Archivi autore: Corrado di Martino

Informazioni su Corrado di Martino

Collaboratore di Redazione Autore di teatro e autore radiofonico; filmaker, narratore. E' laureato in Scienze della Comunicazione, indirizzo Sociologia delle Comunicazioni. E' laureato in Comunicazione d'Impresa e Comunicazione Pubblica; con specializzazione in Comunicazione Politica. E' responsabile della sezione Video di LR.

Il Presepe di Scanzano, chiesa di San Michele

Pacchiane con tammorra (foto di Corrado Di Martino)

Il Presepe di Scanzano

di Corrado Di Martino

La storia del presepe è antichissima. Ciascuno di noi, ha nelle proprie memorie, una scena familiare, un siparietto, un aneddoto, che puntualmente, riporta alla mente, emozioni care mai dimenticate. Coma saprete, le primissime rappresentazioni della Natività, si ritrovano negli affreschi catacombali di Santa Priscilla (II secolo d. C.), ed in quelle di San Sebastiano (IV secolo d.C.), immagini proposte fino a due secoli dopo sempre in bassorilievo. La rappresentazione della Nascita di Cristo, prende corpo e vita, con propri personaggi (animali veri), la notte di Natale dell’anno 1223. San Francesco, volendo onorare il sacrificio di Cristo, fattosi uomo per viverne le miserie terrene, allestì proprio nei pressi della grotta di Greccio (Rieti, Lazio), una rappresentazione sacra, una scena sacra: –  il gesto divino della Natività. –

Mancavano Maria, Giuseppe e il bambino, non era ancora il Presepe, ma c’era tutto il seme della Cristianità. Il primo presepe al mondo che si ricordi, a detta degli studiosi, è quello di Arnolfo Di Cambio (architetto, scultore e urbanista, nativo della provincia di Siena), nel 1283, realizzando le figure con delle statuette di marmo, aprì la tradizione fino ad oggi conservatasi della rappresentazione della Natività. Oggi, vorremmo illustrarvi il Presepe della chiesa del Santissimo Salvatore in Scanzano, anch’esso figlio della fede, figlio della tradizione, figlio del desiderio di celebrazione della venuta di Cristo. Il presepe della chiesa di San Michele in Scanzano, è opera di fedeli, artigiani e appassionati locali, che gratuitamente hanno prestato la propria opera. Alcuni hanno dipinto il fondo, altri costruito il villaggio, altri ancora hanno reso disponibili i propri pastori. Un’opera corale, favorita e animata dai vari parroci della chiesetta collinare. Non ultimo don Enzo Esposito, giovane, schivo con un sorriso per tutti, grande ospite insieme a tutti gli altri organizzatori dell’evento annuale.
Il presepe, davvero bello è aperto alle visite almeno fino alla candelora (2 febbraio 2017), non perdetevi questa bella opera di fede e cristiana sinergia.

Brevi note su San Catello, intervista a Giuseppe D’Angelo

San Catello nei pressi di Largo Spirito Santo

San Catello nei pressi di Largo Spirito Santo

Brevi note su San Catello, intervista a Giuseppe D’Angelo

di Corrado Di Martino

La devozione a San Catello è qualcosa di viscerale, di profondo; ho visto non credenti e bestemmiatori, rimanere attoniti in silenzio, al passaggio della “macchina da processione”. Ho visto fedeli piangere, altri, sentire scorrere dietro la schiena, quel brivido che tocca nel profondo, senza conoscerne la causa. Ho visto petali di fiori, lentamente, cadere dai balconi. Ho visto donne in preghiera, bambini con le mani giunte seguire il corteo del Santo, altri sventolare vessilli di carta o fazzoletti immacolati. Ho visto invalidi, sospinti da amorevoli parenti in processione o ai balconi, mostrare la propria devozione a San Catello. Ho visto, fotografi, cinereporter, curiosi, agenti delle forze dell’ordine, operai speranzosi, suore, mercanti e musicanti. Una liturgia ultra-generazionale, una liturgia eterna, se rapportiamo l’eternità alla nostra esistenza passata e futura. Ma quanto conosciamo il nostro Santo? Sappiamo da dove viene il nome Catello? 

In questa intervista, rilasciataci dal famoso storico stabiese e ricercatore di cultura e tradizioni locali; Giuseppe D’Angelo, viene spiegata, mentre la processione procede lenta, l’etimologia del nome Catello; è un nome latino o, etimologicamente, è greco? Intanto, riprendendo un’idea, un desiderio mai realizzato di don Gennarino Somma, il professor D’Angelo, invita la cittadinanza e le forze sane, a mobilitarsi per proporre San Catello, Patrono di Stabia, come Santo Protettore dei rifugiati, degli esuli, dei perseguitati da guerre e violenza. Il 15 gennaio di ogni anno, ricorre la giornata mondiale del rifugiato e del migrante, festeggiarne il Santo Protettore il 19, sarebbe un inestimabile vanto per la città.

