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Informazioni su Corrado di Martino

Collaboratore di Redazione Autore di teatro e autore radiofonico; filmaker, narratore. E' laureato in Scienze della Comunicazione, indirizzo Sociologia delle Comunicazioni. E' laureato in Comunicazione d'Impresa e Comunicazione Pubblica; con specializzazione in Comunicazione Politica. E' responsabile della sezione Video di LR.

C’era una volta… l’arenile

 (Quando la sabbia nera del Vesuvio, fu inopinatamente coperta e mischiata al terriccio)

di Corrado Di Martino

Prendendo spunto da: “C’era una volta” di Gigi Nocera, cito testualmente – a Castellammare una volta esisteva, proprio nel centro cittadino, una bellissima spiaggia. La sua sabbia era di origine vulcanica, ma non so dirvi se fu creata dalla eruzione del Vesuvio del 79 d.C. – Il buon Gigi sarà anziano, ma nel 79 d.C. certamente non c’era, io invece nel 1979 d.C. (o giù di lì) c’ero… o meglio parafrasando una vecchia serie TV di fantascienza, c’ero anch’io.

Partenza sull'arenile

Partenza sull’arenile

Già Maurizio, fantascienza, perché solo di fantascienza si può trattare, quando si riduce in una poltiglia fangosa, uno dei più invidiati arenili esistenti al mondo…

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gara motocross

Gigi conclude il suo intervento dicendo che – porterà però sempre nel cuore quell’angolo di paradiso che scorse indistinto molti anni fa da quel balcone di Piazza dell’Orologio –

La gara di motocross sull'arenile di Castellammare di Stabia

La gara di motocross sull’arenile di Castellammare di Stabia

Un angolo di paradiso che è stato vivido nella mente dei fratelli di mio nonno in America, o dei miei amici Salvatore ed Enrico D’Annunzio in Australia,  e di tantissimi altri ancora come loro…

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Arenile di Castellammare di Stabia: gara motocross

Che diritto avevamo noi di deturpare il ricordo di queste persone? Che diritto aveva, chi ha mischiato l’interesse personale con un falso e/o malinteso desiderio di fare del “presunto turismo” a Castellammare? Non bastavano le Terme; gli Scavi; il Faito; il Mare etc… era necessario anche questo inquacchio? E pensare che, all’epoca, gente stipendiata dai contribuenti, andava in America a fare stage sul turismo; ma in quel Paese straordinario avrebbero compiuto un simile delitto?

Maurizio ti saluto sperando che queste quattro righe, ci aiutino a riflettere, e a farci comprendere bene che quel che è di tutti non è “nostro”!!!

P.S.: Come si usa nelle migliori denunce ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente voluto.

Dalla radio FM alla WebRadio con l’Altra Rete Project

Dalla radio FM alla WebRadio con l’Altra Rete Project, 38 anni di radiofonia libera

l'Altra Rete

l’Altra Rete

Nel 1976 a Castellammare di Stabia, a Radio Tirreno Sud iniziavano le trasmissioni radiofoniche di “Radio Rimorchio”; una trasmissione scritta e condotta da Corrado di Martino che trattava di musica e varie amenità…

Oltre al desiderio d trasmettere buona musica, c’era anche l’ambizione di “rimorchiare” qualche bella fanciulla. Nel 1977, da una clavicola di Radio Rimorchio, sempre con la medesima firma, prendeva origine “Onda su Onda” un programma satirico che prendeva in giro proprio il modo di fare radio libera, scherzando sull’instabilità delle frequenze che tendevano ad accavallarsi l’una all’altra; proponendo personaggi improbabili come un conduttore semianalfabeta; una massaia che dava ricette senza significato ed altri. Fra il ‘79 e l‘80, sempre a Castellammare; su Radio Antenna Faito, Continua a leggere

CASTELLAMMARE & GLI ISOLACUSTICA SBANCANO ITUNES

CASTELLAMMARE & GLI ISOLACUSTICA SBANCANO ITUNES

susy e isola

susy e isola

La tecnologia fa passi da gigante; ogni giorno, ogni istante che consumiamo sulla terra è preceduto da una novità tecnologica. La tecnologia, ormai, fa parte della nostra quotidianità a tutti gli effetti, e non passa secondo, in cui i mezzi di informazioni non comunichino novità o nuove invenzioni. Continua a leggere

