Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Castellammare da Carlo Tito Dalbono

Castellammare da Carlo Tito Dalbono

a cura di Giuseppe Zingone

Carlo Tito Dalbono, L’Illustrazione Italiana, numero 46, del 14 Novembre1880

Carlo Tito Dalbono, fu uno storico, un romanziere e un critico d’arte nato a Napoli il 2 gennaio 1817 e ivi morto il 2 novembre 1880.

Tra le Guide di fine Ottocento ad uso dei viaggiatori e dei turisti quella di Carlo Tito Dalbono è una delle più famose, ma non l’unica e non priva di qualche inesattezza (com’egli stesso afferma nella prefazione) rimane però un punto di riferimento per tutte quelle persone (italiani principalmente) di buona estrazione sociale che si ritrovano a visitare un territorio da pochi decenni in via di unificazione. Continua a leggere

Duplice Varo a Castellammare

Duplice Varo a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Campania e Basilicata, 1914, Naviglio coloniale

Campania e Basilicata, 1914, Naviglio coloniale

Liberoricercatore recupera per i lettori questi articoli di un duplice varo nei nostri cantieri, erano gli anni di inizi Novecento, anni che preannunciavano momenti di lì a poco terribilmente infausti, ma anche quei giorni terribili sono passati. Godiamo di questi articoli che contemplano  un duplice varo a Castellammare, avvenuto il 23 luglio del 1914. Continua a leggere

View of Vesuvius from Villa Quisisana, natinalmuseum Sweden

Il Vesuvio da Castellammare

Il Vesuvio da Castellammare

di Giuseppe Zingone

View of Vesuvius from Villa Quisisana, natinalmuseum Sweden

Johan Christian Dahl,View of Vesuvius from Villa Quisisana,

In un vecchio articolo del 2014, Il Vesuvio negli occhi degli stabiesi prendemmo a prestito le parole di nostri concittadini che avevano vissuto la terribile esperienza dell’eruzione del  Vesuvio. Visto da Castellammare, con il mare antistante forse induce ad una più mite riflessione, ma resta sempre dal mio punto di vista una enorme bomba ad orologeria innescata nelle vite di centinaia di migliaia di persone, quelle “all’ombra” per così del cratere tra i più spaventosi del mondo. Continua a leggere

Ciro Alminni

‘O fattariello ‘e cronaca: un furto che disonora Castellammare

‘O fattariello ‘e cronaca

di Enzo Cesarano

La bottega di don Ciro Alminni (foto Enzo Cesarano)

La bottega di don Ciro Alminni (foto Enzo Cesarano)

Il furto alla bottega artigiana del compianto Ciro Alminni, avvenuto nel cuore del centro antico dove sono stati trafugati alcuni dei suoi quadri e attrezzi del mestiere, ci lascia attoniti ed increduli… mai e poi mai avremmo immaginato una bassezza del genere. All’intera famiglia Alminni rimasta scossa e molto amareggiata, sono stati sottratti oggetti e quadri di notevole valore affettivo. Opere pittoriche, quelle di don Ciro Alminni, che raccontavano con tratti vividi ed incisivi il suo centro antico, per il quale si è prodigato tutta la vita. Basti pensare che negli anni ’80, già nell’immediato post terremoto, si è impegnato nel rilancio del centro antico non solo dal punto di vista artistico, ma anche sociale. Ci potremmo fermare al fatto di cronaca, ma il messaggio che ci veniva da “Geretiello” era di non restare indifferenti di fronte all’ignoranza e alla delinquenza.

Don Ciro Alminni (foto Enzo Cesarano)

Don Ciro Alminni (foto Enzo Cesarano)

Questa mancanza di sensibilità ci deve portare a riflettere e a non restare indifferenti, perché è proprio l’indifferenza che dà manforte alla delinquenza. Ciro avrebbe detto: “Avete rubato dei quadri, ma non il mio ricordo, che resterà indelebile nell’animo dei bravi cittadini stabiesi”. Un gesto criminoso attuato per becera ignoranza: chiunque ne sia l’autore ha rubato gli attrezzi materiali di Alminni, ma non la sua memoria, la passione e l’immenso impegno profuso per “Il Centro Antico di Castellammare”.


Un furto che disonora Castellammare 

di Giuseppe Zingone

Da oltre vent’anni vivo nella provincia di Roma, una cittadina che cresce, sotto molti aspetti tranquilla, ma quando vivi tanto tempo in un luogo riesci a trovare difetti anche nei posti perfetti.
Quando nel 2000 mi trasferii a Ladispoli mio padre mi disse: “Guaglió male chillu juorno che tuorne a Castiellammare!”. Le stesse parole che mi riferí il buon Gigi Nocera, con loro ho preso un impegno.
A dire il vero amo Castellammare i consigli sopra li prendo sul serio guardando ai miei figli e al futuro del Paese. Castellammare merita di più e ci credo veramente. Ho saputo ieri dall’amico Alfredo Alminni figlio del nostro compianto Ciro, che la bottega del padre in via San Giacomo ha subito un furto, sono stati trafugati diversi dipinti quelli incorniciati.

Castellammare vista da Ciro Alminni

Castellammare vista da Ciro Alminni

Io avevo ricevuto il mio quadro come dono di nozze da Don Ciro e dalla signora Anna, gente che si è sempre spesa per il bene del quartiere nel quale viveva. In queste ore scopro a malincuore che il bene viene ripagato da alcuni farabutti con il furto. Un fatto triste che offende la memoria ed anche il futuro di quanti sperano di svegliarsi ogni giorno in un mondo migliore.
Quelli rubati infatti non sono solo dipinti, sono ricordi. Spero che chi li acquisterà ne sia consapevole e chi ha rubato ponga rimedio in qualche modo.
Amo la mia città, spero che l’alto senso civico della maggior parte degli stabiesi, possa sbriciolare le cattive abitudini e i comportamenti distorti e volgari di chi infanga la storia di Castellammare e delle nostre famiglie.

LA CANTATRICE, Belle Fille du Grand Mogol

LA CANTATRICE, Belle Fille du Grand Mogol

di Giuseppe Zingone

Qualche settimana addietro il dottor Carlo Felice Vingiani ha pubblicato un interessante lavoro sulla progenie del nostro Catello Filose, più noto come il Gran Mogol, nel continuo confronto con il dottor Vingiani, gli rendo noto di aver trovato un documento che a mio parere è estremamente interessante. Si tratta di una sorta di biografia postuma, perché le carte giungono nelle mani dell’autore a distanza di circa 7-8 anni, ed è lui stesso a rassicurarci più volte anche all’interno del brano in discussione che si tratta di una storia vera.

Così si apre la nota numero 1: Questa (storia n.d.r) è reale, tutta la memoria storica è stata trascritta per noi su un foglio da uno dei nostri amici. Ci è sembrata una storia interessante e curiosa. I nostri lettori saranno grati per avergliela offerta“.1

 

Giuseppina Noel Fabre

Continua a leggere

  1. Domenica 26 Gennaio 1834.