Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Omaggio a Gigi

Omaggio a Gigi

di Giuseppe Zingone

16 marzo 2008 Gigi Nocera

Quando Gigi Nocera entrò in contatto con Liberoricercatore, chiesi a mio cugino Maurizio, la possibilità di comunicare con questo fulgido anziano, in modo più intenso.
Volevo porgli tante domande, avevo tante curiosità di cui parlargli, mi interessava la sua infanzia, il suo incontro con Raffaele Viviani, come e perché si fosse trasferito a Torino.
Fui subito accontentato, dapprima iniziammo a scriverci via mail e Gigi mi raccontò la sua vita e pian piano, volle conoscere la mia. Continua a leggere

Gigi Nocera e la Festa d’Aprile

Gigi Nocera e la Festa d’Aprile

di Aldo de Martino

Gigi Nocera a Castellammare in Festa d’Aprile

Ho conosciuto Gigi Nocera nel 2010 o inizio 2011, grazie all’amico Enzo Cesarano. Premetto che per ragioni anagrafiche non ho fatto in tempo a nascere digitale e ho faticato (e fatico) molto per diventarlo. Ma quale fu la mia sorpresa? Conoscere proprio su Facebook Gigi Nocera e scoprire che, anche se nemmeno lui era nato digitale, si destreggiava e chattava, come un ventenne! Continua a leggere

Il ricordo di mio fratello Gigi

Ricordo di mio fratello Gigi

di Alba Nocera

Ero piccola. Diciotto anni meno di lui. Un fratello un po’ anche papà. Protettivo, a volte severo ma intenzionato a farmi crescere sulle sue orme. Amare la lettura. Il teatro. La musica. Il suo primo regalo fu un libro. Avevo undici anni: Robinson Crusoe, poi man mano I ragazzi della via Pal e poi sempre un po’ più impegnativi. Il primo disco: Mascagni. Quell’Intermezzo dell’amico Fritz ascoltato insieme mille volte!
Durante l’età della scuola era lui che mi aiutava a fare i compiti e qualche volta si innervosiva se non ero molto precisa e ordinata.
Sempre mi spiegava perché bisogna stare dalla parte dei più sfortunati, dei più bisognosi. La sua grande generosità ha gettato un seme che ho cercato di raccogliere e fare mio.
Rimpiango tutto di lui. Anche le cose che mi irritavano. Tutto. Perché ora capisco che il suo vantarsi altro non era che il giusto riconoscimento per un uomo che, pur di estrazione modesta, era riuscito a diventare colto, con mille interessi e con un cuore sensibile e pieno d’amore verso il prossimo. Mi manca tantissimo!

Partito d’Azione, Unione Piemontese

Pubblicato in occasione del centenario della nascita di Gigi Nocera 1923-2023


Gigi nel ricordo della figlia Gemma

Ricordo di Gigi Nocera

di Gemma Nocera

Gigi e Liliana

Capita che tornino alla memoria ricordi così antichi da parere irreali. Mi viene in mente, per esempio, dalla mia prima infanzia, la voce di mio padre che, con me tra le braccia, canta piano piano Maruzzella mentre mi fa addormentare la sera, camminando avanti e indietro per il corridoio.
Divenuta un po’ più grande, cominciò ad insegnarmi a giocare a scacchi, di cui lui, al tempo, era appassionato. E io un po’ delusa quando, smaccatamente, mi faceva vincere.
Quando ero malata e avevo la febbre, la sera mi leggeva Pinocchio o il libro Cuore. Letture edificanti di quel tempo che spronavano i ragazzi ai buoni sentimenti con espressioni un po’ retoriche. Ma andava bene così. Allora non si usava ancora leggere le storie ai bambini prima di dormire.
Del resto mio padre lo vedevo solo all’ora dei pasti: tornava a casa a pranzo alla mezza, mangiava e faceva un breve sonnellino per rientrare in ufficio e rincasare verso le sette di sera. Telegiornale, Carosello. E a letto. Continua a leggere

Sola di Girace e Nardella

Sola di Girace e Nardella

di Giuseppe Zingone

Sola di Girace – Nardella

Un Piero Girace poliedrico, istrionico, poeta in prestito alla canzone napoletana, più andiamo alla ricerca dell’artista, più scopriamo le variegate sensibilità dell’uomo. Qui presentiamo un  breve testo di Girace, musicato da Evemero Nardella,1siamo nel 1951 la canzone è cantata da Roberto Murolo. Continua a leggere

  1. Al momento della pubblicazione di Murolo, Evemero Nardella era già scomparso.