Un signore d’altri tempi

Un signore d’altri tempi
( con tutto l’affetto del mondo a Marta e Giovanna )

Durante la presentazione di un libro, appena terminate le ritualità: proiezione di un breve filmato, recensioni, motivazioni degli autori ed altro; giunse il momento di cedere la parola al pubblico intervenuto. Il grosso numero degli intervenuti faceva presagire una serata ricca di interesse e curiosità; ma come spesso capita in questi casi, il timore di parlare per primi assale anche gli spettatori più smaliziati, e accadde così che un silenzio imbarazzante si impadronì della folta platea. Con lo sguardo cercavo: amici, conoscenti miei e degli autori come ad interpretare il desiderio di parlare per primi, niente, mancava il coraggio un po’ a tutti. In quei pochi secondi, sembrava si stesse vanificando il lavoro di mesi, quand’ecco che un signore dall’aria molto distinta chiede alle assistenti di sala di porgergli il microfono; si presentò con garbo: “Mi chiamo Salvatore, sono nativo di questa splendida città e vorrei ringraziarvi per ciò che avete fatto; mi capita di vivere lontano da essa, ma quando posso torno ai miei luoghi preferiti, alla mia terra, che oggi più che mai ho rivissuto nelle vostre narrazioni.

L'assistente di sala, Sara Cesarano porge il microfono a Salvatore (foto Mimmo Longobardi)

L’assistente di sala, Sara Cesarano porge il microfono a Salvatore (foto Mimmo Longobardi)

Pensate che ho abitato a pochi metri dai posti mostrati nel filmato, e che ho conosciuto personalmente il fratello dell’autore del libro, grazie, davvero grazie”. Mentre si esprimeva, la sua emozione gli rendeva ancora più vivo lo sguardo da scugnizzo; un sorriso, come quelli di quando si parla di una cosa molto cara, lo illuminava, sembrò come se tutti ad ascoltarlo appassionato, si fossero ripresi da un torpore e trascinati dalla sua enfasi si resero conto di vivere in quel momento attimi di grande commozione, la commozione di chi non dimentica le sue origini, qualunque esse siano, la commozione di vivere ancora una volta un momento piacevole a casa propria. Concluse il suo intervento dicendo che mai avrebbe lasciato la sua Stabia e che era suo desiderio tornarci alla fine dei suoi giorni… Oggi, Salvatore riabbraccia Castellammare di Stabia, e noi tutti un caro amico.

Corrado di Martino.

Bello abbronzato

Bello abbronzato
( Dedicato a tutti gli stabiesi anche se adottati )

