Archivi autore: Corrado di Martino

Informazioni su Corrado di Martino

Collaboratore di Redazione Autore di teatro e autore radiofonico; filmaker, narratore. E' laureato in Scienze della Comunicazione, indirizzo Sociologia delle Comunicazioni. E' laureato in Comunicazione d'Impresa e Comunicazione Pubblica; con specializzazione in Comunicazione Politica. E' responsabile della sezione Video di LR.

La 850 di zio Catello

La 850 di zio Catello
( storia minima di Corrado di Martino )

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E’ già accaduto in passato che vi parlassi di zio Catello, il più anziano fra i miei zii materni. Zio Catello, era una fonte inesauribile di storie, le sue numerose peripezie,rimangono una vera e propria antologia di episodi gustosi e divertenti. La vicenda che vi racconto oggi, ha dell’inverosimile. Con qualche sacrificio, era riuscito a comprare di seconda mano, una berlinetta FIAT di color ottania, una specie di “azzurro loffio”. Più d’una privazione ebbe a tollerare per raggiungere il suo scopo: -acquistare una FIAT 850-. Zio Catello, finalmente, era proprietario di uno degli oltre due milioni di modelli, prodotti dalla casa torinese, era orgoglioso e geloso della sua automobile. Varie volte, ad esempio, scalciò il cane del macellaio sotto casa, rischiando di finire allo spezzatino; perché la bestiola gli faceva pipì sulle ruote dell’auto. Alfonso un suo amico, possedeva lo stesso modello di auto, ed ugualmente orgoglioso, faceva mostra di tutti gli optionals che via via, comprava: – l’arbre magique; la coda di tigre; l’immaginetta dei figli sul cruscotto, con il rituale invito alla prudenza. –

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Ruccello: tra metafora e realtà

l’Editoriale di Corrado Di Martino & Vincenzo Cesarano

Il 12 settembre 1986, (ormai) 30 anni or sono, Ruccello, uno dei geni più illuminati della città Stabiana, la lasciava per sempre. La città è rimasta immota da allora? Quali progressi ha avuto? Quali atti di maturazione?

Annibale Ruccello

Annibale Ruccello

Proprio in Ferdinando, uno dei suoi testi più rappresentativi, A.R. descriveva un paese (nel 1870), in via di cambiamento: i Borbone loro malgrado avevano lasciato Napoli e il Sud; i Savoia si facevano strada, per disegnare i nuovi assetti sociali, che ancora oggi scontiamo. In un palazzo chiuso, oscuro e opprimente, si avvicendavano meschinità, prepotenze, scontri, tensioni, prevaricazioni. La Storia trattava elementi significativi, radicalmente profondi e viscerali; che descrivevano un microcosmo, apparentemente antico, purtroppo in realtà immagine di un più ampio e difficile contesto. La città diventava Nazione, la nazione diventava mondo. Continua a leggere

La Processione della Gente di Mare

La Processione della Gente di Mare

di Corrado Di Martino

La Processione della Gente di Mare; la processione della Santissima Maria Assunta in Cielo, ogni anno rinnova emozioni e sentimenti. Anche per la ricorrenza del 2016, Enzo Cesarano prima e, il video che vi presentiamo oggi, poi, danno testimonianza del rinnovamento di una festa, di cui si stava perdendo memoria. Come riferiscono nell’intervista Raffaele Criscuolo, Raffaele De Rosa, Francesco Tuffu, Vincenzo CannavaleFortunato Criscuolo e Romolo Gallo, il gruppo che organizza di anno in anno la manifestazione, completo ancora di altri fedeli (buona parte riportati nella foto sopra); stimolato dal parroco precedente della Parrocchia del Carmine – don Michele Di Martino – e con la piena collaborazione di quello attuale – don Aniello Dello Iorio -,

https://www.youtube.com/watch?v=Aft1_VazTV8

porta avanti una tradizione decennale. La cappella nella quale è venerata la SS. Assunta, in origine era una cappella serotina, una di quelle cappelle erette da nobili o benestanti, per favorire l’integrazione ed il conforto della fede cristiana a chi meno aveva, a coloro i quali attardati nel duro lavoro di pescatore, ad esempio, poco tempo poteva dedicare al culto divino. Il video presentato oggi, con qualche intervista spiega motivazioni e tradizione della Festa dell’Assunta, oltre a darne un interessante resoconto immaginifico.

