Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Miracoli stabiesi ( Lettera aperta ai lettori )

Lettera aperta ai lettori

di Giuseppe Zingone

Caro cugino, quando ieri, martedì 19 novembre 2008 il caro Gigi Nocera mi ha contattato da Torino, stentavo a crederci.
Tu conosci il mio interesse per le cose sacre, ed in genere per la sacra teologia, avevo già sentito parlare di ubiquità, leggendo la vita dell’amato Padre Pio da Pietrelcina, oggi san Pio, ma addirittura constatare che una intera tua rubrica quella del “Sei stabiese se…” era miracolosamente apparsa sul CANALE STABIESE, ha del prodigioso.
Io personalmente avrei auspicato un intervento di Sua Eccellenza il mio amato Arcivescovo mons. C., il quale evidentemente da persona attenta, oculata e prudente, cosa che da sempre contraddistingue i grandi uomini della Santa Chiesa Cattolica, ha preferito, dall’alto della sua esperienza sul tema, soprassedere in quanto si trattava di un altro volgare tentativo di ingannare la vera Religione.
Il punto è, che secondo me un vero prodigio è accaduto sul serio, infatti a differenza della tua lunga serie di frasi con accanto i nomi dei relativi autori, in questa appariva si la lista, ma i nomi degli autori erano miracolosamente spariti.
Signore mio come può essere capitata una tal cosa? In ogni modo nel pomeriggio mentre riposavo comodamente sul divano ho avuto una visione: un omuncolo piegato, torto e truce davanti ad un video, un tasto Canc della tastiera tutto consunto e rovinato, un mouse che sembrava un topo vero; io sono certo fosse lui (il nostro pirata), intento a far sparire ogni traccia dalla lista del Liberoricercatore per farla apparire quasi identica sul sito del CANALE STABIESE.
Il fatto è che sul più bello mi sono svegliato, proprio nel momento in cui ero intento a rubare una stilla di sudore del filibustiere, cosa questa che mi avrebbe permesso tramite l’analisi del DNA di provare un tal furto al RIS dei Carabinieri; ma cosa vuoi i sogni svaniscono sul più bello.
Appena mi sono destato, però, ho pensato di scrivere al Prefetto per la Congregazione delle cause dei Santi Mons. J. S. M. affinché si potesse istruire subito almeno una causa di beatificazione, appena ne ebbi risposta il core non poteva far altro che palpitare a più non posso, ma ecco caro cugino quale è stata la risposta di questa sacra Istituzione:
“Carissimo fratello nella fede, grazie per averci fornito gli elementi che erano in suo possesso affinché si potesse istruire una tal Santa Causa, purtroppo i suoi dati risultano incompleti, in quanto, se l’evento non è attribuibile a Nostro Signore Gesù Cristo o a sua Madre o alla Schiera dei suoi Angeli e dei sui Santi, bisogna che nelle nostre sante mani giunga almeno un nome; infatti una delle prime condizioni delle sacre istruttorie è la paternità; e questa a Nostro parere non è presente o desumibile.
Carissimo fratello non avendo tali prove di Verità quello che possiamo concedervi è al massimo una CANNONIZZAZIONE, saluti sua Eminenza ecc… ecc…”.
Caro cugino non ti nascondo la mia profonda delusione, solo una causa di Cannonizzazione, per i profani (e per chi è incuriosito da tale termine) tengo a precisare che si tratta solo di un colpo di bastone aggiustato dietro la noce del collo, e sinceramente trovo sia una giusta ricompensa per un siffatto personaggio, in ogni caso è sempre meglio di una fustigazione dei piedi fatta in Pubblica piazza.
Ma toglierci una tale gioia, quali cittadini stabiesi attenti ad ogni forma di giustizia divina e terrena è un torto che il Buon Dio non potrà di certo perdonare.