San Catello

San Catello

Che bella giornata! Oggi è proprio una bella giornata! Il sole caldo si fa sentire sulle gote infreddolite dei bambini in festa. Luminoso per chi vuol vedere, distante dalla terra come a curarsi poco delle vicende umane, mentre è assiso fra timide nuvole, sornione, lancia uno sguardo verso la Cattedrale. Oggi è la festività del Santo Patrono, tutta la città sembra svegliarsi dai torpori dell’inverno, per salutare con lui la prima o l’ultima festa dell’anno dipende dai punti di vista.
Ho deciso! Oggi vado alla processione, senza macchina fotografica, senza telefonino, senza alcun elemento tecnologico che possa distrarmi. Voglio dedicare la mattinata alle “facce” della festa, ai suoni, ai colori, ai “rumori della festa” rumors li chiamano gli inglesi, e forse sarebbe il termine più esatto da adoperare.
La banda, meno colorata che d’estate, è sempre la stessa da qualche anno a questa parte, una strana giacca color caffélatte non si addice a mio avviso alla cerimonia, e svaluta la bellezza della biondina che suona l’ottavino, ma va bene lo stesso; il basso tuba protesta perché a furia di camminare e, sempre davanti al corteo, non è riuscito ancora a vedere la statua del Santo (è stabiese, nonostante il gruppo bandistico sia di Casola), ci tiene tanto.
In breve ci sono tutti, proprio tutti, almeno ad inizio processione: il Vescovo, persona saggia e di principio; il Sindaco, persona di principio anche lui; tanti sacerdoti; e buona parte delle congreghe cittadine, insomma l’intera Curia e l’intera rappresentanza politico-amministrativa della Città.
Il Santo è accompagnato! I portatori, come sempre fanno il loro dovere, ce n’è uno dai capelli lunghi che ancora non ha la divisa classica dei portatori, ma va bene lo stesso.
Il corteo di fedeli arriva alle porte del centro antico, via Bonito affida a via Caio Duilio: Santo e i fedeli tutti; mi pare di intravedere Giulio Golia delle Jene, ma va bene lo stesso.
I cantieri navali, con un sparutissima rappresentanza ad accogliere il Santo, danno il senso del dramma profondo che sta vivendo questa cittadina.
Un palco allestito per le autorità accoglie il Vescovo, Monsignor Felice Cece e il Primo Cittadino Senatore Luigi Bobbio.
Il primo, narra l’innocente stratagemma col quale convinse Papa Giovanni Paolo II a far visita alla Curia: – Santità a Castellammare ci sono i cantieri navali, e Sua Santità batté il pugno sul tavolo e disse a San Giuseppe sarà un’ottima occasione per festeggiare la giornata con i lavoratori di Stabia -.
Il secondo, (bello, abbronzato, elegante, chiuso nel suo cappotto blu, con gli occhiali da sole e la fascia tricolore, contornato da paggi, valletti e adulatori), generoso, mentre si concede a fotografi e cameraman, accorsi numerosi per l’occasione, tace!
Il Vescovo benedice tutti i presenti, anche me (che credetemi non lo merito proprio) e si va, il corteo riprende il suo lento incedere per via Brin. San Catello a vederlo da lontano, per l’effetto dei passi di chi lo sorregge, sembra ondeggiare, l’ondeggiamento all’altezza dell’ “ingresso operai” delle Vecchie Terme si ferma, il Santo e i portatori fanno una prima sosta.
L’ondeggiamento riprende, il Santo si muove. Si fermerà non si fermerà, se ne andrà, non se ne andrà? Ancora poco e lo sapremo.
La banda intona “Cinesina” del maestro compositore Angelo Lamanna di Gioia del Colle (chi volesse ascoltarla, si renderà conto che atmosfera migliore non si poteva creare), il Santo ondeggiante s’avanza, davanti alla chiesetta di Santa Fara, come sempre, si ferma! La banda, come a voler sottolineare il momento, si tace; i flash dei fotografi impazziti, si rincorrono sui palazzi, sulla gente, su un balcone, i cameraman cercano la migliore prospettiva, qualche agente in borghese chiede timidamente ad uno degli operatori di procurargli una copia dell’intera processione (un fedele, un appassionato[?], non saprei dirlo); da un balcone, un fotografo (alto, capelli moderatamente lunghi, baffi e pizzetto) più spigliato degli altri, riprende un uomo malato in carrozzina che attende con trepidazione il passaggio della processione.
Lui, ormai, già non c’è più, un mormorio inizia a circolare, le radioline trasmittenti degli addetti all’ordine, lanciano la notizia fino all’inizio del corteo; la banda riprende festosa a suonare. Bello, abbronzato, cercasi… Primo Cittadino.
Riporto il commento rubato al volo ad uno sconosciuto: -‘N’atu poco e po’ fernesce ‘sta storia (non so riferire se tal signore alludesse alle drammatiche profezie dei Maya per il 2012, o ad una previsione tutta sua che non so interpretare).

Corrado di Martino.

 

P.S.: alla fine il Vescovo, uomo saggio e di principio, dalle gradinate della Cattedrale ringrazia tutti i fedeli e i portatori; senza i quali la processione non si potrebbe fare. Paggi, valletti e adulatori, dai balconi di Palazzo Farnese, malinconici guardano il Santo rientrare in Cattedrale.Sarò grato a quanti mi leggeranno, se non coloriranno politicamente questo breve articoletto. Oddio, ho le mie idee politiche, ma faccio di tutto per evitare che adombrino i miei pensieri.