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Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Il capitano Vincenzo Sorrentino

Il capitano Vincenzo Sorrentino

a cura di Giuseppe Zingone

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Il capitano Vincenzo Sorrentino

Il nome di Vincenzo Sorrentino, oggi ci è quasi estraneo; eppure questo giovane stabiese fu protagonista di un’impresa incredibile che destò inoltre l’ammirazione delle grandi potenze europee.

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Il capitano Vincenzo Sorrentino e la sua imbarcazione "Lo Stabia" nella traversata Roma-Tripoli in canoa

A remi da Roma a Tripoli, in nome del Fascismo

A remi da Roma a Tripoli

di Giuseppe Zingone

Il capitano Vincenzo Sorrentino e la sua imbarcazione "Lo Stabia" nella traversata Roma-Tripoli in canoa

Il capitano Vincenzo Sorrentino e la sua imbarcazione “Lo Stabia” nella traversata Roma-Tripoli in canoa

Nel 1930 un socio del Reale Circolo Canottieri Aniene di Roma “…si guadagnò l’attenzione di tutta l’Italia per un’impresa davvero indimenticabile: il raid Roma-Tripoli in canoa. Aiutato solo dai suoi muscoli possenti e da un cuore d’acciaio, Vincenzo Sorrentino partì per la fantastica impresa il 2 giugno, sospinto dall’entusiasmo dei suoi ammirati consoci. Egli si servì di una canoa regolamentare da passeggio, del tipo romano, adattata per l’impresa con piccole modifiche. Furono infatti creati, all’interno, per mezzo di paratie stagne, cinque compartimenti per far sì che gli indumenti e il materiale di scorta non fossero in pericolo. Abolito il posto del timoniere, fu sostituito con un cassone capace di contenere un serbatoio di 22 litri di acqua e al di sopra di questo fu installata una bussola illuminata da un lanternino (in modo da renderla visibile ventiquattro ore su ventiquattro). A prora fu anche applicata una lanterna ed ai lati dello scafo due alette tali che quando negli approdi di fortuna fosse stato costretto a tirare a terra da solo l’imbarcazione, avrebbero protetto il fasciame dallo strofinio contro il terreno evitando così possibili e facili avarie. Il raid, singolare e di difficile attuazione, fu autorizzato dalla Federazione Italiana Canottaggio ed ottenne il riconoscimento del C.O.N.I. Furono giorni difficili di crociera dura e faticosa vissuti con l’ideale di portate il saluto di Roma Capitale a Tripoli, capitale dell’Italia africana. Giorni e giorni vissuti circondato da un silenzio quasi mistico, Sorrentino affrontava se stesso combattendo una battaglia terribile non solo sul piano fisico ma anche mentale. Battaglia che doveva concludersi trionfalmente in terra d’Africa il 4 agosto 1930. Il giorno successivo tutti i giornali parlarono della grande vittoria di questo canottiere dell’Aniene”.1

La Gazzetta dello Sport, martedì 5 agosto 1930

L’AUDACE CROCIERA IN CANOA
Roma – Tripoli portata a compimento da Vincenzo Sorrentino
Tripoli, 4. – Stamane è giunto a Tripoli il capo manipolo Vincenzo Sorrentino, che ha così concluso il suo audace viaggio in canoa per il quale era partito da Roma un paio di mesi fa. Il valoroso sportivo è stato accolto al suo arrivo da una grande folla, e da tutte le organizzazioni fasciste e sportive della colonia, dal podestà, dal rappresentante del Governo e dalla centuria avanguardista.
Il capo manipolo Sorrentino è stato salutato a nome di tutte le camicie nere dal console Marchior, che lo ha abbracciato affettuosamente. La folla ha fatto al valoroso navigatore accoglienze entusiastiche.

