Archivi autore: Raffaele Scala

Informazioni su Raffaele Scala

Nato a Castellammare di Stabia, laureato in sociologia, sposato con due figli, vive a Santa Maria la Carità, lavora a Napoli, è autore di diverse pubblicazioni di carattere storico incentrate sulla storia del movimento operaio stabiese e del suo circondario.

La stampa periodica a Castellammare di Stabia

Premessa

     Questa breve rassegna, largamente incompleta, è scritta senza nessuna pretesa, vuole soltanto essere uno stimolo ad approfondire quando di buono ha prodotto questa nostra Città nel campo della carta stampata, fonte inesauribile di notizie, fatti e persone,  altrimenti perse per sempre. Colgo quindi l’occasione per lanciare un appello ai pochi o tanti lettori che si soffermeranno a leggere queste righe per chiedere loro di contattare l’autore nel caso avessero notizie su giornali, periodici od altri stampati a Castellammare e, in particolare, se hanno possibilità di approfondire quanto qui si è provato a ricostruire per arricchire questo modesto presente, mero elenco.

Contattare l’autore tramite posta elettronica, raffaele_scala@libero.it


La stampa periodica a Castellammare di Stabia

articolo del dott. Raffaele Scala

A Castellammare di Stabia non si hanno notizia di pubblicazioni di giornali prima dell’Unità d’Italia ed i pochi che circolavano provenivano direttamente dalla capitale partenopea, tra i quali ricordiamo, Il Monitore delle due Sicilie, quotidiano politico del regime napoleonico, pubblicato tra il 1811 e il 1815. Con il rientro dei Borboni, fino al 1860, sono poco più di 70 i periodici, poche pagine, di solito non più di quattro, fogli in larga misura di varietà e di evasione.   Nella Città delle Acque tra i primi ad uscire, risalente al 1860, è sicuramente La luce del Popolo, giornale filo garibaldino diretto da Agatino Previtera e nato proprio sul finire di quell’estate sull’onda del trionfale ingresso a Napoli, il 7 settembre, dell’Eroe dei due mondi, mentre tra i più diffusi e longevi troviamo il bisettimanale Stabia, Gazzetta dei comuni del Circondario, pubblicato due volte a settimana, ogni giovedì e domenica, in quattro grandi pagine, come tutti i giornali, importanti e non, editi in quella fase in qualche modo ancora pionieristica della carta stampata. Di tendenza istituzionale, il giornale Stabia era stato fondato nel 1877 e diretto fino all’ultimo dall’avvocato Federico Ciampitti, un uomo soprattutto buono, di un’onestà che l’ha portato mendico fino alla tomba.[1] Considerato il decano dei giornalisti stabiesi, Federico Ciampitti scompare il 29 marzo 1899, all’età di sessantanove anni per cirrosi epatica, dopo una malattia durata tre mesi. Con la sua morte, scomparirà, dopo 22 anni, anche il giornale nonostante un timido tentativo di continuarne la pubblicazione sotto la testata di Nuova Stabia.

     Altro periodico dalla vita non breve e sicuramente letto era il settimanale, L’Amico del Popolo, la cui amministrazione si trovava al n° 16 di Via Nocera e successivamente al Corso Vittorio Emanuele 81, ed era diretto da un giovanissimo ex seguace di Mazzini, Francesco Girace, un personaggio cui non mancavano le ambizioni letterarie, al punto da pubblicare a puntate, sul suo stesso settimanale, un romanzo sociale intitolato Febbri d’anima. Il giornale usciva ogni domenica dal 1882 – quando l’intraprendente direttore aveva soltanto 24 anni  – ma mise ben presto da parte le annacquate idee repubblicane del suo fondatore e divenne organo del partito di Catello Fusco (1839 – 1904), eterno deputato mancato – candidato nel 1882 e nel 1886 nel collegio Napoli IV ed eletto al secondo tentativo ma subito dichiarato decaduto per presunti brogli – oscillante inutilmente fra la Destra, il Centro e la Sinistra – costume assai diffuso ieri come oggi – ma in ogni modo tre volte sindaco nel 1890, 1892 e 1896, morto poi suicida a seguito di una crisi esistenziale. Continua a leggere

Pasquale Cecchi (archivio PCI)

Pasquale Cecchi, il sindaco di Stalingrado del Sud

articolo di Raffaele Scala

Pasquale Cecchi, il sindaco di Stalingrado del Sud (1)

