Archivi autore: Ferdinando Fontanella

Informazioni su Ferdinando Fontanella

Collaboratore di Redazione Naturalista e giornalista pubblicista, è laureato in Scienze della Natura, con specializzazione in Divulgazione naturalistica e Museologia scientifica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. E' responsabile della pagina Twitter di LR.

Maruzzone

Maruzze e maruzzare…

articolo di Ferdinando Fontanella

Maruzzone

Maruzzone

“So’ doje maruzze: una fete, e ‘n’ata puzza…”.

Erano i primi anni Ottanta e, se la memoria non m’inganna, questo curioso modo di dire, usato dal nonno per evidenziare la monellaggine dei nipoti, è stato il mio primo incontro con le maruzze.

Solo dopo qualche tempo ho effettivamente capito cosa fossero e ho un preciso ricordo di questo evento. Un ricordo concreto di caldo e pioggia.

I temporali di fine estate inducono sensazioni contrastanti, per certi versi sgradevoli … per altri piacevoli, un po’ come gli abiti indossati in queste bizzarre giornate: pantaloncini corti e zoccoli ai piedi, memori del caldo appena svanito, maglione pesante e berretto di lana, infilati in fretta e furia, per il freddo improvviso.

Era settembre e principiava il tramonto, quando l’acquazzone esaurì il suo vigore. Mentre la pioggerellina andava ancora scemando, qualcuno pronunciò una domanda dal sapore retorico: «Andiamo a cercare le maruzze?».

Infervorati dall’allettante proposta noi bambini, abbigliati alla meno peggio, iniziammo furiosamente ad equipaggiarci. Facemmo razzia di barattolini e lattine, bottiglie dal muso largo e panierini, insomma prendemmo tutto ciò che poteva contenere le ambìte prede, che andavamo a scovare tra i fili d’erba e gli anfratti dei muri a secco.

Partimmo dal basso, dalla via Vecchia Pozzano, e procedendo a zig-zag lungo gli immensi scaloni dei terrazzamenti agricoli, arrivammo al culmine dell’immenso “Chiazzone delle Camarelle”. Lungo questo faticoso tragitto tra orti arborati, vigne e uliveti profumati di erba e terra bagnata, praticammo la nostra fruttuosa raccolta.

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Scatti d’Autore: Ferdinando Fontanella

Stabiae: visione naturalistica

Ippocastano in fiore… in primavera, vi aspetta al viale d’ingresso alla Reggia di Quisisana.


 

Galleria fotografica del naturalista stabiese Ferdinando Fontanella Continua a leggere

Purchiacchielli a fungetiello ( Portulaca a funghetto )

Su gentile concessione del naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella.

purchiacchielli

purchiacchielli

La pianta che nel dialetto stabiese è conosciuta come “Purchiacchiello” è per la nomenclatura scientifica Portulaca oleracea L. In Campania è nota anche come: Perchiacchiella, Porchiacca, Porcellana, Chiaccunella. Si tratta di una pianta erbacea annuale, dal portamento prostrato con fusto e foglie succulenti di colore verdastro con riflessi rosso-bruno. I rami primari e secondari spessi come il fusto principale determinano un accrescimento radiale della pianta che arriva ad occupare aree con diametro superiore anche a 60 cm . per tale motivo gli Arabi l’hanno denominata baqla hamqa, che significa ‘pianta pazza’ o ‘pazzesca’ a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo. Si tratta di una pianta infestante delle colture orticole, originaria dell’Asia, oggi diffusa in tutto il mondo. La Portulaca è interamente commestibile ed è conosciuta fin dall’antichità come importante pianta alimentare e medicinale. La tradizione contadina stabiese annovera due metodi per cucinare i purchiacchielli. Continua a leggere

La storiella del piscialetto: aneddoto stabiese per ricordare una pianta pericolosa

Sono certo che vi state chiedendo che cos’è il piscialetto? Potrei rispondere che si tratta di una pianta, ed è vero. Ma non è soltanto questo, è anche una storiella che da bambino avrò ascoltato un milione di volte. Non so chi l’abbia ideata, ma sono sicuro che chi l’ha fatto, conosceva bene la natura e amava i bambini. Ed è proprio ai bambini che la storiella del “piscialetto” è dedicata. Grazie alla domanda di un bimbo il suo ricordo è riaffiorato nella mia memoria. Continua a leggere

E si ve mangiasseve ‘o limone?

E si ve mangiasseve ‘o limone?

a cura di Nando Fontanella e Corrado Di Martino

Pasta aglio, olio e limone

Il limone, il limone non è un agrume, il limone è una gemma preziosa. Quale altro frutto può guarire malattie come lo scorbuto, quale può decolorare i capelli, quale divenire liquore, chi può dare effervescente vigore alle vivande, cosa può lenire il mal di gola, gli spasmi addominali o purificare le ferite, se non il limone? Il limone, il succo di limone cuoce alimenti e verdure lasciando invariata la loro temperatura, insaporisce sorbetti, dolci, confetture.

Della famiglia delle Rutacee, il Citrus Limon, è un piccolo albero sempreverde alto 2-7 m. Chioma rotonda, fittamente ramosa, con ramuli spinosi. Tronco eretto, breve, con corteccia grigio-scura, liscia negli esemplari giovani diventa squamosa con l’andare del tempo. Cresce nell’arco altimetrico tra 0 e 800 metri s.l.m., il suo periodo di fioritura è: Gennaio-Dicembre; comunemente coltivato sui Monti Lattari, nella penisola sorrentina e a Capri. La limonicoltura in penisola sorrentina, è da lungo tempo, tra le principali attività agricole del territorio, ed è base di un’intera economia, ad esempio è molto redditizia la produzione del liquore Limoncello, gustosissimo infuso alcoolico di bucce ricche di olii  essenziali;

abilmente manipolato il limone diviene gustosi piatti, dolci e salati, della cucina locale, prodotto artigianale e industriale. Prima della larga diffusione dei detersivi chimici, i frutti non buoni per la vendita erano adoperati per lavare, bicchieri e posate, pratica che fino a qualche tempo fa era comune agli acquafrescai prima di preparare lo “sciacquapanza”, acqua, limone e bicarbonato. In cucina, ‘a pasta cunciata, è un piatto prelibato, veloce da prepararsi e di poca spesa. Pensate che questo piatto tipico della cucina povera. Fu una efficace panacea durante un’epidemia di influenza. La pasta cunciata (condita) è nota in due versioni, quella estiva, quindi fredda, e quella invernale, calda, e siccome di questi tempi viviamo una confusione atmosferica, vi riportiamo di seguito entrambi le ricette, raccomandando: magnàteve ‘o limone

 

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