Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Zemberiniello

Zemberiniello: la vera pizza stabiese

Zemberiniello
di Andrea Di Martino

Introduzione dell’autore
Ciao Maurizio, mi piace molto il tuo sito e saltuariamente lo seguo godendo della tua capacità di ricerca che è veramente encomiabile. A seguire dal mio blog personale www.baol70.splinder.com ti posto un mio ricordo (scritto un paio di anni fa) di un vecchio luogo da stabiesi: “Zemberiniello”. Ciao con affetto. Andrea Di Martino.

Zemberiniello

Un giovane Zemberiniello sul posto di lavoro (foto d’epoca di Giovanna Zembrino)

Zemberiniello

l’antica arte di fare la pizza

L’improvviso risveglio di un desiderio. Tornare nei luoghi dell’infanzia, risentire quei sapori, riannusare quegli odori di quando infante con i miei genitori mi recavo da Mario Zembrino, per reiterare il magico rito della Pizza. Così questa sera entrando in questo locale ho fatto un vero e proprio tuffo nel passato. Qualche rinnovo, ma gli stessi tavoli di legno, le stesse sedie, qualche antico trofeo: quegli specchi logori della Peroni, le pubblicità della Coca Cola anni ‘50, qualcuna è ancora lì in bella mostra altre, chissà perché soppiantate da orrendi quadri, segno del passaggio di un incauto innovatore (le figlie?). La Pizza è sempre quella, rigorosamente lavorata a mano dall’impasto alla stesura. Il lievito naturale che fa la differenza. Il fiordilatte dei Monti Lattari, tagliato da Mario con un vecchio coltello, sul marmo che la perseveranza del gesto ha irreversibilmente solcato. Ho rivissuto antichi riti rivisto noti volti. Eravamo in tre una margherita, una profumatissima marinara, e un Continua a leggere

Nello Lascialfari 02

‘A Caperrina anni ’50

‘A Caperrina anni ’50

di Nello Lascialfari

Introduzione e brevi note sull’autore
In questa pagina ospitiamo, con nostra assoluta soddisfazione, uno scritto di Nello Lascialfari (stabiese verace attualmente in pensione, amante: del jogging mattutino, della cultura locale e della poesia partenopea).
L’appassionato autore stabiese (immergendosi nei ricordi), ripercorre e delinea mentalmente i suoi trascorsi vissuti, proponendo in questo primo monologo una rivisitazione anni ’50 della celebre “Caperrina” (ovvero, un emozionante “tuffo nel passato” alla riscoperta della vera Castellammare di Stabia).

Nello Lascialfari 01

Castellammare di Stabia: l’artista Aniello Lascialfari (foto Antonio Busanca).

Salve mi chiamo Aniello Lascialfari, per qualche tempo ho condotto su RADIO BOOMERANG un programma dal titolo “Se cantarranno ancora”, il tema era: Monologhi e Racconti su Castellammare, ideati e realizzati da me, intervallati da canzoni e poesie di grandi autori. E appunto oggi vi voglio presentare un monologo su come era ‘a Caperrina negli anni ’50 e su come è adesso nel 2005. Io per fare tutto questo vi racconterò di un mio sogno. Ho sognato di essere ritornato nuovamente giovane, i miei capelli brizzolati, come per miracolo erano diventati neri, neri come li avevo a diciott’anni. Ho rivisto molte persone di tanto tempo fa, la mia piazza, dove ho conosciuto l’amore, quello per gioco e quello importante, dove ho riso e pianto, ma soprattutto ho sentito tanta musica, quella musica che mai nessuna orchestra mi potrà più far sentire, perché la partitura è stata strappata dal tempo, che come un vento veloce e improvviso, tutto spazza via, tutto travolge, persone, cose, costumi e abitudini ed ai superstiti di questa tempesta silenziosa, resta soltanto il ricordo e null’altro. Ma ecco che alcune volte, riviviamo nuovamente quegli attimi irripetibili, come in un film. Chissà perché, quando poi mi sveglio e torno alla realtà, mi ritrovo col cuscino bagnato di lacrime.

