Archivi autore: Giuseppe Zingone

Informazioni su Giuseppe Zingone

Collaboratore di Redazione Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi, come: la storia religiosa, l'arte, la fotografia e l'amore per la sua Castellammare di Stabia.

Il Rosario della “Dodicina”

Il Rosario della “Dodicina”

osservazioni di Giuseppe Zingone

Qualche giorno fa la signora Lina, scriveva per chiederci delucidazioni in merito alla tradizione stabiese legata al Rosario della “Dodicina”, ecco la sua lettera:

Immacolata - Chiesa della Pace

Immacolata – Chiesa della Pace

“Salve Sig. Maurizio, complimenti per il lavoro svolto solo che non ho trovato nelle Vs. rubriche il rosario che si canta per la dodicina all’Immacolata, anche quello è una tradizione stabiese. Sono due canti uno comincia con: “Iddio, ti salvi, oh giglio senza macchia, Iddio ti salvi, oh rosa senza spine. Attendo risposta. Lina”.

Volendo dare una risposta compiuta e quanto più attendibile possibile alla nostra gentile lettrice, ho ritenuto opportuno girare a mio cugino Giuseppe tale missiva, ed ecco cosa risponde Zingone in merito alle sue esperienze dirette. Buona lettura a tutti.

Maurizio Cuomo

– – –

Caro cugino la Tradizione di cui parla la Signora è forse l’unica, tradizione popolare religiosa a noi pervenuta dall’epoca delle prime voci votive. Negli ultimi anni, come anche il buon Gigi Nocera faceva notare, mi sono convinto sempre più che i moderni “fuocaracchi”, non hanno nessun legame con l’antica tradizione di fratièlle e surélle e con la dodicina dell’Immacolata, ma potrebbero essere più semplicemente una deviazione popolare, legata forse, ad altre feste del circondario in cui si accendono i falò. Tornando a noi e per rispondere concretamente alla Signora voglio riferirle per certo che la tradizione religiosa di dire il Santo Rosario in questo modo era ed è ancora viva nella Parrocchia di Maria Santissima della Pace, ed oggi trasportata nella chiesa di San Bartolomeo. Pensa che a me e a mia moglie Rosa manca così tanto che spesso (in questo periodo) l’abbiamo intonata a Ladispoli (dove viviamo). Non solo ti confermo le parole, ma vi è anche un seguito che la Signora di certo conoscerà.

Le Ave Maria in genere sono cantate da due cori:

1) Iddio ti salvi o Giglio senza macchia, Iddio ti salvi Rosa senza Spine…
L’altro coro risponde:
2) Maria speranza nostra facci da Madre prega per Noi il tuo Diletto Figlio…
Da ragazzo nel periodo dell’Immacolata il Rosario così recitato dalle buone anime delle parrocchiane veniva dialettizzato e storpiato nell’incedere, cosa che a noi giovani divertiva tanto.
Inoltre al posto del Gloria il coro sempre cantando recitava:
Come Giglio tra le spine sei la Vergine Beata, dalla colpa Preservata perché Madre del Signor, dalla colpa preservata perché Madre del Signor.

Antica statua dell'Immacolata Concezione (chiesa di San Giacomo Maggiore)

Antica statua dell’Immacolata Concezione (chiesa di San Giacomo Maggiore)