La Gazzetta dello Sport, mercoledì 6 agosto 19302

IMPRESE DI GIOVANI SPORTIVI
Sorrentino, il vogatore solitario della Roma-Tripoli
Napoli, agosto. – Tre mesi or sono, veleggiando tra Ischia e Capri, il nostro velocissimo cutter si incrociava con una canoa che procedeva rapida alla ritmica battuta […] del giovane, di cui io dovevo ammirare la regolarità di azione. Incuriosito domandai chi fosse al vecchio nostro pilota: – “Chillo? Chillo è Sorrentino!”. Nuovo dell’ambiente sportivo napoletano io ne sapevo, con ciò, meno di prima. Un amico, allora, mi spiegava come quel canottiere – che già erasi notevolmente distanziato – fosse un capitano superiore marittimo che si allenava per una crociera da compiersi nel maggio: Roma-Tripoli in canoa, appunto. Ancora mi spiegava che Vincenzo Sorrentino – tale era il nome del giovane – avesse già compiuto una fortunosa crociera nautica Napoli-Roma e come io – ove lo desiderassi – potessi trovarlo al Circolo Nautico di Castellammare di Stabia. Il meraviglioso tramonto rosseggiante, nel tepore dell’aura primaverile, mi distraeva e io godevo appieno, nell’incanto del golfo magnifico tutta la dolcezza della visione bellissima.

Ma io non avevo dimenticato, […], l’audace canottiere e l’indomani mattina, d’improvviso, sono piombato al Circolo Nautico della graziosa cittadina brulicante di cantieri ove ferve, instancabile, il lavoro di questa salda popolazione campana. Non ho tardato a trovare la sede, elegante nella sua semplicità, del Circolo e, quanto mai fortunato, mi sono imbattuto nello stesso Sorrentino. Una volta tanto – ma questo succede solo con gli sportivi! – ho notato quasi la riluttanza, da parte del mio interlocutore, a «parlare». Tuttavia, di fronte alle insistenze, Sorrentino si è deciso:
«Acconsenta – mi ha detto – che prima di parlare della crociera io dica, seppure brevemente, qualcosa sui motivi che hanno dato origine ad essa.
Uno degli sports, dunque, in cui l’Italia, per la sua speciale posizione geografica, in confronto alle altre Nazioni continentali europee, è alquanto indietro, nei riguardi del numero di persone che ad esso si dedicano, è, senza dubbio, il canottaggio. Pur tuttavia l’Italia – e sia dato constatarlo con orgoglio -detiene i quattro titoli dei campionati europei da più di un anno.3Non escludo che molto si stia facendo, affinché questo sport riservato, un tempo, alle classi sociali più elevate, venga portato alla possibilità di tutte non escluse quelle dei lavoratori di tutte le categorie. Ma ancora molto devesi fare e occorre insistere tenacemente, fermamente nella propaganda per attirare la gioventù al remare senza dire che il canottaggio [.] può essere annoverato tra quegli sports che concorrono all’allevamento positivo dell’individuo. Nessun altro esercizio fisico, infatti, apporta maggior irrobustimento all’organismo e maggiore contributo alla formazione di quel carattere maschio e sereno che dovrà essere tra i primissimi attributi dell’italiano di oggi e, soprattutto di domani.
Orbene, una crociera Roma-Tripoli può efficacemente servire alla propaganda dello sport remiero e, precisamente, per quella riguardante il turismo nautico, tanto desiderato e invocato dalle gerarchie preposte alla direzione dello sport nautico.
Non scevra da un certo sentimentalismo è la scelta da me fatta della città di partenza e della città di arrivo: Roma, città imperiale; Tripoli, la fiorente, la bellissima colonia nella quale rifulgerà vieppiù il nome di Roma latina, di Roma fascista.
La crociera che io compierò nel prossimo maggio sarà la più lunga crociera, sinora tentata in canoa, a tappe periodiche giornaliere di venticinque miglia. Il suo percorso si aggira, a un dipresso, sulle 1200 miglia: circa 2200 chilometri .
L’itinerario prefisso è il seguente: Roma, Ostia, Anzio, Terracina, Mondragone, Napoli, Castellammare di Stabia, Amalfi, Agropoli, Palinuro, Scalea, Marina di Santo Stefano, Tropea, Santa Saba, Sant’Agata, Cefalù, Palermo, Terrasini, Trapani, Mazzara, Isola di Pantelleria, Ras el Mustafà, Hammamet, Susa, Mahdia, Mzarak, […], Mahares, La Skhirra , Gabes, […], Zarsis, Ras Agir, Zuara, Tripoli.