‘A Caperrina anni ’50

Buon giorno signò, mi sembra di avervi visto pure ieri, state qua a villeggiare?…. Ah, state facenno ‘e cure termali! Cumme va, oggi non ci siete andato allo stabilimento?… Aggio capito, vulite cunoscere ‘nu poco Castellammare. Io tante spiegazioni non ve le so dare, però si ve sfurzate ‘nu poco ‘e capì il mio dialetto vi posso presentare questa piazza. Io abito qua, ‘ncopp’‘a Caperrina”. Sta piazzetta è veramente bella, ce cunuscimmo tutte quante, ccà nun ce manca niente, ‘e negozi ‘e tenimme tutte a purtata ‘e mane, e si ‘nu magazzino non ci soddisfa, putimmo cagnà; tanto stanno tutte uno vicino a ‘n’ato. Vedite sti guagliuncielle? Mo s’hanno fatto ‘e capille, sanno fatto ‘o carusiello, pensate un po’, in questo piccolo centro ci sono tre negozi ‘e barbiere, e faticano tutte e tre, perché qua c’è molto movimento, questo è un quartiere altamente popolato e poi, nelle case private, in estate si fittano le camere ammobbigliate ai forestieri come voi che vengono a Castellammare pe ffa ‘e cure termali o pe ffa ‘e bagne ‘e mare. Sì pecché sotto Puzzano, vuje redite? Aggio capito!… Sulla Statale Sorrentina, ci sono degli stabilimenti balneari, con sorgenti di acqua sulfurea che sorgono direttamente dal mare, dal mare azzurro comme o cielo e l’acqua è accussì limpida ca v’‘a putisseve vevere! Guardate comme so belle chelli carruzzelle! ‘O cucchiere s’ ha fatto niro pecché sta’ sempe a ‘o sole. Stì carruzzelle portano ‘e furastiere o ‘o mare oppure ‘e terme; quanta storia tenene ‘e carruzzelle ‘e Castiellammare… Continua a leggere

Chiesa del Sacro Cuore di Scanzano (immagine d'epoca)

Scanzano anni ’30, i ricordi della mia infanzia

Scanzano anni ’30, i ricordi della mia infanzia

di Assunta Carrese

Chiesa del Sacro Cuore di Scanzano (immagine d'epoca)

Chiesa del Sacro Cuore di Scanzano (immagine d’epoca)

Ho raccontato di Castellammare anni ’40, ma ho il dovere di raccontare di Scanzano anni ’30 perché è stato il mio paese adottivo dall’infanzia all’adolescenza. Per esigenze familiari fui affidata ad una sorella nubile di mia nonna che per me fu come una seconda mamma.

Dalle Compassioniste, Suore del Sacro Cuore, frequentai dall’asilo fino alla terza elementare, quarta e quinta in un appartamento adibito a scuola nel palazzo Pisacane; un altro appartamento simile era nella villa Iavarone, in via Pergola. Dalle Compassioniste le maestre erano suore. In portineria c’era suor Geltrude con una collaboratrice chiamata Titina che viveva nel convento, ma non era suora; Titina aveva una età indefinibile e una ministatura che la faceva confondere con le bambine. Suor Patrizia insegnava Catechismo e suor Maria, Suor Umile, Suor Tarcisia e Suor Domenica erano maestre; suor Domenica era la terribile, aveva sempre una riga a portata di mano per dare una spalmata, l’annunciava dicendo “Qua la mano”. Un altro spauracchio era il cappellone a punta come quello di Pinocchio con su scritto “asino”, per castigare a dovere chi aveva il cappellone doveva stare fuori della porta perché chi passava doveva sapere. Continua a leggere

Giorgio V a Castellammare

Giorgio V a Castellammare

a cura di Giuseppe Zingone

Giorgio V e Maria di Teck il giorno del matrimonio

Giorgio V, nacque a Londra il 3 giugno 1865 e si spense a Sandringham il 20 gennaio 1936, è stato re di Gran Bretagna, d’Irlanda e dei Domini britannici d’oltremare, nonché Imperatore d’India. Regnò dal 6 maggio 1910, ossia alla morte del padre (Edoardo VII), fino al 20 gennaio 1936, giorno della sua morte.
Il 6 luglio 1893 nella Cappella Reale del Palazzo di Saint James a Londra sposò la principessa Mary di Teck. La coppia ebbe sei figli.

HMY Victoria and Albert (1901-1939)

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Le Terme di Castellammare

Signora Lucia

Signora Lucia

di Giuseppe Zingone

Le Terme di Castellammare

Le Terme di Castellammare (collezione Zingone)

Carissima Signora Lucia, come ci mancano i vostri occhi, la vostra presenza e quelle leggiadre movenze da ballerina con la quale, in una sorta di dolce e flessuoso inchino, riempivate le “giarre” presso le fonti delle nostre Antiche Terme. Quanti volti, quante mani avete incrociato, ognuno in cerca della sua corporale salvezza vi chiedeva la carità, la certezza di possedere quel prezioso “oro bianco” che dalla dura roccia nella quale per secoli ha scavato le viscere, discendeva o risaliva per essere cinto da Voi. Semplicemente acqua o ultimo desiderio di un condannato a morte? Che importa! Eravate lì pronta ad esaudirlo, il vostro non era un lavoro, ma una missione umanitaria.

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