a cura di Gaetano Fontana
La cronaca di una evitabilissima tragedia,
raccontata su AutoSprint (anno XI n. 47 / 22-29 novembre 1971)
Per un maggior ingrandimento, clicca sulle immagini!
a cura di Gaetano Fontana
La cronaca di una evitabilissima tragedia,
raccontata su AutoSprint (anno XI n. 47 / 22-29 novembre 1971)
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Ettore Fieramosca
a cura di Giuseppe Zingone
Breve storia: Pirofregata a ruote, del Regno delle Due Sicilie Ettore Fieramosca, istituita a Castellammare di Stabia il 12 febbraio 1849, varata il 13 novembre 1850, si unì il 6 settembre 1860 (cioé) disertò a favore del Regno di Sardegna e il 24 gennaio 1861 fu inserita nella flotta come fregata a vapore su ruote Ettore Fieramosca. Il 17 marzo 1861 fu introdotta nella Regia Marina Italiana, ammodernata nel 1861 a Tolone. Dal 14 giugno 1863, divenne una corvetta a vapore di 2° grado (Corvetta a ruote di II ordine), ammodernata nel 1878. Nel 1881 divenne Nave idrografica soppressa il 5 dicembre 1883,adibita a blocco di addestramento a Napoli e successivamente adibita a magazzino galleggiante per razzi e lanciarazzi, venne demolita nel 1895.1 Continua a leggere
La venuta del Duca di Guisa a Castellammare
di Giuseppe Zingone
Anche il Guisa, (Enrico II) provò, a riconquistare la terra dei suoi avi, quel Regno di Napoli oramai spagnolo. Tentò l’impresa con i suoi, la prima volta cercando l’appoggio di coloro che non avevano dimenticato gli angioini e sfruttando il malcontento popolare, a sua volta sfociato nella rivolta con a capo Masaniello, il tutto durò solo sei mesi, era l’anno 1647.1
( a cura di Antonio Cimmino )
Tipo di nave:
Con il termine avviso, nella marineria velica si designava una piccola unità armata a cutter, usata come trait-d’union, per posta o ordini, tra le navi delle squadre navali ovvero con la base. Con l’introduzione del vapore, questi avvisi si dotarono anche di macchine alternative, unitamente all’armamento velico, con ruote laterali di propulsione e, più tardi, con elica. L’ingombro delle caldaie e delle motrici, era consistente, tanto è vero che i due alberi (trinchetto e maestro) erano distanti l’uno dall’altro. La velatura era necessaria per la scarsa affidabilità dei macchinari che consumavano una enorme quantità di carbone. L’avviso aveva anche il compito di trainare i vascelli e le altre navi a vela, in caso di bonaccia.
Pur non essendo adeguatamente armati e quindi atti al combattimento, gli avvisi erano utilizzati nelle esplorazioni essendo più veloci delle navi a vela. La velocità era favorita da un buon disegno dello scafo, molto lungo e stellato. Nella seconda metà dell’800 le loro dimensioni aumentava avviandosi a divenire corvette a vapore ovvero piccoli incrociatori. Durante il periodo borbonico, il cantiere di Castellammare costruì diverse unità di questo tipo, alcune protagoniste della storia dei primordi della Regia Marina (Delfino, Maria Teresa, Lilibeo, Messaggero, Miseno).
a cura di Maurizio Cuomo
“La presente raccolta dà onore e merito al compianto Lilino Diogene per essere stato il primo stabiese ad aver avuto la pregevole idea di pubblicare un elenco di soprannomi stabiesi (libro: “All’ombra del castello” – Vol. I – anno 1999).
Dedico questa modesta pagina a “Zuccariello” al secolo Domenico Scala, uomo simpatico e cordiale, venuto meno agli affetti di chi lo conosceva, perchè sfortunatamente coinvolto in un tragico e misterioso incidente ferroviario”.
Maurizio Cuomo
Il nomignolo nella tradizione popolare ha radici antichissime. Ha origine per lo più da una qualità fisica o morale che caratterizza una persona, alla quale, si assegna scherzosamente come attributo. In alcuni casi il soprannome è mantenuto per generazioni, per cui finisce per essere un vero e proprio secondo nome, con il quale vengono identificate in modo più semplice e diretto intere famiglie. Nella tradizione stabiese, ve ne sono molti ancora in uso, per cui mi sembrava doveroso pubblicarne una selezione tra quelli più noti e bizzarri.
2.119 soprannomi stabiesi censiti
Data ultimo inserimento: 05/11/2023
ultimi soprannomi inseriti:
Brioscia
Catiello capa vacanta
Don Mario ‘o cicco ‘e puorco
Franco Fragolino
Lina ‘e Matteo
Pascale ‘o chiancariello
Peppe ‘e Papesce
Roberto don don
Rusella ‘a curnutielle
Tonino patana