffaele Scala, che alla voce Amilcare Sciarretta aggiunge: “Nell’Archivio di Stato di Napoli ho visto che esiste un fascicolo sull’Unione Sportiva fascista Stabiese, Associazione ludi fascisti stabiesi. Non so cosa contenga materiale che potrebbe interessarti. Il fascicolo copre gli anni dal 1927 al 1940″.8
Ecco il testo tratto dal romanzo di Sardelli:n<Datemi solo due minutini per cambiarmi e poi partiamo subito>. Emanuel e il segretario uscirono, lasciando nello studio il grass’uomo insaccato nell’orbace d’ordinanza.9I due minuti diventarono cinque, poi dieci e il Commendator Ragionier Amilcare Sciarretta, Presidente dei Ludi Fascisti Stabiensi, fascista della prim’ora e grande appassionato di corsa coi sacchi, ingannò il tempo contemplando ammirato la biblioteca del vescovo.
Quando Emanuel rientrò, coperto d’un piviale bianco finemente trapuntato d’oro con un cuore splendente al centro e le bordure damascate in azzurro, il ragionier Sciarretta si buttò repente in ginocchioni sull’impiantito che percosso dalle rotule, rimbombò come un tamburo.
<Comodo, comodo, piuttosto mi scuso per avervi fatto attendere…>.
<Ma che dite mai, eccellenza? Qui siamo nella casa del Signore e ogni minuto è benedetto!
E poi avete questi magnifici libri che mi hanno tenuto compagnia>”.10
Il fulcro di questo articolo, rimane però, l’opuscolo ritrovato da Gaetano Fontana, il cui titolo per esteso è: Relazione Religiosa – Storico – Turistica, del ricostruito Tempio sul Monte Faito (m. 1250 s. m.) in onore di San Michele Arcangelo e della costruenda Croce al neon sul Molare (m. 1443). Il Tempio e la Croce luminosa, quote 1250 – 1443 – Monte Faito. Napoli MCML
Ecco alcune informazioni che compaiono nelle prime pagine del volumetto e che ci mostrano chiaramente che le mire di Sciarretta andarono ben oltre la semplice ricostruzione del Tempio. Infatti era sua volontà, rendere questo luogo unico, con la costruzione di una futuristica Croce al neon, dell’altezza di sessanta metri. Questa, con un ascensore avrebbe dovuto portare cinquanta persone per volta nel panoramico braccio corto della croce, in grado di ospitare fino a duecento persone e che dall’alto del Molare si sarebbe potuta intravedere fino a cento chilometri di distanza.
Ideatore e Promotore: Cav. Uff. Ragioniere AMILCARE SCIARRETTA
Progettista del Tempio: Ing. GUGLIELMO VANACORE
Progettisti della Croce: Architetti ARRIGO MARSIGLIA e MICHELE CAPOBIANCO
Dop i Cenni religiosi-storici del ricostruito Tempio di San Michele (pag.4), a pagina 5 così scrive Sciarretta: “La Divina Provvidenza si è servita di me: immenso privilegio al quale io potessi aspirare in questa vita terrena… Nel 1932-39, durante la mia permanenza in Castellammare di Stabia, quale impiegato della Banca d’Italia, S. Catello Patrono di quella città, mi diede l’ispirazione di ricostruire l’antico Tempio. L’idea fu accolta con immensa gioia dal Vescovo S. E. Pasquale Ragosta… Così il 2 Luglio del 1935 con apposito manifesto, Il Vescovo notificava al Clero ed al popolo della Città e Diocesi, la riedificazione della Chiesa Abbaziale di San Michele Arcangelo“.11
Alla posa della prima pietra continua Sciarretta a pag. 6, il 24 ottobre 1937: “Si scatena un uragano come una drammatica espressione della rivolta demoniaca contro il ritorno del culto del Principe delle Milizie Celesti. La posa della prima pietra avvenne tra il fragore degli elementi infuriati e il canto liturgico dei fedeli“.
Ancora nel maggio del 1838: “Costituii un comitato di giovani di tutte le classi sociali fraternamente uniti dall’ideale cristiano. Si organizzarono gite domenicali sul Faito. Ogni gitante comperava un mattone che portava personalmente, in segno di devozione, sul luogo ove si stava riedificando il tempio di San Michele“.
I lavori con il secondo conflitto mondiale si interruppero fino al 1946. Una notizia importante che sempre a pag. 6, apporta Sciarretta, è questa: “Intanto (1948) la grande industria, per valorizzare turisticamente la meravigliosa zona del Faito, affianca l’opera di fede. Sull’intero altopiano si inizia la costruzione del villaggio alpino“.