Alla fine di questa esperienza è giusto tirare le somme:

-Pensare che una rubrica possa essere scomposta, sparire dal Liberoricercatore e materializzarsi su un altro qualsivoglia sito indica la mancanza di professionalità nonché l’ignoranza delle più semplici regole che vigono sul copyright (a tal proposito invito a leggere il Disclaimer di www.liberoricercatore.it), questa storia ha del paradossale oltre che rivelarsi ridicola a scapito di chi l’ha perpetrata.
– Fingere di non conoscere chi sia l’autore di un tal misfatto è GROTTESCO, vuol dire che in una rubrica seria e prestigiosa qual sembra il Canale Stabiese, vige la più completa anarchia, per cui chi prima si sveglia inserisce un qualsivoglia argomento nel sito senza tener conto dell’intera redazione o quasi di nascosto.
– Allo stesso modo sa di meschino, se l’intera Redazione non chiede Pubblicamente scusa al Sito al quale è stato sottratto il maltolto, perché lascia pensare ad un tacito accordo dell’intera REDAZIONE.
– In ogni caso anche se si trattasse della furbata di un singola zucca (vuota) è giusto che delle persone serie siano pronte a prendere le distanze, scusarsi per il maltolto ed allontanare una simile causa di sciagura dal proprio luogo di lavoro o di passione.
– Una ultima riflessione su tutta questa miserevole vicenda è questa: È vero che nella Home page del sito si dichiara esplicitamente che si tratta di un sito amatoriale ben lontano dall’essere ritenuto una testata giornalistica (e questa è una cosa saggia oltre a corrispondere alla più GENUINA VERITÀ), questo però non esime una intera Redazione dal documentarsi, secondo quelle che sono le più basilari regole del giornalismo fosse pure amatoriale, sulla veridicità di un fatto, o che l’argomento che si sta trattando non appartenga già a qualcuno, tutto ciò è superficiale e disdicevole.

A questo punto cosa dire…

Caro cugino le persone della nostra Città si dividono in tre specie:
1) Gli uomini seri, che cercano di fare cultura, fosse anche cultura popolare, solo per amore, per fortuna siamo ancora in tanti e questo a Gloria del Buon Dio;
2) Ci sono poi quei personaggi che occultano la cultura e preferiscono tenerla solo per sé, decidendo in tal modo di non donare nulla, a loro un po’ di Purgatorio farebbe più che bene!;
3) Ed infine gli ultimi, i più subdoli di Tutti, quelli del COPIA, INCOLLA, (e che non chiedono la relativa autorizzazione o la citazione), questi lugubri figuri degni dei romanzi di Stephen King, hanno dalla loro parte una schiera di tirapiedi ancor peggio di loro, gente che non chiede scusa, che ritiene lecito l’illecito, vero il falso, giusto l’ingiusto, a loro non c’è inferno che basterebbe.

Veniamo a te caro cugino:

Ma come ti è venuto in mente di creare un sito sulla Città di Castellammare di Stabia che è nettamente al di sopra a quello che è lo standard medio della rete sulla nostra Città?
Questo è un severo monito che ti faccio, in quanto sei un provocatore; hai mai pensato di metterti nei panni di chi naviga nelle professionali pagine del Liberoricercatore?
Se lo hai fatto allora non puoi fare altro che giustificare, questi colpi bassi degni solo della più recente pirateria somala.
Un sito così ben tenuto, continuamente aggiornato, ricco di contenuti inimmaginabili ai moderni cybernauti, cosa potrebbe provocare negli utenti se non invidia, collera, ira, impudenza, eh no… stavolta te la sei proprio cercata.
Ma come potevi pensare che tutto ciò sarebbe passato inosservato, quando ti scrive gente dal globo intero; sei un agitatore!
Il fatto che poi a fine mese pubblichi i dati dei contatti ricevuti nell’ultimo mese mi fa proprio arrabbiare, ma tu ci pensi che il liberoricercatore da solo riceve più contatti che tutti i siti di Castellammare messi insieme?
Una ultima cosa, sovversivo che non sei altro, quante volte ti ho chiesto per carità cristiana di donare anche agli altri qualcosina, si capisce tu ti appropri di tutte le novità in circolazione, lascia qualche briciola, un punto, un punto e virgola, ‘na fotografia stracciata, ‘na poesia incompleta, insomma da buon cristiano ricordati che è meglio dare, che ricevere!