Il Calendario di L.R. (modalità di distribuzione)

la Redazione comunica

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Il calendario ricco di colore

Grande successo per il Calendario di Libero Ricercatore. Totalmente rinnovato nel graphic design, il nuovo almanacco cittadino è piaciuto ancor più di prima ed è andato letteralmente a ruba. Per i non residenti e per quanti fossero interessati a consultarlo, come siamo soliti fare, lo rendiamo fruibile gratuitamente in formato elettronico (*.pdf), al seguente link:

Scarica il calendario del liberoricercatore (anno 2017)

I residenti interessati ad una riproduzione originale 30×42 su carta, potranno invece rivolgersi al signor Gaetano Fontana, presso Bar Fontana (piazza Matteotti Castellammare di Stabia, tel. 081/8711059).

Al solo costo di stampa, nel giro di pochi giorni (previa prenotazione) riceveranno una splendida copia del Calendario di Libero Ricercatore: – il Calendario ricco di colore –

Una sola raccomandazione: DIFFIDATE dalle IMITAZIONI!

Auguri di Natale da Libero Ricercatore

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Auguri da Libero Ricercatore

E’ Natale ormai, Libero Ricercatore non vuole far mancare i propri auguri a tutti gli amici e visitatori del sito.

Poche immagini: – una bella canzone natalizia, selfie, ragazzi in giro, il passeggio di mammine con i bimbi in carrozzina. Passanti, un signore, cammina distrattamente, sotto il ginkgo maestoso. Amici, bambini, foto di gruppo; allegria, gruppi di turisti, fidanzati a spasso, inscenano l’atmosfera del Natale. Un artista immortala un passante, mentre una bimba incuriosita, stupita da tanta bravura, cerca di carpire i segreti del pittore dalla barba bianca. Un simpatico mimo, dal cappello nero ed il papillon natalizio, con un artificio regala caramelle… Questo l’augurio del direttore di Libero Ricercatore e della Redazione al completo… Buon Natale e buone feste a tutti.

 

Il Cero di San Catello

Monte Faito – La Stonehenge stabiana

Solstizio d'Inverno

Solstizio d’Inverno

La Stonehenge Stabiana

di Corrado Di Martino

A cadenza annuale il 21 dicembre, ora più, ora meno; si assiste al solstizio d’inverno. Il Sol – Stizio, momento in cui il sole sembra fermarsi, per poi riprendere la sua corsa verso il giorno più lungo o viceversa. Il fenomeno, ritarda di 6 ore anno per anno; ogni quattro, con l’anno bisestile vi si pone correzione convenzionalmente.

In antichità, grande importanza veniva conferita a questo fenomeno astronomico, addirittura c’era la credenza che il sole un volta tramontato, non ritornasse più a dare vita a colture e uomini.

Per quest’anno e fino al 2018, il solstizio cade il 21 dicembre. In molte parti del mondo, (ricorderete tutti Stonhenge, la località del Wiltshire, nota in tutto il mondo) e, in molte parti d’Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, il fenomeno è noto, sentito e celebrato.
Ebbene, anche il Faito, ogni anno diviene sede di questo straordinario fenomeno naturale.
Solo grazie alla geniale intuizione del naturalista Nando Fontanella, che associando le note tratte da un testo antico tradotto dallo storico  Giuseppe D’Angelo, è riuscito a dare motivazione scientifica a quello che sembra un evento sovrannaturale, un miracolo, “il solstizio d’inverno“; abbiamo potuto registrare e divulgare, il fenomeno di quella che potrebbe essere la Stonehenge Stabiana.
Il Molare, ci dice Fontanella, guardato dalla “grotta di San Catello“, intorno alle 9.20 e fino ad oltre le 10.00, e solo nei giorni dal 21 al 23 di dicembre, sembra diventare un cero ardente. Il cero ardente, per l’Anonimo Sorrentino, serviva a mostrare a San Catello e Sant’Antonino, dove erigere una chiesa in onore di San Michele Arcangelo; per il naturalista è semplicemente l’allineamento astronomico fra Sole e sommità del monte Gauro, che col suo avvallamento sembra la sommità di una candela accesa. Libero Ricercatore, il gruppo Escursionisti Stabiesi e la troupe de’ l’Altra Rete project, l’anno scorso, hanno filmato il fenomeno, e ne riportano un modesto contributo per quella che potrebbe essere, si ripete, la Stonehenge Stabiana.