Archivi autore: Gigi Nocera

Informazioni su Gigi Nocera

Autore Nato a Castellammare il 18 febbraio 1923, è stato ideatore ed autore della rubrica gli anni '30 a Castellammare, Alla sua morte avvenuta a Torino il 17 marzo 2012, ha lasciato in tutti noi un vuoto incolmabile.

Il saggio ginnico

Gli anni ’30 a Castellammare

Il saggio ginnico

nei ricordi del compianto Gigi Nocera

Il saggio ginnico

Il saggio ginnico

Durante gli anni in cui il regime fascista era al potere era uso festeggiare le più importanti date storiche con varie manifestazioni. Il 24 maggio (data in cui ebbe fine la prima guerra mondiale) gli alunni di tutte le scuole di ogni ordine e grado effettuavano un saggio ginnico presso il vecchio campo sportivo San Marco.
Poichè detto regime si rifaceva ai fasti della antica Roma, tutti i giovani erano inquadrati in una organizzazione denominata GIL ,Gioventù italiana del littorio (ed ecco qui il primo richiamo alla romanità). I più piccoli erano inquadrati nei “Figli della lupa” (la famosa lupa che la leggenda vuole avesse allattato Romolo e Remo); i più grandicelli erano “Balilla” ( nome con cui era noto il giovane genovese Giovan Battista Perasso, che durante l’occupazione della città da parte degli austriaci, alla metà del 700, scagliò un sasso contro un ufficiale nemico dando l’avvio alla rivolta per la liberazione di Genova. Diciamo un po’ come “Le cinque giornate di Napoli” quando gli scugnizzi parteciparono alla lotta per la liberazione della città da parte dei tedeschi.) I più grandi invece erano “Avanguardisti”.
Dunque ogni anno si svolgeva questa manifestazione. Gli alunni, a piedi, inquadrati classe per classe, partendo dalla propria scuola e da ogni punto della città, disciplinatamente (disciplinatamente come lo possono essere dei giovincelli che tengono l’artéteca), si affondava la lunga camminata. Continua a leggere

villa comunale

La guerra… nella Villa Comunale

Gli anni ’30 a Castellammare ( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Nel 1935, mentre quasi tutte le Potenze coloniali abbandonavano i loro possedimenti d’oltre mare (Francia, Belgio, Germania e poco dopo l’Inghilterra), all’Italia venne il ghiribizzo di avere anche lei “un posto al sole”.

villa comunale

villa comunale

Benché da tempo nutrisse questo desiderio, soltanto in quell’anno, approfittando di un pretesto, l’Italia dichiarò guerra all’Abissinia. Capitò questo: una nostra guarnigione che controllava i pozzi di Ual Ual venne attaccata da guerriglieri etiopi (così sosteneva la propaganda fascista) nella primavera di quell’anno. La questione si trascinò fra accordi e contrasti fino all’autunno del 1935, quando le truppe italiane invasero il territorio nemico sia partendo dall’Eritrea che dalla Somalia (già nostra colonia) più a sud. Continua a leggere

Ricordi nati in un supermercato

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Anche se già visto innumerevoli volte, lo spettacolo che ho notato nei giorni scorsi nel supermercato da me abitualmente frequentato mi ha particolarmente colpito. E mi ha fatto ricordare alcune cose da me vissute negli anni ‘30.
Fra gli scaffali colmi di ogni ben di Dio si aggiravano persone che, come formichine indaffarate, spingevano i loro carrelli piene di tanta merce, in special modo cibo e bevande di tutti i tipi in quantità tale da sfamare diverse famiglie numerose. Pane, biscotti, salumi, pesce, frutta in abbondanza, merendine, cioccolato, detersivi di tutti i generi e molte altre cose. E’ vero che alcune famiglie fanno la spesa una volta alla settimana. E quindi poteva essere la provvista per 7 giorni, ma considerando che oggi una famiglia media è composta in genere da tre o quattro persone al massimo, è facile dedurne che una parte di tanto ben di Dio, passato qualche giorno, viene buttato via. (Chi è quel bambino che dopo qualche giorno si mangia una di quelle 24 “brioscine” che nel frattempo sono diventate “seretecce”? E cosa importa se ogni anno in tutto il mondo 5 milioni di bambini muoiono per denutrizione (letteralmente “moreno ‘e famma”! Questi bimbi sono lontani nessuno li vede! Quindi per noi non esistono).
Ed ecco quindi le considerazioni che la mia memoria mi ha sollecitato a fare.
In quegli anni abitavo a Santa Caterina, poco distante dalla Chiesa della Pace. Al largo Gelso, quasi all’angolo con via Gesù, c’era un negozio di “coloniali”. Queste botteghe vendevano un po’ di tutto, ma principalmente caffé, zucchero, pepe e spezie varie; cioè merce che per lo più veniva da fuori Italia. Continua a leggere