In ultima analisi:

Quando capiremo TUTTI (Stabiesi) che è più ragionevole collaborare per il BENE comune di una Città, che sembra in rovina anche per il nostro comportamento piuttosto che esacerbarsi e coltivare il nostro piccolo orticello;
Spero inoltre che nessuno si senta offeso da questo ridicolo scritto anch’esso disdicevole, ma assolutamente veritiero! Un saluto a TUTTI Giuseppe Zingone.

Lettera aperta

Miracoli stabiesi, Lettera aperta

Miracoli stabiesi, Lettera aperta

di Giuseppe Zingone

Lettera aperta

Lettera aperta

Caro cugino, quando ieri, martedì 19 novembre 2008 il caro Gigi Nocera mi ha contattato da Torino, stentavo a crederci.
Tu conosci il mio interesse per le cose sacre, ed in genere per la sacra teologia, avevo già sentito parlare di ubiquità, leggendo la vita dell’amato Padre Pio da Pietrelcina, oggi san Pio, ma addirittura constatare che una intera tua rubrica quella del “Sei stabiese se…” era miracolosamente apparsa sul CANALE STABIESE, ha del prodigioso.
Io personalmente avrei auspicato un intervento di Sua Eccellenza il mio amato Arcivescovo mons. C., il quale evidentemente da persona attenta, oculata e prudente, cosa che da sempre contraddistingue i grandi uomini della Santa Chiesa Cattolica, ha preferito, dall’alto della sua esperienza sul tema, soprassedere in quanto si trattava di un altro volgare tentativo di ingannare la vera Religione.
Il punto è, che secondo me un vero prodigio è accaduto sul serio, infatti a differenza della tua lunga serie di frasi con accanto i nomi dei relativi autori, in questa appariva si la lista, ma i nomi degli autori erano miracolosamente spariti.
Signore mio come può essere capitata una tal cosa? In ogni modo nel pomeriggio mentre riposavo comodamente sul divano ho avuto una visione: un omuncolo piegato, torto e truce davanti ad un video, un tasto Canc della tastiera tutto consunto e rovinato, un mouse che sembrava un topo vero; io sono certo fosse lui (il nostro pirata), intento a far sparire ogni traccia dalla lista del Liberoricercatore per farla apparire quasi identica sul sito del CANALE STABIESE.
Il fatto è che sul più bello mi sono svegliato, proprio nel momento in cui ero intento a rubare una stilla di sudore del filibustiere, cosa questa che mi avrebbe permesso tramite l’analisi del DNA di provare un tal furto al RIS dei Carabinieri; ma cosa vuoi i sogni svaniscono sul più bello.
Appena mi sono destato, però, ho pensato di scrivere al Prefetto per la Congregazione delle cause dei Santi Mons. J. S. M. affinché si potesse istruire subito almeno una causa di beatificazione, appena ne ebbi risposta il core non poteva far altro che palpitare a più non posso, ma ecco caro cugino quale è stata la risposta di questa sacra Istituzione:
“Carissimo fratello nella fede, grazie per averci fornito gli elementi che erano in suo possesso affinché si potesse istruire una tal Santa Causa, purtroppo i suoi dati risultano incompleti, in quanto, se l’evento non è attribuibile a Nostro Signore Gesù Cristo o a sua Madre o alla Schiera dei suoi Angeli e dei sui Santi, bisogna che nelle nostre sante mani giunga almeno un nome; infatti una delle prime condizioni delle sacre istruttorie è la paternità; e questa a Nostro parere non è presente o desumibile.
Carissimo fratello non avendo tali prove di Verità quello che possiamo concedervi è al massimo una CANNONIZZAZIONE, saluti sua Eminenza ecc… ecc…”.
Caro cugino non ti nascondo la mia profonda delusione, solo una causa di Cannonizzazione, per i profani (e per chi è incuriosito da tale termine) tengo a precisare che si tratta solo di un colpo di bastone aggiustato dietro la noce del collo, e sinceramente trovo sia una giusta ricompensa per un siffatto personaggio, in ogni caso è sempre meglio di una fustigazione dei piedi fatta in Pubblica piazza.
Ma toglierci una tale gioia, quali cittadini stabiesi attenti ad ogni forma di giustizia divina e terrena è un torto che il Buon Dio non potrà di certo perdonare.