Tornando alla questione della teatralizzazione della Festa dell’Immacolata a Castellammare, spesso e sovente, nelle buone e sane ricerche si dimentica che bisogna partire proprio lì, da dove una tradizione nasce. Fratièlle e surélle è un voto che qualcuno offre alla Madonna Immacolata, ma la tradizione va ricercata proprio in quel particolare ambito religioso dove essa è nata e scaturita. Colui che lega e scioglie il voto è un laico, ma le radici della festa sono antichissime perché portate dai Benedettini prima e dai Francescani tra la nostra gente, a questo punto occorre sottolineare che l’unico luogo a Castellammare dove ancora oggi il titolo dell’Immacolata Concezione è vivo e presente, è nella Reale Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione e San Catello, di cui come ben sai sono un profondo conoscitore delle origini; siamo agli inizi del 1600 e precisamente nel 1624 sotto il Titolo dell’Immacolata e Terz’Ordine Francescano dei Penitenti.
Inoltre nella Chiesa di San Giacomo ad opera dell’allora Priore Signor Antonio Napolitano, ma penso ancora oggi viva, ad opera della figlia Scolastica, quivi si celebra una dodicina all’Immacolata davvero suggestiva con canti addirittura in latino, non sarebbe sbagliato cercare qui l’origine della Festa, parlo però di quella religiosa che niente ha a che vedere, con l’incetta del legname, dei danni al patrimonio boschivo, o all’offesa di chi la festa deve subirla, perché ostaggio nella propria abitazione dei fuochi votivi, piuttosto che onorarla nei luoghi di culto.
Tengo a sottolineare che la chiesa non ha mai avvallato queste scelte e che più volte l’allora mio Parroco Don Catello Di Martino, ed anche mons. Cece si era schierato apertamente e contro alcune manifestazioni spesso paganeggianti di uno pseudo culto che circondava un così grande e importante Dogma per la cristianità.
Un’ultima precisazione riguardo la Reale Arciconfraternita dell’Immacolata, (sottolineo se non erro in questo caso) il giorno della vigilia è anche il giorno in cui la confraternita associa a sé i nuovi confratelli che di essa vogliono far parte.
Qualche anno fa mi ero riproposto di registrare il canto intonato durante la dodicina sia alla Pace che a San Giacomo, purtroppo per i pochi giorni come quest’anno non sono stato a Castellammare durante questa festività. Ma penso che sia un bene registrarli ed inserirli a prova e titolo che l’Immacolata a Castellammare non sono i fuochi o solo la voce votiva, ma un patrimonio culturale sicuramente più antico e soprattutto RELIGIOSO.

Pubblicato il 14 Dicembre 2010

Processione di San Gerardo, gentilmente donatami dal Signor Mario Vanacore

Ottobre, un anno a Castellammare

Ottobre, un anno a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Ottobre di faccia o di profilo sempre uguale, cupo, serio, dispotico, tra l’altro ti ho visto mentre scacciavi quel caldo, tenero e democratico venticello che soffiava sul tuo grigiore, l’hai rinchiuso con veemenza in un anfratto tra il Faito e il mare. Ah…. Dittatore! T’intrufoli nelle case della gente, porti scompiglio, agiti le tende e ascolti i sussurri degli innamorati. Ottobre con la tua aria nervosa e agitata, nei ricordi della terra che trema e di edifici fragili caduti al suolo tra nubi di polvere. Ti ho seguito, l’ammetto! Ma solo per farti dispetto e vederti arrossire, quando giù per via Viviani, hai sostato davanti ad un portoncino di ferro; era la sagrestia della Parrocchia della Pace e sei entrato, tuttavia qui non hai potere, questo luogo è sacro, appartiene alla fede, né gli spiriti delle monache né la tracotante vegetazione che penetra le pietre, ti hanno dato udienza, oggi è il 16 Ottobre è San Gerardo.

Processione di San Gerardo, gentilmente donatami dal Signor Mario Vanacore

Processione di San Gerardo, gentilmente donatami dal Signor Mario Vanacore

Continua a leggere

La gatta nel motore

La gattina nel motore

La gattina nel motore

di Silvestro Migliorini

La gatta nel motore

La gatta nel motore, immagine tratta dal web

In sintesi la storia è semplice e potrebbe essere liquidata in due battute: una gattina di pochi giorni si è smarrita nel vano del motore della mia auto in sosta. Ma, continuiamo con ordine, confidando anche nel vostro aiuto.
Mi trovo a Castellammare di Stabia, per pochi giorni, per trascorrere il Ferragosto. Sono riuscito a trovare un “buco” per un parcheggio, quasi impossibile della mia auto, da difendere con i denti e con le unghie per i prossimi giorni. Ieri sera, rientrando molto sazio per aver mangiato una gustosa e nutriente pizza, vedo da lontano molte persone che si danno un gran da fare attorno alla mia auto. C’è addirittura chi carponi cerca di infilarsi sotto la vettura, altri ancora parlano tutt’insieme. Riesco a mettere a fuoco soltanto poche parole “vigili urbani”, “pompieri”, “protezione civile”, deduco subito: ci sarà stato un incidente? Mi astengo dal fare domande, tanto non mi ascolterebbero. Finalmente riesco a leggere l’avviso incollato sul parabrezza che recita così: “Attenzione! C’è una gattina nel motore!”