L'Arco della Pace

Surece e Scarrafune

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

“Il grande patrimonio del vecchio è nel mondo meraviglioso della memoria, fonte inesauribile di riflessioni su noi stessi, sull’universo in cui siamo vissuti, sulle persone e gli eventi che lungo la via hanno attratto la nostra attenzione”.

Norberto Bobbio

L'Arco della Pace

L’Arco della Pace (opera del M° Umberto Cesino)

Molti di noi stabiesi, quando su liberoricercatore ricordiamo il tempo della nostra fanciullezza, della nostra gioventù, del nostro passato nella Stabia che fu, giustamente evidenziamo le cose belle che abbiamo vissuto e che abbiamo visto; evochiamo i giorni belli che vi abbiamo trascorsi; esaltiamo i simpatici aspetti folcloristici delle nostre tradizioni, della nostra gente.

Il desiderio che abbiamo di tornare indietro nel tempo, che nei nostri ricordi è, quasi sempre, il migliore della nostra vita, scaccia dalla nostra mente gli aspetti, le situazioni, le cose sgradevoli che abbiamo visto e vissuto allora. Adesso vi chiederete: “Ma chisto addo’ vo’ je a para’?”
Mi spiego, voglio parlare delle condizioni di vita, sotto l’aspetto igienico e sanitario, con le quali una volta si conviveva e che oggi sarebbero inconcepibili.
Oggi quasi tutte le abitazioni (escluse in parte quelle della zona antica di Castellammare) hanno in casa il bagno e i servizi igienici, le cucine a gas e i frigoriferi, i termosifoni per il riscaldamento. Ai miei tempi invece esistevano: “‘o zi’ peppe” (e per chi non sa cosa sia se lo faccia spiegare dagli anziani della famiglia), a “furnacella” (fumosa e sempre in procinto di spegnersi se non alimentata col ventaglio a “sciuscià”), “‘o vrasiere”. Continua a leggere

C’era una volta

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

No! Sto sbagliando tutto. Sono soltanto le favole a lieto fine che iniziano così; invece…a Castellammare una volta esisteva, proprio nel centro cittadino, una bellissima spiaggia. La sua sabbia era di origine vulcanica, ma non so dirvi se fu creata dalla eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (eruzione descritta da Plinio il vecchio che in quei giorni si trovava a Stabiae proprio per osservare e studiare quel fenomeno). Ma lasciamo perdere questi cenni storici e veniamo alla realtà odierna. Dunque esisteva fino a qualche decennio fa questa bellissima spiaggia. Si allungava, suppergiù, dall’altezza della cassa armonica fino alla via che da Corso Garibaldi porta alla stazione delle FF.SS. Era larga più o meno 20/25 metri per poi rastremarsi ai due lati estremi. Il mare lambiva la murata che sosteneva e tuttora sostiene il terrapieno della Villa comunale. La base di questa murata era concava in modo tale da permettere alle onde che la lambivano di scivolare via con una debole risacca. Naturalmente era completamente coperta da erbe marine.

Banchina ‘e zì Catiello

Banchina ‘e zì Catiello

I ragazzi che dalla “Banchina ‘e zì Catiello” volevano raggiungere la spiaggia dovevano necessariamente passare su questo tappeto di alghe. Era quindi facile scivolare, cosa che avveniva sovente, e che molte volte è capitato anche a me, per fortuna sempre senza danni. Verso la fine della primavera/inizio estate sulla spiaggia venivano montati su palafitte due stabilimenti balneari, con relative rotonde e cabine spogliatoio. Queste si protendevano verso il mare per una decina di metri oltre la spiaggia. Sono certo che uno di questi stabilimenti si chiamava “La limpida”; l’altro, mi sembra, “Il moderno”. Continua a leggere