Pasquale Cecchi (archivio PCI)

Pasquale Cecchi (archivio PCI)

Premessa
Il 26 febbraio 1979, 40 anni fa, scompariva Pasquale Cecchi, il primo sindaco comunista di Castellammare di Stabia, storica figura di antifascista che militò nel Partito Socialista aderendovi nel 1910, iscrivendosi con i fratelli Camillo e Antonio, presso il circolo giovanile di Scafati, cittadina nella quale erano nati, salvo poi aderire al Partito Comunista d’Italia fin dalla sua fondazione, il 21 gennaio 1921, furono, anzi, tra quanti aderirono alla Frazione comunista del Psi, costituita nel 1919 da Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci, all’indomani del Congresso di Bologna.
Era figlio di Mariano Basilio, nato a Oliveto Citra nel 1865, maestro elementare trasferitosi a Scafati nel 1890 dove conobbe e sposò Clotilde Langella (1862 – 1941), anch’essa maestra elementare. Dal matrimonio, tra il 1891 e il 1905, nacquero sei figli, Camillo, Pasquale, Antonio, Rosa, Giovanna e Mario. Mariano vinse nel 1905 il concorso per direttore didattico indetto dal comune di Castellammare di Stabia. Dopo alcuni anni di pendolarismo fra le due cittadine si trasferì, infine, nella Città delle Acque verso la fine di novembre del 1912; qui, nella sua casa di via Napoli, morirà nel 1932, spezzato da una malattia crudele.(2)

Basilio fu un socialista moderato, un direttore didattico delle scuole elementari, un uomo di cultura cui non mancarono i riconoscimenti per il lavoro svolto, come le due medaglie, la prima di bronzo, la seconda d’oro, consegnate dal Ministero dell’Educazione Nazionale, quale benemerito dell’istruzione elementare. La stampa non mancò di rendergli l’omaggio dovuto, all’indomani della sua scomparsa. Le stesse medaglie le riceveranno sia lo stesso Pasquale, sia le due sorelle, Rosa e Giovanna, anch’esse direttrici scolastiche, poi ispettrici. Al grande Educatore di tante generazioni di giovani stabiesi, nel secondo dopoguerra, con delibera del 27 maggio 1944, sarà intitolato lo stesso edificio di cui fu direttore didattico per 27 anni, nome che porta ancora oggi e che in precedenza era intitolato al padre del duce, Alessandro Mussolini.(3)

Anche Rosa, scomparsa nel 1978, avrà l’onore di vedersi intitolato un edificio scolastico, quello di via Colle San Bartolomeo a Pompei, anche se, ormai, da diversi anni lo stesso risulta modificato a favore di Luigi Leone, un altro ex direttore che aveva diretto quello stesso istituto e morto all’inizio del XXI secolo. E’ da evidenziare che poche famiglie, come quella dei Cecchi, possono vantare di aver inciso nel loro insieme alla vita politica e sociale della loro città. In realtà città di adozione visto che l’origine non era stabiese, provenienti com’erano della vicina Scafati. Forse solo la famiglia Gaeta, può vantare lo stesso primato nell’ambito della storia del locale movimento operaio. Basti pensare ai nomi illustri di uno dei primi socialisti di Castellammare, Raffaele Gaeta e ai figli Oscar e Nino Gaeta.(4)

In realtà nulla faceva presagire che il giovane Pasquale fosse destinato ad una così lunga e importante carriera politica, i suoi inizi sono oscuri, tipici più del simpatizzante che dell’attivo militante, infatti non esiste nessuna documentazione che lo riguardi prima della sua elezione a vice sindaco socialista della cittadina stabiese. Lo ignora la polizia politica ( e sappiamo che ci voleva ben poco per entrare negli schedari del Casellario, senza essere estremisti, bastava diffondere l’Avanti!, intervenire, magari con veemenza, nelle riunioni di sezione per finire in qualche rapporto di zelante poliziotto), nessun cenno sull’Avanti! di un suo articolo, comizio, intervento pubblico, carica politica o che altro. Sembra che i primi anni, da quando nel
1910 si iscrisse al circolo giovanile socialista di Scafati sia politicamente vissuto all’ombra del fratello minore, Antonio, fatto di ben altra tempra e non a caso segnalato dalla locale sottoprefettura come sovversivo fin dal 1914.(5)