A Pag. 7 si comincia a parlare della croce al neon, seguito da un brano del Professor (sac.) Francesco Di Capua (pag.8) “Il Turismo del Mezzogiorno e la croce“.
Vogliamo ricordare che l’altopiano del Faito sarà oggetto in questi anni di uno straordinario piano di riqualificazione in chiave turistica, (vedi ad esempio la Funivia del Faito) del quale abbiamo già accennato in un precedente articolo tratto dalle Vie d’Italia del dicembre del 1948, a firma della scrittrice Regina Algranati, Nasce un villlaggio sul Monte Faito, che recuperammo e mettemmo a disposizione dei nostri lettori nel 2014.12
Finalmente a pag. 13, troviamola descrizione completa della “Relazione degli studi per il proporzionamento di una croce luminosa sul Monte S. Angelo a Tre Pizzi della penisola sorrentina“. L’opera ingegneristica nella mente di Sciarretta dove essere illuminata il 29 settembre giorno dei santi arcangeli addirittura accesa dal Papa Pio XII in persona, da Roma, dal suo Studio (pag.8). Il preventivo ammontava a quasi cinquanta milioni delle vecchie lire (pag. 16).
Purtroppo l’opera di rilancio del Faito partendo dal Santuario, dal Villaggio monte Faito e dal progetto della stessa croce che non verrà realizzata, vanifica, anche la piccola “apologia” dello Sciarretta , alla fine dell’opuscolo, che paragonerà questa sua idea a realtà come la Torre Eiffel (300 metri) e il Cristo di Rio de Janeiro (38 metri).
Anche Michele Palumbo nella sua, Stabiae e Castellammare di Stabia, tratta di questo argomento al numero 118, La mancata Croce sul Monte Faito, “una colossale croce luminosa, simbolo di pace e faro di luce al mondo” e ancora “fu il Prof. Sirio Giametta a preparare il geniale progetto… il progetto tutt’ora conservato prevede una Croce fluorescente, dell’altezza totale di m. 64, a forma di parallelepipedo, leggermente rastremato verso l’alto, costruita di elementi tubolari in traliccio di acciaio, portante a quota di m. 60 una loggia panoramica di metri quadrati 64 di superficie, e perciò di una capacità di circa 200 persone“.
A pag. 171: “Ma nel pieno dell’attività preparatoria il Commendator Sciarretta venne a mancare ai vivi, conseguentemente è venuta a mancare la Croce che dal nostro Monte avrebbe continuamente benedetto la nostra Castellammare, il nostro golfo, l’Italia, il mondo. Sarà ripresa la geniale iniziativa?“.13
Da alcuni riferimenti, possiamo asserire (con il Palumbo) che lo Sciarretta sarebbe deceduto dopo il 1960. Ecco i primi due riferimenti: Amilcare Sciarretta, Per la costruzione di una Croce luminosa sul Monte Faito, discorso pronunciato dal Commendatore Amilcare Sciarretta al “Circolo della stampa“, l’11 ottobre 1959, Napoli, Tipografia A. Pesole 1959, testo a stampa, monografia e Discorso pronunciato dal Comm. Amilcare Sciarretta al Circolo della stampa l’undici ottobre 1959, alla presenza di autorità religiose-politiche-civili e dei componenti i tre comitati costituiti sotto l’alto patronato di sua eminenza il cardinale Castaldo,14Napoli tipografia A. Pesole, 1960, testo a stampa, monografia.