La crociera è stata riconosciuta e autorizzata dalla Regia Federazione Italiana di canottaggio, sotto l’alto patrocinio della Lega Navale che hanno ben compreso come io intenda, soltanto, stabilire un primato per l’Italia in questo genere di turismo, e preservare l’iniziativa da qualsiasi speculazione personale (potrei, forse, asserire il contrario) e da qualsiasi scopo di lucro.
La crociera viene effettuata sotto i colori del Fascio Nautico di Castellammare – mia città natale – il cui Presidente cavaliere Folleno si è preoccupato attivamente della parte finanziaria della organizzazione. Per l’organizzazione lungo tutto il percorso validissima mi è stata la collaborazione dell’ammiraglio Marzo, Vice- commissario della Lega Navale Italiana e dell’ammiraglio Capon.4
Attraverso il Ministero delle Comunicazioni è stato possibile ottenere l’appoggio di tutte le Capitanerie di Porto e delle Delegazioni di spiaggia lungo l’intero percorso, nonché l’avviso ai naviganti da diramare nei giorni della traversata da Mazzara del Vallo a Ras el Mustafà. Il Ministero della Marina, da parte sua, ha assicurato l’ausilio del servizio semafori e una parte del materiale necessario alla navigazione. Il Ministero degli Esteri ha concesso l’autorizzazione occorrente al viaggio e disposto perché io venga, ove occorra, aiutato dai delegati italiani delle coste tunisine. Il Ministero delle Colonie, invece, ha provveduto alla organizzazione dei servizi lungo la costa libica. Il Ministero dell’Aeronautica, infine – a mezzo dell’Ufficio presagi – organizzerà il quotidiano servizio meteorologico poche ore prima della partenza di ogni tappa per quella successiva. Così anche la Federazione dei medici sportivi si è interessata di sorvegliare, di continuo, il mio allenamento e lo svolgersi della crociera, sottoponendomi ad una serie di osservazioni dalle quali potrà dedursi gli effetti sul fisico che vengono prodotti da un tale lavoro.
L’imbarcazione con la quale effettuerò la crociera è una normale canoa da passeggio opportunamente modificata e divisa in parecchi compartimenti stagni, ove troveranno comoda sistemazione il corredo dell’imbarcazione stessa, della mia persona, gli strumenti di navigazione, le riserve di acqua e di viveri. Vale a dire: una imbarcazione di caucciù, un sacco a pelo, una bussola, binocolo, carte nautiche, portolani, una pistola lanciarazzi, ecc.
Il sistema di allenamento è stato basato su un percorso medio giornaliero variabile tra le quattordici e le quindici miglia, ogni otto giorni intercalato da un percorso di oltre trenta miglia. La remata ha un ritmo da ventuno o ventidue colpi al munito, il che permette una buona economia di percorso al giorno e una velocità variabile dalle quattro alle quattro miglia e mezzo all’ora.
Lo svolgimento della crociera, tempo permettendo, è stato calcolato sulla carta in quarantotto giorni. Io porterò un messaggio di S.E. Turati ai fascisti della Tripolitania; un messaggio del Governatore dell’Urbe; il guidone della Lega Navale Italiana al Governatore di Tripoli; un messaggio della Federazione Italiana Canottaggio alla Federazione di Tripoli».
L’intervista era finita. Era giunta l’ora dell’allenamento quotidiano.
In un istante l’ardito giovane, dall’aspetto quasi da adolescente, ma dai muscoli saldissimi, che si rivelan appieno ad ogni movimento della sua figura asciutta, slanciata, si sbarazzava del maglione che indossava ed era a bordo della leggerissima imbarcazione. Un altro saluto, ancora, ed eccolo, in poche palate, già lontano da riva, puntando verso Napoli. Qualche minuto dopo la canoa e il vogatore non erano più – come suol dirsi – che un puntolino evanescente nello splendore dell’azzurrissimo mare.