A confermare la sua scarsa o nulla attività politica nei primi anni è lo stesso Pasquale, quando nella sua citata memoria afferma che ha conosciuto Bordiga al tempo in cui fece parte della Frazione comunista, alla vigilia del Congresso di Livorno, nonostante che il futuro fondatore del Pcd’I fosse attivo frequentatore dei circoli socialisti dell’area stabiese e della stessa Scafati fin dal 1911. Probabilmente Pasquale, oltre l’iscrizione e una blanda frequentazione non andò, dedicandosi completamente agli studi, ginnasiali, liceali ed infine universitari. La sua stessa nomina a vice sindaco sembrerebbe dovuta più al carisma del fratello Antonio, già Segretario Generale della Camera Confederale del Lavoro di Castellammare di Stabia nel 1919, poi di quella ben più importante di Napoli, nonché dirigente nazionale della Frazione comunista nel 1920, che a riconosciute capacità politiche del fratello maggiore. In definitiva si può affermare, con alto margine d sicurezza, che la militanza politica vera e propria di Pasquale abbia avuto inizio con il suo ritorno dalla guerra e alla successiva laurea conquistata il 13 luglio 1919, quando l’intera Italia si professava socialista, convinta com’era dell’imminente rivoluzione proletaria, benedetta dallo stesso Lenin, a sua volta convinto che il nostro Paese fosse ormai maturo per fare il grande salto verso la sovietizzazione. Continua a leggere→


Note:

1. La biografia di Pasquale Cecchi pubblicata su Wikipedia, seppure non citato, è opera dello stesso autore, così come il breve profilo del fratello minore, Antonio Cecchi. Suo è anche la breve biografia di Michelangelo Pappalardi.

2. Archivio Storico Comunale (da ora in poi ASC), Concorso al posto di direttore didattico, busta 447, inc.
Cfr. sulla morte di Basilio, l’opuscolo stampato a cura della famiglia ad un anno dalla scomparsa: In memoria di Mariano Basilio Cecchi, Regio direttore didattico. Castellammare di Stabia, opuscolo reperibile sul sito web, Libero Ricercatore.

3. ASC, Intitolazione scuola edificio scolastico a via Gragnano. Intitolazione a Basilio Cecchi, Busta 615.

4. Per le biografie di Raffaele e Oscar Gaeta consultare il sito web di Libero Ricercatore del 3 marzo 2015 e 3 ottobre 2018. Raffaele Gaeta, un socialista stabiese del primo ‘900 e Oscar Gaeta, il comunista stabiese che conobbe Lenin e fondò l’Unipol, entrambi di Raffaele Scala.

5. Cfr. se interessati alla biografia del fratello minore dei Cecchi : Raffaele Scala: Antonio Cecchi, storia di un rivoluzionario, Cultura & Società, anno II, n. 2, 2008, consultabile anche sul sito web, Libero ricercatore e pubblicato il 13 febbraio 2014. Una nuova versione, ampliata e aggiornata con notizie inedite, è stata pubblicata sul portale web, Nuovo Monitore Napoletano, in tre puntate il 21 giugno, 22 e 30 luglio 2019.

Le furono Fontane del Re (foto Raffaele Scala)

Incuria, pressapochismo, sciatteria?!

segnalazione/denuncia del dott. Raffaele Scala

Le foto con le quali provo a documentare il modo in cui si tiene pulita la nostra città non hanno bisogno di molte parole, le immagini parlano da sole ed evidenziano l’incuria, il pressapochismo, la sciatteria di chi ha la responsabilità, politica e tecnica di mantenere ordine e pulizia.

Incuria ai marciapiedi stradali - Via Panoramica (foto Raffaele Scala)

Incuria ai marciapiedi stradali – Via Panoramica (foto Raffaele Scala)

E’ assurdo che si possano appaltare lavori che poi nessuno controlla, sui quali non è prevista o non si fa manutenzione ordinaria e soprattutto che  dall’impresa (esecutrice dei lavori) all’assessorato di competenza (committente), fino ad arrivare al sindaco (supervisore che avalla), nessuno abbia la benché minima responsabilità al verificarsi di “anomalie”.