Ultimo, ma non meno importante documento su Sciarretta, un articolo sul La Stampa, datato 14 Giugno 1962, (a pagina 8) titolato “In Luglio al Mediterraneo, il festival della canzone napoletana“. L’articolista parla di due organismi antagonisti al festival della canzone napoletana: L’ente della Canzone e l’Associazione Salvatore di Giacomo. Il poliedrico Amilcare Sciarretta risulta essere presente nella prima associazione ed in una parte del direttivo chiamata Collegio dei sindaci. Giusto per dovere di cronaca il festival si fece e vinse Sergio Bruni con una canzone scritta da Maria e Roberto Murolo, musicata da Renato Forlani, il brano era Marechiaro Marechiaro.15
Come abbiamo visto, lo sforzo di Amilcare Sciarretta, per realizzare il suo progetto, una “Croce luminosa sul Molare“, venne perseguito per oltre un decennio, senza però vederne mai il compimento. Nel testo La montagna e il mare di Pierroberto Scaramella, alla nota 69 di pag. 50, l’autore terminando la sua riflessione sulla Croce luminosa, afferma: “Fortunatamente l’amministrazione comunale non avallò il progetto che venne ben presto accantonato“. 16Che sia stata la morte dell’ideatore a bloccarne la realizzazione, l’ingente spesa di cinquanta milioni di lire, in una Italia che usciva con le ossa rotte dalla seconda guerra mondiale o ancora l’amministrazione (cosa meno probabile) o ancora il venir meno dei partner più facoltosi rispetto alle esigue casse della Città, anche noi riteniamo che questa impresa avrebbe irrimediabilmente deturpato e devastato l’ambiente intorno alla naturale bellezza paesaggistica del Faito. Forse anche un duro contraccolpo per la fede stessa.17
Di Sciarretta, infine, resta l’enorme impegno profuso nello sport, per la fede, di cui il Santuario di San Michele è la testimonianza più tangibile e perché no, anche nella musica, come vedremo nell’articolo dedicato all’opuscolo “Il Tempio e la Croce luminosa“.
Articolo terminato il 16 ottobre 2022
- Amilcare Vincenzo Sciarretta, Archivio di Stato di Campobasso, libro delle nascite anno 1809-1918, numero d’ordine 149. ↩
- Amilcare Sciarretta in: Ruoli d’anzianità pel 1919 degli Ufficiali in congedo, Parte Prima, dal n. 2870 al n. 2914, 1 Gennaio 1916, Sottotenente di Fanteria, Roma stabilimento per l’amministrazione della guerra, 1921 pag. 430. ↩
- L’associazione sportiva dilettantistica di Giulianova ” V. Migliori” viene fondata a Giulianova “il 3 Novembre 1931, con il nome di Circolo Nautico “Castrum”, con lo scopo di riunire a livello dilettantistico, tutti coloro che amano lo sport del mare. Presidente Vincenzo Migliori e Vice Presidente è il ragionier Amilcare Sciarretta. ↩
- Amilcare Sciarretta, Relazione Religiosa Storico Turistica, Napoli 1950, pag. 7. ↩
- Amilcare Sciarretta, Relazione Religiosa Storico Turistica, Napoli 1950, pag. 7. ↩
- Vedi: Club Alpino Italiano, sezione di Castellammare di Stabia. ↩
- Federico Maria Sardelli, L’affare Vivaldi, Sellerio editore, 2015, pagg. 304. ↩
- 1. Unione sportiva fascista stabiese: Unione sportiva Brin (anni 1927-1940); 2. Ludi fascisti stabiesi, Sezione ciclismo (1938); 3. Sezione di pallacanestro dei ludi fascisti stabiesi (1938). ↩
- Dispiace dover contraddire il Sardelli, che evidentemente sulle persone delle due figure ricama un tantino, ma come abbiamo visto Sciarretta ed anche il vescovo stabiese erano tutt’altro che grassi. ↩
- Stralcio tratto dal romanzo di: Federico Maria Sardelli, L’Affare Vivaldi, Sellerio 2015. ↩
- Leggi anche: Storia documentata della chiesa di San Michele al Faito, di Michele Palumbo. ↩
- Nasce un villaggio sul Monte Faito, estratto da: Le Vie D’Italia, Anno LIV, numero 12 Dicembre 1948, pagg. 1093-1099, di Regina Algranati. ↩
- Michele Palumbo, Stabiae e Castellammare di Stabia, Aldo Fiory 1972, pag. 170-171. ↩
- Il cardinal Alfonso Castaldo, nacque a Casoria il 6 novembre 1890, in data 7 febbraio 1958 fu promosso arcivescovo di Napoli e successivamente Papa Giovanni XXIII lo elevò al rango di cardinale, partecipò attivamente al Concilio Vaticano secondo, morì il 3 marzo 1966, all’età di 75 anni. ↩
- In Luglio al Mediterraneo, in: La Stampa (sera), giovedi 14 e venerdì 15 giugno 1962, pag. 8, Anno 94, numero 141. ↩
- Pierroberto Scaramella, La montagna e il mare, pag. 50, nota 69, Paparo edizioni, 2001. ↩
- Ho avuto modo di fare un’apposita ricerca nelle testate dei quotidiani d’epoca ed a dire il vero (al di là del sentore della volontà divina dello Sciarretta) l’idea della costruzione di una croce su una vetta montana non era neanche tanto originale, basta guardare semplicemente alla storia delle vette del Trentino Alto Adige. ↩