Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Foto di Gruppo

Un tesoro di memoria inutile

Un tesoro di memoria inutile

di Giuseppe Zingone

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Foto di Gruppo

In un paese come l’Italia dove la memoria storica sovrabbonda sembra quasi normale che la cultura debba soggiacere alle ragioni economiche moderne di spending review.
Il grande paradosso dei nostri giorni è che tutte le parti politiche sembrano d’accordo nel dire che i cittadini soprattutto quelli onesti sono sottoposti ad un carico fiscale altissimo, e propongono un abbattimento del cuneo fiscale (a me il cuneo ricorda le torture medioevali) difatti quegli stessi cittadini a cui vengono tagliati i servizi essenziali alla vita quotidiana e per i quali pagano fior di quattrini in tasse, come unica risposta ricevono sempre un ulteriore aggravio di quest’ultime, sebbene cambino i governi ed i colori politici.
A volte è giusto fare un inciso su quello che accade ai nostri giorni, chiarire perché si è arrivati allo stato attuale delle cose. Così anche nella nostra città molti edifici pubblici di proprietà comunale, cioè bene comune, giacciono in uno stato di totale abbandono, per i quali si attende solo il crollo.
Un caso emblematico è il Monastero della Pace e l’annessa Parrocchia di Santa Maria sotto lo stesso titolo le cui strutture sono di proprietà comunale. Questo luogo di culto è stato abbandonato a seguito del furto delle antiche travi perpetrato tra il sette e l’otto Dicembre di qualche anno fa, cosa che ha dato un definitivo colpo alla struttura già in rovina. Da allora i fedeli di questa parrocchia possono gridare ad alta voce il versetto biblico “Mio Padre era un Arameo Errante” (Deuternomio 26,4) sperando anch’essi di poter giungere in vita alla Terra Promessa. Continua a leggere

Lara Andriolo, Cantante Lirica

Due Stabiesi e un napoletano nella Parigi della Belle Époque

Due stabiesi e un napoletano nella Parigi della Belle Époque

di Giuseppe Zingone 

Lo Scorso Luglio mi scrisse,  una giovane cantante Lirica la quale chiedeva come  poter reperire lo spartito di Denza 1, La Canzone della Polenta 2, giusto il tempo di contattare un collezionista esterno et voilà, una scansione tale da consentire, una buona performance a Lara Andriolo 3. La serata che l’ha vista protagonista, che ha avuto come tema principale la polenta, si è arricchita anche della “Canzone” del nostro Denza.

Lara Andriolo, durante l'esecuzione della Canzone della Polenta

Lara Andriolo, durante l’esecuzione della Canzone della Polenta

Le origini di questo cibo povero sono fortemente diffuse nel Nord Italia, ma anche al centro e nel Mezzogiorno esistono tutta una serie di piatti che utilizza granaglie varie per realizzare questo morbido e gustoso piatto. Un cibo molto simile alla polenta era conosciuto già dai romani e dai greci, fino a quando nel milleseicento si diffuse il mais (grano-turco) detto anche polenta gialla proveniente dalle Americhe. Il Veneto, la Val D’Aosta, il Trentino, il Piemonte, la Lombardia e così via discendendo l’Italia, si è nutrita di questo cibo per secoli, le varianti in cucina sono molteplici per esperienza  ricordo la nostra variante partenopea “‘e Sgagliuozzoli” i mitici triangoli di polenta fritta venduti per strada ancora oggi.

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  1. Luigi Denza la Storia
  2. Esecuzione del Tenore Francesco Daddi Chicago 1945
  3. Biografia Lara Andriolo
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Una strada senza uscita

Una strada senza uscita

di Giuseppe Zingone

Senza uscita

Senza uscita

È vero le strade portano in molti luoghi, ma anche da nessuna parte, alcune di queste sono chiamate vicoli ciechi, non v’è luce oltre. Sono i nostri passi che vi si dirigono più o meno velocemente. In questi larghi corridoi incontriamo quella che sarà la nostra vita.
Una volta li ho visti là, accucciati sui gradini della Parrocchia della Pace, vicini ad una strada che sarà molto più di una maestra di vita, stridevano i loro corpi spigolosi rispetto al piatto gradino dove sedevano, le loro ossa visibilmente ispide sotto la pelle erano uno scappellotto alla forza di gravità e alla vita, cercavano attenzione e rifugio dalle grandi miserie, da colpe non proprie che sembravano attrarre come calamite. Continua a leggere

L'album dei ricordi

L’Album dei ricordi

L’Album dei ricordi
di Nello Lascialfari

Introduzione e brevi note sull’autore
In questa pagina ospitiamo un secondo scritto di Nello Lascialfari (stabiese verace attualmente in pensione, amante: del jogging mattutino, della cultura locale e della poesia partenopea). L’appassionato autore stabiese (immergendosi nei ricordi), ripercorre e delinea mentalmente i suoi trascorsi vissuti, proponendo in questo secondo monologo l’Album dei suoi ricordi (ovvero, un ulteriore emozionante “tuffo nel passato” alla riscoperta della vera Castellammare di Stabia).

