Archivi autore: Maurizio Cuomo

Informazioni su Maurizio Cuomo

Fondatore e Direttore Responsabile di liberoricercatore.it Giornalista pubblicista, iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti con tessera n° 146480. Appassionato ricercatore di storia e di tradizioni locali. E' anche autore di NonSoloRisparmio.it (guida pratica on-line su come risparmiare e fare economia).

Il Gran Mogol

Il Gran Mogol

a cura di Maurizio Cuomo

Catello Filose (alcuni autori lo riportano come Filosa), meglio conosciuto come Gran Mogol, nacque a Castellammare il 26 dicembre 1749 da Gennaro e Nella (Agnella) di Capua. Di famiglia modesta (il padre era marinaio), alla giovanissima età di 16 anni, partì per l’avventura approdando nel 1770 a Calcutta nell’India del Gran Moghul, ov’egli si diresse in cerca di prospera fortuna. Come fosse entrato in quel regno, e quali mezzi avesse adoperato per guadagnarsi la fiducia e la benevolenza dell’Imperatore Shah Alam II, è a tutti ignoto, fatto è che si distinse nell’arte militare, specialmente nell’uso del cannone semovente, divenendo generale di ben undici battaglioni. Per i suoi meriti divenne Generale e Gran Palaquin, massimo Ordine militare moghul. Prima di far rientro nella sua terra natia ebbe modo di fare una breve esperienza a Goa come colonnello dell’esercito portoghese.

Il Gran Mogol

Il Gran Mogol (stampa rappresentativa tratta dal web)

Nel 1799 ritornò a Castellammare con tre figli (Michele, Margherita, Nicola) e carico di ricchezze, lasciando in India altri due figli che continueranno la dinastia Filose in quella nazione.

Ecco come il Parisi nel 1842, ricordava la figura di questo illustre stabiese: “Catello Filosa detto il Gran Mogol… benchè di bassa condizione fosse dalla patria partito vi ritornava ricchissimo e decorato del grado di Colonello Portoghese di generale delle Imperiali Guardie del Gran Mogol e coll’onorevole titolo di Palaquin ec. ec. Le sue curiose avventure e la sorprendente sua fortuna ànno gran rumore menato ed a lui meritato un nome celebre nei patri annali”. Continua a leggere

Quaderno Stabia - Canzanella (coll. Maurizio Cuomo)

La letterina di Natale

La letterina di Natale

articolo di Maurizio Cuomo

Volendo fare da eco alla interessante iniziativa messa in campo dai carissimi Enzo, Massimiliano e Giuseppe, che nella pagina intitolata “Letterine di Natale“, hanno invitato gli affezionati lettori a rispolverare e condividere le letterine vintage di famiglia, conservate e dimenticate in qualche scatola o in un cassetto di scrivania, mi permetto, in punta di piedi, di proporvi la letterina di Catellino, un bimbo stabiese di 8 anni, nato nei primi decenni del ‘900, che oggi, verosimilmente, avrebbe avuto la veneranda età di 105 anni.

Quaderno Stabia - Canzanella (coll. Maurizio Cuomo)

Quaderno Stabia – Canzanella (coll. Maurizio Cuomo)

Lo scritto in questione, risalente al dicembre 1925, è una brevissima lettura dal sapore antico, tratta da un Quaderno Stabia di terza elementare, edito dalla celebre Libreria e Cartoleria CANZANELLA di Castellammare di Stabia, che conservo nella mia personale collezione di quelle che amo definire “cose stabiane” d’altri tempi.

Ebbene, nella speranza di non essermi dilungato troppo in questo proemio, forse inutile, ma assolutamente doveroso, lascio a seguire, tali e quali, come ho avuto io il piacere di leggerli, i pensieri scritti sotto dettatura dal piccolo Catello Manco, alunno del fu Maestro Antonio Carrese. Buona lettura!

Non so a voi che effetto abbia sortito questa letterina, personalmente sono rimasto affascinato dal garbo, da alcuni termini ormai desueti, dalla bella grafia (che nonostante qualche errore, era comunque già ben curata), ma soprattutto dalla disarmante bellezza di pensiero del testo: semplice, ma estremamente profondo.

Nella speranza che la lettura di questa “perla antica” (che per anni ho conservato gelosamente, insieme ad altri scritti inediti), sia risultata anche a voi gradita, vi saluto con l’augurio che la nascita di Gesù Bambino, possa rinnovare in tutti voi lo spirito di fratellanza e di speranza e che si possano esaudire i desideri dei più bisognosi e di tutti coloro che necessitano di attenzione.