Il camerata Vincenzo Sorrentino non è nuovo a un tal genere di prove. Nella scorsa estate, infatti, egli se ne partiva, un bel giorno, tutto solo, in una leggera canoa, da Santa Lucia diretto a Roma, alla velocità oraria di quattro miglia e mezzo e, attraverso indicibili peripezie, raggiungeva la foce del Tevere e Roma ove da quei canottieri gli venivano rivolte le più festose accoglienze.
Fu questa, senza dubbio, una bella prova, fu la chiara dimostrazione di quel che valga la gioventù italiana e di quel che sia il fascino per le prove sportive le più aspre, le più avventurose.
Così egli si è preparato alla prova che ora ha superato arditamente e serenamente.
Vittorio Foschini

Articolo pubblicato nel 2011


 

  1. Tratto dal sito internet del Circolo Canottieri Aniene voce, La Storia “Gli anni d’oro“. Ad oggi la pagina in questione dal sito dell’Aniene è stata eliminata.
  2. Molte parole illeggibili nel testo originario sono state desunte dal saggista.
  3. Le vittorie italiane ai Campionati Europei del 1929 furono in realtà cinque: 2 con, 2 senza, 4 con, 4 senza e 8 con; il due di coppia, inoltre, giunse secondo (fonte: “Annuario 2007” della Federazione Italiana Canottaggio)
  4. L’ammiraglio Capon, di religione ebraica, dopo la promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista nel 1939, ebbe un mandato di espulsione dai ruoli della riserva e, arrestato successivamente nell’ottobre 1943, fu deportato ad Auschwitz, dove venne ucciso. Nel frattempo, la figlia Laura sposata con il fisico Enrico Fermi, era fortunosamente riuscita ad emigrare negli Stati Uniti assieme al marito.

La Coppa Lysistrata (un trofeo partenopeo che viene da lontano)

La Coppa Lysistrata (un trofeo partenopeo che viene da lontano)

di Giuseppe Zingone

 

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La Coppa Lysistrata è la più antica competizione remiera italiana.
L’amore per tutti gli sport e la volontà di essere ricordato dai posteri, spinsero Sir James Gordon Bennett Junior (10 Maggio 1841 – 14 maggio 1918) magnate della carta stampata e proprietario del New York Herald, a favorire, inventare e patrocinare, innumerevoli competizioni sportive.
Tra questi il più noto è l’annuale Coppa Gordon Bennett, tradizionale competizione attiva ancor oggi e riservata ai soli aerostati a gas (sono esclusi i dirigibili) ed una corsa riservata alle automobili che porta il suo nome.
Il prestigioso trofeo di cui parliamo che proprio in questi giorni compie 101, prende il nome dal piroscafo di sir James “il Lysistrata” (che ricorda a sua volta la protagonista della omonima commedia satirica di Aristofane) la cui costruzione destò lo stupore degli appassionati dell’epoca.
Ecco un breve estratto del New York Times del 17 marzo 1901 “unica nave della sua classe ad essere stata costruita completamente in ferro, disegnata da George L. Watson e costruito da W. Denny & Brothers conclude le sue prove il giorno 16 Marzo 1901, uno steam yacht (Yacht a vapore) da 2800 tonnellate capace di muoversi alla velocità di 19 nodi”.
Nel 1909 sir James Gordon Bennett donò al “Real Circolo Canottieri Italia” lo splendido trofeo “Lisistrata” la canottieri Italia, rimane ancor oggi, l’organizzatore ufficiale della competizione.
Il campo di regata mutato nel tempo è oggi il mare antistante la collina di Posillipo scenario spettacolare che vede scontrarsi i canottieri dei circoli napoletani (e non solo) in imbarcazioni suggestive l’otto jole (imbarcazione a remi snella e veloce, un tempo destinata al servizio degli ufficiali sulle navi mercantili) la quale fa parte delle cosiddette barche regolamentari o jole di mare. Costruite in legno con precisi requisiti di grandezza, lunghezza profondità e peso, oltre che di coppia (un remo per mano) è nota anche quella di punta nelle quali ogni vogatore impugna con ambedue le mani un solo remo, questa imbarcazione è più larga delle tradizionali imbarcazioni di canottaggio.
Sabato 15 e domenica 16 maggio 2010, si gareggia a Napoli per l’ennesima conquista del famoso trofeo, presentiamo inoltre un albo della Coppa Lysistrata, del Real Circolo Canottieri Napoli evidenziando le vittorie del Circolo Nautico Stabia.