L’Album dei ricordi

L'album dei ricordi

L’album dei ricordi, immagine tratta dal web

È facile parlare dei nostri ricordi, in realtà non si fa altro che la cronaca della propria vita, molte volte questo raccontare è stimolato da qualcuno che ti ascolta con interesse, e magari vuol sapere di un passato a lui sconosciuto, o ancora, da qualche altro che è stato testimone di ciò che racconti, però cerca delle conferme ai suoi ricordi un po’ sbiaditi dal tempo e, spesso finisce con l’arricchire il tuo racconto, con episodi e personaggi che davanti ai tuoi occhi erano passati inosservati. Tutto questo ti porta a scavare nei meandri della tua memoria per ricordare sempre di più, si mette in moto uno strano meccanismo ed il passato diventa un film in cui i personaggi si susseguono velocemente e talvolta si sovrappongono l’uno all’altro stravolgendo l’ordine di apparizione, e a mano a mano che ti tuffi nei tuoi ricordi, hai l’impressione di rivivere quei momenti, di rivedere quei personaggi, di sentire quei profumi e quelle voci di una volta, le voci dei venditori ambulanti, ‘e tantu tiempo fa, chelli vvoce ca trasevene dint’‘e ccase, pure cu ‘e feneste ‘nchiuse! Comme erano belle!… Ve la ricordate a:

Masinella, cu’ chella piezz’‘e caurara… accumminciava primma cu ‘e fave, po’ quanno veneva ‘a staggione venneve ‘e spighe, e a settembre già era pronta cu ‘e primme castagne.
‘A Rossa ‘e copp’‘a Caperrina c’‘a riffa : “Ue chi me vo’, chi ‘a vo’ ‘na bella diecimila lire, jammo, poc’‘ati nummere!”.
Meniello ‘e miez’‘a Pace: “‘O ciardino, ‘a fava fresca, ‘e ffave freeesche!”.
‘Ndulino ‘o pezzaro: “M’accatto ‘e lume viecchie, ‘a ramma vecchia!”. Andrea Caccaviello, ‘o giurnalaio ‘e vicino ‘a Funtana ‘e San Giacumo, c’aspettava cu’ ‘nu fascio ‘e giurnale ‘mbraccio, ‘mmiez’‘a Caperrina, ll’operaie ca jeveno ‘a faticà’: “‘O Roma, ‘o Matino!”.
‘O Vuttariello cu’‘o megafeno ca deva ‘a voce d’‘a frutta: “È chella d’‘a massaria ‘e Puzzano, ih che perzeche signò’!”. Continua a leggere

Castellammare di Stabia, stabilimenti balneari, collezione Giuseppe Zingone

Ricordi

Ricordi
di Clara Renzo

Era di maggio quando noi bambini vedevamo, dal lungomare Garibaldi, gli operai che cominciavano a piantare le palafitte nella sabbia. Solo allora sapevamo che era tornata l’estate. Altri pochi giorni di scuola e poi sarebbero cominciate le vacanze che, a quei tempi, duravano fino al 30 settembre (la scuola cominciava il 1 ottobre).
Con la mia famiglia abitavo allora alla Via 1° De Turris. Tutte le mattine mia madre ci dava 200 lire ed io e mio fratello ci avviavamo tenendoci per mano. Passavamo sotto l’Arco di San Catello. Bastava attraversare e già vedevamo il mare. Al Lido Moderno si pagava 100 lire, alla Limpida 50. Noi andavamo al Moderno. Mia madre arrivava dopo poco con i panini e l’acqua. Avevamo fatto amicizia con i figli dei forestieri e, mentre mia madre giocava a carte con i genitori, mio fratello ed io, insegnavamo a nuotare ai figli. Per lo più i forestieri venivano dai paesi dell’entroterra campano e dunque non sapevano nuotare. Ricordo che, negli anni ’50, il bikini era proibito.

Castellammare di Stabia, stabilimenti balneari, collezione Giuseppe Zingone

Castellammare di Stabia, stabilimenti balneari, collezione Giuseppe Zingone

Al Moderno veniva anche la miss Stabia di quell’anno (il ’55), che abitava proprio sul lungomare in quel bel palazzo rosso pompeiano, categoricamente in bikini. Ma portava il cambio e, quando arrivavano i carabinieri, correva in cabina a cambiarsi.
Verso agosto, quando i nostri amichetti villeggianti erano ormai esperti di nuoto, prima che tornassero ai loro soffocanti paesi, dovevano superare la grande prova: attraversare con noi, le prime pinnole, le seconde pinnole e le terze pinnole che erano delle secche che permettevano di riposarsi lungo il viaggio verso il molo. Che incoscienza! Continua a leggere