Lunghi, lunghissimi tratti di marciapiedi della strada Panoramica che dal bivio iniziale, all’altezza dell’Hotel dei Congressi, fino al bivio di Pozzano sono letteralmente invase da una fitta boscaglia di piante selvatiche, di erba cresciuta a dismisura che impediscono il libero passeggio al pedone (che per proseguire nel suo cammino è costretto a percorrere a piedi anche lunghi tratti di carreggiata stradale, rischiando di essere investito). Continua a leggere

Annibale Ruccello? (foto dott. Raffaele Scala)

Annibale Ruccello? Ma chi lo vede!?

segnalazione del dott. Raffaele Scala

Con la mia nipotina ero alle giostrine in villa comunale, quando con assoluta sorpresa ho notato che il busto dedicato alla memoria del nostro concittadino Annibale Ruccello, allo stato attuale, è divenuto il busto di un illustre sconosciuto.

Annibale Ruccello (foto dott. Raffaele Scala)

Annibale Ruccello (foto dott. Raffaele Scala)

Non ho resistito ed ho scattato subito una foto che palesa quanto detto… chi passeggia in villa comunale si ritroverà dinanzi ad un busto posto di spalle, visto che targa e viso sono rivolti verso le giostre il cui steccato di recinzione risulta essere letteralmente attaccato all’aiuola.

Scrivo quindi nel tentativo di segnalare e soprattutto nella speranza di sensibilizzare i nostri beneamati amministratori, affinché provvedano quanto prima a dare una sistemazione più consona che possa ovviare alla succitata paradossale “disattenzione”.

Cordialmente, il vostro Raffaele Scala Continua a leggere

Da sinistra verso destra, Antonio Aprea, Giovanni Zeno e Antonio De Falco, in una foto del 1996 scattata al Congresso nazionale della Cgil a Rimini

I ragazzi del Viale Europa

di Raffaele Scala & Antonio Aprea

In memoria di Giovanni Zeno,
sindacalista (1943 – 1997)

 

In questi anni ho raccontato molte vicende sindacali, alcune risalenti alla fine dell’Ottocento, molte altre alla prima metà del Novecento, fino ad arrivare all’ultimo ventennio del secolo scorso, quando ho intrapreso la ricostruzione delle vicende sindacali legate al Contratto d’Area Torrese Stabiese.

La prima pagina di Metropolis del 1994 uscita in edizione straordinaria all'indomani della nascita della Tess e del riconoscimento dell'area di crisi torrese stabiese

La prima pagina di Metropolis del 1994 uscita in edizione straordinaria all’indomani della nascita della Tess e del riconoscimento dell’area di crisi torrese stabiese

Per una volta voglio soffermarmi su un aspetto particolare, tratteggiando alcuni degli attori principali della Camera del Lavoro di Castellammare di Stabia, protagonisti delle vicende che portarono il nostro circondario sulle pagine della stampa nazionale negli anni che vanno dal 1991 al 2000.

Una storia lunga un decennio, durante il quale accaddero una serie di fatti, politici, sindacali e umani, ma soprattutto un periodo proficuo di idee nate dal confronto di uomini e donne e da loro portate avanti, che merita di essere raccontato, ripercorrendo i profili di quanti hanno lasciato, seppur minuta, un’indelebile traccia nella cronaca di quest’area tanto impervia. Furono anni caratterizzati da quel sottile senso di fratellanza che nasce soltanto dalle tante difficoltà incontrate lungo il difficile percorso intrapreso, facendo comprendere ai vari protagonisti con quale spirito la Cgil stava portando avanti il compito che si era prefisso.

Il lembo di terra che va da Torre del Greco e si protende sino alla penisola sorrentina aveva, e per alcuni aspetti ancora possiede, una tradizione industriale. Un settore, questo dell’industria, che, oltre a produrre ricchezza, rappresentava luoghi di democrazia operaia, la cui forza andava oltre i ristretti opifici irradiandosi sull’intero territorio circostante con la sua capacità di assumere iniziative in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni locali e centrali, spesso incapaci di assolvere al proprio ruolo di garanti, fino a portarli sulle proprie posizioni e risolvendo situazioni che non riguardavano soltanto la fabbrica ma l’intera società. Erano anni quelli in cui non si contavano le manifestazioni di protesta contro la camorra e le cattive amministrazioni locali e centrali. Un binomio, anzi un “trinomio”, camorra, imprenditori e istituzioni che, in particolare in alcuni settori, costituiva, e per certi aspetti ancora lo caratterizza, l’aspetto più negativo dell’area torrese stabiese sorrentina. Continua a leggere