Tiro fuori il telecomando e con un clic sblocco le portiere accendendo le luci dell’abitacolo dell’auto. Un istante dopo, da nessuno divento primo attore, quasi un eroe. Vogliono sapere subito se sto per partire e tirano tutt’insieme un sospiro di sollievo udibile per una ventina di metri alla mia risposta rassicurante. Mi raccontano gli interventi precedenti senza esito, tutti molto eccitati e partecipativi. Ormai la ricerca diventa globale e si moltiplicano nuove iniziative: dal cofano posteriore sono stati presi due ombrelli, una torcia elettrica ed un cartone arrotolato e piegato da usare per stanare l’animaletto che dà l’impressione che abbia fatto gli studi universitari, perché nelle due volte che si era arrivati vicino alla conclusione del caso, la gattina, dopo aver mostrato due occhietti vispi ed un musetto da favola, si era eclissata per poi segnalare la propria presenza con miagolii “strappa – core” nella parte posteriore dell’auto, per poi ritornare nuovamente nel vano motore. Qualcuno tenta di prenderla per la gola portando una scodella di latte ed un’altra di carne in scatola. Questo gesto scatena una gara di solidarietà, altri si presentano con altro latte ed altro cibo ed io, incredulo penso alla fame nel mondo, ai bambini malnutriti, rendendomi conto che forse mi odierete perché vi sto rovinando la storia, forse …per questo all’inizio vi chiedevo aiuto senza saperne giustificare la ragione.
Di tanto in tanto qualche auto di passaggio accosta, rallenta, mentre il guidatore chiede di essere aggiornato sugli ultimi sviluppi. Sono sempre più incredulo e qualcuno di voi potrebbe pensare a chissà quante birre ho bevuto durante la pizza. Vi giuro ho bevuto solo un bicchiere di birra, di più non posso per i miei malanni.
Mi ero un po’ stancato e vigliaccamente ho proposto di sospendere le ricerche. Come da un copione, una bambina ha incominciato a piangere. Ho ritiro subito la proposta chiedendo scusa consapevole che a questo punto rimaneva solo la possibilità di vincere, vincere! …Vincere!
Forse non ci crederete ma, a questo punto è arrivato un aiuto inaspettato, la gattina mostrandosi e si è lasciata prendere docilmente tra gli applausi generali. Che popolo fantastico quello napoletano!
Al mattino seguente sono tornato sulla scena ed ho trovato tutti piatti del cibo vuoti, allora il pensiero è corso alla fame ed ai bambini del terzo mondo.
Silvestro Migliorini

Castellammare di Stabia, lì 13 agosto 2010

 

 

Nicola Santaniello

Nicola Santaniello

Nicola Santaniello
( ad un mese dalla scomparsa )

di Giuseppe Zingone

Nicola Santaniello

Nicola Santaniello

“ La vita merita di essere raccontata ”
Sin dagli albori del liberoricercatore mi ha tormentato un solo pensiero, dare voce a tutta una cultura minore, molto spesso minimizzata, derisa, sminuita con il termine “popolare”, solo perché proveniva dalla massa, da quella moltitudine senza volto che ha fatto la storia, con la propria vita.
Sì… perché se la storia è scritta dai grandi, in fondo sono sempre gli uomini semplici che la concretizzano!
Se fosse possibile, mi piacerebbe salvare la memoria di ogni singolo essere umano, ma anche con tutta la moderna tecnologia che abbiamo a disposizione, la cosa sembra irrealizzabile (almeno per ora). Per questo ho voluto che il nostro sito avesse tra le proprie pagine anche poche parole sull’amato Nicola.

Continua a leggere

76_immagini_terremoto

Fuite ‘o terremoto!

Fuite ‘o terremoto!

di Ferdinando Fontanella

Da 76 immagini del terremoto a Castellammare. di Antonio Colonna e del compianto Lilino Diogene

Da 76 immagini del terremoto a Castellammare. di Antonio Colonna e del compianto Lilino Diogene

Il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella ci scrive nel novembre 2008 in occasione del 28° anniversario del disastroso terremoto del 1980, un evento catastrofico, fondamentalmente imprevedibile, che quando colpisce genera un forte stress che in breve tempo sconquassa radicalmente il “normale” corso delle cose.

Continua a leggere