Archivi autore: Maurizio Cuomo

Informazioni su Maurizio Cuomo

Fondatore e Direttore Responsabile di liberoricercatore.it Giornalista pubblicista, iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti con tessera n° 146480. Appassionato ricercatore di storia e di tradizioni locali. E' anche autore di NonSoloRisparmio.it (guida pratica on-line su come risparmiare e fare economia).

Annunziatella - scultura lignea (foto Maurizio Cuomo)

L’Annunziatella

articolo di Maurizio Cuomo

La popolosa frazione alla periferia nord di Castellammare di Stabia, conosciuta come Annunziatella, strada che congiunge via Tavernola a via Pioppaino, prende nome dalla omonima antica chiesetta rurale dell’Annunziata, un’antica fabbrica, non più esistente, un tempo allocata in una porzione dello stabile, prospiciente ai saloni della Renault (civici 34 – 36 – 38, che s’incontrano sulla mano destra, se si procede dal centro cittadino verso nord).

Da una descrizione lasciataci dal sac. prof. Catello Longobardi1, apprendiamo che l’antica fabbrica in questione, dall’approssimativa superficie di un centinaio di mq, a livello strada, mantenendo l’ingresso principale dell’androne con cancello di ferro al civico 34 e altri due vani di accesso o di uscita ai nn. 36 e 38, aveva la volta a botte e a suo tempo, la copertura a tetto spiovente.

Dal “libro dei Battezzati” apprendiamo che la chiesa dell’Annunziatella fu elevata a parrocchia già dal 1876.

Continuando a leggere, ciò che il Palumbo, riporta al paragrafo 204 della sua “antologia storica”, apprendiamo inoltre che l’antica cappella rurale, aveva “un solo altare di fabbrica, con la mensa in legno e pietra sacra”, e prendeva nome da una piccola scultura in legno (di buona fattura artigianale), di proporzione adatte all’ambiente che ivi si venerava.

Annunziatella - scultura lignea (foto Maurizio Cuomo)

Annunziatella – scultura lignea (foto Maurizio Cuomo)

La scultura in oggetto, settecentesco gruppo ligneo (un tempo esposto in una bacheca alle spalle dell’altare), oggi conservato in una teca della odierna chiesa parrocchiale, raffigura l’Annunciazione: scena composta dalle statue della Madonna e dell’Arcangelo Gabriele, mancanti della Colomba dello Spirito Santo, forse andata perduta. Continua a leggere

  1. traggo la notizia da “Stabia e Castellammare di Stabia”, antologia storica a cura del prof. Michele Palumbo, edita nel 1972. Paragrafo 204 – pagg. 303 – 304 e 305
Ciro Denza - pittore stabiese

Ciro Denza e il suo tempo…

Seppur brevemente non potevo esimermi dal commentare ed introdurre questo nuovo raffinato studio del prof. Antonio Ziino, giornalista e ricercatore purosangue (sicuramente noto alla stragrande maggioranza degli stabiesi, per le sue innumerevoli pubblicazioni), che quest’oggi onora liberoricercatore.it di un’esclusiva importante: “La vita di Ciro Denza” inquadrata magistralmente nel tempo in cui egli è vissuto. Al di là dell’ardua ricerca (di per sé meritevole), con la quale quest’oggi viene a colmarsi una grossa lacuna storiografica (poco si era scritto sul Denza, pittore stabiese), ciò che del prof. Ziino, mi colpisce particolarmente, è la minuzia espressiva con la quale: fotografa, colora e arricchisce di suggestione, le sbiadite pagine di uno spaccato di vita stabiese ormai dimenticata. 

Maurizio Cuomo


Ciro Denza e il suo tempo. L’opera Artistica e sociale

articolo del prof. Antonio Ziino

Ciro Denza - pittore stabiese

Ciro Denza – pittore stabiese

Due date ricordano quest’anno la singolare figura di Ciro Denza “Artista pittore”, barone del Regno, Console della Repubblica del Paraguay, benemerito della salute pubblica, direttore proprietario dell’“Hotel Grande Brettagne et Pension Anglaise”, economo del Ristoro per poveri, incarico deliberato dal Municipio di Castellammare di Stabia, fratello del più noto Luigi, musicista di livello internazionale, autore di numerose opere nonché della celeberrima Funiculì Funiculà che si canta in tutto il mondo.
Ciro Denza nacque a Castellammare di Stabia l’otto febbraio 1844 dove morì il dieci febbraio del 1915. Sono passati, dunque, 170 anni dalla nascita e 130 anni dalla nomina a economo del Municipio per le opere di beneficenza. Fu questo un periodo difficilissimo per la Città di fine Ottocento, afflitta, tra l’altro, verso il 1888 da una nuova diffusissima epidemia di colera, iniziata in modo latente già anni prima, che provocò numerosi morti e vide l’impegno tangibile anche della Chiesa locale col suo vescovo, monsignor Vincenzo Maria Sarnelli, che meritò, tra gli altri elogi, la Medaglia d’Oro al valor civile per i soccorsi prestati alla stremata popolazione.

