Archivi autore: Ferdinando Fontanella

Informazioni su Ferdinando Fontanella

Collaboratore di Redazione Naturalista e giornalista pubblicista, è laureato in Scienze della Natura, con specializzazione in Divulgazione naturalistica e Museologia scientifica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. E' responsabile della pagina Twitter di LR.

Il Re dei faggi (foto Gennaro Cesarano)

Faggi secolari del Monte Faito, maestosi monumenti dimenticati

articolo di Ferdinando Fontanella

Il Re dei faggi (immagine gentilmente concessa dalla dott.ssa Roberta Gargiulo, ritratta nella foto)

Il Re dei faggi (immagine gentilmente concessa dalla dott.ssa Roberta Gargiulo, ritratta nella foto)

Nell’ormai lontano 1982 il Corpo Forestale dello Stato pubblicò il censimento degli alberi monumentali d’Italia, un lavoro lodevole in cui sono elencati gli alberi nazionali che presentano le  caratteristiche di maggiore interesse ambientale e culturale.

In sostanza il censimento ha interessato le essenze arboree che per una o più caratteristiche biologiche (come ad esempio la longevità, la maestosità) e/o culturali (alberi legati a particolari avvenimenti storici e sociali) sono meritevoli di protezione e rispetto. Continua a leggere

‘E papagne sfritte ( papaveri sfritti )

Ricetta dello stabiese Francesco Rosato (detto Ciccio bosco), pubblicata
su gentile concessione del naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella.

Papagne sfritte

Papagne sfritte

Il papagno (il papavero), in particolare la pianta raccolta quand’è ancora giovane, a differenza di quanto si potrebbe credere è commestibile. Cotto e condito il papagno, è infatti, un’ottima verdura e può essere cucinato allo stesso modo di scarole, spinaci e broccoli. Mischiato ad altre erbe contribuisce a rendere uniche minestre ed insalate.
Infine, risultano squisiti i papagni sfritti, ecco a seguire una tipica ricetta della cucina povera stabiese: Continua a leggere

Caldarroste al sale grosso

 articolo di Ferdinando Fontanella

Caldarroste (immagine tratta dal web)

Caldarroste (immagine tratta dal web)

La parola caldarrosta evoca gustosi sapori e antichi riti. Non molto tempo fa, nelle giornate d’autunno, quando l’aria frizzante è pregna di odori deliziosi, era consuetudine fermarsi all’angolo della strada e comprare il caldo e fumante cartoccio, camminare e sgranocchiare una castagna dopo l’altra, c’era magia in quei pochi e saporitissimi frutti, che ci riscaldavano le mani e ci deliziavano il palato. Oggi i tradizionali venditori di caldarroste sono quasi del tutto scomparsi e i pochi che sono rimasti generalmente non rispettano più la tradizione, volgari fornelli a gas hanno sostituito il braciere con i carboni ardenti e cosa più triste ancora, le caldarroste sono vendute a “peso d’oro”. Continua a leggere

Naturalista Michele Guadagno (Napoli 16 Ottobre 1878 - Napoli 10 Settembre 1930)

Michele Guadagno, un grande naturalista napoletano

articolo di Ferdinando Fontanella

Fin dall’inizio dei miei studi botanici, durante le mie escursioni nelle nostre contrade, il distretto stabiano attrasse e fermò a lungo la mia attenzione. Esistevano allora già delle flore particolari per le terre limitrofe, ad esempio, per Ischia, per Capri, pel Vesuvio; nessun lavoro simile v’era per la penisola sorrentina e monti stabiani, e tale da darci, cioè, una completa esplorazione della compagine floristica di quel distretto. Eppure credo che nessuna altra regione delle adiacenti, meritava un simile lavoro, più di questa, poiché il complesso delle condizioni di ambienti vi è di gran lunga più vario che nelle altre.”.

Naturalista Michele Guadagno (Napoli 16 Ottobre 1878 - Napoli 10 Settembre 1930)

Naturalista Michele Guadagno (Napoli 16 Ottobre 1878 – Napoli 10 Settembre 1930)

Così si esprime Michele Guadagno nel 1918, accingendosi alla pubblicazione monografica della flora della Penisola Sorrentina. Queste sole parole bastano a far capire lo spirito di quest’uomo che dedicò gran parte del suo tempo allo studio della natura, del distretto stabiano e della penisola sorrentina, in modo mirabile e da vero appassionato. Continua a leggere

Muri a secco, un patrimonio da proteggere

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Muro a secco della Reggia di Quisisana

Tecnicamente un muro a secco è una costruzione in pietra realizzata impilando blocchi di roccia, senza ricorrere all’ausilio di malta o cemento come leganti. Una definizione, questa, troppo “fredda” che può andar bene a coloro che sono interessati all’aspetto puramente utilitaristico di queste costruzioni, realizzate un tempo per recintare una proprietà, terrazzare un versante di una montagna così da poterlo coltivare o per regimentare le acque piovane.

In realtà i muri a secco travalicano il concetto concreto associabile al manufatto muro. Rappresentano, di fatto, preziosissimi scrigni in cui è contenuta una incredibile risorsa culturale e naturalistica. Continua a leggere