Archivi autore: Antonio Cimmino

Informazioni su Antonio Cimmino

Collaboratore di Redazione Già dipendente del cantiere navale di Castellammare di Stabia, si interessa della storia delle navi militari ivi costruite dalla sua fondazione. Appassionato, della Marina Militare e della marittimità in genere. E' socio della locale Associazione Nazionale Marinai d'Italia.

Carosello storico (anno 1958)

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Locandina 5° Carosello storico stabiese (pag. 1)

Locandina 5° Carosello storico stabiese (pag. 1)

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A 100 anni dalla Grande Guerra

a cura di Antonio Cimmino

24 maggio 1915, l’Italia entra ufficialmente nel primo conflitto mondiale. Il regio Cantiere di Castellammare di Stabia, contribuisce con il supporto di numerose navi da guerra.

A seguire una carrellata di immagini con le quali l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Castellammare di Stabia, intende ricordare il centenario della Grande Guerra.

centenario prima guerra mondiale (4)

centenario prima guerra mondiale (2)

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Amendola in divisa

Il Capitano di Porto Ferdinando Amendola

a cura di Antonio Cimmino

da Napoli a Biserta e tragico ritorno

Ferdinando Amendola

Ferdinando Amendola

La Signora Lucia Amendola, nipote del marinaio stabiese Ferdinando Amendola caduto nell’adempimento del suo dovere nel 1943, ha fornito fotografie e notizie per ricordare suo zio. Noi intendiamo additarli ai giovani di oggi, spesso attratti da effimeri valori, quale esempio di dedizione al dovere e amore verso la Patria.

Ferdinando Amendola di Aniello e di Lucia Troiano, nacque a Castellammare di Stabia il 24 febbraio 1906.
Suo padre, detto don Aniello ‘o sergente, era un bravo maestro d’ascia, responsabile di un piccolo cantiere navale a lui intestato datogli in concessione dal Comune di Castellammare dal 1900, fino al 1938, anno della sua morte.

La città possedeva una miriade di piccoli cantieri navali che, fin dal 1500 erano specializzati nella costruzione di naviglio in legno. Tutti vivevano all’ombra del regio cantiere ove fin dal 1786 anno della sua fondazione ad opera di Ferdinando IV, venivano costruite navi di ogni tipo e dimensioni. Continua a leggere

Vascello Partenope (anno 1786)

 ( a cura di Antonio Cimmino )

Varo del vascello Partenope (autore Filippo Hackert)

Varo del vascello Partenope (autore Filippo Hackert)

Il vascello PARTENOPE, fu varato nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, il 16 agosto 1786. Costituita da uno scafo in legno con carena coperta con lastre di rame per proteggerla contro la corrosione e dai parassiti, in luogo della tradizionale pitturazione con miscela a base di zolfo, sego, minio, olio di pesce e catrame, la nave era lunga 55,68 metri, larga 14,40 ed aveva un equipaggio di 680 uomini. Il vascello possedeva tre ponti e l’armamento marinaresco era formato da tre alberi (trinchetto, maestro, mezzana) con vele quadre e il bompresso, piccolo albero sistemato a prua con un’inclinazione di circa 30° rispetto al livello del mare. L’artiglieria era sistemata in una batteria scoperta ed una coperta, ed era formata da 74 cannoni da 28 libbre (peso dei proiettili a palle), 18 carronate cioè cannoni a gittata ridotta, caricati spesso “a mitraglia” per il tiro ravvicinato ed altri 12 cannoni di minore dimensioni. Tutte le bocche da fuoco erano a “canna liscia” cioè l’interno non era rigato elicoidalmente (come avvenne in seguito per dare maggiore precisione al tiro imprimendo al proiettile una rotazione a spirale), per cui il tiro era molto impreciso.

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