Archivi autore: Ferdinando Fontanella

Informazioni su Ferdinando Fontanella

Collaboratore di Redazione Naturalista e giornalista pubblicista, è laureato in Scienze della Natura, con specializzazione in Divulgazione naturalistica e Museologia scientifica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. E' responsabile della pagina Twitter di LR.

La cucina stabiese: ‘E talli d”e cucuzzielli

di Rosato Raffaela

Paniere colmo di talli di cucuzzielli (foto Ferdinando Fontanella)

Paniere colmo di talli di cucuzzielli (foto Ferdinando Fontanella)

Gli zucchini (Cucurbita pepo) localmente noti come cucuzzielli, insieme alle zucche, ai meloni, alle angurie e ai cetrioli appartengono alla famiglia delle Cucurbitacee1. La specie natia del Sud America è arrivata nel vecchio continente nel XVI secolo dove si è lentamente affermata diventando particolarmente cara agli orticultori. Il sapiente e paziente lavoro dei contadini ha determinato la nascita di numerose e saporite varietà, tra tutte ricordiamo quella detta di “San Pasquale” diffusissima negli orti campani.

Chi fu il primo stabiese ad assaggiare questo ortaggio non è dato saperlo, è presumibile però che l’esito di questa prova sia stato assai favorevole. La pianta è, infatti, da lungo tempo ampiamente coltivata e sapientemente cucinata a Castellammare di Stabia, come del resto avviene in tutta la prosperosa Campania. Continua a leggere

  1. Piante erbacee annuali, caratterizzate da fusti robusti striscianti o rampicanti, foglie ispide e rugose portate da peduncoli cavi, fiori campanulati dalla corolla gialla, femminili e maschili (nel napoletano detti sciurilli) portati dalla stessa pianta, i frutti lisci e cilindrici, talvolta globosi, commestibili e consumati maturi o immaturi.

Lardiche a tavola

ricetta di Raffaela Rosato 

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     Le ortiche (famiglia Urticaceae, genere Urtica), o meglio ‘e lardiche come direbbero i nostri contadini, sono piante comuni nel comprensorio stabiano1. Crescono soventemente come infestanti nei terreni ben concimati lasciati a riposo o incolti, nei frutteti e negli orti arborati, si ritrovano spesso anche lungo i viottoli e presso le case di campagna, i vecchi ruderi, tra le fessure dei muri a secco, o anche nelle schiarite tra i boschi (Pignatti, 1982). Raccogliere e cucinare le lardiche oggi, che siamo abituati agli scaffali dei centri commerciali ricolmi di cibi precotti, appare pura pazzia e, ormai, i più ricordano queste piante solo come entità da evitare perché ricoperte di peli urticanti distribuiti sulla superficie delle foglie e dello stelo2. Se si esclude quest’unico aspetto negativo3, che può essere agevolmente superato indossando abiti lunghi e un paio di guanti, e si approfondisce un po’ la conoscenza delle lardiche si (ri)scopre una pianta utilissima, con innumerevoli proprietà4 e dal gusto saporito e delicato che può essere felicemente consumata al pari delle verdure più rinomate (ad esempio spinaci e broccoli). La raccolta delle lardiche può essere fatta in tutti i mesi (generalmente abbondano nei campi tra gennaio e maggio), ricordando di evitare il prelievo di piante troppo fiorite o in seme, perché vecchie e quindi dure. Il raccolto, prima di essere impiegato in numerose ricette, va mondato (spuzzuliato) e lessato secondo il metodo seguente: Continua a leggere

Un piatto delle feste: ‘A scarola attaccata

(di Rosato Raffaela)

Nei giorni prossimi alle festività di Natale e Capodanno nel cuore e nella testa di tutte le massaie si materializza una domanda assai gravosa: che piatti cucinare?

Una buona soluzione, buona per palato, salute e portafogli, può essere quella della cucina tradizionale. Riscoprire le ricette delle nostre nonne potrebbe, inoltre, restituire alle feste quel  semplice e buon sapore che la modernità ci ha tolto.

‘A scarola attaccata, che qui vi proponiamo, è una pietanza della tradizione natalizia campana assai amata dagli stabiesi. Gli ingredienti sono genuini, la preparazione è facile… Provate e fateci sapere!!! Continua a leggere

Pteride di Creta, reperto interessante della flora stabiana

Pteride di Creta (Pteris cretica)

Pteride di Creta (Pteris cretica)

Ricordo di aver provato un piccolo brivido quando nell’estate del 2005 passeggiando per i monti stabiani ho incontrato questa bellissima felce (Pteridophyta), che cresce tra le rupi ombrose a quote comprese tra 100 e 800 metri ed è distribuita in tutta la fascia tropicale dell’Eurasia, Africa e America, ma in Italia alle medie latitudini è una pianta rara, infatti questa specie adattata a vivere in climi caldo umidi è presente da noi come relitto di una flora tropicale terziaria* che in quel periodo caratterizzava tutta la penisola per poi estinguersi quasi del tutto quando il progressivo mutare del clima, sempre più freddo e asciutto, ha portato alle glaciazioni quaternarie*. Continua a leggere

I boschi cedui dei monti stabiani

Se non potessi vendere legname e fascine e non avessi pietra da farne calce, col legname fa’ carbone, e le fascine e i sarmenti che ti avanzeranno bruciali sui terreni da coltivare, e poi seminaci papaveri” (Marco Porzio Catone [ 234 a .C. – 149 a .C.] in “De agricoltura”)

Confine tra ceduo abbandonato e ceduo infestato.

Confine tra ceduo abbandonato e ceduo infestato.

È intenzione di chi scrive affrontare la questione del governo dei boschi cedui che crescono sui monti di Castellammare di Stabia.

Purtroppo la mancanza di una seria politica della gestione delle risorse boschive, l’assenza pressoché totale dei controlli degli enti preposti alla tutela del territorio, la scellerata avidità dei proprietari dei boschi e la tragica perdita delle antiche e assennate tradizioni culturali che regolavano il governo dei cedui, hanno generato una situazione drammatica che ha seriamente compromesso la funzione ecologica e paesaggistica dei boschi ed ha inoltre innescato potenziali e gravi situazioni di pericolo per la pubblica incolumità. Continua a leggere