Sereno Natale da tutto lo Staff di liberoricercatore

La Zingara (collez. Antonio Greco)

La votapesce smarrita

Alla ricerca della votapesce1 smarrita

articolo di Pasquale Cirillo

La Zingara (collez. Antonio Greco)

La Zingara (collez. Antonio Greco)

Quanti personaggi sul nostro Presepe a far corona ai Protagonisti, veramente possiamo dire “‘na foll’’e ggente….”. Ma noi li conosciamo tutti, uno per uno. Per il loro mestiere: ‘a castagnara, ‘o canteniere, ‘o pisciavinnele, ‘a lavannara, ‘o chianchiere, ‘o ncenzatore…qualcuno proprio per nome, come Ciccibacco o il più famoso di tutti che è Benino (non Benito, mi raccomando), il pastorello che dorme nel pagliaio e suo padre, Armenzio, che lo va a svegliare  per andare alla Capanna. Molti, non tanti, conoscono pure il cacciatore che si chiama Cidonio, che è il fratello di Benino, oltre che amico di Ruscellio, il pescatore. E poi c’è la numerosa, folta, colorata, fantasiosa  schiera dei “pastori in cammino” che recano in dono al Bambino ricotte, formaggi, salami, prosciutti, galline, uova, broccoli, cavoli, meloni gialli e verdi e pure qualche anguria fuori stagione, insomma tutta roba da mangiare.  Niente di male, se pure il Poverello di Assisi voleva che a Natale tutti facessero festa con un pasto abbondante, compreso l’asinello del convento al quale ordinava fosse data doppia biada. Fra la folla anonima  del “cammino” spiccano due personaggi: il monaco “cercante” (di offerte) e la zingara. A proposito di quest’ultima si è scritto tanto. Vecchie tradizioni la identificano come la Stefania del miracolo del sasso trasformato in bambino, attribuendole addirittura la maternità di Santo Stefano.

La zingara

La zingara (collez. Pasquale Cirillo)

Altri se la immaginano triste perché, avendo fama le zingare di capacità divinatorie (c’è chi con occhi palepolesi ci vede la Sibilla), si muove a pietà nel prevedere la tragica fine di quel Bambino che ora dorme tranquillo nella mangiatoia; in fondo il suo bambino, per quanto misero, è meno sfortunato. Mi piace molto questa immagine e, qualche anno fa’, realizzando un diorama pasquale raffigurante la Deposizione di Gesù dalla Croce, ho posizionato in secondo piano la stessa  zingara del presepe, triste testimone del compimento della sua previsione. Proprio la stessa zingara ho usato, regolarmente munita di “votapesce”, che in italiano si chiama “schiumarola”, che sarebbe quella paletta bucherellata che si usa per rigirare le fritture nella padella. Ma che ci fa la zingara in cammino sul presepe con una votapesce in mano? Semplicemente la vende ai passanti, assieme ad altri piccoli manufatti in ferro, come mestoli, forchettone, paletta per il braciere… Continua a leggere

Crocifisso di Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

Il miracoloso crocifisso di Pozzano

articolo di Maurizio Cuomo

Il 16 dicembre 1631, fu raccolto dalle acque il miracoloso crocifisso di Pozzano; il prodigioso avvenimento mise fine alla tremenda eruzione vesuviana.

IL XVI DICEMBRE MDCXXXI
MENTRE IL VESUVIO SPARGEVA STERMINIO E MORTE
IL VENERABILE PADRE BARTOLOMEO ROSA DEI MINIMI
PREDICANDO NEL DUOMO RAPITO DA VISIONE CELESTE
SI DIRESSE COL POPOLO AL LIDO
E SULLE AQUE VIDE UN CROCIFISSO
LO RACCOLSE E L’ERUZIONE CESSO’

Crocifisso di Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

Il venerabile P. Bartolomeo Rosa dei Minimi raccoglie il miracoloso crocifisso di Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

L’IMMAGINE ILLUMINATA DA UN RAGGIO DI SOLE
PER LA CITTA’ IN PROCESSIONE RECATA
NELLA BASILICA DI S. MARIA DI POZZANO
E RELIGIOSAMENTE CUSTODITA E VENERATA


Note: notizie tratte dal monumento eretto (nel 1947) sul piazzale prospiciente alla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia.

 

Ettore Tito

Ettore Catello Tito

brevissima biografia a cura di Maurizio Cuomo

ETTORE CATELLO TITO, nacque a Castellammare il 15 dicembre 1859, dal capitano Ubaldo e Luigia Novella, ma lasciò presto la città per trasferirsi a Venezia, ove frequentò l’Accademia di Belle Arti. Ispirato alla pittura del Tiepolo, ben presto raggiunse un’ottima fama, esponendo a Parigi, Berlino, Stoccolma. Ebbe il Gran Premio della Biennale di Venezia del 1897 e la Medaglia d’Oro all’esposizione Mondiale di Parigi del 1900.

Ettore Tito

Ettore Tito

L’affinità ideale che lo univa al Tiepolo fece si che fosse affidato a lui l’affresco della volta della chiesa degli Scalzi a Venezia che era stata distrutta nel 1915 da un aereo austriaco. Sue opere si trovano in tutti i musei italiani ed europei. Morì a Venezia nel 1941 all’età di 82 anni. Continua a leggere