Alla fine di questa esperienza è giusto tirare le somme:

-Pensare che una rubrica possa essere scomposta, sparire dal Liberoricercatore e materializzarsi su un altro qualsivoglia sito indica la mancanza di professionalità nonché l’ignoranza delle più semplici regole che vigono sul copyright (a tal proposito invito a leggere il Disclaimer di www.liberoricercatore.it), questa storia ha del paradossale oltre che rivelarsi ridicola a scapito di chi l’ha perpetrata.
– Fingere di non conoscere chi sia l’autore di un tal misfatto è GROTTESCO, vuol dire che in una rubrica seria e prestigiosa qual sembra il Canale Stabiese, vige la più completa anarchia, per cui chi prima si sveglia inserisce un qualsivoglia argomento nel sito senza tener conto dell’intera redazione o quasi di nascosto.
– Allo stesso modo sa di meschino, se l’intera Redazione non chiede Pubblicamente scusa al Sito al quale è stato sottratto il maltolto, perché lascia pensare ad un tacito accordo dell’intera REDAZIONE.
– In ogni caso anche se si trattasse della furbata di un singola zucca (vuota) è giusto che delle persone serie siano pronte a prendere le distanze, scusarsi per il maltolto ed allontanare una simile causa di sciagura dal proprio luogo di lavoro o di passione.
– Una ultima riflessione su tutta questa miserevole vicenda è questa: È vero che nella Home page del sito si dichiara esplicitamente che si tratta di un sito amatoriale ben lontano dall’essere ritenuto una testata giornalistica (e questa è una cosa saggia oltre a corrispondere alla più GENUINA VERITÀ), questo però non esime una intera Redazione dal documentarsi, secondo quelle che sono le più basilari regole del giornalismo fosse pure amatoriale, sulla veridicità di un fatto, o che l’argomento che si sta trattando non appartenga già a qualcuno, tutto ciò è superficiale e disdicevole.

A questo punto cosa dire…

Caro cugino le persone della nostra Città si dividono in tre specie:
1) Gli uomini seri, che cercano di fare cultura, fosse anche cultura popolare, solo per amore, per fortuna siamo ancora in tanti e questo a Gloria del Buon Dio;
2) Ci sono poi quei personaggi che occultano la cultura e preferiscono tenerla solo per sé, decidendo in tal modo di non donare nulla, a loro un po’ di Purgatorio farebbe più che bene!;
3) Ed infine gli ultimi, i più subdoli di Tutti, quelli del COPIA, INCOLLA, (e che non chiedono la relativa autorizzazione o la citazione), questi lugubri figuri degni dei romanzi di Stephen King, hanno dalla loro parte una schiera di tirapiedi ancor peggio di loro, gente che non chiede scusa, che ritiene lecito l’illecito, vero il falso, giusto l’ingiusto, a loro non c’è inferno che basterebbe.