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Annibale Ruccello - particolare del busto posto in Villa Comunale (foto Maurizio Cuomo)

Annibale Ruccello… Il ricordo

Annibale Ruccello - particolare del busto posto in Villa Comunale (foto Maurizio Cuomo)

Annibale Ruccello – particolare del busto posto in Villa Comunale (foto Maurizio Cuomo)

Franco Cuomo (settembre 2021: da lettere alla Redazione):

Ci conoscemmo nel corridoio dell’Istituto di Storia Medioevale, a Napoli. Io ero li con Franco Autiero, altra figura indimenticabile e impossibile non ricordare quando si parla di Annibale. Lo incrociammo, agitatissimo con le mani passate frequentemente in quella pesante e folta capigliatura nera: fare Storia Medioevale con Mario Del Treppo non era un’impresa facile. Superammo tutti e tre l’esame. Di dove siete, lui? Di Vico Equense, noi. Io Castellammare. Qualche parola su La Nuova Compagnia di Canto Popolare e Roberto De Simone e scoprimmo di avere un mondo di interessi in comune. Da quel giorno cominciò un’avventura irripetibile. Ricordo con precisione il luogo dove ci si incontrava per fare le prove della Cantata dei Pastori: il garage di una nostra amica a Gragnano. Io non dovevo recitare, poi una volta feci un paputo incappucciato, quindi non venivo riconosciuto, e un’altra volta interpretai Cidonio il cacciatore. Ero sempre con tutta la compagnia insieme a Vanni Baiano, Francesco Autiero, Dora Romano, Paola De Luca, Lello Guida, Michele Di Nocera, Anita Capelluti, Carlo De Nonno (compositore delle musiche di molti lavori di Ruccello), Rosalia Giardino, Luisa, Tito, Mimmo ed altri, insomma un gruppo di giovani animati dalla passione del teatro, coordinati dal più giovane di tutti: Annibale Ruccello, che oltre alla passione del teatro aveva anche quella e delle ricerche antropologiche. Continua a leggere

Logo Ascom Stabia

Ascom Stabia – UN PO’ DI STORIA…

a cura di Giovanni Grammegna

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Ascom Stabia

La storia dell’Ascom stabiese comincia nel 1944 quando il 30 gennaio i commercianti di Castellammare di Stabia si riuniscono in assemblea per fondare una società con l’unico scopo di “difendere e tutelare gli interessi della propria categoria insorgendo con tutti i mezzi legali contro chiunque osasse manometterli e contrastarli” come recita il documento di fondazione a firma del primo presidente Catello Sorrentino. E la storia dell’Ascom è una storia ricca di incontri e di scontri, segnata da tante lotte e iniziative portate avanti dai commercianti.

Lotte sindacali come quella che porta nel ’58-’59 alla chiusura domenicale dei negozi e più tardi, negli anni ’70, alla mezza giornata di chiusura settimanale: scelte effettuate dopo una lunga battaglia in seno all’associazione e che provocano mille polemiche, ancora oggi non del tutto sopite. Lotte contro la grande distribuzione organizzata che dal ’77 approda a Castellammare con l’apertura dei primi supermercati. Lotta contro gli abusivi che occupano impropriamente i marciapiedi e la Villa Comunale, ormai da tempo testimoniato da un reportage fotografico del 1983 con cui l’Ascom denuncia il fenomeno.

Affianco a quella delle lotte c’è la storia di tante iniziative a favore dello sviluppo del commercio e dell’intera città. I “Meeting del Commercio”, di cui si tengono 7 edizioni tra il 1969 e il 1980, sono l’occasione per fare una panoramica in quegli anni sull’organizzazione di tutto il settore, oltre che di visitare gli stand ed assistere a spettacoli e a sfilate di moda. Continua a leggere

Il faro (quadro di Gaetano Di Capua)

Il faro di Castellammare di Stabia

articolo di Maurizio Cuomo

Il faro (quadro di Gaetano Di Capua)

Il faro (quadro di Gaetano Di Capua)

Nella certezza di fare cosa utile e gradita ai lettori, e ai tanti studiosi ed appassionati di storia locale, in questo breve articolo proverò a descrivere quello che un tempo era il faro del porto, gioiellino architettonico di epoca borbonica, oggi soppresso, che fino alla metà degli anni ’40 del secolo scorso, svettava, suggestivo ed austero sulla punta del molo di Castellammare di Stabia. Continua a leggere