Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Batiscafo Trieste articoli d’epoca

Batiscafo Trieste articoli d’epoca

a cura di Giuseppe Zingone

Auguste Piccard, a Castellammare, Getty images

A corredo del lavoro del nostro stimatissimo Antonio Cimmino, su “Il batiscafo Trieste“, vogliamo oggi proporre alcuni articoli d’epoca tratti dal Corriere della Sera, della sua presenza nella nostre acque e soprattutto di quell’Auguste Piccard, instancabile esploratore dei fondali del Golfo di Napoli.

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Mario Puppo e la città delle acque

Mario Puppo e la città delle acque

di Giuseppe Zingone

Mario Puppo, immagine tratta dall’Archivio Barilla

Mario Puppo nacque a Levanto (provincia di La Spezia) l’8 febbraio 1905. Già negli Trenta, Puppo, iniziò a realizzare nel suo studio di Chiavari, dépliant per pubblicizzare località di mare e montagna. Molto interessanti sono alcuni dei suoi lavori dal punto di vista artistico, come famosi furono il calendario della Barilla nel 1937 e svariate opere pubblicitarie per la FIAT di Torino da lui ideati.

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Bagnanti sul lungomare di Castellammare

Teresa ‘e Felicella

Teresa ‘e Felicella

di Libera Coppola

Introduzione e brevi note sull’autrice
Mi chiamo Libera Coppola sono nata a Castellammare nel 1955 nel vico delle Mammane in via I de Turris (proprio a fianco al grande vico S. Catello), dopo aver vissuto lì l’infanzia e anche parte dell’adolescenza, mi sono trasferita con la famiglia in viale Europa precisamente zona (Summuzzariello), poi ventenne, sono andata a vivere a Sorrento dove attualmente vivo. Non ho mai dimenticato di essere stabiese e grazie a Dio ho buoni motivi per venirci spesso e viverne con piacere i miglioramenti.
Oggi, nel tempo libero scrivo di Castellammare e questo mi diverte molto, a volte scrivo e rido ripensando al passato e a certi personaggi, venditori di cose che non esistono più, come “il pane con la zuffritta di zia Carulina” con cui a volte facevamo colazione la mattina, “Carulina” che era anche una cognata di mia nonna, posizionava il suo carrettino davanti alla porta della sua bottega proprio tra il vico S. Catello e il vico delle Mammane, in 15 mq aveva un supermercato con la differenza che cambiava spesso merce a seconda degli affari che trovava quando si recava a Napoli e ovviamente a seconda delle stagioni. Ritornando al racconto che vi ho spedito è la vera storia di una mia prozia: Teresa Esposito di Gennaro, nata intorno al 1903 da giovane aveva “‘o puosto” di frutta e verdura al mercatino di S. Vincenzo poi lo cedette per darsi alla riffa, lavoro certamente più redditizio e movimentato. La storia è scritta di mio pugno e fa parte di una raccolta di altri scritti sulla vita che si svolgeva a Castellammare negli anni cinquanta / sessanta (alcuni dei quali sono ancora da terminare).
Questo è un regalo che voglio lasciare alle mie figlie che nonostante siano nate sorrentine, frequentano Castellammare assiduamente e “per forza di cosa”, sono anche figlie del progresso.

Bagnanti sul lungomare di Castellammare

Bagnanti a Castellammare

Teresa ‘e Felicella

lo scritto è tratto dalla versione integrale di “Teresa ‘e Felicella”

 Teresa ‘e Felicella (diminutivo di Felicia) era la sorella della mia nonna materna, di corporatura piuttosto robusta, viveva da sola al Vico San Catello sulla Caperrina (Caporivo). Era vedova di tre mariti, però la sua più grande sfortuna, era stata quella di non aver avuto figli. Comunque, la mia prozia Teresa, che tutti chiamavamo zia, era tutt’altro che depressa, molto energica e brillante, viveva di riffe e bona parola (consigli per risolvere controversie familiari e non). Ogni giorno puntuale al suo impegno di lavoro, come se avesse avuto un posto di lavoro fisso, si alzava di buon’ora, si lavava, si pettinava i lunghi capelli grigi resi un po’ appiccicosi dalla brillantina o, in mancanza, dall’olio di oliva, li raccoglieva in un grande tuppo (treccia di capelli attorcigliata dietro la nuca fermata da forcine) che posizionava dietro la testa mediante due forcine di tartaruga, metteva due bellissimi orecchini d’oro e brillanti, indossava le due o tre sottane di vario tessuto, prima quella più sottile di batista, poi la media di lino e infine la doppia di tela, rigorosamente di colore bianco, panna o beige chiarissimo e infine indossava un camicione nero con qualche fiorellino grigio che appena si notava; manica a tre quarti per essere libera nei movimenti, completava poi il tutto con un grembiulone di tela doppia più o meno dello stesso colore del vestito. Io le porgevo il paniere, contenente cartelle e tombola, che lei portava in testa, adagiato su uno strofinaccio che chiamava turciaturo attorcigliato a mo’ di tarallo; con le spalle dritte, la testa alta, fiera come una regina che indossa una corona, si apprestava ad uscire, tutti la stavano aspettando. Qualche volta mi è capitato, come del resto alle mie sorelle, di stare un po’ con lei, le piaceva tanto la nostra compagnia; così a turno, ci trasferivamo a casa sua. Continua a leggere

Il mosaico del rapimento d’Europa

Il mosaico del rapimento d’Europa

di Giuseppe Zingone

Il rapimento d’Europa, Villa San Marco, mosaico I° secolo dopo Cristo

E’ notizia di questi giorni che il Sindaco di Castellammare Gaetano Cimmino, ha scritto al Ministro Dario Franceschini, affinché le autorità italiane si adoperino per riportare nella nostra Città una statua trafugata 44 anni or sono, ed attualmente esposta negli Stati Uniti al Minneapolis Institute of Art, il Doriforo di Stabiae. Tornerà mai a casa? E soprattutto saremo così attenti da far sì che queste cose non acadano mai più?

Noi siamo fiduciosi in un cambiamento di rotta ed una maggiore attenzione del cittadino stabiese alle proprie radici, perchè a criticare gli altri ci vuole poco, la fatica è mettersi in discussione e dire: E’ anche colpa mia se questo è accaduto!

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Thomas Uwins a Castellammare

Thomas Uwins a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Thomas Uwins, disegno a matita di John Partridge, Napoli 1825, 238mm x 184mm, National Portrait Gallery, London

Thomas Uwins, disegno a matita di John Partridge, Napoli 1825, 238mm x 184mm, National Portrait Gallery, London

Thomas Uwins fu certamente a Castellammare, come avevamo accennato nell’articolo: Ragazza stabiese con cesto di frutta, e  in questo articolo come promesso vogliamo inserire ancora alcuni dettagli della sua permanenza presso la nostra Città e le relazioni con la famiglia Acton.

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