Lettera aperta, Totò, Peppino e la Malafemmina

Lettera aperta, Totò, Peppino e la Malafemmina

Veniamo a te caro cugino:

Ma come ti è venuto in mente di creare un sito sulla Città di Castellammare di Stabia che è nettamente al di sopra a quello che è lo standard medio della rete sulla nostra Città?
Questo è un severo monito che ti faccio, in quanto sei un provocatore; hai mai pensato di metterti nei panni di chi naviga nelle professionali pagine del Liberoricercatore?
Se lo hai fatto allora non puoi fare altro che giustificare, questi colpi bassi degni solo della più recente pirateria somala.
Un sito così ben tenuto, continuamente aggiornato, ricco di contenuti inimmaginabili ai moderni cybernauti, cosa potrebbe provocare negli utenti se non invidia, collera, ira, impudenza, eh no… stavolta te la sei proprio cercata.
Ma come potevi pensare che tutto ciò sarebbe passato inosservato, quando ti scrive gente dal globo intero; sei un agitatore!
Il fatto che poi a fine mese pubblichi i dati dei contatti ricevuti nell’ultimo mese mi fa proprio arrabbiare, ma tu ci pensi che il liberoricercatore da solo riceve più contatti che tutti i siti di Castellammare messi insieme?
Una ultima cosa, sovversivo che non sei altro, quante volte ti ho chiesto per carità cristiana di donare anche agli altri qualcosina, si capisce tu ti appropri di tutte le novità in circolazione, lascia qualche briciola, un punto, un punto e virgola, ‘na fotografia stracciata, ‘na poesia incompleta, insomma da buon cristiano ricordati che è meglio dare, che ricevere!

In ultima analisi:

Quando capiremo TUTTI (Stabiesi) che è più ragionevole collaborare per il BENE comune di una Città, che sembra in rovina anche per il nostro comportamento piuttosto che esacerbarsi e coltivare il nostro piccolo orticello;
Spero inoltre che nessuno si senta offeso da questo ridicolo scritto anch’esso disdicevole, ma assolutamente veritiero! Un saluto a TUTTI Giuseppe Zingone.

munnezza

E’ solo una questione di munnezza?

E’ solo una questione di munnezza?

di Giuseppe Zingone

munnezza

E’ solo una questione di munnezza?

In questi giorni e precisamente il 18 Febbraio anche la popolosa Roma-Capitale è venuta a conoscenza della disastrosa situazione del mancato conferimento della nettezza urbana di Castellammare di Stabia, nelle idonee discariche o inceneritori.
Un problema questo che al di là di quello che si può pensare coinvolge non solo la provincia di Napoli e Caserta, ma anche Roma e tante città italiane, quando arrivai nel 2000 a Ladispoli già si parlava della chiusura della più grande discarica d’Europa quella di Malagrotta. Ci sono riusciti, ma non pienamente solo quattordici anni dopo, se ne cerca una nuova adesso e pur essendo una necessità di tutti la discarica nessuno la vuole (forse pecché fete!).
Proseguendo il discorso, il quotidiano Leggo tra i più letti a Roma e distribuito gratuitamente nelle Metro della Capitale, ha pubblicato un piccolo articolo a pagina quattro con tanto di foto dei cumuli di pattume, ritenendo notizia d’attualità, l’ordinanza del Sindaco di Castellammare che obbliga i cittadini a tenere (o più propriamente a convivere direi) con i propri rifiuti in casa per una intera settimana. Continua a leggere

Adorazione dei pastori (louvre)

Jusepe de Ribera a Castellammare di Stabia

Jusepe de Ribera a Castellammare di Stabia

di Giuseppe Zingone

Arte significa: dentro ad ogni cosa mostrare Dio
Hermann Hesse, Klein e Wagner

Alla ricerca di nuove “epifanie”