trofeo

La Coppa

Albo Vincitori:

1909 – R. Y. C. C. SAVOIA

1910 – R. Y. C. C. SAVOIA

1911 – R. Y. C. C. SAVOIA

1912 – R. Y. C. C. SAVOIA

1913 – R. Y. C. C. SAVOIA

1914 – R. C. C. ITALIA

1915 – R. C. C. NAPOLI

1916 – NON DISPUTATA

1917 – NON DISPUTATA

1918 – NON DISPUTATA

1919 – R. C. C. ITALIA

1920 – R. C. C. NAPOLI

1921 – R. C. C. ITALIA

1922 – R. C. C. NAPOLI

1923 – R. C. C. ITALIA

1924 – R. C. C. ITALIA

1925 – R. C. C. ITALIA

1926 – C . N. GIOVINEZZA

1927 – R. C. C. NAPOLI

1928 – R. C. C. NAPOLI

1929 – R. C. C. NAPOLI

1930 – C . N. GIOVINEZZA

1931 – R. Y. C. C. SAVOIA

1932 – C . N. GIOVINEZZA

1933 – C .N. ILVA BAGNOLI

1934 – C .N. ILVA BAGNOLI

1935 – R. C. C. NAPOLI

1936 – C . C. ILVA BAGNOLI

1937 – R. Y. C. C. SAVOIA

1938 – C .N. ILVA BAGNOLI

1939 – R. C. C. NAPOLI

1940 – R. C. C. NAPOLI

1941 – R. C. C. NAPOLI

1942 – R. Y. C. C. SAVOIA

1943 – R. C. C. ITALIA

1944 – NON DISPUTATA

1945 – C . N. POSILLIPO

1946 – C . N. POSILLIPO

1947 – C . C. NAPOLI

1948 – R. Y. C. C. SAVOIA

1949 – C . R. V. ITALIA

1950 – C . C. NAPOLI

1951 – C . R. V. ITALIA

1952 – C . R. V. ITALIA

1953 – C . C. NAPOLI

1954 – C . C. ILVA

1955 – ACC. AERONAUTICA

1956 – ACC. AERONAUTICA

1957 – C . C. NAPOLI

1958 – C . C. NAPOLI

1959 – R. Y. C. C. SAVOIA

1960 – C . N. POSILLIPO

1961 – C . N. POSILLIPO

1962 – C . N. POSILLIPO

1963 – C . N. POSILLIPO

1964 – R. Y. C. C. SAVOIA

1965 – G .S. CARABINIERI

1966 – C . N. POSILLIPO

1967 – C . C. NAPOLI

1968 – C . C. NAPOLI

1969 – C . C. NAPOLI

1970 – C . C. NAPOLI

1971 – C . R. V. ITALIA

1972 – C . C. NAPOLI

1973 – C . C. NAPOLI

1974 – C . N. POSILLIPO

1975 – C . R. V. ITALIA

1976 – C . C. NAPOLI

1977 – C . N. POSILLIPO

1978 – C . C. NAPOLI

1979 – NON DISPUTATA

1980 – Y. C. C. SAVOIA

1981 – C . C. IRNO

1982 – C . C. NAPOLI

1983 – C . C. NAPOLI

1984 – NON DISPUTATA

1985 – C . C. NAPOLI

1986 – C . C. IRNO

1987 – C . C. NAPOLI

1988 – C . C. NAPOLI

1989 – C . N. POSILLIPO

1990 – C . N. POSILLIPO

1991 – C . N. POSILLIPO

1992 – C . N. STABIA

1993 – C . N. STABIA

1994 – C . C. ANIENE

1995 – NON ASSEGNATA

1996 – C . N. POSILLIPO

1997 – C . N. POSILLIPO

1998 – C . N. POSILLIPO

1999 – C . N. STABIA

2000 – C . N. POSILLIPO

2001 – C . N. STABIA

2002 – FIAMME GIALLE

2003 – C . N. POSILLIPO

2004 – C . C. ANIENE

2005 – C . N. POSILLIPO

2006 – C . R. V. ITALIA

2007 – C . N. POSILLIPO

2008 – C . R. V. ITALIA

Centesima edizione 2009 – C . R. V. ITALIA

2010 – C . R. V. ITALIA

2011 – Circolo Canottieri Aniene

2012 – R. Y. C. C. SAVOIA

2013 – R. Y. C. C. SAVOIA

2014 – R. Y. C. C. SAVOIA

2015 – R. Y. C. C. SAVOIA

2016 – C . R. V. ITALIA

2017 – R. Y. C. C. SAVOIA

2018 – R. Y. C. C. SAVOIA

2019 – C . R. V. ITALIA

2020 –

2021 –

Articolo terminato nel 2009

Cavalieri del mare (il canottaggio stabiese)

Cavalieri del mare (il canottaggio stabiese)