La Terza Morte

La terza morte…

articolo di Corrado Di Martino

Non immaginavo ci fossero altre due morti, oltre la prima e ultima. Seguendo le attività Olimpiche di Rio 2016, seguendo le vicende dei nostri canottieri, ho sentito di sovente il termine – la terza morte -. Ma procediamo per gradi; su un lago molto simile al nostro mare in autunno, con vista verso il Corcovado (da noi si guarda il Molare) sono scesi in gara due giovani atleti; Marco Di Costanzo, nato a Napoli il 09 giugno del 92 e Giovanni Abagnale, nato a Gragnano 11 gennaio del 1995. Il primo, con la faccia da scugnizzo, una folta barba rossa, già nel 2014 vince l’oro nei mondiali Under 23, per poi bissare il trofeo nei Campionati Assoluti nel 2015, con le Fiamme Oro. Oggi vive nei Quartieri Spagnoli, a Napoli, luogo ricco di contraddizioni e fermenti. Giovanni, invece, Giovanni Abagnale, da junior, prodotto del vivaio del Circolo Nautico Stabia ha vinto per due volte i mondiali di categoria, nel 2011 e nel 2012. Mentre, dopo il passaggio alla maglia della Marina Militare, ha vinto il mondiale Under 23 come Di Costanzo.

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Mammèla

Mammèla
di Corrado Di Martino

In  risposta al nostro lettore Ciro Di Somma, che il giorno 1 agosto 2016 così scriveva:

Il post di Ciro Di Somma
Vi chiedo, se avete notizie storiche di mia nonna, una signora chiamata con il soprannome di “Mammèla” Carmela Iovino, vendeva giocattoli e caramelle a Piazza Fontana Grande in una bottega dove mio nonno faceva anche il falegname Ciro Di Somma detto ‘O Ciglion’.

Fontana Grande (anno 2001)

Fontana Grande (anno 2001)

Carissimo Ciro, stimolato dall’amico Peppe Zingone, provo brevemente a raccontarti quelle poche cose che sono riuscito a sapere. Tua nonna, la signora Carmela Iovino, era detta Mammèla. Il soprannome deriva certamente dal modo infantile di storpiare il nome Carmela. Questa signora dai capelli ricci e brizzolati, durante tutta l’Estate, vendeva “il cazzimbocchio“: – la grattachecca -, una sorta di grattata di ghiaccio, realizzata con una specie di pialla per il ghiaccio, chiamata “checca” in quel di Roma, per cui il nome “grattachecca”. La grattata di ghiaccio, sovente insaporita con degli sciroppi colorati: -‘e sense-; menta, fragola o acqua e caffè, era una sorta di granita da strada, fresca e corroborante bevanda estiva, una porzione costava sulle prime cinque lire, poi la crisi fece aumentare il prezzo a dieci lire. A settembre e fino a novembre, vendeva noci sbucciate, frutti spellati con tanta meticolosa cura, che ancora oggi non capisco come facesse a non rompere il mallo, nel separarlo dalla buccia amarognola. In inverno, invece, vendeva poche cose: giocattolini in plastica, caramelle e lecca-lecca; uno degli acquisti più ricercati dai bambini del rione di Piazza Fontana Grande, era quello delle catenelle in plastica, gare e scommesse, conducevano i più bravi a possedere catenelle in plastica lunghe svariati metri. Negli ultimi tempi, ha venduto anche qualche penna e qualche piccolo quaderno. Continua a leggere