Adorazione dei pastori, particolare

Adorazione dei pastori, particolare

Tutti coloro che credono nell’esistenza di Dio vedono in lui il grande artefice della creazione dell’universo, un’opera immensa degna di un grande artista «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gn 1,31).
Allo stesso modo nella «creazione artistica» l’uomo si rivela più che mai immagine di Dio, e realizza questo compito prima di tutto plasmando la stupenda materia della propria umanità, e poi anche esercitando un dominio creativo sull’universo che lo circonda.
L’artista infatti, quando plasma un capolavoro, non soltanto chiama in vita la sua opera, ma per mezzo di essa, in un certo modo, svela anche la propria personalità. Nell’arte egli trova una nuova dimensione e uno straordinario canale d’espressione per la sua crescita spirituale. Attraverso le opere realizzate, l’artista parla e comunica con gli altri. La storia dell’arte, perciò, non è soltanto storia di opere, ma anche di uomini. Le opere d’arte parlano dei loro autori, introducono alla conoscenza del loro intimo e rivelano l’originale contributo da essi offerto alla storia della cultura.
Se è vero che la Legge dell’Antico Testamento presenta un esplicito divieto di raffigurare Dio invisibile e inesprimibile, perché Dio trascende ogni rappresentazione materiale, nel mistero dell’Incarnazione, tuttavia, il Figlio di Dio si è reso visibile divenendo così il centro al quale riferirsi per poter comprendere l’enigma dell’esistenza umana, del mondo creato e di Dio stesso.
Così se l’arte non nasce con il cristianesimo, che pur spesso si rifà ai canoni artistici delle altre culture (greca, romana), bisogna pur constatare che l’avvento di Cristo (Galati 4,4) ha costituito per l’arte una nuova capacità creativa che è un patrimonio unico nella storia dell’umanità ed è una fonte d’ispirazione tutt’oggi.
Ne hanno beneficiato soprattutto i credenti per la loro esperienza di preghiera e di vita. Per molti di essi in epoche di scarsa alfabetizzazione, le espressioni figurative della Bibbia rappresentarono persino una concreta mediazione catechetica, tanto che San Gregorio Magno nel 599 afferma: «La pittura è adoperata nelle chiese perché gli analfabeti, almeno guardando sulle pareti, leggano ciò che non sono capaci di decifrare sui codici». (liberamente tratto dalla “Lettera agli artisti”, di Giovanni Paolo II, Vaticano 4 Aprile 1999).
Nel cinquecento anche a causa della riforma Protestante, il Concilio di Trento codificò le caratteristiche dell’arte sacra, solo per fini culturali in polemica con l’aniconismo luterano, a patto che essa illustrasse con fedeltà i testi sacri, fosse di chiara lettura, non contenesse oscenità, venisse posta sotto il controllo dell’autorità religiosa. Attenzione però che la Chiesa non esercitò una censura sull’arte, cosa che invece accade anche oggi in alcuni stati che si definiscono democratici, ma nel far questo aderì solo al mandato che Cristo ha affidato a Pietro e cioè custodire inalterato il depositum fidei, la Sacra Scrittura appunto; inoltre di opere per così dire profane, è piena la storia dell’arte di tutti i tempi. Siamo così giunti al Seicento!

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Stampa ottocentesca, collezione Gaetano Fontana

A Criazione a Castiellammare

A Criazione a Castiellammare

di Giuseppe Zingone 

Storia di una cosmogonia tra Castellammare e Stabia

La creazione, secondo il cristianesimo è dono gratuito di Dio, cioè un regalo non subordinato all’amore dell’uomo, anzi Dio previene l’amore umano donandosi per primo. I teologi affermano che Dio è Trino, a motivo del fatto che se fosse stato uno e solo, avrebbe amato unicamente sé stesso, di un amore egocentrico; l’IO del Padre si rivolge al TU del Figlio, divenendo il NOI dello Spirito Santo. L’amore infatti ha bisogno di un tu a cui rivolgersi ed essendo l’amore di Dio perfetto e sovrabbondante esce fuori da sé stesso nella creazione ed ecco lo Spirito di Dio iniziare l’opera aleggiando sulle acque, un amore traboccante, debordante, dà origine al mondo ed attraverso il Verbo ha inizio la più grande avventura dell’intero e sterminato universo.