di Giuseppe Zingone

Circolo_Nautico_Stabia

Castellammare di Stabia è una città figlia del mare, i cantieri navali ne sono testimoni, e le sue maestranze sono esperte nel costruire navi, sino a farle scivolare giù dallo scalo quando oramai il battesimo del mare è prossimo.
Ci sono altre imbarcazioni a Castellammare che scivolano sull’acqua in un silenzio meno assordante del lavorìo dell’industria, sono le barche del Circolo Nautico Stabia, lunghe, all’apparenza esili, spinte non da motori ma dai muscoli d’atleti d’altri tempi, uomini che faticano, soffrono, perdono o vincono in uno sport dove si è in simbiosi con l’elemento acqua.
Nel mio piccolo sono stato ospite del CNS per cinque anni, con pochi risultati se non quello formativo del carattere, la fortuna d’essere cresciuto in un ambiente sano, a contatto con il mare il quale con il suo iodio ha alleviato il mio asma. Questa parentesi di vita mi ha dato l’occasione di conoscere decine di persone, motivate dalla stessa passione per uno sport “povero” poco noto, oserei dire quasi estraneo ai suoi stessi concittadini, se non per le mirabili vittorie dei suoi canottieri e per la presenza quotidiana di quelle biancastre scie, che solcano il mare antistante la Città.
Una considerazione che però faccio spesso è questa, l’amore per la mia terra nasce anche dalla conoscenza che ho del territorio stabiano.
Molti infatti pensano che il canottaggio sia una pratica sportiva che si svolge in acque dolci o salate e basta, ma non tutto si esaurisce a bordo dell’imbarcazione, l’allenamento si svolge spesso sulla terra ferma, in palestra con i pesi ed è fatto di affiatamento con lunghe corse tra Rovigliano, Vico e la bellissima Collina Stabiese, la cui massima espressione è il “GRANDE GIRO”.
Nelle giornate in cui il mare è ostile ed a suo tempo il Martedì ed il Sabato, rappresentava una modalità di allenamento che a ripensarci è da considerarsi follia: di corsa fino alla Stazione della Circumvesuviana di Vico Equense, al ritorno s’iniziava a salire dai bagni di Pozzano, sino alla Basilica e poi ancora in ascesa sbucando di fronte al Castello ed ancora più su, sino alla sbarra del Faito ed attraverso il vicino ingresso dei boschi, fino al Monte Coppola per poi ridiscendere al Circolo Nautico.
Ecco ciò che hanno nelle gambe i canottieri stabiesi, i successi quotidiani di un antagonismo fraterno fra membri di una stessa società sportiva fino alle regate internazionali… ed al meritato ORO!
Nei polmoni l’aria del Faito, nei capelli la salsedine e l’umido del mare, un corpo che come avrete capito è interamente scolpito dagli elementi, frutto di una passione mai animata dalla ricerca della vana gloria, il canottiere è un uomo estremo, un odierno bronzo di Riace.
I suoi successi, sono una ricchezza anche per i suoi concittadini ed alla sua patria in cambio non chiede niente, se non continuare a praticare lo sport che ama.
