Archivi autore: Ferdinando Fontanella

Informazioni su Ferdinando Fontanella

Collaboratore di Redazione Naturalista e giornalista pubblicista, è laureato in Scienze della Natura, con specializzazione in Divulgazione naturalistica e Museologia scientifica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. E' responsabile della pagina Twitter di LR.

Muri a secco, un patrimonio da proteggere

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Muro a secco della Reggia di Quisisana

Tecnicamente un muro a secco è una costruzione in pietra realizzata impilando blocchi di roccia, senza ricorrere all’ausilio di malta o cemento come leganti. Una definizione, questa, troppo “fredda” che può andar bene a coloro che sono interessati all’aspetto puramente utilitaristico di queste costruzioni, realizzate un tempo per recintare una proprietà, terrazzare un versante di una montagna così da poterlo coltivare o per regimentare le acque piovane.

In realtà i muri a secco travalicano il concetto concreto associabile al manufatto muro. Rappresentano, di fatto, preziosissimi scrigni in cui è contenuta una incredibile risorsa culturale e naturalistica. Continua a leggere

‘O papagno, una pianta quasi dimenticata

Un breve racconto:

papagnoIl sole non è ancora sorto quando Mastu Ciccio si sveglia, tra qualche ora il cantiere navale lo chiamerà col suo fischio al duro lavoro da operaio, prima però deve badare agli animali nella stalla e al raccolto nei campi.

Muovendosi cautamente, per non svegliare i quattro figli e la moglie che dormono nella stessa stanza, si reca in cucina dove ha già preparato in un angolo la bacinella per lavarsi e su una sedia gli abiti per vestirsi. Prima di uscire è meglio mangiare qualcosa…nella credenza deve esserci un pezzo di quel buon pane ai semi di papagno, una novità comprata nella bottega di Catarina ‘a panettera.

Appena la porta si chiude Donna Manuela, che s’era appapagnata pe’ n’ate cinche minute, apre gli occhi, tra un po’ il marito dove andare a lavorare, gli deve preparare ‘a marenna. Ieri ai margini del campo coltivato a fagioli ha visto parecchi papagni, se si sbriga può raccoglierli e farli sfritti. Continua a leggere

Fantasmi nel bosco.

Fantasmi nel bosco, straordinari adattamenti per la sopravvivenza

articolo del naturalista Ferdinando Fontanella

Fantasmi nel bosco.

Fantasmi nel bosco.

Sembra incredibile, ma è vero: “Nei boschi italiani vivono i fantasmi!”. Il periodo migliore per osservarli è l’autunno, per vederli bisogna passeggiare piano per i sentieri del bosco facendo bene attenzione ai minimi movimenti dei ramoscelli. Li ho ammirati io stesso nei boschi di Quisisana a Castellammare di Stabia, vi confesso che ho provato un brivido che mi ha scosso. La mia non era paura, non c’era motivo di averne perché il fantasma che ho visto non ha niente della classica e fantasiosa “demoniaca presenza”. Il sussulto che ho provato era dovuto alla meraviglia e all’ammirazione. Continua a leggere

La calcara di Quisisana

Carcararo (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Carcararo
( a cura del naturalista stabiese Nando Fontanella )

La calcara di Quisisana

22 La calcara di Quisisana (foto Ferdinando Fontanella)

Il “carcararo”, l’artigiano che trasformava la pietra in calce, potrebbe essere anche definito come colui il quale aveva l’arte d’impilare le pietre. Il suo mestiere era, infatti, quello di caricare le fornaci con la roccia calcarea dalla cui cottura veniva prodotta la calce viva. Un’operazione delicata e faticosa che richiedeva esperienza e grande maestria. Il carico delle fornaci, localmente conosciute come “carcare”, consisteva nel sistemare a secco i frammenti di roccia (estratti dalle cave in prossimità delle stesse fornaci), in modo da formare una struttura stabile, che potesse resistere anche alle notevoli trasformazioni (chimico-fisiche), che le dure rocce subivano nel processo di cottura (perdita d’acqua, riduzione di peso e di volume e conseguente trasformazione della roccia cotta che diveniva fragile e friabile). Il “carcararo” doveva quindi Continua a leggere

Erbario Coscarelli in riferimento al territorio stabiano

N.B.: si ringrazia il prof. Mario Russo per aver autorizzato la pubblicazione delle due immagini.

Erbario Coscarelli

Erbario Coscarelli

Questa mattina ho iniziato la lettura del catalogo curato dal prof. Mario Russo (edito nel 2009 dalla Nicola Longobardi Editore) che illustra l’erbario di Domenico Coscarelli, conservato a Sorrento nel Museo Correale di Terranova. Continua a leggere