'A Criazione, Castellammare stampa Ottocentesca

A Criazione a Castiellammare Castellammare stampa Ottocentesca (collezione Gaetano Fontana)

Ne sono certo!… quando il terzo giorno della creazione Dio fece apparire l’asciutto si sedette sul cono del Vesuvio, tenendo in fresco i piedi, godendo per brevi istanti della ombrosità proveniente da Sud; già pregustava il suo meritato riposo della lunga giornata che ormai volgeva al termine. Il suo lavoro evidentemente non era ancora completo, per cui delimitò lo spazio, tra il verdeggiante Faito ed il mare, e con il suo personale pennello tracciò un arco, il golfo di Castellammare di Stabia. Quel che fece era buono e giusto, ma nella sua onniscienza pensando al Figlio suo ed agli uomini che questi avrebbe riportato al Padre attraverso la croce, non si astenne dal sollevare il Faito, e sotto di esso tracciò diversi solchi, che presto furono ripieni d’acqua cristallina, l’acqua che prese a scorrervi acquistava pian piano l’essenza delle pietre, ricche di minerali, sulle quali si muoveva. Anche qui si soffermò e toccandosi la barba riconobbe di aver fatto un buon lavoro, nessuno neanche l’uomo più insensibile e ingrato avrebbe potuto dire che Dio non era stato provvido verso quei luoghi, l’aria serale era frizzante ed ora riposarsi aveva l’unico scopo di proseguire il lavoro il giorno dopo; non s’accorse però che nel sollevarsi, il suo piede aveva fatto riemergere dal mare un piccolo scoglio che fu il coronamento di un opera d’arte, come la firma di un pittore sulla tela appena terminata. Inutile dire che ai primi uomini che vissero in questa succulenta terra non mancava nulla, c’era solo da scegliere: dedicarsi alla pesca, alla caccia, all’agricoltura per cui nacquero subito i primi insediamenti umani che non avevano bisogno di palafitte per proteggersi dai feroci animali, le grotte furono presto abbandonate, subito si svilupparono culture nuove che si affinarono sempre più, i Sanniti, gli Etruschi, i Greci e poi i Romani. Come tutti gli altri anche questi ultimi non poterono far a meno di notare le enormi potenzialità della terra di Stabiae e quando successivamente, essa non volle piegarsi al crudele tiranno Silla fu distrutta, ma subito si riebbe, rifondò sé stessa e ancora una volta cadde in disgrazia stavolta per l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Post fata Resurgo celebra il motto stabiese e così fu che dal basso all’alto medioevo, questa terra fece innamorare Regine e nobili, principi e marchesi, e fu amata in maniera indicibile soprattutto dai suoi figli (in particolare dai figli emigrati), che di lei, serbarono i ricordi nel cuore.

Ora come il lettore ben sa, non esiste creazione positiva, senza che il suo opposto faccia la sua bella comparsa, e ve pare co’ riavolo se ne steva in disparte? Troppa bella sta terra, pe’ nun ce mettere ‘e mmane. Fatto è che il peccato entrando nel cuore dell’uomo lo corrompe, è succieso pirciò ca ‘e mmane c’hanno vulute mettere paricchie ‘e lloro, tanto che la Città stessa in una giornata di pioggia squassante e fastidiosa, disse: “Dio mio, vire tu quanta munnezza!!!” A dire il vero non si capì bene a cosa o a chi si riferisse. Io propendo per i “chi” ed allora cito: chi specula, chi corrompe, chi maltratta, chi nun se piglia scuorno, chi sporca, chi ‘mbratta, chi arrobba, chi truffa e chi fa perdere ‘a speranza, si tanto che pure a ggente onesta fatica a se cumpurtà buono!

In ogni caso è chiaro che ‘o remmonio s’è moltiplicato e cu’ isso: cattiverie, fetenzie, e mal’azioni. Speriammo e n’aspettà troppo pe’ sta restaurazione; Stavota senza aiuto ‘e Dio cumpimmo sta ri-CREAZIONE!