Nell’estate del 1980 mio padre mi portò al Circolo Nautico Stabia per l’iscrizione, lì conobbi la segretaria Annamaria Perna e in quello stesso momento Don Ciccio Landolfi ci presentò un giovane canottiere, lo ricordo con i suoi folti riccioli era Giuseppe Abbagnale, successivamente conobbi il resto della “famiglia”, ricordo Tonino dell’Aquila, e un uomo massiccio non di alta statura, ma un atleta immenso Francesco Esposito (Ciccio), penso sia l’atleta italiano più iridato di tutti i tempi.
Un’altro dei motivi che mi fece approdare al Circolo Nautico fu la mia piccola corporatura, la qual cosa si rivelò utile, perché in una infelice assenza dei timonieri ufficiali oltre a Giuseppe di Capua ricordo Salvatore Gasparo e Giuliano Ambrosio, ebbi l’onore di guidare il timone della barca dei fratelloni Abbagnale, devo dire che l’imbarazzo ed il fatto di essere impreparato a tale ruolo mi procurarono un certo impaccio soprattutto davanti a quelle enormi figure dell’Olimpo sportivo.
Ora posso dire con tranquillità che al di là del campanilismo questi giovani, gli allenatori Antonio Venditti, il Dottor La Mura sono stati dei pedagoghi non solo in senso sportivo, ma esempi di vita e vorrei sottolineare che in altri paesi, per molto e sottolineo molto meno, si sono sprecate fiumi di parole, elevate statue, scoperte lapidi.
Bisogna anche ricordare che dietro ogni canottiere che si allena soprattutto se giovane, c’è una famiglia, per dirla tutta una mamma che altrettanto stoicamente, prepara il borsone dell’atleta ogni mattina e che ne lava i panni umidi e maleodoranti, con cadenza da allenamento sportivo, una donna che spesso è la prima tifosa dei colori giallo-blu e soprattutto del proprio figlio.
Una pensiero va al Circolo Nautico, ai suoi Soci ed i suoi Presidenti in ordine di tempo; la storia del remo stabiese non esisterebbe senza di loro e dunque un RINGRAZIAMENTO a tale istituzione è doveroso.
Il canottaggio a Castellammare è praticabile gratuitamente, mentre negli altri circoli d’Italia è richiesta una retta. Fuori dalle nostre mura cittadine il canottaggio è dunque, uno sport d’élite, per noi è una pratica aperta a TUTTI.
Il Circolo Nautico Stabia riceve dal Coni nel 1984 la Stella d’Oro al merito Sportivo ed il suo vivaio giovanile e fiorente è già in grado di esprimere a livello mondiale tutta la sua robustezza ed esperienza remiera, del resto i giovani canottieri stabiesi non chiedono nulla, semplicemente continuare a vogare.

Canottieri

Circolo Nautico Stabia

Il Canottaggio

Il Canottaggio

a cura di Giuseppe Zingone

Circolo Nautico Stabia

Circolo Nautico Stabia

Il Canottaggio:

Cavalieri del mare

Francesco Esposito

“Fratelloni” Abbagnale

Giuseppe Abbagnale

La Coppa Lysistrata

Massimo Paradiso

Vincenzo Sorrentino: a remi da Roma a Tripoli

Vincenzo Sorrentino: breve biografia

Vincenzo Sorrentino: la crociera dell’ardimento…