Archivi autore: Giuseppe D'Angelo

Informazioni su Giuseppe D'Angelo

Autore Nato a Castellammare il 21 gennaio 1943, ha avuto Il grande merito di aver avviato il riordino dell’Archivio Storico del Comune di Castellammare di Stabia di cui è stato Soprintendente Archivistico Onorario fino dal 1979. Caporedattore della rivista Cultura & Società nonché autore di numerosi ed apprezzati saggi storici. E’ morto nella sua Castellammare, il 22 febbraio 2017.

Palazzo del Fascio

Palazzo del Fascio

Palazzo del Fascio
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )

Al posto dell’attuale Palazzo del Fascio vi esisteva un antico spiazzo, da sempre chiamato Ponticello. Senonché, nel 1909, l’avv. Giuseppe de Rosa fece richiesta al Comune di censirgli tale suolo per costruire il proprio villino.

Piazza Nino Bixio

Piazza Nino Bixio (rarissima immagine d’epoca – coll. privata)

Questa circostanza fece riflettere il Comune che, nello stesso anno, decise di trasformare la piazzetta – nel frattempo ribattezzata Nino Bixio – in un giardino, con ringhiera in ferro.
Ma inopinatamente, negli anni ’40 del ‘900, la piazzetta fu definitivamente occupata dalla severa e stereotipa Casa del Fascio. Al termine del periodo fascista e quindi in tempi a noi più vicini, il palazzo, fu dapprima sede della biblioteca Comunale per poi essere occupato per numerosi anni da alcune famiglie terremotate senza tetto che lo presero a ricovero. Continua a leggere

S. Maria dell'Orto

Da S. Maria dell’Orto al “Summuzzariello”

da S. Maria dell’Orto al “Summuzzariello”

( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
 S. Maria dell'Orto

S. Maria dell’Orto

Salendo per S. Maria dell’Orto, ed oltrepassando la chiesa che dà il nome alla strada, c’imbattiamo nei banchi di vendita dei pescatori, che conferiscono un colore caratteristico a questa strada.

Proseguendo per via Nocera (che ha tal nome perché ricalca il tracciato urbano dell’antica strada Nuceria-Stabiae), non si può fare a meno di soffermarsi al mercatino di via Principe Amedeo, dove, con modica spesa, si può trovare un po’ di tutto: dall’abbigliamento ai commestibili. Camminando in direzione di via Cosenza, giungiamo di fronte al Liceo Classico Plinio Seniore, che per anni è stato punto d’incontro della gioventù stabiese. Alle spalle dell’edificio, in via Marco Mario, vi è l’Antiquarium Stabiano, in cui sono custoditi, in attesa di altra sede più consona, i reperti archeologici (circa 8.000 oggetti) provenienti dagli scavi effettuati, a partire dal 1950, nell’ager stabianus. A poche centinaia di metri si trova il mercato ortofrutticolo, costruito agli inizi del ‘900 su un antico ippodromo cittadino. Per cui, ancora oggi gli stabiesi indicano tale luogo come “fora ‘a corsa”.

Villa Comunale

Largo della California

Largo della California

( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
Villa Comunale

Villa Comunale

A pochi passi dal Caffè Spagnuolo, sul terreno di risulta di tante demolizioni, viene edificata la Villa Comunale ed il cosiddetto Largo della California, costituito da quella piattaforma circolare circondata da lecci alle spalle della Cassarmonica.

Il nome deriva dal fatto che durante uno scavo furono trovate monete d’oro, per cui si pensò subito alla California, per antonomasia la terra dell’oro. Oggi, però, ben pochi ricordano tale toponimo, rimasto soltanto nel linguaggio dei pescatori stabiesi, che lo hanno come punto di riferimento da mare.

La Venditrice di amorini

La zona archeologica

La zona archeologica
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )

Per la sua conformazione orografica, la città di Castellammare è, per così dire, strutturata su due livelli. Una collina a forma semicircolare che la avvolge – da Pozzano, le Fratte, Quisisana, Monte Coppola, Scanzano, Varano – e una pianura, stretta all’inizio, sul lato sud, che man mano si amplia, procedendo verso nord, formata prevalentemente da una serie di piattaforme alluvionali. E’ da presumere che nell’antichità la pianura fosse molto più esigua di oggi, per cui i primi abitanti delle nostre terre edificarono le proprie abitazioni proprio sulla collina.

La Venditrice di amorini

La Venditrice di amorini (coll. Gaetano Fontana)

A conferma di ciò, va ricordato che gli scavi effettuati – sia sistematicamente, sia a caso – hanno riportato alla luce antichi reperti proprio a Pozzano (nel XVI secolo), le Fratte, Quisisana (secc. XVIII – XX), monte Coppola (sec. XX) e principalmente a Varano (secc. XVIII – XX), anche se ritrovamenti sporadici vengono segnalati sin dal secolo XVI. Continua a leggere

Don Rodolfo Spagnuolo

L’antico Caffè Spagnuolo

L’antico Caffè Spagnuolo
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )

Caffè Spagnuolo

Caffè Spagnuolo (opera del m° Umberto Cesino)

 Il canonico don Agnello Spagnuolo, avendo comprato l’antica torre del Quartuccio, che, trasformata sin dal 1824 dai fratelli Luigi e Baldassarre Parisi per loro residenza, dopo varie rifazioni aveva acquistata una strana forma ottagonale nel 1872 vi inizia radicali lavori per ridurre l’immobile allo stato attuale. Vi impianta un Caffè al pianterreno ed un piccolo albergo al primo piano. Col tempo il Caffè diventerà celebre in tutto il circondario, per le specialità dolciarie e per la presenza in esso di personaggi che caratterizzeranno un’epoca: da Scarfoglio a Matilde Serao, dall’ammiraglio Acton a Emilia Cito principessa di Santobono, da Eugenio e Giuseppe Cosenza a Ciro e Luigi Denza, dal principe di Marsiconovo al marchese Pellicano, dal barone Toscano al principe di Sant’Antimo, dal conte Coppola al comm. Eduardo de Martino, da Vincenzo Migliaro a Vincenzo D’Angelo, da Piero Girace a Michele Prisco.